Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

he prime poesie del Carducci 677 Quel periodo che corre dal maggio all'agosto del '57, mese in cui ap– parve il libro, fu per lui un susseguirsi di speranze e di scoraggiamenti. Già poco innanzi aveva avuto alcun turbamento con la fidanzata, l'allora signorina Elvira Menicucci, cui era legato da tenerissimo affetto, i)er un suo amoretto sanminiatese di nessun conto. E siccome il fidanza– mento pareva dovesse andare all'aria, il giovine Giosuè si era dato alla disperazione. Una delle prime lettere si riferisce proprio a questo piccolo episodio: lo sconforto, l'esagerata furia contro tutti, ma spe– cialmente contro se stesso, la libertà del linguaggio, l'invocazione affet– tuosa agli amici e l'ingenuo poscritto, rivelano chiarissimamente il tem– peramento del poeta, il quale si abbandonava tutto ai moti dell'animo irato e commosso. Nelle seguenti c'è l'incertezza del giovine che non ·ha ancor piena la coscienza del proprio valore e si esalta e si abbatte e vorrtibbe .sgominare i propri nemici ed ha timore che questi abbian ra– gione di dargli sulla voce. Nell'ultima si parla di quel canto alle Muse che il poeta andava ideando e di cui pubblicò alcuni passi nelle rime col titolo : Saggi di un oanto alle Muse, riprodotti poi, con qualche lieve modificazione nelle successive edizioni, nei frammenti Omero e la Selva primitiva. Ma a che pro seguitare ? Queste lettere, che appariranno in una più ampia raccolta da me curata per l'Istituto Nazionale Fascista di Caltura, dicono da sole più di quanto io non possa dire in una breve nota introduttiva. LUIGI CHIARINI. I. 1° aprile 1857, San Miniato. Chiarini dolcissimo Abbiti le dieci lire e i saluti miei e del Cristiani il quale ti prega e vuole, com'io e il Luperini, a non voler né pur pensare al suc– cesso della domenica certo per noi felicissima. E deh presto ritorni un giorno simile a quello. Al Targioni·dirai che ringrazii da parte mia il Perrai della gentilezza con che si piacque offerirmi i classici greci : dico, che se il }?errai vuole favorirmi, gli sarei tenutissimo ov'egli mi somministrasse, finché non potessi da me provvedermi, l'Esiodo, specialmente se n'ha una edizione ove siano aggiunti i carmi orfici e quelli di Proclo e Museo. Anco un Pindaro (con co– menti e versione s'intende) piglierei volentieri. Ardo di vedere il Sacchetti ediz. Le Monnier, e il secondo volume delle opere di Dante ediz. Barbera: comprerolle venendo a Firenze, come spero, la mat– tina delle palme. Allora ragioneremo di tutte le nostre cose. Jacta est alea! Il Manifesto per le niie Rime toscane è stampato: né posso più ritrarmi. Pensa a persuadere il Targioni che la cosa non è fatta male, avuto riguardo a' debiti grandi ch'io mi ritrovo. Per l'amor di Dio, non mi -fate rimprovero ora perché altramente troppo pensiero me ne piglierebbe. Biblioteca G1110 Bianco

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