RE NUDO - Anno X - n. 82 - dicembre 1979

6/RE NUDO della produttività e del profitto, che pare l'unico a esser preso in conside– razione a palazzo. VALE LA PENA? Il primo reattore nucleare di tipo AGR costruito in Inghilterra, per e– sempio, fu pronto nel 1976 e costò 33.000.000 di sterline in più del pre– visto, mentre il secondo, pronto nel 1977 dopo anni di lavori, venne subi– to chiuso. Gli altri tre (il progetto ne comprendeva cinque) lamentano già un ritardo di cinque-dieci anni sul comportato un supplemento di 900 milioni di sterline sul bilancio preven– tivo. Ma l'enorme spesa non pare venga compensata dal rendimento: le undici centrali già in funzione producono so– lo il 12% dell'elettricità necessaria al paese, in cambio di ninumerevoli dan– ni alla salute e alla sicurezza degli abitanti dell'intero pianeta. ,\bbiamo già detto, infatti, che i peri– coli connessi con l'uso delle centrali cominciano molto prima che le centra– li entrino in funzione. La stessa estrazione dell'uranio dalle miniere comporta l'accumulazione di montagne di detriti blandamente ra– dioattivi, i cui effetti si sono resi evi– denti, per esempio, quella volta che si tentò di adoperarli per costruire case: gli affittuari si ammalavano regolar– mente in modo grave e dopo decine di ricoveri per tumori, si ipotizzò final– mente una relazione fra i materiali usati nella costruzione e le degenera– zioni cellulari osservate. D'altra parte nelle mm1ere sono pre– senti gas altamente tossici, tantè' che dei 6000 lavoratori che la Rand Cor– poration (U .S.A. ) ha esposto fra il 1946 e il 1960 a forzate inalazioni, 180 sono già morti di cancro al pol- 111one e un altro migliaio almeno è previsto soccombere nei prossimi anni a malanni similari. Un'esperienza che non ha indotto alcun saggio provve– dimento, se è vero che nelle miniere dell'Ontario (siamo sempre in Ameri– ca) i livelli di polveri radioattive si -ono mantenuti per 16 anni (dal 1958 al 1974) molto al di sopra delle soglie di sicurezza senza che nessuno inter– venisse. Ma siamo solo all'inizio di una serie di guai, perché l'uranio, una volta estrat– to, va poi purificato, arricchito (quello europeo è arricchito, per i due terzi, in U.R.S.S.) e trasportato qua e là in contenitori di circa 75 tonnellate per via ferroviaria, navale o stradale. Sì, VIAGGIARE ... Nel corso dei vari trasferimenti del materiale, molte cose_ possono capitare e alcune sono già capitate. Nel novembre 1968, per esempio, fu rubato ad Anversa, in modo misterio– so, un ingente carico di materia lera– dioattivo e a nulla valsero i successivi tentativi dell'Interpol e dell'Euratom per scoprire gli autori del misfatto. A .1tt'oggi - son passati 11 anni - il malloppo non è stato recuperato, né s'è minimamente chiarita la losca tra– ma. Dove diavolo saranno finite le 200 tonnellate ( ! ! !) di uranio sottratte in uel giorno lontano dal falso capitano inglese di lungo corso che si ecclissò col carico dopo aver fornito fittizie generalità? E che uso sarà stato fatto di quel bdione di scorie radioattive di uranio arricchito al 70% che nell'aprile del 1907 sparì da un depostio californiano per approdare in Messico, senza lascia– re traccia? Nel marzo 1971, poi, dall'impianto di Springfield (Gran Bretagna) presero il volo cinque sbarre di uranio: anche qui, ignota restò là destinazione. Per avere un'idea delle conseguenze di questo genere di incidenti, basti ricor– dare che sono sufficienti 37 libbre di uranio o di plutonio arricchito per confezionare una bomba atomica case– reccia (ma non meno funesta) e ben lo sapeva quel tizio che il 27 ottobre 1970 in Florida ricattò la polizia loca– le pretendendo un milione di dollari con la minaccia di