La Nuova Europa - anno II - n.18 - 6 maggio 1945

• (-- 6m~ggio 1945 -------------- L;( N UO Y A EU RUP;(' ------------------ 1 -- R IMASI in casa della vedova per una ventina di giornt, tn attesa di trovare altro allogg1o. L'estate BJ)lendeva nel suo ardore funesto: il 'JL PAESE È FATTO oole pareva fermarsi in m02zo al cielo. DELLE OSS À DEI MORTI le arg1l1e si spacca\lano per )'arsura. Nelle fessure òella terra assetata si :~~aJt~~~e c~~'•c~nt~'<'f?:._e <'c;{a~a~ Quelli si natza,•ano, e la riacchiappa- Le donne scherzavano con lu't, quando Do cortopaSS, dal veleno mortale. vano. e Je rimontavano addosso. e la passava, perchè non aveva barba, e eCon.opaSS1 cortopassi, ove te trova, capra fugs'zva sa1tando selvatica, finchè 61 diceva che 1n vita sua non avesse là te la561. ,. Un vento continuo !~eva tutti insieme scomparlvano dietro Ja mai fatto all'amore. - Ci vieni staEera asclugare anche l cor])i degli uom.lnt: svolta. a letto con me? - gll dicevano dagli le giornate passavano in una luce senza I contadlnt mcono che Ja capra è u&c1, e ridevano. nascondendo il viso pietà, monotone nell'attesa del U.tmon- un ammale diaboM.co.Anche gli ajtrt dietro le mani. - Perchè ml lasci dor– to e del fresco della sera. Stavo seduto !ruschi sono diabollct: ma la capra 10 mire sola? - Scherzavano, ma ne ave– nella cucina e contemplavo JJ volo del 0 è pitl di tuttl. Questo non vuol dire vano rLSpetto, e quast paura. Perchè le mosche, Unico segno di vita nell'im~ che sia catUva, nè che abb1a nulla a quel veochto aveva un potere arcano, mobile silenzio della canlcola. Le lm• che fare cOi diavoli crtsUani, anche se era tn rapporti con le forze sotterra– PoSte d1 legno, Unte di azzurro verda· talvo)ta essi scelgano u suo aspetto nee, conosceva gli spiriti, domava 1ll stro, ne erano coperte: mlgMala di pun- per mostrarsi. Essa è demoniaca come animali• lJ suo antico mestiere, prima .U neri, fermt nel sole, vagamente sus- ogni altro e96ere Vivente, e plù di ognt che gli aJlnt e le vicende lo avem;ero surranU, 61..1 cui l'occhio !I fissava, ozio: altro essere: potchè, net suo aspetto fissato qui a Cagliano, era l'incantato– lilamente Incantato. A un tratto uno del animale, sta celata un'altra oosa, che re dl Jupi. EgX poteva, secondo che vo– punu ner1.scompariva, col brusio dt un è una potenza. Per H contadino essa è lesse, far scendere t lupi nei Paesi, o volo subitaneo e invisi.bile, e al suo realmente Quello che era un temJ)O il allontanarli: quelle belve non potevano posto appariva come una piccola stel• Satlro. un Sat1ro vero e V\vo. magro e resistergli, e dovevano seguire 1a sua ta, un punto lumtnosiSSimo bianco c« aff'amato, con re corna cunie sul ·capo, ,•olontà. Si raccontava che, quando egli bordi dorati, che ,a spegneva a poco a e 11naso arcuato, e 3e mammelle o Il E-ragiovane, gtrava per 1 paeJìl di que– poco. E un'altra m06Ca Si alzava _per sesso penrolanu, peloso, un povero Sa- .stemontagne, seguilo da mandre di lupi ''nrla, e un'altra stella appariva sull'az- uro fraterno e selvauco in cerca di frroc\. Perciò egli era temuto e onora– zutt0 dell'lmpwa; e cosl v1a, finchè erba spinosa rnll'orlo del