La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 47 - 26 novembre 1961

Domenica 26 novembre 1961 L A F' I F, R A r F T T F H ~ •. I A Pag. 3 ------------------------------------ ----------------------------- IL dramma oli Ernesto Buonaiuti * Incontro con l'eresia , ·7' J.,_ \ * D EBITORE come sono. di Dio e del mio pros– simo più spiritualmen– te a me più prossimo. ser– bo un senso tutto partico– colare di riconoscenza per Ernesto Buonaiutl che. in un momento di grave tra– vaglio. ml dette modo. a traverso intensi e frequen– ti scambi di Idee e di con– fidenze. di vedere più chia– ro in me. rendendo più ag-evoli le "tappe., del mio itiner.irio verso la chiesa. Non che egli Immaginas– se. come compresi in ~l!– gulto. un mio ritorno in– condizionato all'ovile: ma spiritualmente trnvngliato anche lui non poteva non non considerare con Inie· resse la tumull1.1osr1 rer– mentazione delle mie ri– cerche rellgio~c. Sembra– vamo entrambi accesi dt+ lo stesso fervore. delle stes– se ansietà e delle stesse certezze nel regno di Cri· sto: benchè provenienti da opposte attività e discipli– ne. cl sentivamo militi di una fede che ha per gau– dioso epilogo la immor– talità: lui dotto e docente {e già scomunicato). ma– cerato da vicende cd espe· rìenze laboriose e dram– matiche; io poeta inquieto e combattuto. oscll1ante tra un pag:mesimo metafr::ico e un cristianesimo orfico. e impigliato. per giunta. in problemi di forma e di contenuto. di etica e di estetica sia sul piano del· la Cultura che su quello dei valori poelici puri... La mia crisi di poeta era com– plessa. non meno. mi sem– brava. di quella di Bonalu– ti saçerdote: ma mi senti– vo deciso e sicuro di ri– solverla. per quanto la pre– potenza cosmica di Pan e di altrL.. miti similari a.vesse il più spesso ragio– ne della potenza spirituale della lUC't"cristiana ... ,li GEHOLA.110 CO.li I NPl 1933 un poro pri· m;i di Pasqua. mi ritenni maturo per Il ritorno alla chiesa e il mio primo pen– siero fu di dame notizia a Buonaluti. al quale chiesi l 'lndirl1.zo di un padre spi– r ituale. N on ho dimentica– to Il nostro colloquio nel suo studio in Vii'! Albero– ni: l'amico ascoltò com– mosso e. trepidante la re– lazione de.Ha mia vicenda 5pirituale conclusasi con lo ,=traordlnarlo evento di una conversione maturata sen· za suggestioni e senza pres– sioni che non rosrero di ordine schiettamente inte– riore e personale. Gli ulti· mi dubbi circa il sacra– mento della confessione furono sciolti e risolti. co– me per incanto. dopo me- dilazioni laboriose dalle parole di S. Paolo: « Cor– de creditur ad justitiam. ore autem fit confessio ad salutem n. Fra ansioso e Imbaraz– zato. e con le palesi spe· ranze che la mia risposta fosse quella che egli se· gretamente auspicava. Buo– naiuti osò chiedermi. fini· to che ebbi di parl are. sc il mio ritorno, on.ti la. mia adesione al c attoli ce.shno /oue proprio s<'nro ri!er· ve ... Il mio viso non riu– sci a dissimulare una e· spressione d'intensa sor– presa. e quasi di smarri– mento. poichè non conce– pivo che un sacerdote. sia pure eretico e scomunica· to. ma della statura e 'del– l'onestà di Buonaiuti. po· tesse immaginare un;a con– versione al cattolicesimo (cioè un ritorno alla chie– s.l.). che non Cosse integra– le totale... Per quanto la mia preparazione spiritua· le e teologica e la mia fa– miliarità con