Pattuglia - anno II - n. 1 - novembre 1942

I N questo periodo, nel quale la gioventù del mondo é chiamAta a dar prove di valore su tanti campi di battaglia per una lotta di proporzioni e di intensità senza precedenti, sono Cre- <1uenti discussioni e scritti sul tema «coraggio». Le opinioni e i punti di vista sono molteplici, e. come spesso avv-ienc discordi. Pur )imitando l'esame sol;anto al contegno dell'uomo di fronte al pericolo fisico. in generale e o quello del combattimento in particolare, sarebbe facile fornire almeno una diecina di differcnt~ definizioni del coraggio e, per contrario, della paura. Molto difficile invece, poter enunciare una definizione sola e compiuta che risolva completamente in ogni caso. Questo prov.:1, a mio parere, la complessità del fenomeno. Tuttavin è possibile distinguere ll:e pri1_1cipali forme di coraggio: quello incosciente dell'uomo anormale e~JC, per qualche anomali.a o insuffi~ cienza, non avverte o av\'erte scal'sr 1 _ mente I' istin~o della conservazion;; qu~llo che deriva da atavici istinti brutali, s~nguinar; e di fotta; e in(inc il coraggio cosciente delJ'uomo normale cd inci\'ilito. La prima è una forma infrequcti.tc anornrnlc e non mette conto pal'larne'. Lu seconda in\'cce è una forma clic si p~ò . riscontrare anche in alcuni indi.- v1du1 appartenenti a rozze ci\•ili ma è più frc<1ucntc nelle razze priru'itive Il s?tt.oscrit'to ebbe ad osservarne un~ man1fcstazionc impressionante nel corso d1 operazioni cli grande polizia coloniale in A. O. I. - Era con la nostra colonna Al comando di formozioni irregolari ìndigcne un certo Fitaurari Abebè leale. p~rtigiono nostro, capo scio:mo molto cl1gmtoso e compito, che si dilettava pedino di strabigliarci di tanto in tanto con qualche frase di inverosimile fr,-ances_e appreso all'ex corte neguss1ta. Ca"nlcava al mio fianco il buon Abcbè i!iforinato di gnllica cultura c1_uando St accese improvviso il combott1m<-nto; posso dire di non aver mai vi_sto una trasformazione così completa eh u~ tssere umano (eccezion fatta per la ~mcmatogrdica visione del -=dottor ,Jck1II• che subito accorse alla mia memoria). Con i lineamenti incrcdibilmen• te sconvolti ed improvvisamente imbestial~ti, gli occ.hi iniettati di sangue e fuori deUc orbite, Ja bocca schiumante guloppava ritto sulle st.1Ue incitand~ con urla selvagge. i suoi uomini senza tenere conto di un fuoco ecce.zionaJn:ientc generoso di mitragliatrici ribelli .. E_ ~on. potcv~ tenerne conto perchè g_h_1stmt1 atn"1ci sanguinari scatenat1s1 nel suo essere erano ormai talmente violenti da non permettergli nessun alt~o sent~mento o pensiero. Il suo corag- ~o derivava dalla contingenza di una unpossi~ilit~ psichica di aver pòura, in se1 anm d1 permanenza in Africa ho riscontrato altre volte fenomeni del genere. t. qucstR una lorma dj intrepidezza d1 fronte al pericolo che fnuc le debite proporzioni, non di r'rcrisce gran ch_e dalla ferocia deHe belve per le quah la lotta è necessità di esistenza, istinto jnnato e abitudine originaria. La terza forma, la più ele"ata _ quella del coraggio cosciente dell'uomo normale - presento, a sua volta, una quantità di aspetti e di varietà. Esiste il coraggio freddo, esiste quello impetuoso, quello sereno, quello costante, quello scontinuo, ecc. e sono <1ucsti soltanto dHferenti modi di manifestazione patente del coraggio, relati- \'amcnte di non ingente quantità. Molto più numerose sono invece le dirrerc-nziazioni del coraggio se si considerano le varie Iorze normali psichiche, risiche ed intellettuali alle qua:li l'uomo attinge per tenere contegno intrepido di fronte al pericolo; <1uellc rorzc cioè che potremo chiamare i ciattori determinanti del coraggio». Es.:uniniumone qualcuno: 1°) l'esuberanza fisica. E una forza determinante. L'uomo fisicamcnle sano e forte ha generalmente !iducia in se stesso, è portato nll'azionc, alla proDHLCORllGGIO lica dello sport, nlla violenza (più del debole, a parità di educazione morale). Favorito dalle sue possibilità fisiche è dotato di spirito agonistico e quindi comprende la bellezza del rischio come superamento di. se stesso e come aHermazione di fronte agli altri uomini. Tutte queste coratteristicJie favoriscono evidentemente lo svHuppo del coraggio. E: stato infatti constatato come uu af(ievolimento tem1>0raneo della forza fisica inCluisca sfavorevolmente anche su individui abitualmente coraggiosi. Ogni combattente sa quanto si perda di slancio, di sicurezza e di eggressività <1unndo si abbiano le ossa rott..c dalle fatiche, lo stomaco ,'Uoto o si sia sofferenti per un semplice mal di denti. Si verifica inoltre che, quanto più un uomo, per lo sua vitalitù, è lontano daJla morte, t.nnto meno Ja teme e, per questo motivo, si è generalmente più ardimentosi a venti anni che a cinquanta, <1uando non intervenga una acquisita maggiore forza di cnruttcre. 