Nord e Sud - anno XV - n. 106 - ottobre 1968

I Rivista mensile diretta da Francesco Compagna Alberto Ronchey, Il mondo sov1etzco dopo cinquant'anni - Antonio Ghirelli, Il PCI: nuovi sviluppi e vecchie contraddizio1ii - Girolamo Cotroneo, L'alternativa alla democrazia - Italo Talia, A Bari il Mezzogiorno - Filippo Scalese, L'intervento pubblico nei territori di sistemazione e scritti di B. Gosto Anedda, Franco Chiarenza, Dino Cof rancesco, Claudio C. Corduas, Sara Esposito, Bruno Isabella, Enrico Musatti, Enzo Pace, Guido Pepe, Renato Perrone Capano, Domenico .Petrocelli, Pasquale Satalino. ANNO XV - NUOVA SERIE - OTTOB_RE 1968 - N. 106 (167) EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE - NAPOLI B.■ blio· ecaginobianco

LIBRERIE PRESSO LE QUALI È IN VENDITA LA RIVISTA TORINO Libreria PARAVIA Via Garibaldi, 23 Libreria STAMPATORI Via Stampatori, 21 NOVARA Libreria GIOVANNACCI Via P. Ferrari, 31 - DOMODOSSOLA l\rlILANO Libreria ALGANI Piazza Scala Libreria C. CASIROLI Corso Vittorio Emanuele, 1 Libreria FELTRINELLI Via Manzoni, 12 Libreria FIORATI Francesco Piazzale Baracca, 1O Libreria IL TRITTICO Galleria Barella, 1 Libreria INTERNAZIONALE Via Manzoni, 40 Libreria RIZZOLI Galleria Vitt. Emanuele, 79 Libreria S. BABILA Corso 1\1onforte, 2 VENEZIA Libreria AMICI DEL LIBRO Calle Acque, 4992 Libreria IL FONTEGO S. Bartolomeo, 5361 Libreria FIERA DEL LIBRO Viale Garibaldi 1/B - MESTRE Libreria GALILEO Via Poerio, 11 - MESTRE TRIESTE Libreria PAROVEL EUGENIO Piazza Borsa, 15 UDINE Libreria CARDUCCI Piazza XX Settembre GENOVA Libreria ATHENA Via Bensa, 32 r Libreria PATRINI Piazza Savonarola BOLOGNALibreria FELTRINELLI Piazza Ravegnana, 1 Libreria NOVISSIMA Via Castiglione, 1 Libreria PAROLINI Via Ugo Bassi, 14 Bibiiotecaginobianco Libreria ZANICHELLI Piazza Galvani, 1/H MODENA Libreria RINASCITA Piazza Matteotti 20/1 PARMA Libreria BELLEDI Via D'Azeglio, 116 RAVENNA Libreria MODERNISSIMA Via Corrado Ricci, 35 REGGIO EMILIA Libreria MODERNA Via G. da Castello, 13 FIRENZE Libreria DEL PORCELLINO Piazza Mercato Nuovo, 6/7 r Libreria FEL TRINELLLI Via Cavour, 12 Libreria MARZOCCO Via Martelli, 22/R LUCCA GALLERIA DEL LIBRO Viale Margherita, 7 - VIAREGGIO PISA Libreria VALLERINI Silvano Lungarno Pacinotti, 10 SIENA Libreria BASSI Via di Città, 6/8 ROMA Edicola CORSINI Largo Argentina - angolo Via del Sudario Edicola PORTICI DI VEIO Piazza Colonna Libreria RIZZOLI Largo Chigi, 15 Libreria TOMBOLINI Via IV Novembre, 146 Libreria TREVI Piazza Poli, 46 LATINA Libreria RAIMONDI Via Eug. di Savoia 6/10 NAPOLI Libreria Fausto FIORENTINO Calata Trinità Maggiore Libreria LEONARDO Via Giovanni Merliani, 118 Libreria DEPERRO Via dei Miile, 17/19 Libreria A. GUIDA & FIGLIO . Via Port'Alba, 20/21 Libreria FIORILLO Via Costantinopoli, 76 Libreria TREVES Via Roma, 249 Libreria GUIDA MARIO Piazza Martiri, 70 Libreria MACCHIARGLI Via Carducci 57/59 Libreria ~1INERVA Via Ponte di Tappia, 5 AVELLINO Libreria GIO·RGIONE RAIMONDO ARIANO IRPINO SALERNO Libreria GIUSEPPE CARRANO Via Mercanti, 55/R Libreria L'INCONTRO Via Fieravecchia 12-14-14a Libreria RONDINELLA Cs. Umberto I, 253 - CAVA TIRRENI . Commissionaria EDITORI SpA BAR I Via Sardegna, 22 Libreria EINAUDI Via Veneto, 56 Libreria ERCOLI Piazza del Popolo, 11/E Libreria FELTRINELLI Via del Babuino, 39/ 40 Libreria KAPP A Viale Ippocrate, 113 Libreria LA BORGOGNONA Via Borgognona, 38 a/b Libreria MODERNISSIMA Via Mercede, 43 Libreria PAESI NUOVI Via Aurora, 85 Libreria RINASCITA Via Botteghe Oscure, 1 Libreria GIUSEPPE LATERZA Via Sparano, 134 COSENZA LEONARDO MASSIMILLA CORIGLIANO CALABRO PALERMO Libreria DOMINO Via Ron1a, 226 Libreria S. F. FLACCOVIO Via R. Settimo, 37 Libreria LO CICERO Piazza Castelnuovo, 3 CATANIA Libreria CASTORINA Via Etnea, 67 -

.. I NORD E SUD Rivista mensile diretta da Francesco Compagna ANNO XV - OTTOBRE 1968 - N. 106 (167) DIREZIONE E REDAZIONE: , ·via Carducci, 29 - 80121 Napoli - Telef. 393.347 Am,ministrazione, Distribuzione e Pubb1icità : EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE - S.p.A. Via Carducci, 29 - 80121 Napoli - Telef. 393-346-393.309 Una copia L. 400 - Estero L. 700 - Abbonamenti: Sostenitore L. 20.000 - Italia annuale L. 4.000, semestrale L. 2.100 - Estero annuale L. 5.000, semestrale L. 2.700 - Fascicolo arretrato L. 800 - Annata arretrata L. 8.000 - Effettuare i versamenti sul C.C.P. 6.19585 Edizioni Scientifiche Italiane - Via Carducci 29, Napoli Bibiiotecaginobianco

SOMMARIO Alberto Ronchev Antonio Ghirelli Girolamo Cotroneo Italo Talia Guido, Pepe Pasquale Satalino Enrico, Musatti Enzo Pace Editoriale [ 3] Il mondo sovietico dopo cirzqu,ant'anrzi [7] Il PCI: n1Aovi svilitppi e vecchie contraddizioni [29] L'alternativa alla democrazia [ 41] Note della Reda.zione Ragiorzanzenti sitll'Alf a-Sitd - ... pro1ne111oria per gli in1pre11ditori - ... preoccupazioni d·a dissipare [47] Giornale a più voci A Bari il Mezzogiorno [52] Un problema di etica tributaria [55] Scure acque di Puglia [58] Se I ohnson volesse [ 61] Titrismo a Nappli r64 J Regioni Bruno Gosto Anedda La Sardeg11a è itn'isola [ 68 J Argomenti Filippo Scalese L'interverzto pubblico nei territori di sisten1azione [79 J Opi11i.oni e dissensi Claudio C. Corduas Per u,na. gestione den1ocratica del potere [93] Dino Cofrancesco R. Perrone Capano Sara Esposito Domenico Petrocelli Recensioni L'ultimo girondino: Pierre Joseph Proildho11 [99] Gli ultimi giorni della « Seconda Ro1na » [106] L'urbanistica è in crisi [ 111 J Autoanalisi in libreria [113] Documenti Bru110 Isabella La petrolchimica progra111mata [ 116 J Lettere al Direttore Franco Chiarenza I senatori della gioventìt [ 127] Bibiiotecag inobianco

