Pègaso - anno III - n. 3 - marzo 1931
LA CRETA. I. La cima del poggio sembrava dolorare sotto il gran sole nella pena di reggere alle crepe bianchicce e giallastre che s'aprivano nella terra secca; quel po' d'erba, rada come rogna, pareva sudata nella fatica. Perì fianchi lo sforzo s'allentava giù fino al prato dei marmisti : le barbe delle viti non si lamentavano più da tanto che s'eran torte, ma gemevano adagio nel sonno le bocche dure degli scalpellini sdraiati, col berretto di giornale sugli occhi, tra le croci le colonne e gli angeli col dit9 sul naso. Due non dormivano, se ne stavano seduti in fondo al prato con le gambe penzolanti giù dal muraglione che strapiombava sull'orto del Ranca lo scemo, e uno diceva: - Questo è l'orto dei matti. Lo vedi quel rospo lì che rufola per la terra, anco lui è sulla via di Maggiano come su' padre e come il su' nonno. Quando lo portonno via il su' nonno mi' padre era ragazzo e li fece lume per le scale; quattro erano e non lo tenevano, a mezza scala cor un calcio spaccò il Cristo di gesso. Era dato in mattia per finire la testa a una statua; venti n'avrà fatte e quand'eran secche ci schioccava su una martellata; lo tro– vonno in soffitta tra' cocci, e la barba l'aveva tutta un grumo d'ar– gilla. A Maggiano li levarono lo zurlo, con un po' di midolla bia– sciata ci lavorava una giornata. Quando c'era il sole in corte s'accucciava in un canto, tra quelli boni che stanno a occhi chiusi · contro il muro come morti, e li tastava la bocca e poi se la toccava per sé e poi a loro, a ore e ore, e a un tratto smaniava come il libec– cio che lo mandassero a casa, anco per una, notte. Con quella zolfa tirò avanti fino ai primi freddi, poi ripassò il monte in vet– tura, co' piedi davanti. Il su' :figliolo, il babbo del Ranca, la prima notte di burrasca, gliel'aveva giurato, portò tutto quel che c'era in soffitta in una tettoia in fondo alla corte e inchiodò la porta. Nes– suno ci rimise su le mani. Quando franarono i campi di sopra e il pietrame c'entrò fino nella porta, andò al Creatore la baracca e tutto. Lui non mosse un sasso, prese la via del mare con le idee mattesche che si rimpastava, e ci lasciò la casa e quello sgangherato che non andava ritto e già rufolava in terra come un cane. Cerca la roba di _nonno e non si leva la rosa dall'ugne. Quando vien su, BibliotecaGino Bianco
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