Pattuglia - anno II - n. 5-6 - mar.-apr. 1943

PfCCllTO n,cnnnPnofnnn U ~IDRO Apollonio, su Prospettive, ha scritto ,di Penna: « Egli sente due vitci non sa però quale sia Ja , era: se queUa che lo tormenta dentro oppure quella che sorride di tuori. E per <1uesto non può essere anche il pec.._ato innocente, quasi una redenzione rosse in disaccordo col mondo?». Pu1· l)Cnza softennarmi con morbosità cronachistica sulla p{dese condizione di «peccato .. di questo poeta - che hn forse contribuito alta carenzt~ o quasi d'articoli su di lui: Solmi, sul Tesoretto, rnaliziosumente accenna a Comisso Saba De Pisis e al giovinetto Rimbaud - mi sembra fondamentale l'esperienza del peccato di Penna per l'intimo compenetrarsi di esso con 1a poesia a creai· l'opera d'arte. E opera d'arte è quella del Nostl'o: non impres~ionismo facile, e quindi frammento, ma definita composizione che nssomma in uno, st-nza indugi e con essenziale immccliatczz.a, i due· tempi d1espressione del pensiero e della scrittura. Hitengo perc.:iò anche opportuno parlare di «stupore» poetico: si direbbe d1e: Pennn 1 il Suo peccato 1o sogni, lo .-.ussurri, ne palesi Ja vergine innocenza (\'c<li Ju poesia in cui il 6orghese accostatosi a un operaio gli rivolge «:parole di cauta simpatia•: e it ra~azzo se ne -adombra, ma poi, fattosi chiaro il moti,•o. sorride limpidamente,, si che il borghese torna calla sua casa con la nuova luce»); la poesia è coma una rivelazione improvvisa, il peccato si fà innocente, non esiste più ( e.Ma il pect:ato non esiste più»: è un verso che par gettato li come una massima). J n Penna però stupiscono, e lottano, l'intimo dolore e la gioia che si palesa fuori di lui; e il ,·àlore intimo C or piu or meno accentuato. 11 poeta vede corr<'re il tempo, i Ianciulli crescere d'C'là ogni sera (si confronti col sinisgulliano « muore il ragazzo un poco - ogni giorno per gioco ») e mutare, la compnssione di loro e di sè; e non sa· cosa sia la vita: i "'"" 1•ia1>pi: ,ojfrir:a,u> tl,lln mia p,11a: rna di 110n .ap,r rii inrnmf'nl1, ... E vaga malato tra la folla del sobborgo nell'umido grigiore jn,·ernale; e tulto gli sembra vuoto ( «Jivida alba, io $ono senza Dio»); si sente 1·eietto e stanco trùnsfuga come in questn lirica. che ci riporta aJ Foscofo e a{ Leopardi: \li ,uutmufo fq nou,. ,. Il dolrr """'" D1, rUHI mia n1rrin10 ,. 11 ,,. r,.111110 mio romiuuit:o amiro fium, lenlo. ,;,uirda il ri,lo e I, "urole e le fod ,lti.gti uomini In-~;,, tosi lonloni i<#'mpr, J,. m,. Eri io non .tO thi r1011lio <tffl(u·, orm11i ,,. no11 il mio 1lolor,. I,., luno si na1Kand1, e poi rl"[>JJ#lr, - lento riccmdo inutllmenl, mtu.a ,ui:ra il ,.,;,. r.aJ>'>fla,u~o di 61Htrdt1r,. ,\.I a questo dolore, questa trisLe ma. linc:onia si plocano ( «il dolore come in Suba considerato come una sorta di compiuta saggezza, se pure ancor esso tremoli nell'anima-.., scrl\•e R. Ro- ' ersi, su Architrave) e dalla noia e dalla pioggia, simboli d'oppressione, chef "he lo tengono i1 poeta vuol liberarsi nn,if,sarnentc per attingere sole e incanto