.. I Editoriale Quante volte si è detto e si è scritto, su. giornali co·me « Il Mes .. saggero », « Il Corriere della Sera », « Il Resto del Carlino », per esempio, o da parte degli ambienti socialdemocratici di destra, che la sinistra democristiana è integralista, perseg·ite un « disegno di politica integralista » e in definitiva « mira a rendere più difficili le scelte del Partito socialista.», scavalcandolo sistematican1ente sulla sinistra? E così, quante volte si è detto e si è scritto che il « disegno integralista » della si11istra de1nocristiana passa « attraverso la nzortifi-cazione delle forze democratiche laiche » e vi-tole approdare all' « incontro » con i comunisti? Tutto questo è stato detto e scritto ripetutamente; e all'indomani delle elezioni del 19 maggio sono corse anche i11discrezio11i siti co11tatti che esponenti della sinistra democristiana avrebbero avuto co11 esponenti del PCI, durante la campagna elettorale, per stabilire le 1nodalità dell'« incontro » di cui si diceva. D'altra parte, la qitestione del « disegno integralista » della sinistra democristiana viene di solito sollevata strumentalmen,te, per denunciare la sinistra democristiana i11quanto sinistra e per creare diaframmi fra sinistra den1ocristia11,a e sinistra laica. Dal canto loro, i co1nunisti hanno tutto l'interesse a che da destra si sollevi strumental1nente la questione del « disegno integralista » della sinistra democristiana: sia perché anch'essi possono ricavare va11taggi dai diaframmi creati fra sinistra democristiana e sinistra laica, sia perché la credibilità della loro ipotesi di una « nuova maggioranza » è condizionata proprio dalla credibilità negli svilitppi p·olitici della disposizione al « dialogo » che da destra si attribuisce alla si11istra democristiana. Arzche per questo, ma non solo per questo, da sinistra, ma non solo da sinistra, così come si parla di una sinistra democristiana che tende a scavalcare i « laici » per avviare il dialogo co11 il PCI, si parla in. pari tempo della tendenza d'ei socialisti e dei repitbblicani a trovare piit facilmente un terreno d'intesa con i dorotei che no11co11la sinistra den,1ocristiana: il che può essere anche vero su certe questioni ed in certe circostanze; ma è chiaro che ogni scavalcamento della sinistra den1ocristiana da parte dei « laici » è se1npre una consegitenza dello scavalca1ne11to dei « laici » da parte della sinistra den1ocristiana. Con la nuova legislatitra, dopo le elezioni del 19 maggio, la questione delle tentazioni integraliste e delle suggestio11i « dialoghiste » - onde la 3 Biblio.ecaginobianco

Editoriale sinistra democr'istiana potrebbe contribuire in maniera rilevante a disin .. tegrare la mag ;ioranza di centro-sinistra, invece di contribuire, come sarebbe possibile ed auspicabile, a qualificarla politica1nente ed a consolidarla - è comunqz,Le itna qitestione che dev~essere· chiarita; per certi aspetti ridimensionata; in ogni caso liberata dai te11denziosi sforzi di strumentalizzazione che ne alterano i termini. La prima considerazione da fare è di rilevanza. quantitativa: la sinistra democristiana si è rafforzata 11elpartito (Congresso di Milano) e si è rafforzata in Parlamento. Ma c'è poi una seconda considerazione da fare, di rilevanza qualitativa: si è rafforzata la « Base » che è la componente più qualificata della sinistra democristiana. In che senso più qualificata? Nel senso di avere rappresentato il primo sforzo di superamento del tradizionale integralismo dossettiano, fanfaniano, lapiriano. Basti pensare al ruolo che la « Base » aveva scelto nel periodo di laboriosa preparazione dell'« apertura a sinistra », fra il Congresso di Firetzze ed il Congresso di Napoli della DC; ed anche, soprattittto, all'intelligente copertitra che la « Base » ha fornito all'on. Moro nei momenti più difficili che il centro-sinistra J1a dovitto attraversare fra il 1963 ed il 1967. Non si può dire certo che sia stato l'integralismo a spingere la «Base» qiLando si è battuta per l'<< apertitra a sinistra»; né che la «Base», quando ha « coperto » Moro, si sia proposta di « mortificare » o di scavalcare i « laici ». E tuttavia, anche da parte della « Base », di alcuni sitoi esponenti, si fanno a volte discorsi che mettono i11d'ifficoltà i « laici » e che provocano risentin1enti fra i « laici i>: discorsi, per esempio, che facilitano la più tendenziosa denuncia comitnista dei « ced,in1enti » socialisti; o discorsi che ripropongono astrattamente il ten1a del « dialogo » con i comunisti, 1nagari sugli orientamenti della politica estera, e in pari tempo sottintendono una sfiducia nei co11.fronti della capacità dei socialisti di indicare e far valere soluzioni nuove dei problemi del paese; o ancora discorsi sulle pagliuzze di sottogoverno ( tali sono a confronto delle travi democristiane) pene(rate negli occhi dei socialisti; o infine discorsi cosiddetti globali, che sono soltanto ideologici o di schieramento, che sono sofisticati e n1acchinosi, che prescindono dai problemi di contenuto dei programmi politici. La verità è che - come ci sono due anime del socialismo, e tanto se ne è parlato e tanto se ne parla - ci sono due anime della sinistra den:,ocristiana: c'è la vecchia anima integralista che sopravvive in una tradizionale, istintiva, non sempre controllata avversione per la vocazione laica dei repubblicani e dei socialisti, onde un altrettanto istintivo e un altrettanto non controllato interesse per la propos'ta di « dialogo » 4 Bibiiotecaginobianco

I Editoriale che vier1e da certi ambienti coniunisti, o addirittura una sollecitazione al « dialogo » con certi ambienti comitnisti che parte da esponenti della stessa sinistra democristiana, in termini che oggi si definiscono conciliari; e c'è l'anima 11uova della sinistra democristiaria, che non sapremmo defi11ire con la stessa chiarezza di term.ini che il riferimento alle tradizioni integraliste ed alle ter1denze conciliari consente quando si tratta di definire l'altra anima della sinistra democristiana, ma che certamente si è 111anifestata nieglio che in ogni altro momento quando è risilonato nel mondo itn certo discorso di Kennedy e qua11do è risuonato in Italia un certo discorso di Moro .. Spe:sso le due anime della sinistra democristiana coesistono nella stessa persona; e qitesto forse spiega il fatto che certi esponenti della sinistra democristiana attirano a volte il nostro consenso e suscitano a volte, con i loro discorsi, il nostro dissenso. Così dobbiamo dire con la massi1na francliezza che i discorsi dell'on. Galloni ci hanno sempre trovati consenzienti, mentre i discorsi dell'on. De Mita ci hanno spesso lasciati perplessi, e non sempre ne abbianio afferrato la logica interna. Comunqite sia, è proprio il più recente discorso dell'on. Galloni alla Camera, i11occasione del dibattito sulla fiducia al governo, che ci sembra segnare chiara,nente una linea politica della sinistra de1nocristiana sulla quale i « laici» possono riconoscere, nella sinistra de~1ocristia11a, un'alleata preziosa che cerca di facili tare ad essi la collaborazione con tutta la DC, e non un'avversaria insidiosa che cerchi di « mortificarli» e di scavalcarli. Si pensi a quanto Galloni ha detto a proposito delle « vecchie e a~surde polemiche sugli scavalcamenti »; a proposito dei programmi di governo che « non devono essere solo contrattati o enunciati al momento della formazione del Governo, 1na devono essere soprattutto attuati »; a proposito della sola niaggioranza resa possibile dai risitltati elettorali e della necessità, tuttavia, di evitare che « il tipo della forniitla ed il suo metodo di gestiorze possano e debbano rimanere cristallizzati ed immobilizzati nel te1npo »; a proposito dell'impossibilità che il centro-sinistra, dopo il governo di attesa, risulti « la pura continuazione di qitello preelettorale »; a proposito del « corretto rapporto tra maggioranza ed opposizione » che si deve stabilire e che significa « respingere forme d'i discriminazione, nza significa anche fare assuniere all'opposizione una funzione ed itna responsabilità di proposte alternative, e non frammentaria e settoriale, entro il quadro delle istituzioni ». È qui, anzi, che il discorso di Galloni senibra convergere con q1Jello che avevano fatto La Malfa e Giolitti nel dibattito orga11izzato e pubblicato da « L'Espresso », Ma non sembra affatto che siano sulla li-IJ,easegnata dal discorso di Galloni certe .recenti prese di pòsizione degli inquieti esponenti di « Forze 5 Bipliotecaginobianco

