Pensiero e Volontà - anno I - n. 3 - 1 febbraio 1924

.inno I. • N. 3. Casel,~a -postale_ n. 411 Roma· 1 ° febbraio·' 1924 ' . ') / O. E EST A 1 ' Lenin è morto. Noi possiamo aver·e per lui quella specie di ammirazione forzata che strappano aÌle folle gli uomini forti, anche sè allucinati; anche se malvagi, · che .riescono a laise_iare"neHa_storia una traccia pr~ofonda del loro passaggio l Alèssandro~ Giulio Cesare . ~ . ,, . ' \ . ' Lojoia, _Cromwell, Robespierre, Napole_one. Ma egli, sia pur~ cò.lle' ~igliori intenzionj, fu un ·tiranno,. fu l_o -s~rangolatore del.la rivolu~iorie russa -. e· noi che non po'tem~ amarlo vivo, non possiamo' piangerlo morto. LeRin è · morto. Viva la libertà I' 'l1rascuriamo le definiziòni « filosofiche », cioè difficili, confu&e•.. e inconcludenti. Ideale si-. gnifi~a: ciò c~e si• desidera. Realtà signifioa: ciò che è. · · - I . - - E' carattere ijpe-0ific~e.nte umano _l'esse- l'te. maJconte1;1to di ciò che è, il d.esiderare sem– pre qualche e-osa di meglio, l'aspirare _a inag– . giore lilbértà, a maggiore- potenza,, ·a maggiore .bellezza. L'Ùomo che· trovasse tutt-o buono; ohe pensasse che tutto ~iò _che è _dev'essere cosi e n0:a si deve riè 'si 'PUÒ cambiare, e si a- . da'ttasse tranqrullamente, s.enza loJ,ta, senza p:rotesta, se~z~ moto di ribèllio'.ne, alla posizio– ne ehe. le cir0ostanze .gli fanno, sar:ebhe meno ohe uòmo : sa.rehbe ..·. un :vegetate, -s-e purié · è I , ' lecito djr·,così ~nza oa1:unnia.r-e ~ veget-ali. - , Ma d:aJ.tra parte l'uomo -non pùò ·essere ·e :aon può fa-re tutto ciò che vuole, p~r•c,hè ~ de– -terminato, oostr.etto, oltre ·che d_aUàhrut~_ na- _ tura est·eriore, a.nieh-e. d'~ll'azio-!le di tutti gli' &lini uomini, dalla ~olidarietà soéialè che,, vo- .. ·1ente o nolente, lo l.9ga alla sorte di tutto il - . . . - ge,nere u.maino. , I Bi!=!ogna dunq~ie tendiere a ciò che si vuole, facendo quel ebe si può. _ . - Oli si ada,ttasse a,· tutto· sar01bbteun ~o, ~r-Ef. p&r8lgOll8ÌbiÌe, come dicevo, .a un yege-· .,_&. CJhj invece credesse poter fare tutto ·quel-- e che vuo1re senzai t.&nè1• conto,-della mion:. . I I ,- tà degli altri, .d_eime,z-zi:µecess9:ri per raggiun-~ gere un fine, d-èlle circo'stanz-e in mezzo a:Ue ·quali ·si trova, sarebbe uri semplice a.cchia.pp ·a– nuvole, ·destinato ad,;essere ·perpetuamente- vit– tima,, senza far avanz~.re d'un passo la. caus~ che- gli ,è cal'a. Il problema dunque per, n:oi . anarchici_.,.-'--, _poichè lo -scopo di qùesta nostra pubibÌicazio– ne è q~ello di giovare come pòssiamo .·al movi– mento ,anarchico - il pr~blem~ per_ 'noi ana.r'- .. chici che oonsideriamo l 'a.na.rchia non -già co- ... _m.e, un bel sogno da vag,heggiàre al ,chiaro di I una., ma come un modo, ·di vita indivJduale e sociale da re-alizza.re per il maggior .bene di tutti, il probJema,' diciamo, ,~~i r~golare la -nostra az,ione in modo da ·ottenere il massimo , ' effè•tto utile nelle varie- circ.ostanz,e ohe la sto– ria ci ·crea attorno: · ··. ' "Non -birs:oigna i_gno.ràr.~ la realtà; ma' s-e s~, è cattivia .bisogna cçrrnb~tterla, ·servendosi di ' tutti· i rµeiz·ziyhe là real~à _ stessa ci offrè. Allo· soo,pptaire -della guerra mondi_ale, qi cui ~Oll() ancor!¼evidenti le· malefiche conReguenze, vi f-u in eeriri amibienti, -c.he si dioovano e f~ e~ano ··sta:ti · sovversivi; un ·gran parla;re tfì « r-ealta ».. Tutte le mezze_ coséienzeJ :tutti ·co– loro ,che <',ereav~no un pretesto onorevòl~ per -fare ammenda. · deii loro trascorsi giòvanili è atta-ocairsi ad una ·'~·ppia qualsiasi. tutti f}lt • '

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