RE NUDO - Anno IX - n. 71 - dicembre 1978

La sala. del Grechetto, alla Biblioteca Sormani era stipata in ogni ordine di posti, molte persone stavano in piedi e qualcuna sedeva per terra nei corridoi, tra le file delle poltrone. Motivo di un così grande concorso di gente era una confe– renza e una pubblica meditazione di un maestro buddista tibetano: Lama Sakya Trinzin. Invitato a tenere un corso di cinque giorni sulle tecniche di meditazione bud– diste e sugli insegnamenti del Buddha Dharma alla comunità b~ddista di Po– rnaia, questo Lama ha approfittato di una sosta et Milano per parlare anche a Milano a tutti coloro che sono interessati a co– noscere gli insegnamenti del Buddismo del Tibet. Strana figura di maestro, sposa– to, molto giovane (sicuramente molto più grasso di come la maggior parte degli occidentali immaginano un Guru orienta– le) e dai lineamenti vagamente androg~i, Lama Sakya Trinzin ha tenuto una bellis– sima conferenza sui principali aspetti del sentiero di Buddha, ma soprattutto ha guidato una meditazione collettiva, tra le più potenti a cui io abbia mai partecipa– to. Lama Sakya Trinzin è la maggior autorità di uno dei quattro principali lignaggi in cui si articola il buddismo tibe_tano:l'Or– dine Sakyapa. Approfittando della per– manenza di questo maestro a Milano l'ho brevemente intervistato nella casa di alcu– ni amici dove Sakya Trinzin è stato ospi– tato durante il suo breve soggiorno mila– ne·se. Molta gente ritiene che sia praticamente impossibile per uomini e donne occiden– tali praticare gli insegnamenti del buddi– smo tibetano, una tradizione apparente– mente così distante dalla nostra. Lei cosa - ne pensa? Il buddismo è come un grande oceano e qualsiasi persona può bere alle sue ac– que ... non è questione di nazionalità, di razza o cose del genere. Ognuno di noi, occidentale o orientale, uomo o donna, adulto o bambino, può praticare il bud– dismo senza restrizioni di sorta. Negli insegnamenti del Buddha ci sono innume– revoli vie che, se sono diverse nella for- ma, sono però tutte identi~he nella so– stanza. Jl loro fine è ii medesimo: la liberazione dal dolore ... ogni persona può scegliere tra queste vie quella più adatta alle proprie esigenze. Alcune persone affermano che prima dell'invasione cinese il Tibet fosse un paese feudale in cui il clero godeva bene- ft,ci e privilegi particolari. I cinesi presen- · tano la loro invasione come un avveni– mento che ha permesso al popolo del Tibe_tdi liberarsi da catene secolari... Non sono affermazioni vere ... o meglio contengono numerose inesattezze. In mo– do particolare per quello che riguarda i giudizi su quella che voi occidentali chia– mate la Chiesa Buddista. La società tibe– tana, ancora negli anni direttamente pre– cedenti all'invasione cinese, era in effetti una società di tipo feudale... ma non corrisponde a verità affermare che i diver– si ordini Buddisti esercitassero il loro potere contro il popolo o godessero di . particolari privilegi. In Tibet i monasteri. erano aperti a chiunque volesse entrarci ... ricchi o poveri che fossero. Chiunque poteva accedere alle più alte cariche spiri– tuali, indipendentemente dal suo prece– dente stato sociale. A un vero maestro

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