Editoriale 11uove », riunitisi a Sorrento ed ai quali ha dovuto replicare responsabilmente l'on. Granelli. È augurabile, quindi, che r·anima nuova della sinistra democristiana consenta la liquidazione delle polemiche sullo ~cavalcamento e non consenta ch,e, a complicare il discorso sulla politica interna, nel centro-sinistra, siLl corretto rapporto fra maggioranza ed opposizione, e soprattutto sulle riforme, intervengano certe tradizionali inclinazio11i della sinistra democristiana a subire le predicatorie suggestioni lapiriane o i richiami fanf aniani a velleitarie diversioni della rzostra politica internazionale, i11 se11so economico-petrolifero o in senso nazional-neutralista, comunque in senso opposto all'orientamento dettato dall'esigenza di mantenere e svililppare la solidarietà fra le democrazie parlamentari ed in particolare qitella con i paesi anglo-sassoni che dai cattolici di sinistra sono considerati di solito co111ele patrie degli uon1ini ricchi, men,tre sono considerati dai « laici» come le patrie degli iLomini liberi. Fra gli altri meriti del citato discorso d.i Galloni c'era anche quello di sottolineare tutti i 111otiviche in politica interna ed in, politica economica possono avvicirzare la sinistra democristiana ed i « laici », e di lasciare da parte quei 111otivi di politica internazionale che possono portare allo scavalcamento dei « laici » da parte della sinistra democristiana. Come scrivemmo all'indon1ani clel C"ongresso di Milano della DC, i « laici» sono propensi a collaborare strettan1e11te per un efficace rilancio della politica di centro-sinistra corz una sinistra democristiana piìt sensibile ai discorsi liberali di Moro cfze a quelli integralisti di Fanfani, piìl antigollista che antian1ericana, e soprattiLtto caratterizzata più come sinistra politica che come sinistra sociale: con una sinistra democristiana cl1e avesse fatto definitivan1ente Lln salto di qtLalità in questo senso, la qiLestione del « disegno integralista » e la polemica sugli scavalcamenti sarebbero da considerarsi altrettanto definitivamente silperate e 11ederiverebbero non soltanto le condizioni di iLn'efficace rilancio della politica di centro-sinistra, ma anche e soprattittto le condizioni di un rafforzamento in tutti i sensi della sinistra democratica, ora provata da esperienze che l'ha11no indebolita e anche divisa. 6 ..... Bibiiotecaginobianco

I Il mondo • • sov1et1co dopo cinquant'anni di Alberto Roncl1ey Studiando la 1in·gua ru:ssa, 11el 1852, Engels sc.risise a Marx: « Almeno uno di noi -co·nosca ( ...) le lingu,e, la storia, la l,etteratura ,e i particolari delle istituzioni so,ciali di qu1elle nazioni co11 le quali, p1 er l'a·ppunto, ci trover,emo b-en 1 presto in conflitto·. La ve1 rità è che Bak11nin non può che essere qualcuno per il semplice fatto che nressuno sa niente della Russi·a. E il vecchio· artificio dei panslavisti, che parlan10 di ·itrasformare l'antico Comun,e· slavo i11 una forma di -com,unismo e so,ste•n:go-noche i •C01 ntadini r,ussi sono comunisti nati, v-errà como,dam1ent1 e liquidato 1 ». Quando 1 Das Kapital fu tria1dotto a Pi·etroburgo, Karl Marx, m.eravig,1liato, giudicò « un'ironia d·ella so,rtie » che prop,rio i russi fossero· suoi clienti, mentre l'Inghilterira - il prototip,o di società industriale - 11011 si curava di lui. Più tardi, nel 1881, la giovane marxista rus,sa V·era Zasulic gli domandò a nom,e dei co·mpagni se ,egli credesse· che la Russia agraria aVlrebb1 e avuto una rivoluzion•e so,cialis1ta ·solo p,assahdo per il cap,italismo indt1striale. La risposta di Marx f.u c·auta, ma le varie minute ab·bo,zziate .per scrive11e qu,ella lette·ra •dimostrano che tal,e era il pensii,ero di Marx 1 • Nel '17, mezzo secolo do,po l'·app·ariizione d,el prim.o voilum•e di Das Kapital (1867), nonost 1 ante ,l'inizio, d'un deco,l1 lo in,diuistriale, so1o 26 mili,o,ni di p•erso,ne vi,vono n·elle città del,l'Imp,ero, ru·siso e 104 milioni n.elle campagne. La dinastia d1ei Ro,mano·v, cl1!eh·a go1 vernato la Russia p•er più di trecento 1anni, è ,oaiduta i1n cento o•re; lo· Zar Nicola II, segiregato, in un trien•o, è stato co·stretto ·ad a-nnu,nciare· la pro·p·ria ab1dicazio,ne per t1 elegramma. u.n go,vierno p·rovviso,rio - strietto1 fra 1 le sconfitte in guer11a, l'interruzion-e 1d1ei rifornim·e·nti carbo..isi,derurgici ,dalla P0Jo,n1 i'a -e i,l razio,namen to de1 l pan·e - te·nta di riegge·re il ti,mone di quella nave immensa e pesante ch'è « fa plumble'a Russia co•ntadina » secon-do l'imn1agine di Gor'kij. È pos1 E. WILSON, To the Finland Station, New York; trad. it. Biografia di un'idea, Rizzoìi, Milano, 1949, pp. 354-55-56. 7 Bipliotecaginobiarico

Alberto Ronchey sibile una rivoluziorre so,cia.Ii,st,a? In otto mes,i, a11.che·il governo p·rovviso1 rio è ro1vesciato. I bo1lscevichi di V1ladimir Il'ic Lenin prendono, i,l poteTe con ,u1 n -co1lpo,di Stato deciso a Pi,etro,gradc). Questo accaid1en-el,la nott,e fra ill 6 1 e il 7 novembre, ·secondo il c·alendario· gr,eg•oria:no u,sato in Occi1d~ente: ma la Ru1ssia del '17 usa il calen,dario gi,u1lian,o,in ritardo di tredici giorni, e l'eve1 nto passe,rà al1a sto,ri'a co,me Rivo,luzione d'Otto,bre. « La Gram.de Russia - s,i liegg,e in John Re1 ed - p1 arto,riva nel do,lore u,n mo1 ndo nuo,vo ... ». I,l p-otere no,n era ,da prendere, ma ,da racc·attare: una can·no·nata ·a salv,e del,l'i1 ncro·ciatore « Auro,ra » sul P.alazzo ,d'Inv-erno, ,po,chi sco,ntri. Alle 3 ,di maitti,na ,del 7 no,vem:bTe, su11a Pros-p,ettiva Nevsl(ij i lam1p1 io1 ni a gas eDano aocesi di nuovo. Così finì la « dittatura di .p,ag'lia» di Kerenskij; la veria prova non fu iJ « Gran,de Ottob,re », il co,lpo d,i mano -contro il go,ve11nop· ·ro,vvisorio già asteggiato :dalila de:stra militarie, be·n1sì la guerra -civile: una fra le mag,gio1 ri ·stragi ,del1lasto;ria. Fu al1Iora che davvero « la Grande Russia partorì con dolore »: tra Kornilov, Kolcak, Denikir1, Vrangel', il terribile « Pan » ucraino Petl'jura e i banditi .di Machno, di Stru·k_, di Zelenyj, gl'interventi stranieri, in un mondo folle di e·ccidi col piom,bo, alla nu,ca e ,di pogroms selvaggi (« Neri Ussari! - Salva la Russia, batti i giudei, - che son co,mmisisari! » ). Ve·niva ribaltato . il fo·ndo sitesso del'lia ,so1 cietà. 11 territoirio governato da Lenin si riduceva per graidi fino alle di,m,ensioni dell',a,ntico· Princip·ato di Moiscovia e s',esp1 and1eva po,i idi ·nuovo da Brest ·a V1la-div·os.to 1 k. Pleoha1no,v, il fo,nd,ato1re del1la scuola marxista russa, già maestro di Le,nin, av·eva avvertito che se i bolscevichi av,esse,ro, preso il potere con la forza sarebb.ero 1 stati co,stretti 1 a p·ratic.aI1e il de·s.potismo, poiché « no1n si sa'litano i gradini ,della sto1 ria ». Aveva pro,nosticato a lungo che co·n un putsch armato s.arebb,e stato· po1 ssibile creare solo un so,cialismo « da Impero ·degli I1ncas ». Marx aveva parlato di « ol,as.s-e »; Leni11. parlò di « partito >>. No,n solo, i men·soevichi, quasi tutti i marxisti ·erano persuasi che· la rivaluzio 1 ne « borghese» del marzo 1917 fo1sse inco·mpiuta: in economia la Russia maincav~ ,d'un capitalism,o industriale ,svi,lup·p1 ato, _ in politica mancava ,d'esp·erienza ,ci 1 rca la prati,ca ,dei diritti -civili e poilitici. Le « tesi d'·aprile », con le quali Lenin ainnu.n·ciò di voler antici1par1 e sui tempi, fecero dire che s'era « p,ro,po,sto •Oan,did·atop·er un t,rono euro,peo vuot·o ·da trent'anni, i,l tro1 no di Bakunin ». La Pravda p,ub·blicò u1na n-01ta, a firm·a di K·amen-ev, in -c.ui si diceva: « Per quanto attiene allo ·schema g·enera!le di Lenin, ~s,so ci appare inaccettabi 1 le, p·oiché si fon-d1a sul presup,p·o,sto •Ch 1e Ja rivoluzio·ne 8 Bibiiote-caginobianco

