Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

VIAGGIO IN TOSOANA. Come vedemmo 13ul calendario che, il giorno seguente, il 21 marzo, sarebbe stato il primo giorno di primavera, tutti e due ispirati dalla stessa noia ci trovammo d'accordo che bisogmava mu-0cverciper prem.– dere aria. - Am.diamo sui monti, qui dietro, - dissi, - e domani all'alba vedremo l'arrivo della primavera. · Da dieci giorni ero ospite del mio amico più caro, un amico di guerra. Egli m'aveva invitatò nella piccola casa d-0ve s'era riti– rato con la madre, dopo la dissipazione della sua sostanza. Al no- . stro incontro il ricordare il tempo passato, quando ogni giorno c'era qualcosa da fare, sempre animati per l'attesa d'eccezionali avve- 111imenti,ci diede la più nera malinco:µia di questo mondo. Nel vi– cililo oonve:rìt-0un frate organista, con piccole oblazioni per la con– fraternita, ci favoriva stra,ordÌillarie esecuzioni di musica. Gl! altari della chiesa profumavano di fresie e di mimose, noi ci si nascondeva 111ell'-0mbra dei confessionali, dalla porta aperta il sole entrava tie– pido sulle pietre del pavimento, e l'organo dietro l'altare maggiore dava volo alla nostra memoria che ridestava, vivide come nei più bei sogni, tutte le comuni vicende di guerra. Uscendo dai confes– sio111ali ci si prendev,a per mano per baciarci sul volto tra le lagrime che non sapevamo frenare. Era la vita, che riconoscevamo perduta, la vita della nostra giovinezza, intensa come raramente può toccare a uomini di poter vivere, e per 1I1oirraggiungibile più. Sioché que– sta cura a base di musica ci peggiorava. Allora, seduti acc'amto alla funestra da dove si vedevano ville, giardini e dolci pendii tutti coltivati a olivi, mettevamo, come per far dispetto al panorama, i piedi sul davanzale, rimanendo lunghe ore in un mutismo terribile. Nella casa regnava il disordine. La madre del mio amico, un po' scossa nella mente, errava da una camera all'altra per dare continuamente ullla 1I1uovadistribuzione ai quadri che ella stessa aveva dipinti. Non si pramzava, né si cenava_ Sui tavolini erano alcuni cestelli con olive secche, castagi).e e 1I1occioline,e ogmi tanto si mangiava di quella roba. Tutt'al più, nel pomeriggio, si ordi– lllava, senza pagare, ad un vicino caffè il tè con miele e burro. Grande preoccupaziollle del mio amico era di fare il bagno in una BibliotecaGino Bianco

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