la liturgia fossero delle più modeste e. comunque. neanche lon– tanamente paragonabili a quelle di Buonaiuti. sen– tii. con una specie dì or– goglio puerile. e me ne compiacqui. che avevo a!:– similato con intelligenza e con frutto il midollo delle opere dei sommi padri e maestri della chiesa. Fu il mio turno di osare rispondere a Buonaiutl che la sua domanda mi sor– prendeva: <'( Come puoi. proprio tu. esclamai. che conosci molto meglio di me la storia del cristiane– simo della chiesa e la agio– grafia. i testi sacri e la storia delle conversioni. a iniziare da quella illumi· nante fra tutte, e per tutti. di San Paolo. rivolge1mi una domanda del genere? )Jel « mio piccolo ,1, ag– giunsi. ma illuminato dai "grandi 1), non vedo che un modo (anche se costi caro e se comporti rinun– cie gravi) di essere catto– lici: quello di aderire sen– za riserve di sorta all,1, chiesa romana n. Per quanto paradossale. io oscuro neofita. ma arso di verace spirito di umil· tà. mi sentii improvvisa– mente in uno stato d'Im– barazzante superiorità spi· rituale nella mia veste di semplice fedele. davanti a un eretico (sia pure di pri– ma grandezza) palesemen· te contrariato dalla mia Osvaldo Ramous Anche questo è Firenze ANCHE questo è Firenze: Posteria d'Oltrarno fumida. con odor di feg11.telli. E al bambino che fri,gno1a: e Su.' buono. porterà anche a noi •· . A meuanotte. ieri. sotto i portici. si discuteva dell'Onnipossente. del libero arbiU'io e del destmo d'Europa. Ed un nottambulo che acc-a.reua,va con cw-a piuo e ba!fetti. diceva: e Belve siamo e non gente•· e ave,•a gli occhi umidi e luminosi. L'aria nuova gk.mgeva, ch!sS.8. forse dall'india. dalla Cina. dalle steppe della Siberia; ma qui era doke e tenera e familiare. E c'era ancora l'acqua sulle t;trade versata giù dalle nuvole oceanine con garbo. Le stelle dopo l'acquata qui si ritrovarono sopra èase e colline a distanza d'ann'i. di decenni e millenni. di abissi immen5U:-ab1li di tempo, e lucevano come ne-Ila n~tte di Betlemme. La ragazza della pasticce,ia rincasa canticchiando. Per lei. certo. i! Magnifico farebbe con letizia il p;robere a Sanremo. Dalle vetrate della Galleria degli UCfizi ho riscoperto \a visione di un colle che il sole sembrava destare da memorie di secoli. ti biancore dei torsi pagani s'inçupi\'a .. al cosPetto di lan~a casl1ta. L'aurora m'ha chl.;.mato quest'oggi con la voce dei marmi. Le pìetre cantano in coro più sonore del bronzo delle campane. Anche questo è Firenze· il il0rna.ia10 nell'ombra del suo chiosCQ, incorn1ci2to da uria Cesta ài C3rta. Il l2nto fiume che scivola melmo~o. delle rapièe stanco e dei gorghi montani. E qui l'animo che. come ìe stelle. riunisce i liii dispersi del lempo, vede alabarde netle logge. oòe liuti risonare nella notte e le we pene 11cioglie sull'altare rH Sant.i Croce. adesione incondizionata al· la chiesa ... Le mie facoltà critiche iniziarono ad acuir– si e lo capii che la tede di Bunaiuti era la fede di un orgoglioso abitato dai (so– liti) tristi lumi di una cul– tura (pseudo-sapienza lai– ca) che in un ecclesiastico ricco di ingegno. non può sfociare che nella eresia ... Ml sembrò di compren· dere la gravità e. sotto un certo aspetto la banalità. del dramma di Buonaluti 1 e come, decisamente. egli non dovesse e non potesse (volere) più far parte del– la chiesa. Ma di questa scoperta non