Pensiero e Volontà - anno I - n. 17 - 1 settembre 1924

,I . :PENSIE;RO E V()LONTA · 9 bertà con l'ordine produttivo, e scrostando delle loro superistrutture di violenza le f.qrme storiche, dalla famiglia alla ·na~ione·, che rias. sorbe ~ unifica in quanto soddisfano ad esì;– gienze moralì., d~ cu.ltura e di organizzazione a finì particolari, diventa l'asse ·. della vita sociale. Varie ·s9rn, l+. ~igenzè ·pt-!' la RU~ ,ea1tzzét,. zion.e: la -lìbértà di ordinare la produzione conformemente ac;l un criterio di· massimo ren– dimento, il riconoscimento dell'identità della Hbertà cori la razionalità qrganica della· pro , duzione·, un~atmosfera morale che condanni t impedisca l'uso dell'inutile violenza. · La pratica della violenza deve dì \Yen tare re i,ugnanbe come la pr_atica dell'antropofagia. La pratica e l'insegnamento della violenzrt ~ono il termine costitutivo e ca,ratteristico del– lo Stato, il suo monopolio è· il monopolio '·di una minoranza. T n questa recisa condanna non troviamo pc, sto per una forma politica attuale che valga la pena di .essere oontrapposta allo Sta,to, nè co~e mito, nè come arma di lotta, n.è come base dl una nostra :dcostruzioniè. P.. -·------- --------------------- ~uanto più nobili e migliori voi sarete, tanto pvù dolor.ose saranno le esperienze che vi at .. tendono. Ma non lasciatevi sopra/ fare 4a que– sto dolore : vincetelo cotte vostre azioni. Ricor– datevi che èsso ~ calcolato e previsto nel vasto ,disegno del perfezionamento del .genere wmano. Perdersi in lamenti suUa corruzione degli uomvni,. senza muovere wn dito ·per combat– t~r-ta, è da . effemina ti. ()C:S·tigare e schernire J, ' amaramente, senza indiçare agli uomini il mo- do di ·migf7wrarsi; nqn è atto d;a amico. Agù·e, · agirei ecco il-fin-e per cui esistiamo .. Uon ·quale . ragione potremmo adi:rarci., perchè 1 gli q,ltri non sono così perfetti come· noi, se noi stessi <!,i ben ·poco solamente siamo dì loro migliò'ri'I f!l non è forse questa nostra maggiore peri e– Z'IIOne wn, monitç> che _cidice essere noi chiamat-i a tr4vorrareper il · perfezionwnento. degli altri? l!l suttiamo aUa vista del campo sterminato che siamo chiamati d cottivwre! Esultiamo di s~n– tirci for~i e di avere un compito che è infinito I l. G. ·FICHTE. I . COME L'ANARC-HIA PUO VINCERE Ho letto la rep,lica ~i Aritmos (vedi numer9 .se.orso) a quel che io dicevo ·nel n. 14 di questa rjyista sui rapporti .delle vari~ forz~ sociali, _· sulla_ posizione che vi occupa l'wnarchismo e sulle possibilità per questo di vinceie. · La questione da cui siamo partiti, .se le for– ze anarchiche siano state ·sconfitte ·o no in que~to ultimo· periodo, è orma{ .,superata. Io constatav? un fatto materiale; . ed Aritmos questo fatto non .nega, e solo ·ne dà· una spie– ~azio(D.ediversa O ~~ 1sembra divers-a da que Ha che esponevo io. Solo, quand'egli riferisce il mio pensiero · lo riduce a dilemmi logici, i quali poi ·non sono rispondenti alla realtà. vissuta. -Per esempio, io ~o bensì cita.to, com.e u~o dei fatt-i che han. determinato una diminuzione di libertà e di efficienza del movimento anarchico anche lo . ' sfacelo dei .sindacati operài liberi;. ma non è que~to il solo :fatto nè la sola de~rminante, ed esso a sua. volta è determinato e ·fiancheggia- to da altri fatti ancora. ' Gli anarchici, minorania tra le minoranze, non costituiscono nel nostro ambiente sociale una forza a sè, avulsa da tutte le altre :forze e movimenti; essi godono o soffrono .oome gli I altri, sia purè· in diversa 1nisura, delle condi• zioni generali; la situazione è la risultante del gioco di 'tutte le forze, ·compresa la loro, ma vicever.sa anC!h'.essi sono· soggetti .alle itlperous- .sioni di questo gioco di forze, . a risen~ire le ~onseguenze dei suoi risultati : buone sè questi s9n buoni e cattive se catti'vi. E' troppo semplice ,e -troppo · schematico, fuori d~lla realtà, dire : o la ~ostrà libertà di prima proveniva da noi, e allora l'avremmo ancora, o non proveniva da noi, e allora non abbiamo perduto nulla. Le condizioni di li- . , hertà, quali esse foss~ro,. erano generali e non nostre soltanto; e~e erano l'effetto anche della nostra forza, ma non -splo di questa. Se anche la nostra forza .f9ss.e rimasta integra, essa da, sola mancate le· a.~tr,c.,_sa:r:~bbe stata an– nullata, non sarebbe cioè, stata sufficiente ·d, . . conservare quylle date libertà· d-i. m9vimento e di propaga:nda, frutto •dj ante_riòri progressi · generali. AritnÌQs domanda: cc Le Hbertà di i.,.r1ma erano l'effetto· di una. forza ch-e··abbiamo :per• · dJaita ,o ,eirqno dipleind,enti da cause estern,e di I/

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