.. Il n1ondo sovietico dopo cinquant'anni b•o111gh,esseia terminata ·e si bas 1 a sull'immediata trasformazione di questa rivoluzion.e in rivoluzione sociailista ». J,l co,mit1 ato1 boilsce,,,ico di Pietrogrado respin 1 se le ide,e di Lenin co·n 13 voti cointro 2 e un'ast,ensione 2 • Solo in seguito Len,in preval,se: ·ed 1 ebb·e ragio,ne p·oiché i;l putsch ·del 7 n.ovembre no1 n fu -difficil,e n1 el caos russo dell'epo,ca. M~a a scadenza pii1 l·un.ga risultò esatta la ip·revi1 sio,ne· che la rivo,Iuzione bolscevica avrebb·e comportato il despotismo. Già quando si riunì la Costituente Pa.nriusisa, ,i,l5 genn·aio 1918, su 707 ·el,etti i boilsoevichi furoino una 1mino1rainza, ap,p·en,a 175. E quando 1l''Assemblea res,pin,se la « Dich,iairazione dei ,dirit·ti » pro ... posta d1 ai bo1l 1scevichi, Lenin agì col massimo disp·rezzo. Cron1w·ell s'era presentato da so1lo dinanzi al Long Parlia1ner1t e ,!',aveva scio,lto co.n l'o,ro1 lo,gio in mano, soa,c,ciain:don·ei •d1ep,utati a uno a uno. Napol1eo.ne, il 18 brum:aio, aII1Jchelui ,s'·era p·resentato, ·di p·erso,n·a a sciogliere l'A1 ssemb1lea Fr,a-n,cese. Leni.11 s'·affidò al marina.io armato Z-eleznjakov, caipo-guardia a1lil'assemb1 lea del Palazzo 1 di T:auride, che chiuse la ,seduta « perc 1 hé ,}a guardia è stanca » 3 • Era ·stato Lenin a d,ettare le p·rime 1 no.rme de1l « centralismo democratico» n·el partito: t·utto il poter-e a.I vertice. F·u Lenin, d•opo la rivolta -dei marinai idi Kronstadt, ,c1 h·e otteillile -dal X ·co,ngress<) po,lscevico quel rigoroso divieto del « frazio 1nismo », a1 l quale s'affidò poi Stalin. Fu b·uo•n 1 profeta Radek, qua-n:do disse: « Vot1 an1d() per questa mozione, s,ento che potrà b,en -essere usata •C0·ntro di noi ... » 4 • Lo s1 tesso Lenin cli.e ne•l 190·5, in polemica co1 11 T'rockij, aveva escluso la possib~lità di giunge.re al ,so,cia1ismo 1p1 e·r vie cl1c 11.onfossero quelle della « democrazia poilitica », ·nel 1920 ·esa1 ltava un potere « non limitato -d1 a ne,ssuna legge e so 1rretto ·diretta.menti~ dalla violenza ». Egli ,dettò p,er primo lo siti 1 le di p·oteDe, i,l linguaggio bolscevico e 1 1,a sua semp,lifica2;io1 ne traumatica dei .prob,lemi. Se Lenin aveva to.Jle·rato fino allla ,conqui,sta del p•ote·re i miti ,delle masse rivo,Iuzionairie (egualitarismo, « spon raneismo », discussione costante, « dittatura :del p·ro-lietariato » in.tesa alla ,lettera), da que1 mom-ento impo,se con mano 1di ferro, la ragio 1 n di Stato, i1 l realismo anti-d,em,agogico, e da 1nolti p1 u1 nti -di vi,sta la contro,rivo 1 luzio•ne· 5 • 2 E. CARR, A I-listory of Soviet Russia. The Bolshevik Revolution 1917-1923, London, 1950; trad. it. La rivoluzione b'olscevica, Einaudi, Torino, 1964, pp. 81 e segg. 3 Ibidem, p. 120. 4 L. ScHAPIRO, The Origin of the Communist Autocracy, Boston, 1955; trad. it. L'opposizione nello Stato Sovietico 1917-1922, La Nuova Italia, Firenze, 1962, p. 386. s A. B. ULAM, The Bolsheviks, The Intellectual and Politica[ History af the Triumph of Communism in Russia; New York, 1965; trad. it. Lenin e il suo tempo, 1 Vallecchi, Firenze, 1967, II, pp. 678-686. 9 Bi_bl.iotecaginobianco

Alberto Ronchey E,gJi stesso fu costret,to a dire: « Con u-na ·n1ano dia1110 e co11 l'altra ripren,dia1110 ». Fu allora che la figura di Le11i11emerse in tutta la sua com1pilessità. Il dovere 1di chi valt1ta si1nili fatti sto,rici è aoco.starsi al punto di vista dei protago 1 nisti. Retro,3,p,ettivamente, ciò ch·e· ,e:merge dall'ana,lisi è a1 nzitutto l'inso,pp,oirtabilità delle co1 ntraddizio 1 ni fra teorie politiche ·e prassi per gli im·pazien ti rivolt1zio·nari russi de1 '17: e la Rusisia era un lastro 1 ne di ghiaccio, .che s1 profo.ndava d1a ogni lato, fra gen,erali, Ata1nàn, principi, so·cialisti-rivo:luzio 1 n:airi, bo1sc·eviohi, mens:oevichi, anarohici dal ,n,ero vessillo, terro,risti e briganti della tajgà. In seguito,, Lenin ebbe o·sitile il morJJdo intero·, che previ,de poche settima·n 1e di vita per la rivolluzione. Alla fine, co·ntro gli eserciti « bia11,chi », fu Lenin a prevalere poiché « e·ra il solo a saipere ciò che voleva », co,n1e argo,menta lo sto,rico Ed,vard Carr. Allora Lenin sori1sise: « La crudeltà del1la no,stra ,-ita, imp·o,sta da1 lle circostanz!e, sarà co1npresa e perdonata. Tutto sarà •co.mpreso, tutto! ». Gran parte di ciò cl1e fu poi l'Urss, nel ma1 le e nel bene, si deve a Lenin. È sua l'idea deltlo Zar-1parti to fi.11dai teni,pi dell' opuscolo Che fare?, vangelo de1 l bo1lsoevi1simo. È sua la co,ncezio1 11e d',u11 progresso industriale, so,cialista e dispotico i11sieme·, se·nza presupp·osti di tipo « occidentale ». Persino i primi lager sovietici nacqu,ero già nel '19. Sta1lin, il « Gengis I(ha11 che aveva letto Das KaJJital }>, non inventò veramente nul:la, ma condusse -ogni coiSa alle co11seguenze ·estreme. Da Lenin ebbe inizio anche il v,eemente svillup:po d1e1ll'Urss, s·ebbene a ·costi umani se.nza e-sempio e rnedia11te un i1nn1enso plusvalore d_i Stato. Si p,uò discutere, co,n1e fa,nno· a1cuni studiosi o·ccidentali - p,er ,esempio Maurice Allais - s,e l'industria'1izzazio11c non sarebbe avvenuta in ogni caiso, poicl1é i,l suo « ·de:co1 llo » s'era già iniziato. Ma formu 1 lare i1 potesi alternative a ciò cl1e è stato appar,e P'Ur s·em,p,re fuori d'ogni meto,do storico. Stalin dové combatt,ere 1 la co,mpo,nent.e più t,eme1 raria e 1nitica del 1novimento rivo1uzionario: anzitutto Tro,ckij (la leggen,da della rivol,uzione mo,ndia1e e l'ide:a della rivoiluzione 1 p·erman,ente) al prezzo ,d'un « ·socialismo nazio,nale », o « so,cia1lismo, in un so1u paesé », condizionato, dall'arretratezza storioa russa. Sta1in si tro,vò nel,lo stesso tempo ad avviare la co1l'1ettivizzazio,ne ,d,el:la terra e l'industria1izzazio11e a tap·pe forzate. Inol,tre dové fronteggiar•e il 10 Bibiiotecaginobianco