potevo certo compia– cermi. io che avevo osato sperare di averlo compa– gno nella ortodossia come lo avevo avuto nella ete– rodossia ... Ml congedai da lui. che aveva gli occhi pieni ·di lacrime. con un senso di strano disagio e di estrema amarezza. Dalla mia dimora di campagna. da Lucugnano, qualche mese più tardi ri– pensai .. a lungo all'amico che mi ostinavo a consi– derare sempre un Maestro. Lo rivedevo nella sua in– tensa attività di studioso, di docente e di invasato. Ripensavo in modo parti· colare alla conoscenza sba– lorditiva che aveva dei Testi sacri. al suo culto per San Paolo. (Conservo Il suo libro: « Il Messag– gio di Paolo )1 con una de– dica delle più lusinghiere per un poeta ...). Non mi capacitavo. che con la sua dottrina e la profonda co– noscenza che a,·eva dei poveri cristiani e dei dram· mi e dei traumi e dei ca– taclismi morali. spirituali dell'uomo. della società e del clero. egli potesse non sentire la nostalgia (e la necessità) della Casa avi– ta. come lui stesso la chia– mava: la Chiesa ... Non resistetti alla tenta– zione di scrivergli, espri– mendogli il mio accora– mento per la sua ostina- ., zione nel mantenere una posizione di • r,belle », ad onta della umiltà di cui si diceva abitato. Lo esorta– vo. con tutto il generoso fervore di cui un conver· rito (poeta per giunta ..) è capace. ad approfondire lo spirito della Parola del– l'Apostolo. lui che ne co– nosceva a memoria (e in greco) le lettere e la let– tera. Non ho conservato copia del mio loglio. ma ho ritrovato le parole di Buonaiuti in risposta alle mie. Eccone Il testo inte– grale: 1c Roma 9·1-1934. Fratello carissimo, ho ltm– gamentc e pro/011dame111e meditato sulle tue parole e, piit ampiamente, stil tuo ento spritunle. Ln meditn– zionc è stata cd è propor– zionata. allo stima venera· banda che nutro per la tua anima ricca e per le voci di Dio che lo conducono. Ho macerato. in par1ico· lare, dentro di me le pa· role che mi hai detto qui nel mio swdio StL quel che dovrebbe essere l'epilogo risolttlivo del mio arduo. insonne e tormentato pel· legrinoggio fuori dello co– sa avita. Ma la mia me· dii.azione mi corrobo sul mio drammatico ma inde– clinabile proposito: ser-vire In grande realtà della Chiesa. da esule e do pro– scritto al cospetto della vi· sibile. gerarcliio Chiesa. Non .,o quello che vorrà da me Il Padre nell'avve– nire. Oggi il mio dovere è ai ,icuro dl ogni pouibi– ie diacuuione. Soprattutto perché non è, il ,ouoatar– vi, materia di appagamen– to e di compiacimenro al– l'orgoglio o alla ragione. E' tremendo e continuo strazio di ogni istante e di. ogni ge.,to. Questo, si, ti prego di vederlo cori ani· ma cri.stiano. Dio ti bene– dico e ti conduca. Sono co!Ì varie. ricche, impre· viste, paradossali le sue vie. E. Buonaiuti ,,. Può darsi - mi dissi dopo aver lello questa let– tera - che le vie del Pa· dre siano anche parados– sali: ma non vedevo (io che avevo avuto per tanti anni. fino ai più grandi eccessi. il culto del para· dosso in tutti I piani e in tutte le direzioni) perché queste vie dovessero esse– re anche quelle della Chie– sa. della quale l'apparato gerarchico - che distur– bava tanto il mio amico, - mi sembrava largamen– te giustificato e reso ne– cessario sia dalla tradizio– ne storica che spirituale del Cristianesimo cattolico. Mi rendevo conto che la Chiesa - come tale - aveva