Pensiero e Volontà - anno III - n. 8 - 12 maggio 1926

I • I I . ' 182 .PENSIERO E VOIJONT A' I miti nella civiltà Vico, nel De antiq71issima italorum sapien– tia, svolge l'opinione che i filoso,fi avessero presieduto alla creazione delle lingue, e Roma avesse cominciato la sua vita politica co'n un senato sapiente, che costudendo in sè l'arcano della potenza, oplf)rimeva la plebe ignorante, fino a che; aggiungendosi la p"otenza legisla– tiva, il popofo fu -emancipato. Ma Sigonio, giureconsulto del sec. XVI, aveva già formu– lata l'ipotesi che il :privilegio del .patriziato ròinano si fondasse sulla .forza, e il iprimitivo diritto, fosse opera di dominio guerresco. E così il Giornale dei Letterati di Venezia ri– spose al Vico, che le trace-e dell'antica salf)ien– za italica ·non erano da ricercare nel patrizia– to dell'incolto· Lazio, ma nell'Etruria e nei collegi pitagorici della Magra Grecia- Vico riconobbe che i 1Pitagorid .erano dotti e i ro– mani antichissimi ignoranti e feroci, vide il contrasto tra l'iniqu.a, diritto dei Romani dei primi tempi e l'equità dei giur~consulti delle epoche posteriori, e lo sp~egò con il progresso sociale di quel p-o•polo. E allora gli si affacciò l'·idea che le più ·remote imprese fossero av– volte di fòrme .figurate, e che gli Eroi fossero personificazioni di fatti co,llettivi. E distinse: le tradizioni dei tempi !Primitivi sono chiuse nel linguaggio favoloso; l'età delle città patri- . zie ha il linguaggio -eroico,· quela dell'eman– eipazi011e·-popolare la .prosa del linguaggio cit– tadino. Le età favolosa, eroica, sto,rica dànno tre lingue dìverse, confuse tra loro. €on l'in-, terpretazione vichiana le· favole si mutano i~ istoria, diventano materia di una, istoriografla filosofica. · Noi vediamo all'origine di 9-gni civiltà delle divinità e dei personaggi· ideali considerati eom-e datori agli uomini dei primi mezzi , e modi del -progresso. Specialmente l'agricoltu– ra è ricca di tali miti.'Ce;rer,e che.insegna a col– ti:vare il grano è ,la personificazione mitica del passaggio dallo stato selvaggio della, cae– cia e della pesca allo stato socievole e fissQ. della vita agricola. Saturno era il Dio della seminagione, ma in g-enere lo si eonsiderava come il fondato,re' dell'agricoltura italica, e gli si attrib1Jiv~ il merito di aver raccolto gli uomini in sedi fisse .. -Gli Etrus-chi eran detti Tirreni, Tirseni, da terra. o da tirench, coltivar-e. E narra la leggen– da che nella caa::npagna 'ta!quinia,• da lo,ro abi– . tata, dalla zolla rimossa· dal vomer.e balzasse fuori ·tagete, fanciullo all'aspetto ma vecchio di senno, che si mise- a cantar-e la dottrina, che divenne fondamento delle lo•ro credenze religiose -e tiella lç>•ro vita civile. Tagete è la dviltà -che nasce dall'agricoltura. Com-e Tage– te nasce· da un solco, così Pu-ihan-ku, che rappresenta per i cinesi il primo temo,foto, o dato1'-edi leggi, viene rapp·r-esentatq vestito di foglie. A Ceylan vive la tradizione che sulle rive del G,ange la gente abitasse nelle caverne e si sfamasse con l'erba, quando un giorno,,. all'alba, si vide usciir,e dal sole un uomo bello, maestoso, -che si dichiarò figlio del sole ed an– nunciò ,che veniva a governare il mondo. Co– stui ammaestrò quelle popolazioni ad edifica– re le case .e a seminar-e i c~mpi. Anche in questa legg-enda l'idea del governo e della ·agricoltura sono accoppiate. E cosi in altre . leggende. Eccone alcune. Una leggenda peruviana narra che ·sulle rive del lago Tilicaca apparvero, alle selvagge tri– bù un uomo e una doniia con lunghe vesti, i quali venivano dall'oriente e si dic-evano figli d'.el sole, Accolti con venerazione, insegnarono a lavorare la terra agli uomini e a filare e a tessere alle donne; poi li condussero nella valle del .fiume Apurimac; ,edificarono il tem– pio, di Cuzco, che divenne la loro ~ede. In certi dì solenni si mostravano al popolo in atto di colti;var-e con le prolf)rie mani la terra. Il vecchio, venne chiamato '.Manco Capac, ed ebbe dodici successori, detti . Incas, i quali fondarono la casta dominatrice · In ,questa leggenda vediamo una' maggiore COITlPlessità.Sotto, la forma simbolica si na– sconde il racconto dei !Primi contatti tra date tribù peruviane e altre tribù piùù 'progredite, dellè prime emigrazioni in cerca d1 terre col– tivabili e fertili, del sorgere delle caste sacer– d<?-tali.Sulle rive del lago aaippaiono i porta– tori di piviltà perch~ i terreni circostanti i la– ghi sond i più adatti alla coltivazione. Le v.esti lunge sono collegate con l'idea che quei due . insegnassero, ,a filare e a tessere. Il dominio C!eafo dai loro discendenti sta ad indicare che le tribù agricole si imposero a qu-élle nomadi è pastorizie o che con l'agrico-ltura: sorse, co– me fu di fatto, il patriziato. Nella leggenda Messicana delle tribù atzeche _ché vagavano in cerca della, terra promessa . ' . , v1 e. un particola.re interessante. Qu.esfa terra, secondo la profezia che era attribuita a Mexi , era in riva iad un lagt} ed indicata da un'aqui– la, posata sopra un'opunzia, con· una serpe fra gli artigli. Nei .paipiri sui quali gli Atzechi disegnarono rozzamente le lòro ·migrazioni si vede· .passare una grande acqua, · forse:

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