RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978

lettere - lettere - lettere - lettere - lettere - lettere Spettabile RE NUDO, ci riferiamo all'intervista a Giancarlo Cesaroni non firmata apparsa sul numero di febbraio 1978 di Re Nudo. Ci spiace dover rilevare le molte inesattezze, e siamo benevoli, in cui è incorso Cesaroni. Purtroppo non è neppure possibile pensare che Cesaroni sia semplicemente disinformato in quanto in passato ha avuto parecchi contatti con noi come uno dei maggiori sostenitori dell'.iniziativa del C.S.C. dalla quale si è poi ritratto affermando che non riusciva ad ottenere dalla FON IT CETRA la liberatoria per la vendita sul mercato alternativo. Le affermazioni che riguardano i costi del Consorzio sono del tutto, inesatte (il costo 77 supera di poco il 50 per cento della cifra indicata nell'aricolo); l'ingresso della Cooperativa l'Orchestra nel Consorzio non è stato altro che frutto di una precisa volontà e séelta e sarebbe stata libera di andarsene se veramente si fosse considerata "dissangua– ta". Evidentemente le cose non stanno in questi termini in quanto il carico finanziario di ogni etichetta è quasi direttamente proporziona– le ai servizi che utilizza ed al numero di dischi pubblicati e/o promozionati. Per quanto riguarda gli Artisti "costretti a contratti che li riducono alla fame" vorremmo precisare due cose che ci sembrano molto importanti: 1) ci sembra perfettamente corretto che gli Artisti abbiano un contratto che garantisca loro almeno l'uscita dei dischi, un minimo di supporto promozionale e il riconoscimento di percentuali (royalties) per il lavoro fatto e le vendite effettuate. 2) Ogni etichetta del C.S.C. è assolutamente libera, nella sua completa autonomia di gestione, di scegliere il tipo di contratto e di rapporto in genere che desidera instaurare con gli Artisti e quindi si passa da. situazioni cooperative (Orchettra, Zoo Record e Ultima Spiaggia) al contratto fifty-fifty della Cramps, alla gestione collettiva dell'azienda (Divergo) dove i contratti vengono comunque stipulati senza limiti nè di tempo nè di produzione. Inoltre vorremmo evidenziare la confusione che risulta da due momenti dell'intervista. , In un primo momento Cesaroni accusa la Cramps di aver portato il C.S.C. "alla realizzazione di un semplice consorzio di servizi senza peraltro trasformare il rapporto con il mercato e con i musicisti" poi asserisce che "fallita l'ipotesi Consorzio si lavora ad un progetto di circuito alternativo insieme ai Dischi del Sole, a Canale 96, a Radio Mantova, ad alcuni circoli La Comune ed alcuni ex circoli ottobre, oltre che altre realtà di base per organizzare tournees con ottimi musicisti stranieri" .. Ora, ci sembra che le due cose abbiano tra loro ben poca attienenza e che comunque°i'una non esclude l'altra. Le etichette che si sono unite in Consorzio, di cui la Cramps è una delle promotrici, sono partite da presupposti _molto chiari che non sono mai stati stravolti, nè "profondamente trasformati"; e.ssendo tutte.strutture discografiche e non manageriali, non si capisce perchè avrebbero dovuto avere la pretesa velleitaristica di organizzare· tour– nees, soprattutto poi con Artisti stranieri, visto che uno degli scopi fondament3lf del C.S.C. è quello di portare avant;'·un discorso di cultura italiana e di documentazione del lavoro ·degli Artisti che operano in una precisa area politica. Speriamo che questo nostro breve intervento chiarificatore trovi uno spazio nelle pagine di un prossimo numero di Re Nudo, affinchè tutti i Compagni che credono nella nostra iniziativa abbiano modo di rendersi conto della reale situazione. una castrazione per noi don– ne, una ulteriore subordina– zione all'uomo: è da un secolo che si è a conoscenza dell'ine– sistenza a livello biologico dell'orgasmo vaginale e, no– nostante questo, gli uomini hanno continuato a tacere, ad infischiarsene delle nostre esi– genze e a pretendere soddisfa– zione a modo loro. Sì, perché hanno nascosto questa realtà i signori scienziati, sarebbe sca– turita una forma di ribellione Il President(!'del Consorzio Comunicaiione Sorora a livello sociale, altrimenti! ! A. tale punto Alicesi domanda se non sia stata la cultura del fallo ad inculcare in noi que– sta strana forma di piacere e di amore ed è ovvio dedurne che coloro che godono di un amplesso esclusivamente vagi– nale, siano non sfigate e rea– zionarie come dici tu, ma par– ticolarmente frustrate a livello psicologico.