Pattuglia - anno II - n. 7-8 - mag.-giu. 1943

ARTE E PO ES IA DI e I [u in Italia una pittura d'aneddoto e di minuta descrizione cont;enutistica. L'Ottocento finiva nella pro- ,,incia e il tempo ruzzolavo sui selciati delle p1az7.,e d'Italia con la tranquilla pnciiicnzione delle grondi ruote delle piccole e traballanti carrozze romantiche. Ci fu allora in Italia un ripensamento critico del romanticismo, Ja consu.maz1one di un ideale sentimentale un poco fTancese ed Europeo. 11 nome mass1mo: De Chirico e i trenini che fumano SUI cieli verde smeraldo, dopo la metaiisfoa e il futurismo, prima delle ricerche veromente pittoriche dei « valori plastici » di Corrà e di Morand1. Il conte Gola avc,,o chiuso la veduta lombarda e Spadini si affannava con le opulente primavere della Roma piccolo-borghese « ancien r<!gime ». Modigliani faceva la fame u Parigi. Da alcuni anni un ostinato pittore dl bottiglie e di paesaggi sfuocati era conosciuto da pochi, in quella città di passaggio ci,•ilc e sociale che è Jlologna che una tradizione card.ucciana vuole rosso per il colore dei 6uoi palazzi, ma che un'atmosfera vetrina fo .Limpida nei suoi f.oni spaziati e musicoU,i cari, come quelli del suo pocsaggio, a chi della natura ha un'idea umana e famigliare, nè \'Cdutistica nè orrida. Perchè questo è bene mettere in chia--. ro: il metafisico, l'astratto Moranili è l'interprete lcdele di quel _paesaggio che l'annoiato viaggiatore per Roma può gustare oltre, Bologna, laddove la pianura sale a diventare montagna nell'assaggio appenninico della formazione più misurata in Italia. 1 Da allora Morand1 ha cambiato di poco. Sempre meno metafisico e sempre più colorito, se è lecito cosi esprimersi; ma questi paesaggi hanno segnato non come gli altri pittori. gli anni ma i lustri. * La p0s1zione di ~iorandi nella pittura Italiana è ben decisa. La rinascita di un problema di linguaggio (e prima, di vocabolario) per il rinnovo di quei valori d.1 pittura che la consunztone det romanticismo aveva sconosciuto. Gli oggetti più semplici del suo ambiente, gli elementi ab1tuah della sua campagna sono gli strumenti di un cont-o monocorde che suggerisce nell'elementarismo della visione, il concetto puro de.lJ'essere pittorico nella sua strutturd. tono e forma. Difronte ad un mondo che si affanna, e si tormenta a e: interpreta.re » Morandi suggerisce la forma creata per gemmazione dat fondo neutro che poi assorbe l'apparizione. Come nei conventi antichi si rispondevano da un camerone all'altro 1 bordoni frateschi i quadri di Morandi si rispondono nell'eco degli anni che passano e che lo vedono intento nell'assomigliare le ombre e nel O. Morandi: u Paesaggio,, 1936 Fondazione Ruffilli - Forlì O. Morandi: e Natura morta • tras1>arire la luce nei corpi delle cose formati di una pasta che non sembra colore dt tavolozza ma purificata ma• teria di scavo. Un albero ,·erde. Non è l'albero verde; ma come il disco che riproduce un suono, un fuoco dietro uno schermo trasparente. Si dice che Morandi lasci itnpoJverarsi le bottiglie e dipinga la polvere. Ci credo; ma non ne ba bisogno. E1 lo poh 1ere dc.I tempo che Morandi coglie. Quel trasporre nello spazio le oose e gustarle nella distanza e nella, memoria, con quel tanto in più che noi stessi non presi alla sprovvista ci aggiungiamo di idealizzazione e in senso psioologioo d_i malinconia. In questo solo senso Morand1 si riattacca a quel romanticismo che hu legato Carrà e Tosi, De Chirico e il Novecento. Giorgio Morandi suggerisce un linguaggio perchè gli alb.-i si esprimano a modo loro. Per sé, egh si occont.enta di ac- .cettare i limiti di un mondo che si orienta nella facoltà medianica di un traslato delle cose nella poeSJ.a e deUa poesia. nella pittura espressa e ma-. l.eriata di vit.n interiore delle forme. .. 11 colore è il vicino immediato del~ la sensaztone. RAFFAELE DEGRADA DA ACCENNO DI MORANDI Ouando uno è solo, fermo, di notte, in una casa vuota, sente nelle orecchie il ronzio del silenzio. Nelle cose di Morandi c'è quel ronzio. Una scatola di latta, cilindrica, ha il coperchio socchiuso; da quella fessura formatasi tra coperchio e rimanente corpo della vecchia scatola di latta, esce ed entra lentamente un fiato silenzioso e fatale: questa bocca assomiglia a quella degli animali preistorici che si vedono nelle lunghe sale dove essi ora vivono. Lo sguardo di Morandi è dolce e freddo, sa di non potere amare furiosamente e neppure odiare: questa sua conoscenza di non poter lo rende forte, quasi è l'origine di un nuovo furore. In tutte le cose di Morandi c'è lo sguardo di chi è stato abbandonato ingiustamente. Se un fiore casca nello studio di Morandi anch'esso si trasforma: si mette anch'egli a sognare intensamente cose comuni; così allora si irrobustisce, perde la stupida tenerezza; e più vuole, in quell'aria, diventare modesto, più diventa violento. Morandi non possiede la poesia come amante; con lei si accompagna come amico; la poesia non J ha tradito. Le sue bottiglie, le sue scatole, gli imbuti vi guardano, tutti, con occhi risoluti, pronti a difendersi ; risponderanno con prolungato odio. Eppure su queste cose c'è la primavera. MA RIO TOBINO ' " 13

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