La Nuova Europa - anno III - n.8 - 24 febbraio 1946

SETTIMANALE DI POLITICA E LETTERATURA '.ANNOIII - NUiVIERO ·s IN QU-ESTO NUAlERO: S?EDIZiON~ Bl .~B:!3ON, POSTAL■ ROM~ --: 24 FEBBRAIO 1946 UNA COPIA LIRE 15 GIUSEPPE PETRONIO: e R I s T o s· E' . FERMA T O A E B OLI • • p. 6 L'ALLOCUZIONE PAl ALE LUIGI SALVATORELLI: LA. P Ril .ilf_A ALESSA..'\'Dl!,O PELLEGRINI: R I~ -:PROVA ........... p. 1 TRA'l''l'·O. DI VALERY • p. 5 SOPRANAZIONALITA' F. A.: SOPRANAZIONALITA~ E i\1ASSI:VIO MILA: PROBLEMI DEL: . . . - . ·. IMPERI A L I S Ai O • • _- • p. 1 T É A T R O D' O PER A , • • p. 5 •u:; LA SETTIMA. N A • • •. , .P: 2 A .. FERRARI: PER LA RICOSTRUt · ZIONE ECONOMICA· DEL · PAESE • • • • • • • • • p. 3 STEFANO BOTTARI: L A L O T T A P O· L I T Ì CA IN I T .4. L I A • • p. 6 E IMPERIALISMO GIAMPIERO CAROCCI: A I MAR G.I N I LINDSAY PARROT: LE« QUA'l'TRO DELLA STORIOGRAFIA SO· COL. ON N.E & DEL L 'I .!II P.E.1' O 7 G IA' da vru•j decenni è diventata consuetudine della Ct11·iaromana che· fra le varie cerimofilde che ac· coinpag11iano W1 concistoi-o, la più im· 3 CI A L I S T A • . • • . • • p. GIAPPONESE • • P. · GUIDO DE RUGGIERO: LA V o H, I pcxrtante dal punto di. vista. politico F ò R z A. T 1 • • • • • • •' • p. 7, venga ad essere quella che in realtà lo FRANCESCO JOVINE: TE A. T R O p. 4 AUGUSTO GUIDI: · sarebbe meno. e precisamente l'limposà· L o D o ì''I e o IN zione d'ella be rretta e d ella mozzetta. • • • • . • p; 8 che il papa fa perscm.ia, lmente ai nuovi ARNALDO BO(ELLI: LETTURE p. 4 I 'l.' .4. LI A , • • ca1x:t'in.al.4. In quella funzione ai -per sè assai meno solenùe che q11elle del èon· ci.&1oro segrm-o e di quello pubblico, il ' papa suole infa,tU pronunziare un di· LA PRIMAPROV A scorso che, prer.lisamente perché te· . . . nuto in un quadro meno fonrnaJ·e ·e ri· · · gido, può assumere più vusto carattere pol itico· e programmatico. circa le idée N. EL discorso di chiusura della pri· ma assemblea dell'UNO. pronun· ciato nella notte sul 15 febbraio dal Premjer britannico. Attlee, questi ha detto che l'UNO è stata posta su base solida: sl sono costltuiti i suoi organi· fondamentall, si sono discusse libera~ iamente e pubblicamente grandi que· stioni .internazionali, cosicchè i popoli sono statf. messi al corrente ed ·hanno potuto portare il sostegno dell'opinione -pubbJ.ica alle deliberazioni: Molti gr~vi problemi sono stati trattati. e in parec· chi casi sono stati comp:uti ·i primi pas· si verso la soluzione. Si può sottoscrivere a questo apprez, zamento , che è quello di un cauto otti· mismo. Occorre che l'opinione' pubblica ri,.oncEale non rjpeta. di fronte all'UNO, H doppio errore successivamente com~ messo dall'opinione IJt1bblica . etl!~pea di. fronte alta Società delle Nazioni: su– pcn•alutazione prima. svalutazione poi: dalle speranze messianlchc allo scett!