RE NUDO - Anno IX - n. 67 - luglio 1978

Disintegrazionedell'energia te: "ogni organizzazione è sottomessa a una forma di deperimento interno, di dislocazione, di calo energetico. Il model– lo della teoria generale dei .sistemi ci introduce a un'analisi che rompe con l'ingenuo adeguamento della razionalità al progresso. Accorgendosi di una tenden– za generale alla disorganizzazione, l'en– tropia, i cibernetici propongono un mo– dello di organizzazione come sforzo di recupero e di ordine: sforzo disperato a lungo andare, ma che cerca, attraverso cammini subdoli e di traverso, di contro– bilanciare momentaneamente la tendenza generale. Dall'incidente alla malattia, dal– la crisi alla rivoluzione, dalla follia alla morte, sorgono - inaspettatamente - avvenimenti che disfano le organizzazio– ni..." Da qui nasce la politica di chiusura delle organizzazioni, e "lo spirito conta– bile". Ma tale contabilità occulta qualco– sa di fondamentale: " ... Le organizzazioni hanno bisogno di un flusso di energia gratuita che esse attingono·senza essere in misura di rigenerarla..." Prima di andare più avanti, segnaliamo che a differenza di Enriquez, Y. Stourdzè non postula nei suoi scritti una equivalen– za tra l'entropia e "l'istinto di morte". Tutto il suo lavoro consiste, al contrario, a fare l'economia di tale equivalenza e a situare la "morte" delle organizzazioni in un'altra prospettiva: quella della rivolu– zione. Riprendiamo il mo di questa analisi: Questa concezione dell'organizzazione è energetica. Abbiamo visto come l'orga– nizzazione si definisca dapprima, storica– mente, con la recinzione e l'autarchia monacale. VedremQ adesso che l'organiz– zazione chiusa su se stessa è condannata a morte, a meno di captare energia esterna: "Per resistere all'entropia, l'organizzazio– ne non può sussistere che captando dell' energia esterna. Lo scambio in tal senso non ha prezzo. Essa può (e deve) funzio– nare sotto una forma disinteressata e obbligatoria nello stesso tempo". Una riflessione sull'organizzazione della vita conduce F. Mayer a conclusioni ana- loghe: "Il funzionamento stesso del sistema comporta necessariamente degradazioni energetiche e strutturali conformi al se– condo principio della termodinamica. O– gni degradazione di trova compensata, più . o meno rapidamente, da una o più regola– zioni. Ma la 'reintegrazione' di un organo .o di una funzione non è possibile che con il lavoro fornito da un altro organo o un'altra funzione..." Così abbiamo, nell'organizzazione, una lotta permanente contro la disorganizza– zione, la caduta entropica, contro la mor- .... ,= .... .- t::: - t::: ._ t::: ~ ..... RE NUD0/17 "Dietro la logica contabile, è messa in scena tutta una logica della misura e della conservazione dell'energia (niente si per– de, niente si crea). L'organizzazione capi– talista non conosce che una legge: l'e– spansione o il deperimento. E l'espansio– ne non è possibile che con il prelevamen– to generalizzato d'energia." 11prelevamel")tO capitalistadell'energia (...) Bisogna adesso precisare i rapporti tra la nozione di energia e di lavoro. In .effetti, come mostra ancora Stourdzè, "la conversione dell'energia in lavoro non è evidente. Marx cerca di dimostrarlo nel Capitale. La forza lavoro non appare che nei periodi di sconvolgimenti sociali: i contadini abbandonano la campagna; mòltitudini di disoccupati vengono a so– vrappopolare le città; gli artigiani sono rovinati; la concentrazione industriale opera un· rapido raggruppamento degli uomini e delle risorse. Strappato al suo ambiente, alle sue attività tradizionali, il futuro proletario deve subire il ritmo della macchina. Il suo corpo deve adattar– si all'apparato meccanico. Questa energia fisica indifferenziata, indifferente a ciò che essa stessa produce è appunto la forza lavoro". L'insieme delle forze produttive permette di definire ciò che si chiama Terzo Mon– do in termini energetici: "L'organizzazio- I ~ I

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