dalla natura ( «:l'aprile lontano») in un pe1·dersi di Ca\'ole in vaste fan• tasie di viaggi. E s'accorge che il dolore può essere Juce1 che l'amorcurnuno non è inutile quando s'adagi. nella pensosità gentile- e nella calma degli ori1.2-onti che acquetaoo ( cio vi- ,·ere vo1·rei addormentato - entro if dolce rumorC" della vita. (11); il cuore si placa all'odor salso del mat"C, am.1 dsta dei «:bianchi» marinari, nel porto c.:ullato dal .:libero> vento. l contrasti si armonizzano; lo stupore nasce, intimo urlo di. gioia nella calma azzurra, al canto dei popolo e alla visione degli aStri in corsa: è tt'asalirc dei sensi nel vento nella pioggia nel sole, è posarsi compiaciuto sulle. camicie suUc casacche e sulle divise dei forie:iulli degli ope1·ai dei marinru·ì. (E c'è anche una sorta d'ironia: vedi il bambinetto che vuole il bacio dal pa• rentc tornato <l'America, ,,cdi la canzonetta. t pur clofoc il ritrovarci dove c'è un senso d'appagamento nello r1• nunzia). 18 . J_.1odorc co~to e gentile della po- ,·crtà, le peri ferie e Je campagne, han per fui , crginità d'aftctt"i e di preghiera l.un8o il re«hio Hbb-or•u 110n .-;,.,. ,..nli,.ro,.i<•, l~fM,. (lii .,,.~i UNff ,:/1,o f{f!lllif,. indorr,1" <fol Hltt. 1; .-o~I .;,., I.e visioni dei nuotatori, dei Jottatori, degli operai ( «gli operai non S<'no forse belli?•) dei militari ( «gofb.mente beati - eia odoa·e di caserma - si spogliano i soldati•) dei cont.odini ei dei cic:list.i (come quello che «:con soffio melodico~ sussurra aWaltro: «Vai solo?•) divengono u poco a poco tenui e se1npre più stupite e miracolose immagini nei fanciulli. ..un fanciullo che giuoca con Ja noiu,., •~fa 1·csta ai' bacio tenue an--, cora - il gfo\'inetto immobifo: giù, sogno ... »; H fanciullo attonito a( riso del.l'amico, il fanciullo che dorme nella notte estiva (<' nulfa intorno mut.u): sopraHutto quelJ.o dcll'Jnterno· 1).,1 porli#<r• IIQtt c'eru ,.,.._.,,. ... e·,.,.,. ,, '""",,,; f"Q..,.,; ,.,,,; 4i-ffafli, ,-; ll(IJ1rn .,,. l11rafoMio ,lormlu. 1,,. r11stnaflrdo bttlihi,no. U11el dallft ,.,,. bri,trfo c quell'altro dai capelli cuduti «sugli occhi ,·i\'i. in un firmamento remoto)!, che discendù e.tutto intriso d_j \'ento» le nere scah.• della «taverna» del poeta. Quest'ultima \'ision<:' prelude quasi a codeste firichc, che dirò peccaminose, dove i( giuoco è scoperto: Troi:alo '-o il mto ,.,,.folrllo fro Hna fo,c., pltile,,1, ,. gli ON"hl lu,1ri a.-..,, ,-·umUJ>U U/1 1i,r11r,.lla e (vedi Primato 1 febb~aio 1941): f>arln,.,mo (/elfo ""''Hn-16' ft tlftl .1.,,-,,,,ft f11<>N,. l)l un r.nldo lf'llt> fnN'nuno un lw.l •i<Ko, ,Ilo 11el .anno rlnmnmmo le fl(rou,. C(lndidt>, 1.oi. ,.,., r:,nlo "" ft1a1'{>f.,110 -u,nrio brillar.a 1111/fo 11011... Solt·anto um: \'OlLa c'è un brivido di morte ( si notino ancho i ,1e1·si spez7.Cllati) in Cimitero di campagna: .Ho un'un,ia I ridenti orrl1i sià lMrb<, al f,mciullo r11nulo 1•er &loia ton "'"• ~f _poeta sembra dll:C che i fanciull~ cgh h ama, si, ma gh sfuggono c1uasi sempre. Si ,·eda, ad esempio 1 Il racconto, fcggeri, e