Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 70 - estate 1991

l'ultimo è giallo. Decide di disegnarli, per cui prende un foglio dall'album e pone davanti a sé il cubo blu per ricocopiarlo. Di fronte al cubo concreto esegue un disegno del genere. <:jr--_?;\ Lei stessa rimane perplessa di fronte al risultato che cerca di correggere con varie cancellature e rifacimenti senza esito. Dopo un momento di silenzio chiede al terapeuta: «Sono cubi o dadi?»... «Qual è la differenza?» le si domanda. Anna risponde che i dadi hanno i puntini con i numeri. Le viene detto allora che tutti i dadi sono cubi. A questo punto Anna afferma decisa: «Sono cubi!». Pronunciata la «parola magica» può disegnare il cubo nel modo già illustrato ed appreso a scuola, usando il righello apparentemente per prendere lemisure ma in realtà senza tenerne conto, per cui nessuna faccia del cubo è un quadrato. Mette da parte il cubo blu, si pone davanti quello rosso e, guardandolo attentamente, ripete lo stesso procedimento. Così fa pure con quello giallo e con il secondo cubo blu, nonostante siano tutti identici per forma e dimensione. Mette poi i cubi già disegnati uno sopra all'altro, formando come una torre. Colora le quattro figure seguendo l'ordine dei colori dei cubi della torre e ne ripassa i contorni con la penna, senza tener conto degli spigoli visibili e di quelli nascosti. Questi meccanismi così evidenti in Anna sono purtuttaviapresenti in moltissimi studenti più grandi, «normali» e con rendimenti accettabili nelle altre discipline scolastiche. Qualche esempio: vengono spiegate le equazioni e numerosi studenti sembrano essere in grado di averne 58

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