• Alicecioè: 1) non vuole dire che fare l'amore significhi avere un or– gasmo clitorideo o che si deb– ba stimolare esclusivamente quel pendant del pene, chia– mato clitoride. 2) Ci mette di fronte alla realtà biologica dei fatti, del nostro corpo che gli uomini hanno plasmato a loro piaci– mento da sempre. 3) Rivoluziona, partendo dai campo scientifico, il rapporto con gli uomini che hanno sem– pre visto il nostro "buco" co– me un oggetto per masturbar– si, mistificandolo con roman– ticismi fasulli. Agli sciovinisti questo fa terribilmente como– ao; perché noi tutte sappiamo che il potere ha le sue basi primarie nell'emotività dell'in– dividuo e noi siamo schiave a partire dal.letto! Non c'é nessun punto nel li– bro che dica: "fare l'amore significa arrivare all'orgasmo in un certo modo" o qualche cosa di analogo, penso che non avrebbe senso, D'altronde io non mi pongo neppure il problema dell'orgasmo: signif– cherebbe pensare mentre si fa l'amore ed impedire il coinvol– gimento emotivo· totale. In– somma vogliodirti che rifiuta– re la penetrazione è una forma di lotta, oggi come oggi, è un modo per.far rispettare le no– stre esigenze, per far aprire gli · occhi anche agli uomini, per sconfiggere, demolire questa scoietà paternalistica che ci rende "schiave degli schiavi". Ciao a tutti! Giuliana (Mantova) Caro "Re Nudo", nel mio articolo dal titolo "Voglio ·vedereDio in faccia" (Re Nudo n. 64, pag. 21), rilevo - oltre a numerosi "ta– gli" che lo colpiscono alle gambe e lo rendono zoppo - un errore nel sottotitolo che riporta, condensata e stravol– ta, una frase del mio testo. Per non lasciare ai lettori un'im– pressione sbagliata desidero precisare che là dove hai stam– pato: "Anche se non esistesse una terra per l'approdo, abbe– ne ci resterà addosso il profu– mo della 'cosa"', biso1malefl– gere, al contrario e per esteso: "Anche se non esistesse una terra per l'approdo (e io credo che questa terra sia uno sve– gliarsi dentro il nostro proprio sogno), ebbene ci resterà ad– dosso il profumo della cosa del sogno...". Tra la "cosa" e la ''.cosa del sogno" passa una differenza paragonabile a quella esistente tra la buona e sana "puzza" delle cose sensi– bili e il profumo più sottile e impalpabile del "sogno di una cosa". L'articolo in questione era ac– compagnato da una mia tradu– zione di un capitolo del libro di Henry Corbin L 'imagina– tion créatrice dans le soufisme d'Ibn Arabi. Si tratta del capi– tolo dal titolo "La Forma az Dio" (cfr., Re Nudo n. 64, pagg. 24-25). Tra i numerosi refusi ed errori di stampa ne rilevo uno che rende incom– prllnsibile un intero periodo della mia traduzione. Là dove si legge:· "La valorizzazione delle teofanie suppone una forma di pensiero vicino al pensiero storico...", era invece scritto: "La valorizzazione delle teofanie suppone una forma di pensiero vicino al pensiero stoico...". Tra pensie– ro stoico e pensiero storico c'è una bella differenza. Qua– le? Quella d'importanza capi– tale tra un pensiero dell'espe– rienza soggettivae un pensiero delle cosiddette "filosofie del– la storia". In altre parole, mentre il pensiero stoico met– te l'accento sulla vita così co– me s'impone all'evidenza dell' esperienza di ciascuno, il pen– siero storico valorizza," invece, un astratto "senso della sto– ria" con le sue ossessiòni di razionalità e le sue mitologie politiche oggi quanto mai af. fliggenti. Questa differenza - quasi una terra di nessuno - costituisce il nucleo dell'argo– mentazione sviluppata nel te– sto, e non può essere capita a causa di una piccola "r", di una svista, uno sguiscio, forse un piccolo incidente pulsiona– le che più che sto(r)ico a me, francamente, appare un po' stolido. Con tanti auguri Gianni de Martino

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