Nuova Repubblica - anno IV - n. 8 - 19 febbraio 1956

(98)· nuova repubblica··· 3 L'ARRESTO DI DANILO DOLCI B11\ST A CON I MITRA La parola d'ordine della popolazione era "basta· con i mitra, vogliamo lavorare,,. E in fotti' i banditi (questo, ormai, è l'appellativo che si dà ai dis~redati di Partinico ·e della zona, messi al bando del vivere civile) si so– no comportati da gentiluomini. Sarebbe stato desiderabile che anche gli altri presenti si fossero mantenuti tali P·ubblichituno il 1·esoconto dei /atti che pre– cedettero e accornpagnarono l'arresto di Danilo Dolci e dei braccianti di Partinico. Ringraziamo l'(UJV. Sorgi di P<1le1·mo - uno dei difensori di D(milo .. - d·i avercelo procurato. N ELL'OTTOBRE ciel 1954 al Congresso int~rnazionale per le aree depresse è stata presentata una. relazione su Partinico, pubblicata. poi negli «Atti> del Con– gresso. A detto Congresso erano presenti i ,ministri del Lavoro, dell'Agricoltura e della Finanza. Questa J'elazione ed altre nurnerose documenta.zionj sono state riprese e pubblicate 1-ipctutamente dalla stampa di qualsiasi ·tendenza, e ripetutf\.mente inviate alle autorità naziol'lali e regionali. Nel mese di novembre del 1955 Danilo ha digiunato per una settimana per solidarietà e ammonimento. In• via.va in tale occasione a tutti i deputati e senatori •e a tuiti i maggiori responsabili della vita pubblica ita• liana due lettere, una sottoscritta da lui e una sotto– scritta da pili di un migliflio di persone. In quei giorni era. usÒito il libro Ba,nditi a Partinico che sintetizzava il lavoro di ri•cerca e di documentazione svolto da Danilo " dai suoi amici nella zona. Danilo aveva chiesto anche un appuntamento al pre• sidente della Re.gione e all'assessore della pÙbblica istru– zione: nemmeno gli hanno rfaposto. La popolazione fremeva: negli ultimi due anni, su 33,000 abitanti 1 si erano registrati quattordici fra assassini e ,suicidi; solo negli ultimi due mesi un uomo aveva am• mazzato suo fratello per 4000 lire e diverse erano state le rapine, gravi, risapute o non. Perèhò questa pressiono della popolazione nòn sviasse come per antica. consuetudine in forme inciviU, e poichè non si poteva assolutamente lasciare le cose così com'erano, e poiché documentare non bastava, si era pensato di sotto– ]ineare più profondamente la · condizione del luogo con una azione civilissjma, ad alto livello morale. Nella prima quindicina di gennaio, intanto, Danilo aveva avuto con– tatti con gli amici che stimava di maggior valore a Roma, a Torino, a Milano, a Firenze. Ad essi Danilo aveva detto della necessiti\ di una azione più profonda ma sempl'e civilissima, per uscire da quello stagno mo– ra1e, e aveva ascolt~to i cori.sigli di tutti I L 13 GENNAIO, da Torino e dalla Televisione, una volta. di più Danilo documentava la miseria della zona e annunciava che gli operai, visto che nessuno dava loro lavoro, non sa1·ebbern più rimasti con le mani ih mano. Dai pescatori di Trappeto e di Balestrate e dai braccianti di Partinico, in quei giorni, sono state sotto– ·scritte due dichiarazioni inviate alla stampa. Lunedì 30 gennaio, 300 pescato1·i e 700 braccianti sono rimasti di– giuni per vcntiquatJ:l'o Ol'e, malgrado le numerosissime dif– fide della polizia che, con centinaia di uomini accorsi da Pale1·mo, poneva come in stato d'assedio i paesi. Possono testimoniare di ciò, e del civilissimo comportamento dei digiunanti, anche i numerosi giornalist~ e radiocronisti e operatori cinematogra(ici presenti. La