tenue p1·osa puhblicata su Tempo, do"e l'interessamento per il gio"ane scrittore sfomn di fronLè i:t un libro di Salga1·i e il fanciull~ assume una «aria dolcissima di sfida» (e .si confronti con gli altri anche questo o.ragazzacciolo' con i suoi «capelli ritti ribelli sulla nuca e sparsi. sugli oc:chi),). Due aspetti, dunque, ncJfa poesia del Nostro: uno sent:Jmentafo e uno sensuale, ma fusi (di candore scnsuurc si è giushuncnt~ prtrhlt,o); e due mo• ti, i, ossia, come scrive ApoHonio, il fermare con istuntaneu dofcezza una visione e, di contro il chiudere breve-' mente una considerazione sentimentale La poesia di Sandro Penna, immediata. d'espressione e ricca di umanità. è qui, ed ho gli i1ttributi della gronde poesia nclfu sun purezza d'albo sui: monti. In quanto alle derfruzioni e t,llc imitazioni, più forse che alla Antologia - alessandrinismo primitivo e !J.uasi. popolaresco, avverte il Solmi; - aless11ndrinismo inteso nef senso jndicato dall'Anccs<:hi -· credo opportuno rfrol- ~crmi a Sntro (fra Poltro «L.:1 sera mi ha rapito - i rissosi !auciuJfj» e, meglio, 11 Giù dcclinn l'estate e il plenilunio - porta vigore nuovo. Ed io son sofo,.; oltre a resto in generale); e, dei moderni, a Sfiba soprattutto o a Cr,mpa11(1 (1 ). \'la Penna non dc,·e 1.) nessuno Ja prc,,1,r1.:1 ude: come è naturale che fa. lctturu dei poeti formi. così è naturale..-. l'n,;;sumere .sensibiJitù propria di cun. to. «; Pc11no. è quello che è: un dono da prendersi o ,lo lasciursi, come Ie co~c dclln naturnio ha scritto Scrgfo Sofmi. Indubbiamente, aggiungo percht:. ne sono convinto, do1>0 Ungaretti Cam-, p;.urn e J\lontufo egf, è il migliore <lei c:ontempornnei ed è il migliore· della nuo,·a generazione (3). Lu sua pocs1n nasce da un peccato terreno (bisogna cor?ggiosamente parlarne, magari facendo nostre {e pnrofe deI Sof. fici di Gior11af<.>di bordo, per non essere fraintesi, e ricordando i due sà-. pid.ì versi, di l\ifaccari, suf Beltempo): ~u questo pet·cato, stu()iL01 egli ferma i{ suo canto. t,UCIANO SERRA (I) •Cotl, h, dolecu., dì Peon■ ci rieo■duce a «rii delirati npporti • aella poni■ rom1n1ic:.■ tr■ •'••p ■ poi, try - • cena ke1ui1a.1 pig,;a.i■ ,. o,ooaol11ou, a luci■r li• ber■ I■ faMui,, e.be pteode, p,rò • .empre il auo 11111•· rimento dai Mn1i • (onc, • qui • la più probabile a,, pOll• 1ica potrebbt- -r• in qu.,.tà due v■"', fo vii-.,e l'OHftÌ addor,..ftnlOIO - e"uo il doke rMmore dclln i:i1a, "erti che r■pp......,nt.ano per Peon■ anche il maMimo gr■do di eoo.apeyolen■ ""'~ u111 legjl!e morale: t oh, ■Tere 11111 ...ita dì tflaMz;ooi, 111:r.icbl- di p!'ntieri •• Sonno, .og~ H:'1HHl011e, poNi■: e quffto 1pe-, appare quuì un ri• cofdo, •• ricordo dolce e ulo,,o• M'ri..,.., Luei•no A.oceechi io (.dleratu•a 1939 (og11i io Sog8f di pot!lic:.o • di ~••o>, (2i) Pul,ado ... Arcltiuor:e di Ca1>1pa111, co,l ho ,crloo: t C1U)pe111 riHole di molti poell ma non i i11;1ita1ore di IICMUD<;o; come neMuoo l- imit■tott io MD- ■-lutu ,u Jui, che appartiene •li• ,i:r■ nde po,e,eia la quale ,i e11n1ioua