Pensiero e Volontà - anno III - n. 8 - 12 maggio 1926

e e 7 In clata BI a,prU-ee 8 DfCpo ■ono •tatl seque•trati. BiproduofMne· • numero la-parte ·nCJD. aeqae•trata. PENS.IERO· E vo·LONTÀ Anno Ili. - N. 8. Casella Postale N. 41 t • , Rom&, 12 Maggio 1926 . . L'idea anarchica delYOrgan izzazione I. In qualche discussione, che si è fatta ulti. mamente, specie in giornali anarchiqi all'e– stero, più volte in'è avvenuto di notare che ·' tanto gli av~ersari dell'-organizza,zione quan– to parecchi a questa favorevoli, par1ano di questo argqmento come se fosse secondario e di scarsa imporrt~nza per· le nostre idee. Mi pare che oon ,ciò si c.ada in un grave errore ... , Ce!'to il tema dell'organizzazione anarchi– ca non è d'attualità, mentre l'organiz:zarsi li– berta.riamente è reso così difficile dalle cir– costanze esteriori. Ma questo non toglie aL l'argo,mento la sua importanza, essendo anzi fondamentale per la concezio~e che noi ab– biam01 dell'anarchia, sia come tendenza ge– nerale sia come programma di lotta e d 'at-· ·tuazione pratica. Esso rientra quindi fra_ i più seri argomenti della propaganda anarchi- ca, e noi ne parliamo appunto a scopo di propaganda - anche se ciò può sembrare fuori d'attualità e se siamo costretti a r1~e– tere cose dette altre volte. * * * L'anarchismo è sorto nella prima metà del secolo scorso come una scuola del soma. lismo, prima collettivista e poi comunista, opponente alla concezione del socialismo a.u– toritàrio di Blanc, di M.arx e di_ Bebel, lai concezione del socialismo libertario di ·Prou– dhon, di Bakunin e di Reclus.- In seno a_quel ma:;nifico movimento collettivo ·che fu l 'Ju. ternazionale del 1864-8.0, l'anai·chismo più o meno teoirico degli anni• anteriori si tradusse in movimento di masse attraverso le organiz– zazioni, prima mescolate e poi a poco a poco differenziante~i, di proP,aganda di idee e dì interessi di classe. Il suo programma è stato sempre questo: fotta--. per la libertà· contro tutti i despotismi politici ed economici, col fine di giungere a stabilire una « organiz,zazione sociale )> senza distinzioni di classi, senzn sfruttamenti eco. nomici e senza dominazioni politiche; vale P dire una società di cittadini vo]ontariamen- Ìe e liberameµte assodati per provvedere di ·bnot accordo, ciascuno... secondo le proprie forze. alla sodisfazione d~i bisogni morali, intellet– tuali e mat~riali di tutti, - ciò che dal 1872 cil'ca in avanti si è -chiamato prima sociali– smo ana 4 chico, poi comunismo anarchico e infine semplicemente « anarchia· ». Questo programma di demolizione e di ri– ·costruzione ,implica per gli anarchici, sia per– la lotta antecedente che per la immediata prosecuzione della vita sociale poi, la neces. sità di organizzarsi fra lo,ro e di favorire l'or– ganiza~ione di classe di tutti i proletari. In tutto ciò sono stati sempre d'accordo da più_ di cinquanta anni, nella loro grande ·mag– gioranza, gli az;i.,arqhicidi tutti i paesi. Nel1e applicazioni, nelle motivazioni dot. trinari~, nelle questioni secondarie e collate– rali, iJ?.finiti erano naturalmente e dovevano essere i pareri diversi, ma sulle Ci. uestioni ge– nerali - anarchismo egualitario o socialisti. CO, lotta per la libertà e per l'emancipazione operaia, organizzazione ana.rchica per_ la pro– paganda e l'azione, organizazione proletaria anticapitalistica - tutti gli anarchici erano concordi. Int01rno a tale programma, anche oggi -è eo:i;ic~rde la maggior parte degli anar– cihici di tutto il mondo, malgrado la opposi– zione che gli vien mossa da una minoranza di. compagni c,he si dicono individualisti o sem– ptfoemente antiorganizzatori. Orbene, mi si permetta di dir:e .un mio pa– tere personale:· eoj;esti compagni per là loro J>9Sizione « mentale » - anche se in pratica. ci sono vicin} - si allontanano da nqi quasi quanto i socialisti -autoritari. Gli uni e gli al– tri coa:nmettono cioè lo stesso errore· teorico di non credere possibi~'e l 'organizzaz.ione sen– z:i, autorità, traendone due çonclusioni oppo– ste in apparenza ma. praticamente equivalen– ti : la :q.egazione d'ogni organiz_zàzione i primi, l1accettazione dell'organizzazione autoritaria i secondi. • Il grave torto dei soc.ialist1 · autorifo::ri è di tener conto soltanto della società e di sacri– ~le il dir~tt,a individuale; per ·ciò ·~ssi ten– dono a negare il prinéipio _di libertà. Simil– mente gli' anarchici individualisti non vedo.

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