sl. il dovere di re– cuperare con ogni mezzo la pecora smarrila (e una pecora di tal valore ...). e non ignoravo che a que– sto dovere la Chiesa non si era sottratta; ma non vedevo perché dovesse riaccoglierla nel suo seno accettando condizioni di resa assurde - più che paradossali -. che non avrebbero potuto non sor– prendere e meravigliare il mondo cattolico. ì\1i parve evidente. lam– pante. che - una volta di più - la eresia fosse !rutto diretto dell'orgoglio. ad onta di certe apparen– ze; e niente di più ... Rifleitendocl, e riandan– do ai 11ostri colloqui ro– mani e alle riunioni che Buonaiuti teneva in casa sua. e nei salotti detti « In· tellettuali » di ogni cate• goria e colore. credetti di ravvisare nell'ammirazione inconditionara, (e quasi fa .. natica. di una legione di mistici generici delle più varie tendenze e prove– nienze). per la sua intel– ligem:a. per la sua elo– quenza e per la sua eru– dizione.· una delle cause ispiratrici del suo irrigidi– mento su posizioni che la Chiesa non poteva che condannare. Compresi pian piano che. sensibile agli omaggi e alle testimonian– ze di cieco entusiasmo per la sua personalità, - sia da parte degli eterodossi di ogni specie. sia da par– te di una turba Cazlosa di laiel agnMtlel. i qUali in Bonaiuti celebravano più il ribelle di genio perse– guitato. che non amassero il cristiano generoso. - egli non si rese conto. ad onta della sua intelligen– za e della sua esperienza di psicologo e di sacerdote. che la Chiesa gerarchico non è meno necessaria del– l'altra. e che - comunque - insidiare e intaccare la e!licienza della sua dogma– tica e del suo mag'istero equivaleva a dissaldarsi dal ceppo del Cristiane– simo cattolico. non solo di oggi. ma da quello pri– mi1ivo: che è quello stesso dell'Apostolo Paolo parti– colarmente approfondito dal Buonaiuti. Ecco dunque fl peccato e Il dramma insiemi:' di Buonaiutl: che sacerdote dotto e Illuminato in par· tenza da una fede ricca più che di cultura e di sa– pienza. di una orgogliosa erudizione. si sia lasciato indurre in tentazione e travolgere. tra l'altro. - come già fu per Lutero - da una arbitrarla inter– pretazione di alcuni passi di San Paolo: lino al pun– to da demolire e non ri– conoscere la validità e la necessità del magistero della Chiesa gerarchica. Cosi il suo atteggiamen– to rese nulle· ie grazie ri– cevute sia dalla grandez– za di Paolo. suo primo e sommo Maestro. sia da quella di S. Agostino del quale non mi pare inop– portuno di riportare. dedi– candole. non solo alla me· moria di Buonaiuti scom· parso. ma anche all'atten– zione di non pochi cat· tolici eterodossi. le illumi– nanti parole: « O Signore. io non crederei neppure al tuo Vangelo se non mi muovesse l"Autorità della Chiesa>,. (l, ~ ~ )' ,,. <V 'v J ;: PABLO PICASSO: • La lccturc • (Galleria • La Nuova Pesa• - Roma) RJMl!-TTJAMOCI AL LA VORU CON LENA E CON FIDUCIA * Le benemerenze d ll'"Enciclope italian U N PO' a)la chetichella - come e sempre stato nel suo stile, divenuto oggi piu discreto che mai e quasi schh'o, se non rinun– ziatario, per poco che si me1- 1a a confronto con quello ben altrimenti sfacciato di tante e nciclopediuccc da stra– pa1.zo -, l'Istituto ·della E11- ~~~p i1d~ri~~ia/~°.