· cismo, alleato dell'ant!umano ctnismo fascionazista. Come la Società c1elleNa· zloni, l'UNO è qualcosa in fieri. un or– ganismo al suo primo stadio d! svilup· po. Potrà cresçere sino alla forma:do, 11e àdulta. completa; potrà arrestars:·. retrocedere. morire. Perchè sl ve1,ifichi fa prima alternativa, occorrono· innanzi tutto fede e volontà. Subito dopo que· ste, occorre 11 senso della realtà: sl tratta di valutare realisticamente le pos– sibilètù, e quindi non deprezzare i sue· cessi. ma non sminuire neppure le clif· :fico!tà e non dlsstmularsi gli scacchi. E' naturale che. <in un giudiz.!o su questa prima sess:one dell'UNO. in un bilancio finale di questa sua prima pro· va, l'attenzione si concentr-i sulle cliscus, sloni e deHberazioni del Consiglio d~.sl· curezza. Poichè. insomma, quello è l'or– gano più importante, cui è affidato H còmpito essenziale dell'UNO: mantene· :re la pace. Si rtcorde'rft come alla vigi· 1ia della riunione della prima assem· hfoa. negli ambienti angloamericani - e in Amei~ìca più ancora che in Inghiltcr· ra - fosse largamente diffusa l'op:nio· ne che. in questo primo inizio di attività. convenlsse evitare al neonato orga· nismo ognì grave sforzo. In parole po· vere: Ie grand~ questioni i.nternazionali sul tappeto non avrebbero dovuto veni· re in discussione. Ci si sarebbe dovuti limitare all'impianto. diciamo cosl. dei servizi soc•:ali: la loro nt1lizzazlone con· creta sarebbe venuta in,segu4to. In par~ ticolare si. trepidava alla prospettiva che venisse portato innanzi all'UNO U conflitto iraniano. Sì pensava che una tEscussione fin d'ora, su questo o a1tro nroblcmé! per cui v'era contrasto fra ìe potenze maggiori. mettesse !'UNO al b1vio. o di a.ffrontare sul serio Ie que~ stionì. ar1\.vando a urti pericolosi. e mettendo addirittura in forse. da quel pr:ncipio, le sorti deH'IsUtuto. e ma, garl quelfc della pac e mondlale; oppu· re di rinund1re alla trattazi.me delle questiom stesse, mostrando fin dagl1 inizi la propria impotenza, e screditan· dosi, forse irrimediabilmente. in cospet~ to all'opf nione pubblica i:ntcrnazionaie. e in particolare a quella delle piccole nazfoni. Ora, innanzi al Consiglio <li sìcure7.~a. vi sono state tre grosse discuss:oni: w~ ranica, la greca, l'indonesiana, a cui s'è aggt:unta, proprio alla fine, quella sl· r-iaca. L'esperienza, dunque. non solo non è mancata. m,1 è stata molteplice ~ intensa. Possiamo dire che essa non ha dato ragione nè all'uno nè all'altro corno del dilemma. Nessuna dcUe que· e.cl i pròposi-td che animano il Reggi torè stioni discusse è stata risolta; ma In sup remo. de'11a Chiesa caititolica. esorbi· nessun caso il dibattlto, aperto. a fon· tando non dl rado dal f.aitto della crea· do. è mancato. Il Consiglio di sicurezza zione oarilinalfaia, per- abhraccri:are tutto non e: è rivelato ancora 1n possesso di H quadro della Chi;esa e della sua po_. una autorifii suffiéieì1te à decisiòni defr sizione nel mondo. · · · nitive e sovrane; ma non si potrebbe Cosl. anche questa volta, l'osserva: neanche dire che i dibattiti siano statl tore èsterno deve riconoscer.e che il pura' a·ccade·mia.La parte contro cu: era discorso pronunziato in · i:tal,lano. dal .stato presentato, caso per caso. il ricor~ S()lrmno .pontefice il 20 corr. nell'aula so. non è stata mai costretta a subke dalle E~atifica~ion/1 è mol~o più viasto, l'esecuzione di una se11tenza ad essa non solo come proporz.ioti.1 1 i. dell',allocu– contraria; ma non è stata neppure .la· zio:ne tenuta in latino neHa Sala del -sciata libera. puramente ·e semplice· conci.si.oro al relatlvamenrte