prectpt2t- to, e, negli \nvernl pieni di n(:-ve,l paesi Bt1rOJ'Ji,che sonnecchiava at miei pie- Guardato <la Questi occhi nè umant lo chiamavano perchè tenesse )ontano di, mu&olando a qualche suo bizzarro nè dlvl.nl, accompagnato da queste po- gli abilatort del boschi. Ma anche tutte sogno infantile, non balzava. rtsveglla• tem:e m!stEri.ose, arrivavo lentamente le altre bestie subivano 11suo fascino. to d'lmprov ,11.so ,e afferrava a Yolo un \'erso 11 C!mitero. Ma glt olivi non che non poteva rivolgersi alle donne; insetto. rompendo H Silentlo col v1o- fanno ombra: 11sole attraversa la loro e non solo le bestie, ma glt elemenU ,ento battere delle mascelle. frasca legsera, come un velo di tulle. della natura e gll splrlli che sono nel- Dalle rln&hiere del balcone pendeva: Preferivo alJora entrare, PE:ru cancel- i'arla. Si sapeva che, nella sua gioven– no e dondola,•ano ~gre al vento le letto s1;angherato, nel piccolo recinto tù, quand'egH falciava un campo dl treccie dl .fichi. nere d\ mosche che del ctmttero: era n 1.olo luogo chlUS'O, grano faceva in un g\omo ti lavoro dl rorreva,10 l\ Bori:l1rnegli ultimi umorl, fresco e sol6tario di tutto 11paese Era c1nqu8nta uomini; c·era qualcuno <.l'ln• prtma che la vampa del soJe n avesse anche, Corse, 111uo5;omeno ut.ste. Se visibile che lavorava per lui. Alla fine tuttt succhtatl. Da,·anl1. aJl'usc\o, &Ulla duto tn terra, n biancore abbagliante della giornata, Quando gU .:i.Itriconta– ~1rnda, sotto agli stendanll neri, secca- delle argille scompariva, nascosto dal dlnl erano sporrhi di sudore e di pol· vano al sole, su tavole dal bordi spor- muro: 1 due cipres.si ondeggtavanO al vere, e avevano le schiene rotte dalla ~enti, Uqutde <listese color del sangue vento, e tra le tombe nascevano, stra- fatica e 1a testa rlntronatft dal sole, d\ conserva d\ pomodoro. Sctaml dt nt tn questa terra senza fior1, del ce- l'incantatore d1 lupl era più fre-sco e mosche pa~eggta,·ano a piede asciutto spugl1 dl rose. Nel mezzo del cìmilero riposato cbe al mallino. · sulle parti clà solidificate, tnnumerevo- si apriva una fossa, profonda qual<:"he Ri.SaH,·odalla mia fossa per parlare Oicome 11popolo ~t Mosè; altr1 .sciami metro, con le pareti ben t.ag ~ate nella con lui: gli offrivo un mezzo toscano, precipitavé\no e , tmpegoll\vano nelle terra secca. pronta per n pros.simo mor- che egli si affrettava a accendere, lnfl– zone bagnate di quel M_arRos...<:<>, e v1 to. Una scaletta a piol\ permetteva di landolo in un bocchino fatto dell'osso annegavano come eserC'lli di Faraone, entrarci e di nsallre senza difficoltà. dell11 gamba posteriore destra dl un 1mpazaentt di preda. Il grande silenzio In quel glorn! di calura avevo preso lepre maschio, annerito dagll annt. Sl òella c.m,pagna passava nella cucina, l'ab1tudtne, nelle nlle passerg\ate al cl· appoggla"a alla vanga (egll scavava e t1 mormor1o conUnuato delle m06Che mltero. dt 8fendere nella fessa, e di .sempre nuove fosse) e si chinava a rac– ee-gnava 11passare delle ore. come la sdraJann\ nel fondo. 