Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

LA POESIA DI BIAGIO MARIN. In una recente raccolta di canti friulani, pubblicata dalla « Pa– narie» di Udine, ho trovato accolte anche le canzoni di Biagio Marin, il poeta di Grado. Geograficamente sta bene, e anche, se vogliamo, storicamente; e si capisce che il Friuli ci tenga ad onorare fra i suoi uno degli eletti, oggi, fra i poeti dialettali della regione. Ma questo dialetto di Grado, che io conosco ed amo sol– tanto per i versi di Biagio ,Marin, è una varietà della parlata ve– neta, e non ha del gorgheggiante friulano che qualche stilla, come spruzzo d'un orto vicino .. Meglio si assomiglia esso a certe parlate venete dell'Istria; o come altri volle dire, si discosta dal vene– ziano non più di quanto il dialetto di Chioggia. Né fa bisogno di maggior divario, del resto, perché vi si suppongano le soprav– vivenze di un dialetto più antico. Il quale, secondo un dottor Seba– stiano Scaramuzza, gradese, che viveva quando io ero giovane, sarebbe stato anzi antichissimo, ed egli lo conosceva tanto bene da poterlo adoperare, come lingua letteraria, in innumerevoli so– netti di forma scolastica: i maligni poi, per loro conto, afferma– vano che mai altri lo avesse conosciuto fuori di lui. Ma questo si è detto di tanti risuscitatori di idiomi antichi dei nostri paesi. Co– munque, il dialetto di Biagio 1 Marin è un'altra cosa: sarà lo svin– colo dalla forma scolastica, ma pare in tutto diverso: una parlata viva. Non molto ricca di vocabolario suo proprio; ma viva. Biagio Marin lo vediamo incominciare, da poeta, in età molto giovane. E, come è naturale, in quella singolarità del suo paese, isolano di un'isola staccata appena un poco da terraferma, egli incomincia da poeta paesista. I primi suoi versi escono nel 1912, e s'intitolano Fiitri de Tapo : i fiori dei praterelli sbocconcellati in mezzo alla laguna. La veneranda umiltà di -Grado, - di Gravo, come dicono loro, - che fu soglia di Aquileia, asilo del patriar– cato, e ha in piedi anc6ra di questi tempi le sue chiese vetuste, s'impregna dell'orgoglio triste delle memorie; il pae~e lagunare è sbavato nelle foschie, oppresso dai venti snervanti di Provenza e di Scirocco, quando non tiri da Trieste il « burin », spazzando i * BIAGIO MAR.IN, Fiuri de Tapo. Gorizia, 1912. - La GirZanda de uno suo1·e. Paternolll, G orizia, 1922. - Oansone picoZe. ccLa Panarie», Udine, 1927. Biblioteca Gino Bianco

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