Il n1ondo sovietico dopo cinquant'anni cosiddetto accerchiamento capitalistico. In tale co1nplessa op·era, egli div,enne i,nterp·rete ·delle più durie tradizio,ni dispotiche della Russia. Numerosi co,mmentatori ·di tali vicer1de hanino concluso che co,me gli anni crudeli di Ivan il Terribile era.no staiti neoessari per l'edificazio,n·e della nazione, e gli ·an1 ni ·di Pi,etro il Grande e·rano stati necessari per i,l su·o primo 1 ;an1modern.a·me11to, così 10 1 s1taJinismo fu n1 ecessario- ·per fa,re d·ell'U.rss una grande pote·nza in,dustriale. L'im,presa -di Stalin si riassum,e in quel -discorso ·profetico eh' egli pro·nun,ciò n·el 1931: « Ridu-rre il ritmo di ila·vo.ro significa trovarsi in ritardo·, e i rita 1 rdatari sono b,attu,ti. Ma noi no-n v·ogliamo essere battuti. No, non lo vogliamo! La costante peculiare della sto.ria· del1 la vecchia Russia fu la serie ,di continu,e sco,nfitte che essa subì a ca,usa della sua arretratezza. La batteron·o i khan n101 ngoli. La batterono i bey tuiichi. La batte·rono i capita1is.ti inglesi e fra.ncesi. La batterono- i baroni giap,ponesi. La batt,ero·no· tut,ti, a causa della sua arretrat,ezza. A cau,sa dell'arretratezza •militare, dell'arre-- t,ratezza oultur 1 ale, del,l'airretratezza i11dustria:le, ·dell'arr,etratezza agri, cola. La b.attero,no p·erc,hé l'impresa era 1:1ed.ditiziae si poteva im,p·unemiente farilo ( ...). In dieci an·ni al ma1ssimo, do,bbiamo, co1mare il ritardo che -ci separa dai paesi avanzati del -caipitali,smo, » 6 ~ Precisamen1te dieci anni dop·o, i canno·ni te-deschi av1:1ebbero,aiperto il fuo•co sulla fo•rtezza di B,re·st. Nella lotta co,ntro i ku1 lak (i -contadini b-enestan-ti) le cam·pagne furo•no date alle fiam,me ·e subiro110 la gran,de carestia; ma se la C(?ll,ettivizzazioine e la legge ma,rzia,le depress,ero l'a,gricoltura, ra-ddop,piaro·no i consumi ,cititadi:ni e fina·nziaro 1 no l'in,du'Strializzazione 7 • « N,el 1928 - s,crive Jan Tinbergen - il livello d-e1la pro·duzio·ne raggiunta non superava di mo1 lto quello d,el 1913. Nel 1928-1929 venne va,rato il ,primo piano qui 1 nquennale e -da allo·ra prese il via lo svilUJp,po 1d,ell'economia soivietica. Tra il 1928 ·e· il 1940 1 1 'aumento del pro·do,tto nazio,n.ale lo:rdo, seco•n1do la va:l,utazio,n.e di Abran1 Bergs.o,n, fu d-el 5-10 p•er cento all'a.nno ( ..). Il siaggio· d'aum,ento del,l'eco,nomia sovietica, ,confro·ntato con i saggi co,nsueti prima del 1941 ai paesi caipitalistici, è positivo ( ...). La -causa diretta del maggio1r saggio ,di svil,up,p·o è il m:a,ggio·r saggio d'investimento, p·ossibile an!ch,e in eco·nomie ,divers.a.m,ente strutturate, co·m,e indica l'e-sen1pio gia.p1p,0 1 nese 1 do1 p·o i,l 1950. Si deve tuttavia ammettere cl1e 1:1n sisten1.a e·conomico •pianifìca,to centralm 1 ente riesoe aid ottenere u,11 alto saggio d'inv,estimento, più facil1nente di u·n'econo•mia fondata 6 STALIN, Questioni del leninismo, trad. it. di· P. TOGLIATTI, Roma, 1952, p. 412. 1 1 H. SETON WATSON, From Lenin to Khrushciov, New York, 1960, p. 159. 11 Bibliotecaginobianco

Alberto Ronchey sul la libera co•ncorrenza ( ...). Quindi il ritmo più e1evato, di sviluppo eco•nomico è l'effetto si1 a del ma,ggio,r saggio ·d'inv1estime11to che del sistema » 8 • Fu l'epoca ·della gra1n,de a,ccu1nulazione ~ ,delìa gran·d-e « rip·roduzione .al1argata », di Magnito,gorsk, S,veridlo,vsk, No1 vosibirsk, dell'imme·nso plusvalore di S,tato. E so,tto la ten.sion,e dei drastici prelievi di plusvalore, della •C01m1 pressio,n,e s,pietata ·d-ei co,nsu.mi, delle carestie, delle min·acce esterne, fu anche l'epo,ca delle gran,di epurazioni sta1inia,ne. Al1 meno 4 milio·ni furono i sovietici chi,usi 1 n·ei lager di lavoro fo,rzato; il cosid-detto in1pero ,del1a NKVD, senza includ-ere nel cal1 co1lo ila 1deportazio,ne d'interi grup 1 pi nazio,nali: tale almeno è la stima più mite 9 • L'interpretazione benign·a dell'era di Stalin viene il,lustratia co.sì: egli trascinò vertigino,sa·mente il paese all'industrializzazione fo.rzata, ·e im·pazzì n-ell'impre 1sa. D1 opo la guerra civile, la legg-e marziale e le gran:di -epurazioni, sopraggiunse la guerra: venti mi1io,ni :di vittime so,vietiche, m,ezzo n1iilioì1e di civili mo,rti solo, nell'assedio di L·eningra1do. E in seguito, fu il panie<) intermittente 1della guerra fre•dda, co.n i traumi dell'-equilibrio atomico, le nuove gra,ndi •ep,urazio1 ni, i rigori i,mposti all'i1ntera Euro·pa orientale per consolidare la « sfera d'influenza » conquistata: da Varsavia a Budap•est e da B,erlino a Bucarest. Feb,braio· 1956: si riunisce a Mos,ca il XX Co•n:gresso del Partito Co1nunista. Chruscev legge ,a po,rt,e chiuse un.a relazion·e idi 26 1nila paro1,e, ·destin1 ata a risuo,nare :da un •Capo all'altro, del 1no,11·doco·munista. Eg,li censisce i cri1 miini di Stalin: 1108 fra i 1966 d,e1egati al XVII Co,ngresso imprigio,nati o f,ucilati; 98 su 139 membri ,d-el Comita,to Centrale ,eletto· dal XVIII Con1 gr,esso sco,mpa.rsi. Chruscev ricorda le mino 1ranze nazio,nali distr,utte o d,ep·o,r,tate da,Ila po1izia di Stalin: Kara·ciai, Calmu 1cc.hi, C,eceni, I1 ngusci, Balkari. Parla del « culto della p,ersonalità », ,del terrore ch,e op·p·rimeva. persino· i membri del Praesi,diu1m. D,enu·n-cia l'ille·galità dei gran•di pro,cessi degli anni Trenta, :riabilita tutte le vit,ti,me ,di Stalin co,n l'eccezione Trockij, pa·rla del,le co1 nfessioni esto:rte, deile ,p,erdite· i11.flitte al 8 J: TINBERGEN, Lessons fro1n the Past, Amsterdan1, 1963; trad. it. Lezioni del passato, Vallecchi, Firenze, 1967, pp. 87-89. 9 A. WERTH, The Khrushcev Phase, London, 1961; trad. it. Cronac_he degli anni di Kruscev, Einaudi, Torino, 1962, pp. 53-55. 12 Bibiiotecagino·bianco --