11 terreno era cogìiere, per terra, la scapOJa di un mnSica senza fine del tempo vuoto. Ma, asctutto e Uscio, 11sole non arrivava crlstiano; Ja teneva un poco In mano, a un tratto, dalla chiesa vk:lna, comtn- laggiù, e non lo arroventava. Non ve- parJr.ndo, e poi la buttava In un canto. e1ava a BUonare la campana. per qual- devo altro che un rettangolo di cielo 11terreno era dl.s.semlnato di ossa. che che santo lgnoto. o per qualche fun; chiaro, e qualche bianca nuvola vagan· affioravano dalle vecchie tombe, che le :don~ deserta. e 11suono riempiva Ja, te: nessun suono giungeva al mio aree• acque e l solt ave\lano consumato; mentoeo la stanza. I! campanaro, un chio. In quella solttudine, tn queHa li· vecd;le ossa bianche e calcinate. Per ragazzotto sui d1ciott annt, cenc\oso e bertà passavo le ore. Quando n m10 u vecchio le ossa. 1 morti, sii animaU ecalzo con un lpocrlta sorriso ladresco. cane era stanco di I1ncorrere le lucer- e t diavoli erano cose familiari. legate, ~guiva, nel suonare, una 6Ua triste tole sul muro assolato. sl affacciava come lo sono del resto, qui, per tutU, fantasia Interminabile: per tutte Teoc- sull'O!·lo della fossa e mi guardava in- alla sempllce vita di ognt giorno. - Il cnsionl, era sempre la campana a mor- terrogattvo, po! rotolava per la scalet- paese è fatto delle 06Sa dei morU - to. Il mlo cane. sens1blle alla presenza ta, s1 a(!CUcclavaal mi€'\ piedi, e non ml diceva, nel suo gergo oscuro, gor– degli spiriti, non poteva tonerare quel tardava ad aòdormentarS1. E anch'io, gogllante come un'acqua sotterranea ~~t::1a~~ne:Je;ul~11!:e,pr~o :n~!~~ fa~~~nc~~~~ ~°m;~~I 0bb~~. 1~ 0 c&~ ~~~,~:\~~p~~:r 1 ~uc~a sJ~nr!~~re~h: Madonna degli Angelf, Ja chiesa crot• lnta; non ancor calcinate eon1e queJle del cimttero; anzi molte portavano an· cora att.:iccall de1 brandelli secchi di carne o dl pelle tncartapecorlta; e i cani li dlssotterra\"ano e se 11 dispu– tavano, correndo con una tibia tn boc– ca e abbaiando furlos\ su per ia via del paese. Qui, dove t1 tempo non scorre, è ben naturale che le ossa 1·~ centi, e meno recenU, e anttchlssime, rimangano, ugualmente presenti. di• nanzi al piede del passeggero. 1 morti! della Madonna degli Angeli sono i plil tnfellcl nel loro sepol<:rt rovinati. Non - soltanto I ca.nl e' gH uccelU ne disperi dono I resti, ma quella fossa paurosa e viscida do\'e sono scivolali sotto ~ macerie, è visitata da altre preser.ee , e più spal'entose. Una notte, non molto temPo prima, qualche mese o qualche ~~fctè ~inmrs~~ d~r~:::~ :r~enc~~;:j vecchio Incantatore, indetemnnate, egli tornava da Gagllanello, la lrazlorte, e, g1unto su un poggio, che è di fronte alla chiesa, Il T1mbone della Madonna deglt Ange1t, aveva sentito In tutto ,. corpo una strana stanchezza, e aveva dovuto sedersi In teITa, sul gradlno dt una cappelletta. Gli era stato :POtUn· 1~thlle alzarsi e proseguire: qualcu• no lo Impediva. La notte era nl"ra, e n vecchio non poteva discernere nulla nel buio: ma dal burrone una voce be– stiale lo chtamnva per nome. Era un dla\'olo, instaUato Jà tra t mortt, che gll vietava 11 pass.