picéolo, mente; di fare quel che credeva. Essa n'Uffiie1-o oi .cardinali anma:hi. Il dii· ha dovuto difen9ersi, esporre le sue ra· scorso non è che lo sv!iluppo, logico. il g,ioni. assumere alnreno imptcitamente corollario di quello tenuto...:._ anch'esso degli impeg11i. Le diverse posizioni ~ nel quadro qoosi familiare• degli au· sono. affrontate innanzi al Consiglio e g,uri del Sacro collegio - il 24 dJcem· all'opinè.one pubblica mondiale, senza b1-e scorso. ma certamente non ha de· che ne venissero· compromesse le rela· luso l',iinteiressc col quale era atteso e zioni fra le potenze in contrasto; eque- ci s;;m.bra contenere non pcchl ele· stc potenze hanno dovuto lasciare che menti ·atti .a' faire irntravvedere quali si discutesse. si criticasse. si censtiras- saranno gll sviluppi futtn"d ciel governo se il foro operato in faccia al mondo. della Chiesa romana In poche parole: si è reaJLzzata una in· , C01ne glà nel suo discorso natalizio ternaz,1onalizzazione delle questioni con· itl papa ave-va de.finHo causa di gran troverse fra due o più potenze. partico· parte. dei mali che affliggono oggi la lari. anche se queste erano grandi po· umarntà di nazionaltotalitarismo che tenze. tJrayagltia H mondo moclerno. ara torna Tale è l'impressione complessiva dei diversi dèbattiti. Guardandoli tino per uno. !'-esito è stato diverso. e anche di· versamente soddisfacente. Per la aue· stionc iraniana. il Consiglio 118 finito per rinviare alle trattative dlrette fra le due parti. Ma il l'invio alle trattative ·c1irette ha riservato espress~mente la competenza del Consiglio. prevedendo fin d'ora un nuovo esame nel caso che non ci sia una soluzionP. <.liretta soddt· sfacente. Occorre far presente a questo proposito che è lo stesso statuto del· !'UNO a prevedere e anzi a far obbligo dei negoziati çlirettl fra le parti in c~so di controversie r.nternazionali. In que· sto caso tanto l'Iran quanto la Russia sI dichiaravano disposti a trattare diretta· mente fra lorb. E non si può non rlco· noscere che le nuove tratta'li!ve dirette russo·iraniane si aprono a Mosca tn condizioni ben diverse dalle precedenti. La questione è divenuta. pubblicamente ~ ufficialmente, di dòminio internaz,io· nale. d~competenza dcll'UNO. La poten· 7,a maggiore non può non tener conto di qucst.o fatto; queìla minore non pu~ non sentirsene raff orznta. Nclfa questfonc greca si è penetratl nel vivo. La Russia ha sollevato formal· mente contro la Gran Bretagna l'accusa clii mettere in pericolo la pace con la presenza dell'e sue truppe in Grecia, ed ha formalmente rlchéesto il ritiro imme1 diato di dette truppe. Nell'accusa. e nel· la richiesta. essa è rimasta 1so!ata. ed è stata sconfitta in seno al Consigliio, an· che se sl è trovato modo di salvarre la faccfa. con la rjnuncia del Conslglr.o a emettere una vera e propria deUbera· ztone. D'altra parte. il governo ingle· se è stato portato ad affermare Ia sua tntenzione di ritirare le truppe appena vi sia Cn Grecia un governo forte e sta· bile. As$a.l meno soddisfacentemente è fi·. nlta la questione dell'Indonesia. I.l d{• battito si è concentrato, qui non sui l'i· tiro o meno delfe truppe britanniche dall'Indones:a, ma sull'esame. o meno, della situazione