2°) Solidità cd equilibrio del sistema nervoso. Determina una minore , impressionabilità e l'attitudine n valutare il pericolo con obiettività. Permette di sopportare bene lo sforzo nervoso cui si è sottoposti nel contatto col pericolo. Tale sforzo, se prolungato come in combattimento, affatica enormemente. Alla fine di una giornata di intenso combnttimento difensivo, du- .-ante la <1ualc si sia svolta un'attivitù fisico minima, ci si sente in genere più stanchi che dopo una giot·nata di marcia. Questo sforzo ncr,,oso prolu'lgnto fiacca alle volte anche individui coraggiosi; i reduci della guc1·ra di trincea raccontano di assaltntori pieni di slancio che mal resistevano al tormento d.i un bombardamento prolungato. 3°). Caratteristiche del temperamento. Non sono rari gli ottimisti convinti, i quali, ancbe nei momenti più difficìli, non sono mai abbandonati dallo sicurezza. che -.a loro» non succederà nulla di male e il loro coraggio è basato, in unn buona parte, su <1ucsta apl·ioristica convinzione. Questo ottimismo può essere, in dcfinjtiva, la somma dei due fattori precedenti, pei-- chè è in genere ottimista l'uomo dagli organi sani e dai nervi snld.i. Può anche derivare dall'aver precedentemente aHrontnto e superato numerosi altri pericoli, cioè dal fattore seguente. 4°) Allenamento al pericolo. L'uomo fa l'abitudine a tutto. Anche al perkolo. Perchè sia razionale, questo allenamento, come quello sportivo, deve essere possibilmente progressivo. In tale condizione, oltre che per lo sviluppo di forza fisica e di destrezza che determina, risiede il grande educativo valore dello sport, che da questo punto di vista può essere definito « scuola di coraggio ». Ed è per tale suo valore educativo, sopratutto, che presso tutti gli eserciti sono in tanto favore Ja scherma, maestra di aggressività, i salti dall'alto, radenti, mortali, lo sci, In roccia, l'equitazione. A proposito ricordare la defisizione mussoliniana e il coraggio è i:-- bitudine». 5°) L'educazione. Ritengo abbia importanza predominante. Essa può compensare infotti anche la assenza com• pleta dei fattori (in nd ora esposti, purchè l'individuo abbia una sensibilità morale che lo porti ad assj_miJare l'educazione ricevuta dnlla società cd a perfezionarla con un'autoeducazione orientata a nobili ideali sociali e <li dignità umana. Ilo appl'cso da un combattente degno di ogni fiducia che uno dei più luminosi e spirituali eroi nostri della grande guerra non riusciva a vinccl·e un Corte tremito nervoso di fronte al pericolo; tuttavia nessun pericolo poteva a1·restarlo e, nnchc sotto i più violenti bombardamenti, sdegnava di gettarsi in terra. Questa è per mc In più nlta, più nobilé, più umano formu di coraggio: il «coraggio dello spirito .. che può forc un eroe di un uomo privo dei mezzi tisici e nervosi atti a renderlo coraggioso. A proposito dell'educazione al coraggio, al sentimento del dovere, allo spirito di sucrificio che per il cittadinosoldato sono tre aspetti dello stesso problema, sarà opportuno ricordare le cure prodigate dal Regime all'educazione della gio"cntù, l'importanza data dai nostri regolamenti militari alla funzione educativa, posta al disopra anche di quella addcstrnt;va e in(ine le parole del Moltkc: «La vittoria (del 1870), dovuta nnzitutto nll'opera dei maestri elementari ... ». 6°) L'amor proprio cd il rispetto umano. Hanno grandi efretti su individui molto sensibili, specie se appartenenti a società nelle quali il coraggio sia tenuto jn gran considerazione. L'ascari eritreo moltiplica la sua abituale bravura se si trova tra paesani; al suo viJloggio sarebbe disprezzato da tutti e non troverebbe una ragozzn disposta a sposarlo, se sapesse che si è comportato con poco onore, in combattimento. Questo !attore del COl'nggio ha portato alla definizione divenut.a paradosso: «il coraggio è la paura di far vedere che si ha paura». 7°) Il sentimento religioso o il temperrunento fatalista. L'individuo trae il suo coraggio dal rimettere la sua sorte nelle mani di Dio o del Destino, nella cui onnipotenza ha cicca fiducia. E una torma di coraggio che si basa sulla convinzione che l'uomo non può cambiare quanto è scritto. («maktub» dicono gli arabi). Non più in Africa, ma su altro fronte europeo, il nostro Frn Serafino, volontario froncescaoo 1 tante gareggiava coi più validi fanti. Per Jui «pensavo San Francesco». 