-i.ggto.Il vecchio sl fece li segno della croce, e Il demonio comlnclb a digrignare i denll e a urla: re dl &1)astmo.Nell'ombra ti vecchio di' stinse per un momento una capra sula le rovine della chiesa saltare sJ)aven– tosa, e scomparire. li di.avolo fuggl nel precipizio, ululando. - Uh! uh! - gridava dileguandosi: e U vecchio st senll ad un tratto llbero e rlposato, e In pochi passi ritornò In paese. AY• •\. venture di questo genere, del resto, ,-. gllen'erano successe Infinite, e me ne raccontava, se lo Interrogavo, sen:ta <lare ad esse nessuna importanza, La sua vlta era cosl lunga, che questt 1n· centri non potevano non essere staU numerosi• Egli era cosl vecchio che al tempo dei briganti era già un giova• notte. Non potei mal sapere con CEl'I tezzn. nè fargli dire prects.amente, se anch'egli fosse stato, come è probabl 1 le. uno det loro: ma certo, ave,,n cono– sciuto 11 famoso Ntnco Nanco, e ml descrtveva come' l'avesse vista lert, la compagna dl Ntnco Nanco, la Brlgan• tessa, Marta 'a Pastora. che, come lui. era di Pisttccl. Qoesta Marta •a Pasto- ra era una donna bellissima, una con: tadina, e vtve,•a con t1 suo amante, in giro per i boschi e la JllOntagne. depre• dando e combattendo, vestita da u,om01 sempre a cavallo. La banda di Ninoo Nanco era la più crudele e la più ar• dita del1a reg\one: Maria 'a Pastora partecipava a tutte le ::iz1on1.aglt art– salll alle cascine e al paesi, alle Imbo– scate, alte taglie, alle vendette. Quan- do Ntnco Nanco strappava con le sue m~mt li cuore dal petto del bersaglle: rl che aveva cntturato, Maria 'n Pas1o,i ra gli porgevA ti coltello. Jl vecchio affossatore la ricordava benissimo, e un'ombra dl compiacenza passava nel 1 la sua strana \'OCequando mt diceva come essa en:i bella. grande. bianca e rosata come un fiore, con le grandJ tr,,ccc nere lunghe fino ai plt"<II,ritta tn arcione al suo cavallo. Nlnco Nan· uh, strazumte, come se la morte pas- devo gli occh1.. rll senl\'a di bocca. una 6morfia che sasse attorno a noi. O forse era In lui Cl svegltava una strana voce senza forse era un sorriso. Se cercavo dl una qunlche natura d!ab011ca, c~e s\ sesso, nè Umbro, nè età, che pronun- fargli spiegare che cosa Intendesse di· llrrovellarn a quel sacro concerto. Ad clava parole incompi-enSiblìi. Un vec· re, non ml ascoltava, ma rideva, e ri· o,mt modo. dovevo al2.drml e per cal- chiosi sporgeva dal bordo della tomba, P,.,•fituev,aan, dsoe zpamgg1"'u•nrglae.,el•.•,,•ro•"'. :_!rPasr~ marlo usdre con lui nel sole. Sui sel- e mi parJavn attraYerso le sue gengive (fJ v C'laUblanchl salt'avano le pulci., delle sdentate. Lo vedevo contro 11 crnlo, prto èosi, il paese è fatto delle ossa del KrOSSepulci affamate. In Cl'rca d a\ber- alto e un po· curvo con delle lunghls- morti. - A\'eva ragione, 11 vecchio, go; ~ zecche pentlc,·ano in agguato dal si.me braccia magre: come Je alt di un in tutti l modl. sia che lo g1 donsse fiH duba. I1 paese pareva deserto dt mulino. A,·e,·a quasi novant"anni, ma intendere In modo figurato e simbolico, nom!nt. I contadini erano nel cnmpl, 11 suo viso era fuo,. 