indonesiana da part~ dei Com;jglio di sicurezza. Questo esa· me è stato respinto. sia sotto forma dt .una commissione d'inchiesta. sia sotto quella cU· un contro1lo consl.lfare suUe trattative in corso in Indonesia. Fin qul la Russia sov,iet-lca aveva insistito seni· pre sulla sovranità dei singoli state, so· vranltà che non doveva essere toccata dall'ÙNO; e l'Inghilterra iabmista pro, pendeYa lnvece ad accentuare la neces· sltà di snperare la sovranità naz1omi.Ie, fino a giungere (parole di Bevin) alla costituz.:one di un'..,i\.ssemblea mondiale sòvrana. Ma alla discussione al Consi· gliò di sicurezza per l'Indonesia si è avu· to un roYesclamento di parti. Mentre Bevin si è opposto alla commissione c1'tnchiesta ·ln nome della « sovranità olandese». Viscinski ha domandato se le Nazioni Unite possano rappresenta·' re veramente un organisi110 efficace sen-: za una limitazione deìla sovranità del, le naz1on1. Questa inversione di rnol'. rappresen· ta per il governo laburista inglese una grande occasione mancata, una grande batta.glia politica perduta. E non solo per il governo labmista, ma - quer che è pegglo - per l'UNO. Occorreva cogliere la palla al balzo. e anzichè fa· re dena polemica « ad homtnem » con· tro -i sovjetlci, per la loro passata oppo· sizione a un'inchiesta 'in Rumenia e in Bufgaria, impegnarli dcfiniti.vamente suHa via del superamento dell'assoluta sovranità nazionale. Ma Inghilterra e Stati Uniti sono decisi veramente a bat· terla questa via? Ecco H punto. Minore ~mportanza ha avuto il fat, to che anche l'ultima questione. quella per Io sgom1)erq delle truppe francesi e britanniche daHa Stria e dal Libano. non abbia approdato a conclusione. Ri· mane acquisito il carattere internaz.:o· nalc anche di questo problemu. Francia e Inghilterra debbono deporre ogni iil· lusione (se ne hanno ancora) di tro.t· tare dl Medi.o Orfcnte come un loro con· dominio. Il mondo arabo è perfetta· mente desto; e la Russ:a intende anche là dire la sua parola. Tocca agli Stati Uniti dare ia spiinta clefinitlva alla in· ternazionalizzazione pacifica. ma efl'et· tlva, anche di quel settore mondiale. Ogni politica ,isolazionistica, come ogni pol,itica di prestigio nazionale - errori :facifmcnte complementari _, deve ~s· sere bandita. se sI vuol giungere dav· vero a garantire la pace mondiale. LUIGISALVATORELLI a fiagellare con tutta la possibile asprezza lo imperialismo che ne è la oonseguenz.a diretta, e ad esso oppooe i metoçli ed _i sistemi della CMesa, che~ come :HferU).a lo stesso pontefic.e, non solo no 1 n è mai stata imperial:lsta. ma anzi. seguendo vi.e dtiametralment;,e O:'P· poste. tende al bene di tutta !'Umani· tà, ed .al tempo ·stesso· cerca ili lenire i mali dert.ivanu da queliì'impe1ialismo, noo escluso quello dell'annientamento dell'Uomo sotto il peso del moderno Leviathan. quel Leviathan che, mostro spavenrt:,osopea~la Bj]Jbfa, costitttiva l)Cr do Hobbes l'ideale dello Stato forte. Nello stesso quadro della rec isa con danna contro Ì'iniperi 1 alismo debbò.no' essere posti indubbiamente gli i a coe11.11.l fatti dal papa alle benemeren ze spe· ciali di alcnn1 <lej nuovi elettJi al.la pOJ:":' pora romana, che giià . nell':a!Iocuzione c011!Cistoriale