Pattuglia - anno II - n. 1 - novembre 1942

Operaio dopo i! lavoro . 1921 L'Operaio • 1912 Fondazione Ruffilli - Forlì J L disegno di Carrà poggia sempre su una tenace volontà di ricerca, per cui la lettura di ogni sua pagina diventa quanto mai utile e interessante: vi si scopre, infatti, il calmo e paziente lavoro dell'intelligenza, che, lontana dalla preoccupazione - e tentazione anche - di scrivere sul foglio la storia sentimenlale dell'oggetto, evita ogni segno che non sia nella sua purezza, assolutamente indispen.sabile alla stcsur~ del ragionamento grafico. Ed è ragionamento aJ quale Carrà è nttaccato come alla ragione dclJn sua opern. Da qui la faticosa lentezza che sembrano accusare questi disegni al lettore affrettato, ma è lentezza, si badi, che in un artista come lui, si risolve tutta in solidità, in concreta esattezza e che aJla fine ci si scopre necessaria insoslitu ibile alla formazione architetlonica del disegno. Diceva Himbaud che "' toutcs Ics possibilités harmoniques et architecturales s'emouvront autour de ton siège», e se è vero che i futuristi si erano messi a <1uesto lravail, come pare vogli~ suggerire C. Pavolini (l), rimane certo da assicurare che l'unico di essi in cui quelle parole si tradussero in giusta realizzazione fu Carrà 1 da.I momento che solo lui seppe trarre dalle • possibilités •, l'architeclure, non scomponendo, ma componendo, o perlomeno ricomponendo se.condo la luce dcll' intelletto, quanto prima era stato scomposto - ciò che ognuno comprende essere l'unica condizione per creare una armonia o una architettura. Lo provano chiaramente i suoi disegni futuristi, dove, se un impegno si può scorgere è proprio quello di cdiricare la (igura in un ritmo che, malgrado l'apparenza, fosse composto e tenace, saldato, ecco. Mn qualche disegno ciel '12 - il bellissimo « Operaio•, 1>er esempio - e <1uclli degli anni seguenti, mostreranno con maggior eloquenza - asciutta. e aspra eloquenza! - il valore che assume in Carrù l'architettura della pagina. F. c1ui cade molto a proposito il nome del Bramantino, fatto dal flaimoncli. (2). Solo un segno la incide e JX!rcorre, pure ogni cosa vi è ddinita: l'oggetto è costruito, come un'inserzione nello spazio, e la stipata e linda purezza del disegno, assume un valore di inco.- stro spaziale, teso e immobile. Per~ fino in quei fogli che si riattaccano al fare un po' gonfio e appannato dei romantici lombardi, si scorge questa potenza architcltonica, queslo sicuro ingresso_ dell'oggetto nella pagina, quasi si trattasse di tessere d'un incastro. Avviene ali' in~irca come per certe fib'lltC di Giotto, ferme nel cielo denso, dove la loro disponibilità spaziale è già tutta esaurita. ln Cnrrà, ad esempio, una «Ciotola•, acquisto. e lfclicissimamente mantiene la sua mctafisicn

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