giornata di lunedì voleva anche. sottolineare il ,nod(J col quale Danilo e i suoi amici del luogo intendevano muo– ve,·si. Con Danilo e i suoi amici c'erano anche la CGIL e la UIL. La parola d'o1·dine della popolazione era « basta 'con i mitra, vogl·iarno lavorare». _ Mercoledì 1 febbraio, in una riunione alla Camera del Lavoro, i dirigenti locali specificavano ai presenti che l'opera dell'indomani sarebbe stata un moto di generositù, senza alcun compenso, per non 1-estare con le mani in mano, e perché tutti avessero lavoro: testimoni i profes– sod Lucio Lombardo Radico, Benedetto Pettineo e Luigi Ca.rdamone dell'universitiL di P!).lermo. L'indomani mat– tina., poco dopo l'alba, duecento persone con pale e pic– coni, a gruppetti, si avviavano verso la trazzera vecchia per Valguarnera 1 strada di campagna con un fondo spesso · impraticabile. · Danilo e i primi hanno inconùnciato ad assestare il piano melmoso, quando un tenente dei carabinie.ri e il 'commissario di Pa1·t.inico, anivati sul posto, imponevano loro di smettere. A Danilo, che continuava a lavorare, il tenente strappò la pala di mano; poi ]o fece accompagnare via cla tre agenti. Lo stesso trattamento era usato anche per altri lavoratori. Danilo, ~ccompagnato dagli agenti verso la caserma, incontrò il commissa1·io capo, il quale ordinò ag1i agenti di JasciarJo libero e di losciar liberi gli altri fermati con lui. Poiché per_ la strada si vedevano ammassarsi forz1esem- MESSAGGIO DALL'UCUIARDONE I detenuti hanno consegnato ai loro avvocati di– fensori il seguente messaggio, affinché venisse reso di ·pubblica ragione: « I banditi (questO, ormai, è l'attributo che si dà ai poveri e ai diseredati di Partinico e della zona., messi al bando del vivere civile) si sono comportati da gentiluomini. Avremmo desiderato che anche gli altri µ.resenti si fossero mantenuti tali. Di un fatto, soprattutto, siamo addolorati: quando ripetutamente abbiamo fatto appello alla Costituzione ed alla co– scienza nazionale, ci siamo sentiti rispondere con una risate. « Danilo quella mattina. ha detto esattamente, ci– tando l'art. 4 della Costituzione, che· non garantire il lavoro soprattutto ai pili miseri è da assassini e si può essere assassini anche per omissione rireren~ dosi ad una questione di principio. Il gruppo di po• lizia che giovedì è intervenuto ha impedito violen• temente a dei cittadini la libertà dell'esercizio delle proprie f4nzioni costituzionali; per· l'art. 4 della Co– stituzione infatti oltre che un diritto il lavoro è un dovere. Non riusciamo a capire perché si vuole te– nere una gran parte della popolazione con le mani in mano, ché il lavoro - è ovvio - oltre che ad una indispensabile funzione economica assolve ad una al• tissima funzione educativa, morale. · « Noi che ci siamo mossi per lavora.re Jo possiamo assicurare e lo. ripetiamo: ci siamo comportati da. galantuomini. Né una parola né un gesto oltraggioso da alcuno. Ringraziamo· tutti coloro che ci sono stati solidali e in pa.rticolare i detenuti dell'Ucciardone che ci hanno partecipato il loro pane e i[ loro affetto». F.to : Danilo Dolci, Domenico Maca– luso, Salvatore 1.'ennini, F·rancesco --. Abbate, Ignazio Speciale, Om·lo Za– nini, Gaetano Ferrante. pre più ingenti di polizia con sf9llagente, due trombe e, pare, qualche bomba lacrimogena, Danilo e gli altri per altra via raggiunsero ancora i lavoratori sulla trazzera vecchia, Li, orma}, i lavoratori erano circondati dalla polizia. Il commissario capo, venuto