nei gr111,di poeti (.. M.eo 11 ooue: o,d ~o "igil•rmi • E h•ei e hu;i; ed io 1001100 e .alo•: che r: come il lr•• poiwo d• S.Uo • Peo11• •n ... ,·eno C•mpen1) • • Al(glu"«r, qui che, puo\ f!Nere rirorduo il "•Ieri delle Gaie Trillea• H per i colleJi•li e I• • oer• leol• tf!Ori• (lei aemint1citli •, (3) Su il Te,o,etto 1940 Aoceaehi iteri..,. ("• S.ggi, pag, :258): • Si iie,·• dire, or•. che coo la ,ua poe,1i1 e poetiu d•ll• indo/enzo, P-rooa occupe 110 ehiaro p041<t nelll po,ttia d'oggi ,. Wn di"in10 è il dominio? lo uo moodo felice della p,>ffi ■ eh,. io uo •ooo, oltre a 111110, ri ba duo le P~•ie di Peana. I Co'"pi Elid di Sini. .galli. le Poe,i, di Gatw e lt Otta,ioni di Montale!:! • Penna. fr,1 mui. è il .olo et.e ri,ponda a una (lomaoda u,tiu, a uo• eondiziooe (io aho No-) Ji teot-ren.11 po,e• tica ed Hm■.oa, IUADERDNEIlDISEGCNONTEMPORANEO DA qualche tempo la critica, e con essa i collezionisti, 1nuo- ,·e un più attento ·interesse anche intorno al disegno contemporaneo e non sono più rare ormai le pubblicazioni che raccolgono in nitide cartelle anche queste creazioni, fra le pii, avventurate dei nostri artisti. Si è lasciata vincere dalla suggestione che alita da guesti fogli, dove le linee si dispongono in una sollevata scrittura di im rnagini, aperta a sc~ndagli juune: diati dell'occhio, ed insistendo in ;m suo, 1netodo di studio che concede larghi spazi alla partecìpazionc diretta del cuore, è arrivata a risultati di interpretazione tani-O notevoli, da prevedere facilrnenLE! che non \"Orrà chiudersi d'ora innanzi tale felice spiraglio sul mondo chiusa del pittore, o dello scultore. Infatti oggi, al lume di queste eSperienze, si è disposti a concedere molto a questi sparsi segni; in► ogni caso si rifugge dal considerarli un. ese,·cizio scolastico o wrn prova di bra- ,·ura. Anzi, Jaddove l'artista s'è del pari ahhandonato alla stessa in~antagionc, si arriva persino a leggerli c~mc lettere cli un segreto ftifabel'o o cadenze di un ritmo Liberato dai labirinti dell'anima ed ora (el'Jl10 sulla pagina con le esatte partiture di una musica. Laddove, ripeto, l'artista si. disponga di fronte al foglio bianco come dinanzi ad unn pagina di diario; ~ perché, purtroppo, molti ancora invece non ,·anno più in là di l111 atto che· ormai è soltanto quotidiana abitudine. Ma se l'incontro av, iene con un foglio dove il furore emotivo s'è scaricato senza i,enitenzé, allora è proprio un àccostamento della sensibilità di chi guar</a alla commozione dell'artista, è un introdursi nello stretto angolo _dell'atto creativo e partecipare a brevissima distanza al calore cli quella scrittw·a, al palpito ancora di prima stesura det punti e dei segmenti c~e scompartiscono il foglio. Ciò che avviene difficilmente con la pittura, dove c'è sempre qualche cosa a far da ostacolo, a frapporre distanze, di modo che l'incontro a\"- vienè sempre fuori, in w1 punto mentale staccato dall'opera, con un rapporto che può essere anche Fondazione Ruffilli - Forlì di sintonia, ma sc1nprc da soggetto a oggetto. La