I Il n1ondo sovietico dopo cinquant'anni paese .con l'elimin,azio-ne -di uomini come Ka,men,ev, Zi,nov'ev, Bucharin, Ryko,v, e del supremo rischio· corso !a causa ,d·ella liquidazione -di T'uchacevskij e ~'un g·ran nu1nero -di ufficiali alla vigilia dell'aggressione hitleriana. Il ,do·oumen,to scuot,e il ·p:arti1 to com,unista affinché venga 1distrutto alle radici il culto· -di Stalin e sia spezzata la s,pirale del terrore, ,cl1e a questo .p,u,nto con.du,rrebbe i1 regime sovieti,co all'autodistruzio,ne. Stalin è stato interprete, fino a1 '34, ~ella -dittatura del p,artito; in seguito vi ha ,sovrap,posto la sua perso·nale ,dittatura, ,div-e·nu,ta folle. Il rappo,rto si ferma a metà: Chruscev no,n s,piega 1 per.ohé il terro,rismo dispotico, di Stalin poté preva}ere, quali cause og,gettive imp,ediro,no che la so,ci,età reagisse, quali rifor,me .del sistema co1 munista e garanzie istituzionali siano p-ecessarie. Non -disoute -se la -p·ote11z.accumulata -da Stalin sarebbe stata raggi,u,ngibilie, in breve tempo, se-nza la spietata disciplina dei primi pia,ni quinqu·e·nnali e i ca,mpi di lavoro fo·rzato; o se quella legge marziale avrebbe po,tuto dare frutti dive-rsi dal terrore. Vi,ene respinta la ditta,tura di un t1omo, ma ·co,nfermata quella del partito; respinta la pratica -del terrore indiscriminato, ma co·nfermato il divieto di costituire « frazio,ni » o tendenze diverse in discus·· sione fra loro. C'è solo· un mutuo impegno degli -eredi di Stalin a evitare nell'avvenire l'eliminazio·ne fisica delle rispettive p•erso11e. Il XX Co·ngresso· risente del ,rude empirirismo chrusc,eviano, che affro,nta alcune q,uestioni, altre ne rinvia e non avverte la necessità d'una coerenza oomplessiv.a dell'ideolo·gia: non più stalinismo, m,l nemmeno lib-eralizzazione del sistema. T'uttavia la re1 visio·ne scuo,te i russi an,cora fedeli al mito di Stalin. Il teriremoto p-olitico si est•e;nd,eai Paesi « satelliti ». In Poloni·a e in Ungheria, la 1destituzion-e dei veochi capi stalinisti è .seguita da tumu.lti popolari; le moltitt1dini varcano i limiti della revisione co1 n-oepita da Ch·ruscev in Russia. Nell',estate del 1956 i Po1a·cchi insorigo:no 1 per le vie -di Ponnan. In .autunno insorge l'Ungheria: op,erai, -co·ntadini, stUJdenti .danno -la -caocia .a•gli:agenti della polizia segreta dello ,stalinista Rakosi. Poi, col gover110 -di Imre Nagy, l'Ungh,eria è sul pu1 nto ,d'abb-andonare il b1o,cco· so,vieti,co, m.entre Chruscev è s,ul ,punto di veder ,crollare il siste 1 ma intro,dotto da Stalin nell'Europ 1 a orientale ,e già scosso ·nel '53 dai moti d,ella Germania co,munista. Mosca ·pren,de t,empo, mentre le correnti •co-ns,ervatrici imputano a c:hruscev un immin·ente -disastro•. Infine le divisioni co1 razzate sovietiche mavciano su BUJdap,est. J,mre Nagy sarà fucilato. All'interno dell'Urss, s'inizia il moto p•endolare del regime 13 B~blio·ecaginobianco

Alberto Ro11chey ch.rusc,eviano tra fasi di rila·ssamento, di tolle·ranza, ,dure ca1npagne di « vi1gilanza ». Nel giugno 1957 C'hriusc-ev rie·sc.e a·d ,elimin.are il gruppo co•nse·rvato·re di Molotov, Malenkov, Kagano,vic, Sepilo\', Saburov, P.ervukin. La fo,rtuna dei chruscevjani è· co.nso1idata dal primo sputnik, ch1e s.a,le in cielo• 11el settembre del '57. Lo sput11ik, significa anche p·ossibili tà di lan1ciare potenti missili balistici: tale forza •consentirà a Chruscev di rilpren1de:re il « dialo1 go· » co·n l'O1ccidente senza susicitarie aip·pre·n.sioni fra le tend·enze più cdiffidenti del partito. U.n altro elen1•e 1 nto· che raffo1rza il •chrusc•evismo è l'espansione economica ra,ggi11nta fratta-nto dal p·aes,e, ·che con-sente al XXI Congresso l'aippro•vazio,ne d'un 1 piano sett,ennale di « sfida pa,cifica » al mon.do occide 1 nta1e. Ma ta,le nuova p·o.liti 1 ca inco,nt 1ra l'o1p,posizione dei •comu,nisti ,ci:nesi. Mao Tse-tung nega •che il co1munisimo possa vin,cere mediante la « co,esistenza pa,ci,fi·ca », t,eme .l'empirismo chrusce·viano e la siua in,clin.azione verso g.li aoco·mo,d,amenti pratici. I contaJdini •cinesi lavorano fino .a 12 o·re al giorno, •CO·nuna razione n1edia ,di due ,ciotol,e di riso, e assistoino all,e sfide « per il b·en·essere » e « per la con1quista spaziale» che Ch·ruscev ha rivo.lto, a·g.li Stati Uniti. Otto 1un·ghe memo·rie, negli anni ·successivi, vengono diffuse dalla stam1 pa cinese co·ntro Ia politica di Ch1 rusc.ev, mentre il diverbio- tra partiti si tras.fo,rma in •Contro,versia tra Stati. Infine Ja Cina ,chi,ed.e ai sovietici l'·esp,u-lsione di Chruscev ··dal ·p•otere. I Russi rispondono nikogdà, n1ai: •eppure, più tardi, nell'ottobre del '64, Chrusc·e·v do,vrà ca,dere, a causa di co·nt,rad,dizioni interne della so,cietà sovietica fra ve·cohia « ·dittatur<:1, di piano » e nuovo corso eco·nomico, fra strutture di potere stalinia,n,e e .riforme parziali, m·entre· il ca,mpo comunista internazio:nale, o·:rmai tro,p1 po vasto, è 1diviso da •Co,n1dizio,nsitoriche e necessità remo·te fra lo,ro, in,governabile con ,lo,stile veem1ente •degli ukaz chrusc·eviani. Chruscev, ·co1 me leader di rottura, ha svo1to una funzione necessaria, ohe tuttavia l'ha reso vul,nerabile ·e ha 1posto· innumerevoli pro,blemi nuo·vi. In ,dieci anni ha sico-nvo.Ito l'ideo 1 lo,gia e la politica co,munista, o alm·eno vi è stato, in,do,tto dagli eventi 10 • ALl'interno del mondo russo, ha vio1 lato· la tradizion•e del Vozd, il ca·po carismatico, so.lenne e· temibile. È a questo punto •che il più ·c·ele·brecronista del cost11me sovi,etico, Ilja Eren b·urg, rico11da i,l passato• parago1 0 Cfr. E. CRANKSHAW, Khrushchev's Russia, London, 1960. Cfr. M. TAru, Le pouvoir en URSS, Pa~is, 1967. Cfr. Russia under Khrushchev, an Anto.logy fron1 « Problems of Communzsm », Edited by ABRAHAJVI BRUMBERG, New York, 1962. 14 Bibiiotecagino·bianco