avèva definito « bene:tne · rHi della loro pawia ». e dei quali rt~ corda ora « Ie lobte sostenute da non pochi. dli • Voi. con eroico coraggio cò:n= tro l'opp,ressorc, !)et· la difesa d.e lla ve· r!ità e dellia giustizia» allutlen.do chia· tutto · al Sapjeha, al v. Galen , al v. Preys,i-ng. S•ia poi caso fortuito o volontà be:n. det-ermina4t. sta di fatto che un ~o centralismo, che si potrebbe defmil't?. imperiial'ismo interno. come quello ca~ stigliano della falange spagnµola. non sem:bra essetre troppo Jncoraggia.to da questa creazione di cardinaili; fra ess1 fig-rnra oensl l'ru•oives-covo cli. 1'o1e.cto. primate cU CastiigUa, e, come tale. rt~ tenuto erroneament,e primate clii Spa· gna, ma acca,n;to a ltù vi è anche l'ar· oiv€Seorvo di Tm,ragona, primate cli Ca talogna e cli. Aragona. il predecessore del quale, bandUo · durante .la gL1erra di Spagina come sospetto di separati~ smo catalano, moriva due anni fa nel tristie eS'i,Jio <li Friburgo tn Svizzera. Del res to, la Chiesa non dispone che di arm.li s piritn.1al,i. e 11011 può che esser,:! av ve rsaria dell'iimpe.rialismo, bamUtm·e. e ador-aitore aei t1-ionfi - spesso effiF meil,i - delln so_laforza brutale; _cisem– bra p.erò. che col suo discorso an.timpe– riia-Iistico, il papa abbia anche additato la sola via da seguire da chi __,.. non avendo più la vista ·annebbiata da 1"e-: lirt:Jti naziooalist.icri - voglia pur con: m.nuare a viviere anche dopo che, per . colpa sua od altrui,· v.iene ad essere pr.ivato di ogni forza ma:te'I'li.<ale e, gua· rHo, sp eriamo p er sempre, da ogni pa, ranoia nazion.al: ista, non può cercare il suo definitivo rjsanamento. anzi la sua resurr-ezione. che nella forza dellè idee, nella fede sincera in un avvenire di ·intesa e d1 fratellanza cogli alt,rl popoli, m un'unificazione. sia pur lenta e gradiualissima. ma costante. dei vari Stati in un organismo sopranazio-nale, come sopranazionale deve essere la Chi~sa secondo le parole del papa. · A tale proposito. ci sembTa che a suo tempo non sia stata abbastanza v-alorizZilta e, se è lecito. il di1rlo,abba-l stanza sfruttarta l'arma che venava data a1l'lapolitica. estera italiana quando H papa nel suo discorso natalizrio, desW nato ad avere tanta eco nel mondo anglosassone e speciulme.nte in quello amcrjcano, atfennava sol'einnemente che. anche chi si arrende senza con• di-zioni, non può essere considerato .ru· nunzJartario ai suoi ddr:itti naturali · Egualmente esatJto ed opportuna. am che dal semp!.ice punto di vista umano, cJ sembra l'accenno a quelle che sono o dovrebbe 1 ro essere le vere funzionl dello stato ed agl~ inconvenienti che g-Ua, anche s-e il papa è costretto a ri· conoscere che « nella inestricabile con· fusione_ in· ou1 il mondo si agita, lo stato trova nella necessità di assu· meTe a sé un immenso peso dì dov-eri e di uffici ». Se la parola - troppo spesso male usata - non avesse tanto perduto del · suo valore e pertanto n0u1 fosse irri; ve-rente d.ì usarrla in relazione colla Santa Sede. sarebbe lecito dire che i'in~ sistenza posta dal ·pap.a nell'affermare una setTIJ)l"e maggiore sopranaZ'ionaHtà dell:a Chiesa, di out. è conseguenza !'9~

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