Luigi Barzini - Gl'italiani della Venezia Giulia

- 19 - chiedono di esercitare una professione, di aprire un negozio, di darsi ad un commercio, vedono prolungarsi per anni una via crucis di pratiche burocratiche, le quali quando sono esaurite - poichè tutto si esaurisce a questo mondo - conducono spesso ad un diniego « per speciali considerazioni », mentre gli sloveni subito ricevono quello che domandano. Da una parte si paralizza, dall'altra si favorisce. Un'antica contravvenzione, l'avere appartenuto a società disciolte, essersi mostrati troppo italiani sono barriere insuperabili non soltanto per darsi alle carriere degl 'impieghi pubblici, ma anche per ottenere il diritto di commerciare e lavorare. I regnicoli poi, a meno che non siano operai già ingaggiati o che risiedano da molti anni sul luogo e occupino una situazione vecchia, non possono arrivare a ricevere un certificato che li abiliti ad esercitare la loro professione. Quando nulla si può obbiettare contro di loro, sono trascinati attraverso i più tortuosi meandri del funzionarismo, debbono cominciare dieci volte il giro per un timbro che manca, per un bollo rosso che deve essere bleu, per urr«""vidimazione che non è formale, per una perizia che non è legale, finchè abbandonano la partita o arrivano al diniego. I casi sono innumerevoli. E non si tratta sempre di professioni importanti : un povero barbiere gira da tre anni per avere il certificato che gli permetta di aprire un negozio; un manovratore di cinematografo non è stato neppure ammesso all'esame necessario per l'abilitazione - ci vuole l'esame per tante cose - e la ragione è stata detta chiara e brutale : la sudditanza italiana. Vi sono certe patenti di numero limitato che si possono comprare da chi le ha avute prima, come quelle per i caffè, i restaurants, le birrerie, ma se un italiano le compra l'esercizio è chiuso per « misura d'ordine pubblico » oppure la patente è ritirata senza spiegazioni. Gli sloveni hanno la strada spianata sui cadaveri di interessi italiani uccisi a uno a uno. Meno clamorosa, meno appariscente delle altre, quest'opera italianofoba della polizia prosegue giorno per giorno, ora per ora, senza urti, paziente, sistematica, sicura, implacabile, difesa da una rete di procedure, di Biblioteca Gino Bianco

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