I Il 111-ondosovietico clopo cinquant'anni nando se stesso ad un francese che avesse ricordato la Rivoluzione, il TeTro,re, Napo1e·one e il r,esto vi,re11do nel periodo, di Luigi F'ili,ppo, « la cui 1d1e·mocrazia consisteva nell'an·dare a s,passo con l'ombrello in mano, rispon 1 den-do agli in.chini dei suoi f ed·eli sud di ti » 11 • Passato ancl1e Chruscev, il Pantheon sovietico è ormai vuoto. Fra i n1embri .d,ei primi due Politbjurò, Rykov, Zinov'ev, Kamene\' e Krestinskij furono epurati e fu·cilati, Sokol'nik~ov e Bub·nov so.Jo ep·urati (quest'ultimo uscì dal lager a 72 anni), T'rockij fu ucciso da un agente di Stalin, Tomskij si uccise, Stalin fu a-ccusato post rnortem e la sua salma venne es·pu.lsa ne1 l '62 dal Ma,usoileo. E infine Chruscev 11o·nviene menzionato ufficialmente •dall'otto-bre '64. Resta so1o il culto di Lenin, fon,datore dello Stato Sovietico. Ma l'URSS d,egJi anni '60 è remota da qL1elJa del '17. Allora jl 76,5 per cento della po,polazione era analfab·eta, come l'In:dia ,dei nostri tempi, e il dato aiuta a spiegare 1 perché la rivoluzio•ne generò un governo ,d'autorità. Mezzo se1 co1o dopo, i11sorg,e il p·roblema di adattare le strutture politich.e ai tem.pi nuovi. Il Politbjurò della « media g,en-erazione » invecchia non meno delle strutture ·di potere, dello statuto di ,partito e delle leggi. Nessuno può dire ,che cosa vo,glia 1davvero l'ultima generazion,e so-vietica. E so,lo in ,piccola parte, ,probabilmente, l'URSS ,dei nostri giorni è quella che Lenin vo,leva nel '17. « Coloro che s'immaginano d'aver fatto una rivoluzione - fu Engels a dirlo - s'accorgono sempr,e all'indo,mani che non sapevano ciò •ohe volevano ·e che la rivo,luzione fatta non ha nul.Ja in comune con quella cl1e volevano fare ». A ,ci11quant'anni dal « Gran1de Ottobre », i,l risultato più sict1ro è la potenza raggit111ta a gran,di linee dalla società sovietica - in termini di acciaio, energia elettrica, petrolio, carbon 1e, ma·c·chine utensili, ,missilistica, aeronautica, ricerca scientifica, istruzio-ne di 1nassa - mentre è ,controverso che l'URSS sia davvero una società so1cialista e s'avvii verso il ,passaggio a1 l comunismo. I popoli -di tutte le Russie, cin,quant'anni fa, erano conta·dini. Se alilo1 ra il 18 per ,cento ,della gente viveva n-elle ,città e 1'82 pier cento nelle cam.pa·gne, o,ggi il 54 p,er cento vive nelle città e il 46 per cento n,elle cam·pagne. Allora il prodotto nazionale russo (se11 I. E,RENBURG, Ljudi, gody, zizn',. Moskva, 1960; ·trad. it. Uoniini, anni, vita, Editori Riuniti, Roma, 1961, p. 37. 15 Bibl_iotecag_inobianco

Alberto Ronchey condo le statistiche di Mosca) er.a pari al 13 per ·C·ento· di quello an1ericano,; o,ggi è pari al 62 per ·oento (secon·do· Mo·sca) o al 50 per cento (secondo l,e stime straniere) 1d•ell'attuale :p·rodotto lo·rdo americano. È sovietico il 20 .per cento ,della pr9duzione industriale del mo,ndo. La ,potenzialità .d.ell'URS.S è an·cora smisurata. D:alla Siberia alle regio·ni -d·e1Caspio, i so,vietici ·camminano su o,ceani sotterranei di p·etrolio. Nella Jakutia esistono miniere di rame ·a •cielo aperto, ancora s,enza una ferrovia per usarne. I fiu1 mi ·più velo,ci ,del mondo per volu:me d'a•c,qua al minuto - co1 me l'Angarà - sono· al s·e·rvizio dell'in-dustria idroelettri·ca russa. A·p,partengono· all'URSS i 1nassimi giacimenti ,di gas naturale, di minerali ferrosi e non ferrosi, di carbone. ·Questo è ii! p.a.ese delle f.eTtili « terre nere »; e qui sono bo-schi p,er 720 milio·ni di ettari. Q,uanto ·d·eve la potenza sovietica all'Im,pero lasciato dall'u1timo· « st,upi,do· Ro,manov »? Taili risorse, utilizzate secondo una scala ,di priorità, hanno dato il « miracolo russo ». E le riserve intellettuali 1dei popoli sovietici, anch'esse usate secondo un ordine ,di s,celt,e p·rioritarie, 1 hanno d,ato· in mezzo secolo la seconda civiltà tecnico-scientiifica del mon,do. L'URSS ha oggi 700 mila « lavoratori scientifici », contro 800 mila dell'America; ha la città spaziale ,di Baiko,nur, che co·ntinua a sfidare Ca,pe Kennedy; può costruire un telescopio che supera quello di Monte Palomar; ha grandi falansteri dedicati all'integrazione fra tutte le scienze, come la co,munità sib,eria11a ·di Akademgoro 1dok; ha i11 Serpuchov il più potente aoceleratore di .proto·ni del mondo, che raggiunge un'energia di 76 milia11di di elet~ro·nvolts. Tutto avviene qui su larga scala, sulla ba,se di risorse immense e di pubblici decreti che possono trasferire qualsiasi capitaiI.e da un investimento all'altro. « La storia - osservò Enge1s - è ·più cru,dele di tutte le d·ee, essa guida il suo carro trionfale s.u montagne rdi cadaveri »: dopo mezzo secolo 1di co·nvulsioni, nel '67 l'URSS ha pro,dotto 99 milio,ni di to·nnellate d'acciaio (1l'America 134), 545 miliardi di Kwh d'e11ergi,a (l'Am·erièa 1298), 265 milio·ni di tonne,Ilate ,di petrolio (l'America 404 ). Più che rivoluzione co,munista in senso p·rofon,do, l'es,perienza sovietica è stata finora - per i suoi risultati - l'ultimo ,capitolo della grande rivoluzione in,dustria.le ·dell'Occid,ente. Su taile svilup,po ha influito la ,dura tecni,ca 1d'accumulazione attraverso i piani -centralizzati, ma pure il fatto che l'URSS è il massimo serbatoio mo11diale di materie prime: il dato no,n va sottostimato dinanzi a e·sp,erienze fondate su basi ,diverse, co·me quel1a de1 comunismo cinese. 16 Bibiiotecagino·bianco