difficoltà di comprendere un quadro - cd è chiaro che non intendo qui soltanto la comprensione gràfica, la quale resta pur sempre un'operazione esterna - rimai1c iniaUi nella quasi totale i1npossibilità di abolire quello spazio protettivo, ogni. volta perseguito e non sempre debellato. Col di~cgno la condizione è clh·ersa. fl.idollo all'essenzialitù ciel tratto e aila povertà di un unico colore, l'artista è diJlanzi a sè .senza· schermi è si rivela con un linguaggio quanto mai sensibile e ombroso, prontamente reatti,·o ad ogni sca,·to e tremore, che lo conduce se2npre ad un atto di confessione di tutte le sue forze e delle sue debolezze. Da qui quelltt lettura scoperta di cui s'è parlato dianzi e che la C'ritica aCcorta non s'è · lasciata, sfuggire. Tanto più che, pur tesa a d n tracciare ~na persa misw-a diciamo « classica », essa è a neo• ra « romantica1nente » legata ai moti umani dell'artista e se ne serve per avallare o meno un'o• pera, la quale oggi si pretende debba cs~erc il risultato, sia pure liricamente trasceso, di umane passioni. Non è molto infatti che lo stesso Guttuso riproponeva, con le parole che seguono, i rh sultati di un discorso antico alla conte1nporanea ricerca inquieta di solidarietà; « esprimersj vorrà dire, infine, comunicare con gli uomini, vivere insieme, aiutarsi ». Sfogliare quindi le cartelle di Guttuso e di .!Vfanzll, stampale coi;. larghezza rara di mezzi, vorrà dire (iggere gli occhi in una zona remota e ribeflc alle intrusioni, come è di tutte le confessioni, ma pur ·sprovvéduta nella sua nudità alle difese. A,·verrà di cogliere allora, nel vento caldo di battaglia che piega e contorce le fig,irc del siciliano, Ja riprova di una forza csprcssh·a ancora turbolenta e \'ccmentc che si ricollega, come dice Elio \"Htorini, a un'implicita posizione spirituale, a una furia castigala, e limpida, dentro umanissimi bisogni di rapporti, di colloqui; sulle pagine del bergamasco avverrà invece di ritron~rc il segno di un « tono c.ivile » attento ai richiami di un paziente assorbimento di atiettuosc sensibilità, cli modulate, e talvolta cedevoli, inclinazioni aj mondo ere• puscolare delle proprie immagini. Sì veda su questi due differenti linguaggi, quale discorso muovono Duilio Morosini per il Guttuso e Mario De MÌcheli per il Manzù: discorsi le cui conclusioni sull'espressione .capitale dei due artistì - la pittura ~ la scultura - hanno una fermezza e una irriducibilità proprio per merito della stretla e assoluta funzionalità dei disegni avanzati co1ne documentj. Esame che vorremmo poter ri 4 petcrc spesso per quell'accrcsci1nento di ricchezza che si attua dentro di noi, per quell'apertura di nuove possibilità a una comprensione che supera i già di per sè validi limiti filologici. MARCO VAC.SECCIII CUITUSO • Coriello di Di.egni uampntu n e,ua drll111 Call~ria de/I• Spig11 ,. C(>rren,., • MIiano 19"2,XX MANZÙ • Cart~llo di OiH~ni ""'"Pala o euro J.,llo Caflftrio della Spign , Cor,enu • Milano 1942,XX

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