da Palerìno, canzonava uno dei braccianti perché era stato pescivendolo; e Iaceva pres– sione perché tutti abbandonassel'O il lavoro. Avendo Da– nilo ripetutamente affermato che il lavoro oltre che un di– ritto era un dovere sancitQ dalla Costituzione, il cornmis– sario capo (come già tre giorni prima il commissario lo– cale e il tenente) si melleva a ridere. Seccando poi al commissario capo che Danilo e i dirigenti sindacali difen– dessero la legge più alta dello Stato 1 ordinava a questi di allontanai-si, facendo avvicinare i due agenti con le trombe, pronto a far caricare. E' vero che il digiuno del lunedì, i colloqui successivi e la decisione dimostrativa di nOn portare con sé nem– meno un temperino avevano preparato gli animi ad una azione 'ferma sì, ma rispettosa verso i rappresentanti del– l'ordine; ma Danilo e i dirigenti sindacali vollero rima– nere solidali coi braccianti, per controllare la situazione e perché non succedesse un 1 altra Venosa. Si sedettero. Il commissario capo ordinò agli agenti di pol'tarli via.. Danilo fu afferrato per le braccia. e per i piedi da quattro o ·cinque agenti che lo trascinarono di peso, per ottocento rnetri 1 per Ia trazzera fangosa. Ogni cento metri circa, stanchi, lo depositavano nn momento nel fango per po-i riprenderlo: così. fino Hlla ca– mionetta dove fu caricato. Con lui ne furono p~rtnti via a.Itri sei: chi di peso, chi facendolo· camminAre. Nessuno ha opposto un solo gesto di- resistenza. 1 come da tempo si era ·111editato e convenuto. Subito dopo gli arrestati furono tradotti. alla caserma. della polizia di Palermo, e nel pomeriggio venne rila– sciato uno degli anestati, Gianni Na.rzisi, operatore ci– nematografico. La mattina del venerdì gli arrestati fu– rono tradotti al carcere dell1Ucciardone di Palermo e de• nunciati alla Autorità giudiziaria per manifestazione non autorizzata e rifiuto di sciogliersi a11'ordine della polizia (artt. 18 e 24 del T. U. di P S) nonché per 1·esistenza a pubblico ufficiale (art. 337 C. P.) oltraggio a pubblico ufficiale in presenza di pilL persone (art. 34.l C. P.) isti- gazione a delinquere (art. 414 C. P.) invasione di te.rreni (art. 633 C. P.). Lunedi mattina, 6 febbraio, su invito della Procura delJa Repubblica di Palermo, alcuni dei difensori degli imputati (on, avv. Antonio Varvaro, on. avv. Francesco Taormina, avv. Clemente La l'orta, avv. Nino Sorgi, an• che in sostituzione del prof. Piero Calamandrei) si sono recati a ritirare il permesso di colloquio con i loro difesi, ed in quella occasione furono ufficialmente informati che la. causa sarebbe stata in{·iata, con procedura direttissima., davanti alla 2.a ·Sezione del 'fribunale di Pa.lerrno, nella udienza del successivo giorno sette. Pertanto, i predetti difensori si affrettarono ad incontrarsi con gli arrostati per prendere accordi sui testimoni da indica.re : si con• tava. infatti di cWedere i termini della difesa, indica.re i testimoni a discolpa, e quindi chiedere un rinvio della c·a.usa previa concessione della libertà. pro:,viso1·ia a tutLi gli imputati. Lo stesso giorno G, alle ore 19, il collegio di difesa (del quale fanno parte oltre ai predetti avvocati a.nche gli avvocati Filippo Sanfilippo e Nino Di Matteo del foro di Palermo) si è riunito per prendere ulteriori accordi. In quella occasione, poichè nessuno dei difensori aveva an• cora ricon1to l'avviso della causa fissata al giorno dopo, si telefo~ò alla segreteria della Procura per avere ulteriore conforma. Senonché