1 del tempo rugoso sia che Jo sl dovesse prend~rc alla let• 1e donne si ~ela,·ano dietro le porte ~e- e sformato come Una mela vizza; Ira tera. Quando. qualche tempo dopo, 11 mlchius:c. Luni.ca strada correva ~ù le pieghe della carne risecchita brilla• Podestà fece fare, non lontano dalla tra le esse e l bur,ronl. fino allei_frana, ,·ano due occhi chiarissimi, azzurri e casa della ,·edova, uno .scavo per porre senza un ripo.90 dombra. Risalho len- magnetici. Non un pelo di barba nè le fondamenta di una casetta, opera t;imente. In cerca degli olivi magri dl baffi gli crescevano nè gli. erano del Regime. da servire da sede dei Ba– e del CIJ)r<SS\,verso Il clmlter~. mal cresciuti, sul mentÒ, e Questo da- liUa, a due palmi dJ profond~tà, \m·c- co era stato ammazzato, ma ti veccmo non ml sapeva dlre come rosse finita ::\larla 'a Pa.stora. questa dea della guerrn contadina. Non era morta e non l'avevano presa, mt diceva; era stata vista a Pist\CCI, tutta vestita di nero: poi era scomparsa, col suo cavallo, nel bosco, e non s·cra mrti più saputo nut• la dl lei. CARLO LEVI (D4 un libro di pro11h11a pubbliea:l()!114 preuo Einaudi) Un incanto animalesco pare, a sten• va alla sua vecchia pene un carattere ce di terra sl trovarono ossa dl morti, ders\ sul pnese abbandonato. Nel s_ll.en-bizzatTO. Parlava un dialetto che non a mlgllata, e per parecchi g1ornl ti Zio meridiano, un rumore impr~,, tso era quello di Gagliano, un rniscusllo paese fu attraversato dai carretti cari• rlvelavn una scrofn che SI rotolnrn nel• di ltnguaggl perchè aveva girato molti chi, con cui si portu\'ano le spoglle dl ,e l.Jl'!mondl.zie:po!. gli echi ,,,,.ntvano paesi, n'rn ; 1 prernl~va la parlata di quel nostrl antichi parenti per es.sere svegliati dallo scrOS(lo trreSlstib11e di Plsticct. do\'e era nato In tempi remo- buttate alla rinfusa giù nella Fos...-.a del un raglio, più sonoro della campnna. tissimt. Per Questo, e per la mancanza Bersagliere. Più recenti ernno le OS8ll nell<c sun falltca grottesc;i angoscia. I del denti che gll lmpnstm·nno le pa- delle tombe sotto 11 pavimento della ~nllt canta\'ano, con quel 1oro cllnto role e pt-r n mOOoS<ntenzlo~o era· .,========================"""' del pomn!1gio che non ha la glorio.,;a PidO del suo discorso, ùnppr1ndpJo mi ~ petu!am:a del saluto mattinale, ma la r\usci\'a oscuro: poi cl facevo l'orec• tristezza senfa fondo dellil ca~migna chio, e si con\"ersavn a lungo. Ma non desolntn. Il c.elo era pieno del ,olone- ho mai capito se egli veramente ml ro dei con,1. e. p\ù. tn alto. delle grandi ascoltasse o se s<:gulsse soltanto ti mi- DECAPITARE LA STORIA? ~1ori:n~~l{r~:ci~;o t'l oc~hfe1~ 1 ~;~bfit~d~ ste:-~so ,Omi~olo del suoi pc~slerl, che tondi lm•isiblll pr('scnzr- bPstiilH 8 1ma- pnte\ a.no uscire dalla indct~tm\nnta nlfesla\'ano nell'ar\a, finch~. dl dietro a ant\ch\tà di un mondo nmmale.sco. una c;isa. comparh·a, con un balzo delle Questo essere indcflnl.blle tnd~a~•a sue b'all1bc arcuate, In rc~na de\ luo- una camicia sud"i<:lae strnppata, nr,cr– shl una caprn e ml fìssn\'n con \ suoi ta sul petto, e anche qui non a,cva lnc~mp~·cn'.!,,~btÙ occhi gialli. Dietro alla pea. ma uno sterno sporiemc come capra corre·,·ano dd bambini, sunlnu- c1t1ellodc:gl!.ucc~Hi. Sul. capo m·cva un di e c\:nciosl; e con loro venh·a una berrt:tto rOti!)ast.10, a nsitra, che Indi· minuscola monne.i dl c1tmUroanni. con ca,? !orse una. dl:11,C