Pensiero e Volontà - anno I - n. 8 - 15 aprile 1924

16 PENSIERO E VOLONTA QUADRI DI VITA . . ' ' Nati a sof(17ire! e non uri'alma avem1no: l'in_time lotte a sostener pi,a f or.te. Per,chè el.evati · noi dal tango fummo, dal molle fango, che, se calp,esto, non ne sente l' orme? Niuna potenza al mondo può ··san.are i larghi squarci . di che l'alma è pregna,. e, s'anche vuo.le , . superba voce a r.at ~enersi incita. E la miseria per ie st-rade piange, poi ch'in 1·etaogio e in dono ebbe dal f.ato rmest'izia 'e piar~to. Veneranda una madre, con in braccia ,il caro~ fru.tto del suo ven.tre, siede lungo i gradini .di· una casa santa: e par c_hepreghi si lento è il verbo che dal labbro mtttove . ~ ·, Pia~get non pnò chè il pianto si rapprese nel macilento P'etto che al riaore tre_ma del. freddo, e nel suo cuor clve dava· wri entusi.a$mo, · _un guardo lieto, una c.a'rezza dolce ·e chi laséiolla, daccihè, morto, il pane . non più ~e offriva. N._e la temPest~ ,e'.he~nfierisce intorno, ed un soi'risa che nega la natura e pietà ·iuomo, -ed un _ destino lasci.a · .soìi in - affa~no_,, · serra la 1nad-r-e la -vita nutre a e nel torrnento con p~ù affetto· il figlio, lui sol d,i dolor;e ' ' ' a·spir~ :io, sua gioia, · · . pria, di morire. 1 . ' La. mente è cupa più. de: la· tenèbra. Pochi brandelli . ancor de . la lor vita dàn sangue 1Jivo: il resto ad umo. ad uno · , a ciascun g~orno. . . . of{riro· c-aldo a trascinarsi' anc'orµ a_d ore lçnte i figli de' là--gleba. • I Son letto pietre e ter_ra e manto è· il .cieli>- -· scabra quiete, ' chè ,. e asso:oiti li risveglia. il tuono. , Qu~ttro son ·_essi e il dì col suono a·uett«.no a meditare su le piaghe aperte •<'' .qu.elli del_ mondo. Quelli del m=ondo vedon la _miseria attraverso una luce d'al'iegrezza e· niun sospiro al misero che langue sortono 11,.mano . • Amaraniente pianser su· le corde e le cqrde l_ibar f e,cero .al petto . . tristi licori, quando il· loro ·pianto in odorosi soavi succhi si c.angiò, a le la'bbra, g, fiotti .giunto. Q.ual fatal destinu! · v1ver nel · sole e non _poter veder la lu-ce sacra; . I • ' . - sost-are· a forlo di un a,bisso atroce e non poter precipitarvi a. un tratto! A. cosa ?i' è lo spirto, ne l'acc,:r,,nto. de l_e . più P'l!,re I sensazioni? Perçhè sosta ancora nel' Petto loro, il cui passato è neb'bi·«, · . il. cui futurp è 11era fitta té.nebra, . il cui pr.esente -uri. gran dolore ed un continuo. affanno? Sosto un passante e rise· de l'.aff anno ... · · .altri parlò perfidarriente ,triste... · r - spontano e dol.ce senza parole niuno diè conforto. · · Sòn · condannati" all'onta ed alla morte a. nom,e di una legge che il più. fotte . intra i mortali . 'il più rrwrta~e volle tostituita. , L'ultimo -grido .è_una preghi~ra al cieÌo · che · sciolga U nomo,. e mandi q_ue.l momènt0 ' ' ultimo ai mali , . . ) - a tutti: i tristi, i smorti, i macilenti. E nel fervor de· la preghiera 'mesta · ,, . ' ~ic@no al sole : « A1lor _che noi cedlam@, , . brilli il tuo raggi-01 » I

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