la Procura. informava che, poco pri• ma, il Procuratore della Repubblica, ritornando sullo qe• cisioni dianzi prese 1 aveva rinunciato al rito direttissimo, e av·eva inviato gli atti aÌ Giudice Istruttore perché pro• cedesse con rito formale. •Prima di invia.re gli atti al Ciudi• ce Istn1ttore il Procuratore del1a Repubblica aveva dispo• sto la scarcerazione di due imputati (Macaluso Domenico e Ferrante Gaetano), esprimendo invece parere negativo in ordine alla istanza della libertà provvisoria presentata per tutti gli altri anestati. Il giorno 7 1 infine, gli avvocati Sanfilippo e La Porta, a nome di tutti i difensori del collegio, si sono recati nel 4 l'ufficio del dott. Marcantonio, consigliere istruttore, por avet·e ulteriori chiarimenti. Ad essi è stato comunicato che si era ritenuto di abbandona.re il rito direttissimo, in quanto proprio il giorno prima era pervenuto al Procu• ratore della Repubblica un secondo verbale di denuncia contro altri 13 braccianti di Partinico, presenti ,e parteci• panti allo sciopero, e come tali denunciati a piede libero per manifestazione non uutol'izzata e abusiva occupazione cli suolo pubblico. In questi 13 nominativi sono compresi i nomi di Fofi Goffredo, giovane diciottenne da Gubbio, che da. pochi giorni si trovava con Danilo per collabo• rare, e Geraci Nicola, entrambi denunciati pe1· le contra.V• venzioni predette e, inoltre, per istigazione a delinquere. E' da precisa1:e che il l?ofi, arrestato il giorno 3 febbraio, è stato rilasciato e rimpatriato dalla poli:da con foglio di via obbligatorio. · s TANDO così le cose, il consigliere istruttOl'e, che istruì• sce personalmente la causa, dovrl1. inevitabilmente in~ terrogare tutti gli altri denunciati e qualche altro testimone, prima di poter prendern una decisione in ordine alla Ji. bertà personale degli accusati. E per qnanto i difensori abbii:mo Predisposto ogni accorgimento per abbreviare il più possibile le formalità burocratiche, è ovvio che tra◄ scorreranno ancora alcuni giorni prima ctie si possa insi• stere nella istanza della libertà prnvvisoria gii~ presentata. Ornettiamo per ora qualsiasi commento sulla strana. procedura ... a singhiozzo adottata dalla polizia nelle sue denunce per i fatti di I>artinico. Non possiamo però non rilevare fin d'ora che la seconda denuncia, giunta tre giorni dopo la prima, oltre a determina.re un ritardo dell& procedure, r;ii traduce in una obbiettiva intimidazione por gli eventuali testi oculari. Nulraltrn - allo stato. dei fotti - è possibile precisare circa il processo in co-rso. 'l'utti gli a·rrestati ven!,YDno quotidianamente visitati dai loro di~ fensori e assistiti dal comitato di solicla.rietà (con sede in via Stabile 1G9 1 Palermo) che ba fin d'oggi provveduto a inviare a tutti cibo sufficiente. Inoltre, a Danilo e per tutti gli a.rrestati, sono stati effottuati depositi in denaro da Giovanni Piergallini. li morale di tutti gli arrostati è elevatissimo. Danilo, nel congedarci, mi ha eletto: « Non si sta facend~ il processo a Danilo o a 1'uriddu 1 si sts. processan– do il dirilto e il dovel'e di lavorare: si sta. processando la Costituzione. Sulla trazzera si è irriso, irridendo proprio, e coi fatti, Ja Costituzione. Se un giorno, sia pure con "condizionale", venissimo condannati, questa derisione alla Costituzione uscirebbe non solo da un gruppetto di poliziotti: verrebbe, e ci-edo non sarà ma.i, dalla. stessa. Me..gistratura »,.

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