sue molte ~liii· l'abitino e u sof:golo e il vc:lo; e un z\om pubbliche. cs.1 era tns1t:111c. il fraticl'llo di ctn<1ucanni, con la tona• becchino e Il banditore comunale. Era ca e u cordone. cosl vestiti, come del lul che passarn a Lutte le or? per le monaci In miniatllri.1,o dcp:li Infanti di vie del 1,:icse, suonnndo una uombc~ta Vclasquez, come &.i USi.1 spl'sso qui, per e battendo su un tamburo che J)olta· ,·oto. I bnmbin\ ,·ole\·ano ca, ·alc.tn ' sul• Ya a tracolla, e con quelln sua, voC'e la capra. u piccolo fra.te In prcndeYa dh,u11-rn11annuncla,·a le no\"lta del 1~r la bai ba e ne abbr:1c<:lm'a il mu!-o, i:;lol'no. il pnssagb10 di un mcn.:ante, Ja monnclwlla si sforzava di salire sulla l'ucdsl~nc, di una capra, gli ordini d~I groppa. gli altrl rngazzt la tenevano Poe.lesta, l ora ùi un funerale. P.ti eia per le corna e per la cocla; ed eccolt lui che portava l morti nl clmttero, in sella per un momento: poi la capra che scaYava le fosse e Il 9C))Pel11,·a, balza,·a' d'un trauo. c si scrolla\'a, e H Queste erano !e sue. attivlt~ nornian, buttava nella pol\'erc, e si f~rmnva a ma dietro rad e8SI! e era un altra vtta, guardnrll con un sorrt.so maligno. piena di oscura OOtPnza~mQeL;:~blle. L 'AJ!ICO Vf11cio11erra ha accettato per primo tl mio invito dt dlSClt· tcre tl. probU ma: come scriucre la storta pci nostrl rnoazzi elette scuole? F.olt è Jai:orci:olc " una soluzione OP· vo~ta a ,,uclla da me suoat:rlta: per lui, rultimo cr.,,Uolo (la prestnle ouerra uw11clialc <,; lo disfatta dei m1:lo11alismlJ (11ulrt.bbe omesso, pcrchè la sua mate– ria è troppo fluida; e poì t raqa.:;;i sa11• no cu1w;mottc. scnz:a bi~oa11n di ap- 7}rl'1ulcrlo <lat libri. come sono andate a fi11tre le cuse. Jla Qutslu deeapltazlonc non rlSolve il probUma. lnrrn,izi tut:o, (o -mi sono sfor:.ato di mostrare come clalfultf1~10 c.apitolo dipendono l'impostozionc e Lo– rientamento di trdlS Quelli che la prc– ccdn110. Lt Lasceremo allora immutati? In tal coso, lii storia Jinlrd con una vorciuine, e f rnuazzi saranno tentati a colmarla 11el tnudo vSiì arbitrario. Non gioca dire che ai 11ostrf Mmpt , ma, mwli omettct·ru10 l'ult-fmo ve11tennio o trentennio: aUora won. v'erano salti bruschi, e veriti a11nf di più o di meno ,ion portavano (liffarnze sensibili 11e(: la 1rnrrozl0ne; ooai f,ivecc u:t ult1ml venticinque anni s0110vernmc1tte deCV sivi c. a voterlt omettere, si rl.~chia dt lasciar le cose ilt ima oru11dc co11Ju~ SiOIIC, Vincloucrra teme che, scoHcnlW li mio punto di vista, si po~sano sc-rioe: re storie partioirmc, tcmtc a/meno qua11ll sono t partili ouot in Uzza. Ma fo ho prcvcd1do L'obbiezione ed ho av: t.·( rtito che bisognerebbe accentuare il c,,,-attcre <lcmocrntico, nnti-dittr1toriale/ c111tl nazionalistico dell"epilogo della cn– si, che già chiaramente si dr/inca '!lella • cosc·t.rnza clct popoli. e che t aL di qu.a dl/1<1 bfjorcazionc dd partiti• Poi~hb vi sal'à u,rn commissione mi11tstenale che dovrà oiudicarc i testi aclottt1bili nelle scuole. sarù cura di qurstu esclu,,. dt re i Lavori elle mant/estano uno sph 1·lto pa1·ttuiano o settario, g. tt. r,

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