8°) Il senso del dovere e della responsabilità. Presuppone il fattore « educazione ». Ha molta importanza e spiega come il contegno degli ufficiali in combattimento sia superiore - come massa - a quello dei gregari. EROISMO UNIVERSITARIO Co11tribufodi sangue dei Fascisti Univtrsitari ptr la grandezza <hl/a Patria ~-~~~fll• _d' O~o FulU Decorati ~:::,yu• ~ · O~o Decorali ~:l:.f'•• .d• O~o Decorati Segretari del G. U. F. cadutl Gerarchi del G. U. F. caduti GUERRA ATTUALE GUERRA A. O. I. GUERRA DI SPAGNA Littori cadufl . . . Faac:l1te Unh·araltarla caduta per la Patria TOTALE Medaglie d'Oro TOTALE Caduti , . TOTALE Decorali ,. a. 1207 a. 9S6 1102 .. .. .. .. .. .. .. .. 36 .. 218 .. •• 260 • • 10 3 135 tno ISIO F.pndazione Ruffilli - Forlì Specialmente il senso della responsabilità è un vero narcotico dell'istinto di conservazione. Sempre per restare nel campo militare, un comandante che in combattimento ris1>0nde dnvanti a Dio e davanti agli uomi~i della vita di migliaia di soldati e davanti al Paese dell'assolvimento di un compito di vitale importanza e che richiede tutte le sue energie morali, intellettuali e fisiche, ha ben poco tempo e possi• bilità di pensare alla propria incolumità personale. Questi sono, a mio parere, i fattori principali che determinano il coraggio come qualitù dj carattere Condnmcntalmcnte stabile. f. ovvio che molto spesso convergono contempornneamente parecchi di tnli fattori a formare un carattere coraggioso. Inoltre J>UÒ verificarsi che alcuni di essi giochino di volta in volta con muggiore o minore eUicncin nello stesso individuo a scccondn di stati d'nnimo e di circonstnnze speciali. Vi sono inFine altri clementi i quali non in(luiscono stnbilm<'nlc sulla formazione di un cnrattere coraggioso, ma possono temporonenmente deLerminaJ'c un ntteggiamcrito coraggioso. Ne clen•. co qualcuno: a) slato d'unimo . per il quale la vita non ha più importanza (coruggio di rinuncio); b) convinzione che non v'è più speranza di scampo e conseguente rcazìone (corap:gio della disperazione); e) effetto eccitato d~ un pericolo corso eia una persona amata, che può indurre per esempio una debole donna ad atti del pitì puro eroismo per sal\'ore una sua creatura (<'oraggio affettivo); cl) spirito di emulazione eccitato dall'esempio, o in[lussi esercitati dal11:11nbicntc o dall'oscendcntc di un capo (fenomeno caruttcristico dello psicologia delle mnssc, che potremmo chiamare coraggio riflesso); e) determimite situnzioni nelle qunli si aHronta il pericolo. Per es. è più dif .. ficilc essere corn,igiosi subendo un attacco che portandolo, per quanto in guerra il pericolo individuale sia mng• giorc nell'attacco); !) stato di eccitazione ncl'vosn prodotta da sostanze stimolanti (per es. alcool). Riferendomi a quanto ho esposto lino ad ora, e tralasciando i fattori (lettera doifa " alla /) ud azione contingente e passeggicra, ritengo di poter concludere che nel formare un carattere stabilmente coraggioso influiscono, nel• l'uomo civile e normale, doti innate e qualità acc1uisite. Le prime (doti [isiche nervose e naturali caratteristiche di temperamento) costituiscono essenzialmente predisposizioni, tendenze naturali all'ardimento, ma non bastano da sole a formare la sostanza dell'autentico coraggio. E: invece provato che i fattori morali e spirituali del coraggio (<1ualità acquisite) bastano n compensare largament.e l'insuHicienza, o a sopperire addirittura alla mancanza. di doti fisiche e nervose. In altri termjni pure essendo veramente coraggiosi - per esserlo cioè ~~:~;:,a ideÌf~al!::t ~on::~~~~ni ~~; spiritualitù, una nobiltà, o almeno una dirittura di carattere e un buon gusto nel concepire la vita, che esulano e si elevano molto al disopra delle semplici doti fisiche e nervose e presuppongono una afformazione di volontà. Di qui le possibilità enormi deU1cducazionc e della volontà come determinanti del cornggio. Di qui, in!ine, In possibilità di aFfermare che il coraggio è nobile merito e la paura indegno demerito, e il pieno diritto di negare a chi ami adagiarsi in una comoda vigliacl'herii1, In facile gìustificnzione dell'impossibilitlì fisica e nervosa di affrontare il pericolo. Su queste cooclusioni si basa la fiducia nella proprit\ opera di chi è preposto al\'cducaz.ionc del cittadino-soldato e si propo11ga di forginrc uomini d'animo virile, capaci cli senti1·e la belle:tza di e vivere pericolosamente ». ,11,.gg. NAl'OlEONE SESSI

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