Il 1nondo sovietico dopo cinquant'anni Per docum,entare l'enorm.e ,potenzialità -dell'Im,pero rt1sso ,ereditato dai bo,lscevichi, basta ricordare che già a metà 1del secolo XVIII, do1 po Pietro il Grande, la Russia ,poté essere la massima pro:duttrice mondiale di ferro e rame 12 , mentre gli storici ,d·e1l'economia riferiscono che « il saggio medio annuaie di sviluppo della produzione industriale russ.a tra il 1885 e il 1889, e -poi tra il 1907 e i1l 1913, superò ·decisame·nte il saggio di sviluppo avutosi n·ello stesso periodo n.egli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Germania » 13 • Non po·chi analisti, come E1dward Crankshaw, concoridano sulla tesi che l'esperienza sovietica è stata un modo « idi inserir,e un p.aese a·gricolo ·estremamente arretrato in un seco.Jo in,dustrializzato come i1 l XX ». Il sistema è stato adottato e sviluppato dai Russi per i Russi, ed è possibile p,ensare che ·per i Russi sia stato· utile: « Ma non lo sarebb,e stato per nessun altro paese ». In quanto all'ideologia sovietica, essa può ·esser giudicata così: « Vi so·no 'pezzi ' - osserva il Crankshaw - della dottrina economica ·di Marx, della dia.Jettica di H,egel, dei riflessi con,dizionati ,di Pavlov, delle idee di Lenin riguardo all'imperialismo capitalista e ancor più riguardo al modo di ottenere il potere e di mantenerlo ( ...) Stalin vi apportò contributi interessanti, alcuni ·dei quali in aperta contra,ddizione con il pensiero di Lenin ... » 14 • Il revisionismo crusceviano e post-chrusceviano - o « moderno revisionismo », secondo ila formula usata in Cina per ,distinguere dai v,ecchi revisionisti co1 me Bernstein e Kautsky 15 - ha rielaborato e confuso ancora il magma dottrinario ·dei sovietici. A questo punto, ap,pare estremamente ardt10 prevedere in quale direzione .procederà il dop 1pio travaglio i,deologico e p1ratico del mo•n1do sovietico. Ci si ·do,manda se nascerà mai l'« uomo nuovo», l'hon10 sovieticus preannunciato al mondo. Se tale avvento fosse prossimo, la società pro·cederebbe sotto la sola spinta -dell'ideolo·gia comunista: e invece il ,dibattito di questi tempi ha per te1na la « riscoperta de1l'economia », la possibilità di far coincidere l'interesse privato col gen·erale interesse cl-ella società. Ci si 1domanda se sfid.are l'Oc·cidente neilla produzio11e non sia come ,portare samovar a Tula, citta dei samo,va1 r. È dubbio se i veri cred,enti nell'i,deologia 1possano ap,pa12 P. I. LJAscENKO, Istorija Narodnogo Chozjajstva SSSR, Moskva, 1947, p. 405.. 13 H. SCH\iVARTZ, Russia's Soviet Economy, New York, 1954; trad. it. L'economia dell'Unione Sovietica, La Nuova Italia, Firenze, 1957, pp. 67 e segg. 14 E. CRANKSHAW, Khrushchev's Russia, Lo11don, 1960; trad. it. La Russia di Krusciov, Lerici, Milano, 1960, pp. 210-212. 15 Léninisme et Révisionisme moderne, Editions en language étrangères, Pekin, 1963, p. 16 17 B~blio·ecaginobianco

Alberto Ronchey garsi .cl.egli slogans esposti nei gran,di ·ma.g.azzini so-vietici, accanto ai nuovi b-eni di co·nsumo dure·voli: Vpered k Kommunizmu! ( « Avanti ve·rso il co,munismo! »). *** Quali so.no le basi -effettive •del neo-revisionismo? L'URSS -non è più « a,ccerchiat,a » .dal capitalismo· co,me nell'era di Stalin, l'in,dustriailizzazione a ta·ppe forzate è compiuta. Dopo Stalin e il dec-ennio, del Chruscev coraggioso e co-llerico, generoso e temerario, ha gov-ernato una « trojka d'ingegneri »; e talvolta il Premier Kosygin ha parlato ,al ·popolo· •Co 1 me un Board Chairman agli azionisti ,d'America. Le moltitudini, già so,praffatte da lunghe tragedie e da atte-se utopiche, aspirano alla quiete e al benessere: questo è il primo fo,ndamento· del revisio,nis.mo. Se è egoismo, ansia di co·nsumi, spirito conservatore ,dello status quo nel mon,do, sarà difficile co-ndannare il p,o,polo russo. Intorno a ciò che sia felicità c'è dis,co-rdia, come osservò Aristotele n-el,l'Etica Nicomachea: per chi vive della .politica la felicità è negli onori, per i filoso,fi è nella sapienza, p•er le masse è nel b·enesse~e materiale. Così è stato- ·dal IV secolo a. C., ·così è: n•es-sun gran-de spirito· rivoluzionario ha · saputo ancoria trasformare le masse in popolo ·di filoso,fi. Un'altra base del revisio,nismo è ,do·vuta alle· n-e·cessità ,della tecnica econo·mica. È passato il tem:po in -cui l'aooumulazione sovietica poteva esser.e 1definita - co·me disse l'econo-mista russoameri,cano Vassily Leontieff - un input-input' system, ossia u·n input senza output, un « metter dentro» ·capitali (nell'industria di base) senza estrarr.e a sufficienza per i consumi. Do1 p·o l'enorm-e e tragico sviluppo industriale, ·che scosse ,dal fondo la Russia lapotnaja, quella -dei calzari co,nta-dini in scorza ,di tiglio· intrecciata, ora il mondo sovietico è a una svolta. La pianificazio,ne staliniana, che d-eterminò anche quel,la post-staliniana, era sem·plice e 1d'urto·: bastava ·CO·nce-ntrare le risorse in un ristretto, numero di settori prioritari, -com.e l'in1dustria pesante. La legge marziale del regime. ten,deva alla potenza economica e militare immediata, non alla civiltà econo·mica articolata. Ma do,p,o la p·otenza, p-er la stessa ,dimensione raggiunta attraverso un usoj rude ,e impetuoso- ,del,le risorse, si po·ngo·no all'URSS problemi ·co,mplessi e ,del tutto· nuo-vi. La command economy, la pianificazione rigid.a dall'ago al reatto·re, è impraticabile in una so,cietà complessa, -ch·e non si limiti ad accumulare a tap•pe forzate. Seco-n,do il detto dell'acca·de·mico· Nemcinov, 18 Bibliotecaginobianco

I Il mondo sovietico dopo cinquant'anni taile pianificazio·ne raggiunse già negli anni Cir1qu.anta « l'a.utomatismo· irrigidito •dei processi caotici ». L'acc·ademico Dorodnicy11 calco1 lò ·cinque anni fa che solo nel camp·o delle macchine utensili si fabbricavano già 125 mila tipi ·di pro·dotti, e ,ohe il compito di pianificare l'industria era divenuto 1600 volte piì.1 difficile rispetto al 1928 16 • Q·uanto è ,difficile o,ggi? La pianificazione ·dis,potica può accumulare p·etro1io, acciaio, •centrali elettriche. Ma come pianificare ,davvero la complessa merceologia moderna rivolta al co·nsumo? Come prevedere le scelte del consumo senza un corretto sistema di p1 rezzi? Se fosse pure possibile ri,durre i problemi dell'intera economia in termini di pro,grammazion·e matematica, calcolando numerosi quintilioni di « relazioni re·cipro·che » con •de·cine di migliaia di computers elettronici, l'arbitrario sistema dei prezzi fissati per ukaz in,durrebb,e i computers in errore p·er l'inatten,dibilità dei dati ,di base. Si affronta appena ora l'analisi ,dei co1 sti :per correggere la tendenza alla « diminuzione del pro,dotto p•er ogni rublo investito ». La qu.alità delle merci, ossia il lo1ro effettivo « valore ·d'uso », è bassa a ·causa della norma puramente quantitativa che ha regolato la ,dittatura di piano: quella ,del val, l'entità glo.bale ,del pro1 dotto. Sotto la pression·e revisionista s'è a.ppena ap·erta l'era del pribyl', il profitto ancorché socialista, che subentra a queLla ,del val. È in atto un principio di riforma, che ten:de a istituire l'indice ,di profitto quale metro di stima sulla pro·d.uzione industriale. Prima il piano dov·eva essere applicato « ad ogni co,sto· », o·ggi va ap,p1icato « al minimo costo ». Un simile processo, una volta incominciato, dovrà continuare: esso co,mporta l'autonomia delle imprese o un principio di me~cato. La disputa sulla « riscoperta dell'econo 1 mia » si estende fra matematici e aziendalisti, tec1101o,gi e divulgato·ri, e può condurre lontano. La Russia di Kantorovic e Trapeznikov, Fedorenko e Novozilov, Kronrod e Byrman, Lib·erma11 e Aganbegjan, è raccolta su se stessa, per ammodernare la vecc·hia « •dittatura di piano »: il dinosauro, seco·ndo gli economisti occidentali, che .dovrà trasformarsi o p·erire. E anche nell'URSS il calco,lo cibernetico incomincia a essere ap1 plicato all'economia: il responso del c·ervello elettronico, quando entra in conflitto con un ,postulato ideolo,gico, non può essere facil1n·ente liqui,dato come un'opinine. Basta dimostrare che i ,dati di base erano esatti e ohe il problema in esa.me •era ben impostato dal punto di vista matematico: il computer adotta una logica oggettiva lontana dal volontarismo, anch'•esso è « revisionista ». 16 / zvesti ja, · 15 maggio 1963. 19 Bi_blio·ecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==