Antonio Piscel - Il conflitto austro-serbo e gli interessi italiani

\ -7ghese riuscì a dividere e suddividere, fino al frazionamento minuto, questo popolo slavo meridionale, rendendogli così impossibile, fino agli ultimi anni, di assurgere ad un movimento compatto di lotta per la sua indipendenza e per la sua unità. Dentro il territorio della Cisleitania (cioè delle provincie rappresentate al Consiglio dell'Impero di Vienna), fino agli ultimi tempi, potè servire come fortissimo cuneo di divisione la differenza delle due lingue, la slovena e la serbo-croata, parlate da quelle genti. E là dove non si poteva sfruttare una differenza linguistica, perchè l'idioma dei Croati è il medesimo di quello dei Serbi, si trovò e si mantenne la divisione mediante la differenza dei caratteri dell'alfabeto, venendo designati come croati quelle persone che usano i caratteri latini, e come serbi quelle che scrivono con gli antichi caratteri slavi, attribuiti a S. Cirillo. Ma uno strumento di divisione ancora più efficace, fino agli ultimi tempi, fu dato dalla differenza di religione. Benchè in Croazia e Slavonia tutti parlino la stessa lingua, la popolazione fu mantenuta fino di recente divisa politicamente e moralmente dal fatto che il 75 per cento di essa è cattolico ed il 25 per cento greco - ortodosso. In Bosnia ed Erzegovina, a paralizzare la forza coesiva dell'idioma comune a tutta la popolazione, ebbe pure, ed in qualche misura minore ha tuttora, grande influenza la divisione religiosa, essendo il 43 per cento della popolazione di confessione greco-ortodossa, il 35 per cento di religione maom:ettana ç il 22 per cento di religione cattolica. Come non bastassero queste suddivisioni di parlata, di scrittura, di religione, tutte quante abilmente rafforzate e sfruttate, la politica austro-ungherese dava ad esse suggello e rincalzo con un vero sbranamento politico ed amministrativo della popolazione slava meridionale suddita della monarchia. Facendo le parti molto all'ingrosso, si può dire che un terzo di questo popolo fu legato con la Cisleitania a far capo a Vienna sotto l'egemonia tedesca; un altro terzo, con le apparenze di un'autonomia, continuamente violata, fu messo alla dipendenza della oligarchia magiara; ed il rimanente è assoggettato nell'amministrazione bosniacoB blioteca Gino Bianco

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