Pensiero e Volontà - anno II - n. 10 - 1 settembre 1925

224 PENSIERO E VOLONTA' la giu13tizia » (1) .. La stor1'a umana procede per azioni, reazioni e rivoluzioni, senza norma e logica costaÌlt't 1, appUJnto per l'intervento della volontà, del giuoco delle volontà contrastanti, il cui risultato è ~i:esso ciò che di più' illo~ gieo s} potesse prima immaginare, 13iain sen– so buono che cattivo. Ma ciò noo deve renderci scettici. Al contrario deve ispirarci maggior :fiducia in noi ste13si, insegnandoci che, quan– do si vuole una cosa, non ci si deve arrestare ai primi passi dinanzi ad una apparente sutt ìl]ogiCl'tà. Il progresso non avverrà, o avverrà in sen~ so di verso e magari iri. quello opi;osto, ché noi chiamiamo regresso, - vale a dire verso regi– m'~ di maggiore .soggeziooe, schiavitù e mise– ria per le maggioranze - se coloro che deside– -rano il progresso in senso libertario ed egua– lit-ario non se lo creeranno con le loro mani, non lo affretteranno coi loro sfori} coscieinM eJ associitti, col loro sacrificio e· col risch1(. della ho vita. L'ideale umano, che i·isponde ai bisogni ed alle più i;rofonde aspira2: 1 oni dell'uomo alla. pace nelln fraternità, al benessere nel lavoro, alla libertà nel mutuo accordo, alla giustizia 111ell'eguagh'anza., all'amore nella devozione re– ciproca - ideale che, attraverso l'evoluzione del pensiero ed il movimento dei fatti sociali, ha finito col concretarsi nel programma della a.narchia - questo ideale attende dagli uo– mini la sua traduzione nella realtà. Essa re– sterà utopia finchè gli uomin'1', o un 111umero sufficiente di essi, non la vorranno o si liml– teJ"anno ·a sognarla come una possibilità trop– po lontana. La realizzazione dell'anarchia sarà invece un fatto compiuto, anche per collettività e su territori relativamente limitati, se avrà sapu– to tradursi in fede ardente, vale a dire in vo– lontà ferma e élecisa di giungervi, nel cuore e nel cervello di un numero di uomini bastante– a,llo .sforzo di liberarsi prima, ed a provvede– re poi col lavor o alla produziooe necessar'1'a, alla propria 'vita nonr.hè a difendere la nuova società contro gli' assalti. esterni con· le pro– prie forze. LUrGI FABBRI. (1) E. RF.rLt'S - L' Èvoltttion, la R~volution et l'irleriI 011nr– ehique. - (Edit. P. V. Stock, ~Ar:gi. 1898). - png. 2'2 o seg. La proprietà terriera e i principi anarchici . Nel numero 8 anno secondo di Pensieio e Volontà, ho pubblicato un articolo: Il mo– vimento libertario nella vita sociale, in cui sPezzatvo una landa a favore dell 1 anarchismo cosidetto realizzatore. Quell1arlicolo. non era che Ca premessa dello sludfo .La proprietà terriera ed i JPrincipii anarchici, che inizio da questo numero. E 1 la mia parte di con– tributo alla costruzione, iideale Per ora, della società libertaria di domani. Già in altri fascicoli di Pensiero e Vo– lontà ho trattato di questioni e di problemi agrari; ma qu,ella trattazione, più che ima indagine profonda, era un abbozzo di studio. Ora si tratta di andare in fondo, trattando Partitamente le di.verse questioni e dando al ti1,tto aspetto di organicità e di unità. · La letteratura anarchica manca - di uno studio completo e profondo sul problema, ed io 1 con lo situdio che qui inizio, tento di colmare la lac.iina. Spero che le mie · deboli forze e çapacità mi sorreggerar_ino fino alla fine. La terra, una delle .princ~~li attrattive delle brame umane e prima causa di lotta fra gli uomini, può essere presa in proprieta bianco da un individuo? Proudhon dice di no, per– chè come l'acqua, la luce e l'aria sono ,sem– pre state riconosciute comuni a tutti soltanto perchè indispensabili, così anche la terra non è meno indispensabile, costituendo essa una éondizione sine qua non d'esistenza (r). Anche Kropotkin entra nello stesso ordine d'idee negando in blocco qualsiasi diritto di proprietà. « I. mezzi di lavoro - dice Kro- 1potkin - debbono ritornare alla comunità; l'avere sociale, ora ritenuto dai privati, deve ritornare al vero padrone, doè a tutti, af– finchè ciascuno possa avere la sua parte di consumo» (2). E la terra è un « mezzo di lavoro». · Il diritto di proprietà individuale viene dunque negato dall'anarchismo. La negazio– ne è logica perchè è da questo diritto che nasce la disuguaglianza generatrice della schiavitù economica. Ma di fronte a questa negazione recisa· si leva· un altro problema: La rivoluzione libertaria de'lJle estendere la su,a azione esPropriatrice anche sulla .piccola (1) P· J. PRONDHON: Qu' esf - ce que la propriété? (2) P· KROPOTKJN : La Conquista. del Pane·

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