Pègaso - anno II - n. 10 - ottobre 1930

CONTRIBUTO ALLA BIOGRAFIA DI ORIANI CON LETTERE INEDITE. ·s'iniziava il Novecento, qurundo, appena uscito dalla scuola bo– lognese del Carducci, con l'amimo fresco e valiòlo, tutto risonamte della maschia voce del poeta, m'iin.001I1trai con Alfredo Oriani. Forte nella persona eretta, dalle larghe spalle, li:t,gran barba appooa briz– zolata, ardente gli occhi 1I1elvolto bruno, duro, solcato di segni violooti, su cui erano impresse le tracce di una vita fatta di -p:uopo– siti gagliar-di e di incessanti delusi9ni, IIlOIIl aveva a1I1coraperduta del tutto la speramza di conquistare, vivo, la gloria. Nell'aspetto gagliardo e pure melanconico, richiamava certi vi– gorosi alberi della sua Romç1,gna, in cui ap-pare al tempo stesso la fecotndità e la tristezza delle pianure ampissime. Si piegava coo tenerezza verso quei pochi giov8Jni, sui quali il suo, illlgegno, iin con– tinuo fervore di creazione, esercitava uno strruno fascino, ad onta che i primi contatti gl'mfl.iggessero sempre il rililillovato strazio rli ullla arntica piaga. Aveva pubblicato già, da otto anni, La lotta po– litioa in Italia, e constatava, 001I1 amara tristezza, che nessuno del pi0ool0 gruppo òlei giovani ascoltatori aveva letto il suo libro di storia, e 1I1emmeno il suo romanzo, La disfatta, che pure era esaurito nell'ediziollle del Treves. Cela.va e vinceva il dolore della delusione, IIlella certezza che saremmo stati spinti dall'ascoltare la sua parola a cercare i suoi scritti, a risalire alla più sicura e più 1I1ettaespres– sione di quei sentime_nti e di •quei pensieri che IIlella voce concitata rigurgitavano e talvolta trovavano intoppi e balbettii, come le acque di un fiume copioso nei sassi e nei macigni dell'ampio letto. · Oriani, che aveva trovato, a-dogni suo libro, scarsi e diffidenti let– tori, quakhe raro critico arcigno, superava la tristezza della incom– prensione e del disconoscimooto, nel consenso devoto che vedeva accendersi in quei cuori giovanili, i quali sentivano la voce di lui palpitare commossa nella fulminea genialità dell'ideaz.io1I1e,suonare quasi sempre diversa, quando non avversa, da altre voci che erano state asooltatè coll'anima già prolllta all'entusiasmo. Gl'ililCOIIltrie le conversazioni si allu1I1gavano 1I1elleserate bologmesi, fino all'ora tarda della notte, quando, respinti dai caffè che chiudevano le im– poste ai frequentatori, ci aggiravamo per i porticati della vecchia Bologna, sotto le cui v,olte la voce di Oriani risuolllava cupa e vee- 25. - Pèooso. BibliotecaGino Bianco

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