far esplodere la sua bomba, quella che sosteneva essersi fabbricato da solo, nell asua stanzetta. Per avvalorare la richiesta, il ricattato– re la accompagnava con uno schizzo di progettazione dell'ordigno assoluta– mente perfetto. Era chiaro, cioè, che l'autore dello schema era perfettamente in grado di costruire davvero una bomba e che se avesse avuto a disposizione il materia– le necessario (il che, in linea di prin– cipio, non si poteva negare, proprio a causa delle ripetute sparizioncelle già assai concreta. WHO IS WHO Fortunatamente il ricattatore fu ac– ciuffato: era un ragazzino, di quattor– dici a'nni! Guarda in che mani sta di questi .tempi la nostra sicurezza... . Uno con l'hobby del modellismo si può mettere a costruire, invece di un aereoplanino, una bomba. E magari fra le realizzazioni domestiche, oltre alle conserve di frutta e alle melanza– ne sottaceto, massaie solerti e ingegno– se madri di famiglia potranno include– re ordigni letirli. nsomma, l'esistenza d~lÌe centrali nucleari apre anche vasti orizzonti a una fitta schiera di dilettanti del cri– mine atomico, a un allegro esercito di Von Braun della domenica ... Ma, evidentemente, autorevoli e im– parziali deposizioni di quanti denun- ciano gli immensi pericoli implicit~ nella costruzione di centrali nucleari ·kordiamo per inciso che un inciden– te di grosse proporzioni a una centrale può ammazzare immediatamente lno a 10.000 persone, mentre radiazioni in piccole dosi inducono alterazioni visi– bili solo dopo anni, quali la leucemia - 5 anni -, diversi tumori - anche 20 anni -, cataratte agli occhi, di– sturbi alla pelle e all'apparato ripro– duttivo, riduzione della durata media di via), si scontrano con troppi inte– ressi in gioco. La scelta nucleare è un modo per neutralizzare il potere delle varie « U– nion Minière » e dei paesi produttori di petrolio, per esempio. Alcune potenti compagnie, come la Westinghouse Electric Company, rea– lizzano ingenti profitti fornendo reat• tori nucleari a Francia, Germania, Giappone e Filippine. /II barone Rothschild partecipa degli intere~~i di quasi tutte le miniere di uranio del mondo, mentre, in Inghil– terra, i più favoriti finanziariamente sono la Generai Electric e Wimpey. La Germania occidentale, d al canto suo, affida all'esportazione di tecnolo– gie avanzate come quelle nucleari la garanzia della propria crescita econo– mica. CHI GUADAGNA Ma non tutte le compagnie hanno ri– conosciuto .il nucleare come una buona fonte di profitti. La Nuclear Fuel Ser– vices di West Walley (New York) ha perso in sei anni più di sette milioni di dollari ed è stata costretta a chiude– re; la Generai Atomic si è tirata in– dietro fin dal 1975; la Texas Utilities ha operato una riconversione di capita– li, spostando gli investimenti su carbu– ranti fossili e, nonostante i sussidi dei vari govern}, altre compagnie sono ormai convmte che sia impossibile trarre utili decenti dalla costruzione di impianti nucleari. « Di fatto, solo i grandi monopolii possono sperare di sopravvivere e, allo scopo di acquisire tale posizione di monopolio, alcune compagnie si sono servite di mez izdi dubbia legalità » (Jeremy Bugler su « New State– sman »). Siccome le spese di impianto sono e– normi (per il Regno Unito è previsto uno stanziamento di 150.000 milioni di sterline nei prossimi venti anni e il programma americano avrà un costo approssimativo di un trilione di dolla– ri), è impensabile che le aziende - anche le più colossali - dispongano di simili cifre. La parte mancante sa– ranno i fondi governativi, i finanzia– menti statali dei vari paesi a fornirla; sarà cioè una parte del denaro pubbli– co.

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