Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

IL NOTO OUOUZZOLO. (POSTILLA ALLE SCARPE AL SOLE). « Ripulita l'anima dalle vigliaccherie del pomeriggio pio– voso quando il romanzo francese di bottino dipingeva accidiosi paradisi, e l'ho ripulita in un combattimento buono e serio, una lunga giornata di sole, una lunga notte in cu~ vigilai con occhi aridi il corso implacabilmente lento della luna, scandito dalle cannonate, sentendo strisciare tutto intorno l'insidia. Ed ora dolcissimo discendere verso il riposo, con i soldati che si sono battuti bene, che ricordano con pacatezza i nomi dei caduti lassù. Rare fucilate. Il digiuno di trentasei ore, la veglia di due notti, non disturbano più. Si ficcano gli occhi nelle lontananze come se le si possedessero, si guata all'avvenire come se lo avessimo segnato del nostro volere. « Ma quando si arriva al comando e si apprende il nome degli altri morti, e la brutta ferita di Frescura, e poi, ecco, un velivolo squacchera giù due bombe a cinque metri da te e non sai anc6ra adesso come sei rimasto illeso (dopo un'eternità di stordimento si sente venire da lontananze senza misura la voce del collega disteso accanto, appiattito a terra : ' Monelli, sei fe– rito?' '.A.desso provo '), allora pensi che il senso della tregua è ingannevole». (Le soat:pe al sole, p. 41). La sera m'arrivò ·un pacco dall'Italia. Grissini salati, scatole di marmellata inglese, cose di lana, un libro di versi di Palazzeschi. Ai grissini ci attaccammo subito. Il r~sto lo misi da parte con misto umore. Chiesi a Oampari se si prendeva cura del mio portafogli, e glielo consegnai. Lo prese con un'aria che m'infastidì. E mi sec– cava anche che non mi guardasse negli occhi. - A proposito, - dissi; - debbo cinquanta lire al dottore, del maus. In caso gliele dai tu. Sono nel portafogli. - A che ora partite? - chiese, invece di rispondermi. - 'Alle tre. - Vai a dormire allora. Ti sveglio io. Dormii senza sogni. La sveglia arrivò rapidissima, e mi resi subito conto delle cose. Mai con tanta nettezza il sonno s'era di– staccato da me come allora. Era come se mi levassi dall'insonnia. BibliotecaGino Bianco

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