~\ 3 J'ct\b~~; volumi della sua terza Ap– pendice. Ed è pubblicazio– ne che, sea:nando l'e!)lrcmo aggiornamento e quindi an– che l'esaurimento dell'opera, non può essere lasciata pas– sare sotto silenzio, come in– \'CCe bisognerebbe fare, tutti d'accordo, perdinci, con cer– ti rqmanzetti e con certe poesiucolc i n d u b biamcnte non mcrite,oli di alcuno strombazzo. Questa terza sarb. dunque l'ultima Ap~ndice, poich6 da parte dell'Jstlluto si ritiene di non poter ·continuare a pro– seguirla. E per cen.iorarc il ri1"0posito ci si basa sulle ci- ~it ib~~;u~~i~-~agli 0 oèa~rc~;~ gionamento. Né fa eccezione il caso della Enciclopedia italiana. Dal 1929 al 1936: trentacinque volumi con trcn- ~~~inifi~~~~~o, P;tn~n~i d~cf1~~ dici. Nel 1937, la p1;ma ap- fac~~~~ent è't~cli~i)~c~o: 9 ::~ lativo indice; nel 1961, la tc17.a (2 volumi). anch'essa col relativo indice. Inoltre, nel 1949, per sop~rirc alle richieste c'era stata la ri– stampa fotolitica dell'intero corpus, il cui ,·olumc degli indici era compren~i\'O di tutti i trcntotlo ,·olumi di lesto. Sicché, con una ,cndi– ta quale può senza sfono e senza spreco presumersi che debba assommare ad alcune decine di migliaia di copie (tutta,·ia aumcntabilissime, rinnovando i criteri di lan– cio e di diffusione e di \'Cn– dita; senza però lasciarsi mi– nimamen1e tentare dall'idea degradante di un'eventuale smercio a dispense). l'Enci– clopedia non dO\'TCbbe e!,SC.– rc ormai 1roppo lontana dal– l'avere ripagato le spese d'im– pianto e di funzionamento dell'Istituto. Fondalo da Gio,·anni Trcc– cani; dire110 via via da Gio– vanni Gentile, da Gaciano De Sanctis, da Aldo Ferra- * cli E11 1 RICO FALQIJI Fu Gentile. nel 1929. sulla !-Oglia della Enciclopedia rta· liana, ad anertire che • la storia, in \Crità, :.Ugierisca il metodo della trattazione che si com-iene a una enci– clopedia: la storia con la sua ~' rana potenza conciliatrice delle pili contrastanti e,-,iizen- 1c dello spiri10 e degli 3.:!rtflC\ ti pili di,er.,i del \ero. Ogni concetlo o istituto, ogni re– ligione o dottrina, ogni mito o teoria. ogni popolo o ,;;chiatta esiste e ,·h"e nella bino; e azionato da un co– mitato tecnico e da un uf– ficio rcda1ionalc di cui han– no fn110 parte allh•a, con a capo U mberto Bosco, gli spe– cialh.ti più esperti nelle di– ' erse d iscipline e più indi– pendenti, l'lstlluto non può ritenere di a, 1 erc ricavato in pieno dall'opera tutto quanio era in sua fo'C:oltà,cos\ dal lato cdi1orialc come dal lato culturale. Difatti. dal 1955al 1961, esso ha anche prowc– duto, con lo stesso corpo re– dazionale, alla compilazione e alla stampa dei dodici l,lros<;i\'Olumi del Dizfonario enciclopedico italiano; non– ché, dal 1958, con altro per– ~onale, dei primi tre volumi illust rati dcli' Enciclopedia de.lf' arte antica classica e. orien tale; e dal 1960, con differente personale, dei pri– mi due , olumi del Dizionario biografico degli Italiani. E ci cOn:!rttache è in proa:ramma ~~,ia~// 0 r~:N'm~~!la ricZ:.!,~~,i~ le da quello enciclopedico. Ma non basta, non può ba– stare. L'Istituto è lontano dall'a,·ere esaurito il pro– ~rio compito, rispcllo alla q:ti1i'oruetf~al~. nome della Se Stefano La Colla, ben informalo e minuzioso esten– sore della \'OCC e cnciclope- ~l~a ·cxn11 1 ::En9i3!9f{t 0 8\~~::~ proseguito anche nella 1crza l'aggiornamento ini1.iato nel· la prima Appendice, noi di– sporremmo adesso di più re– centi dati per rispondere che, all'estero, le più ampie pub– blicazioni enciclopediche pro– seguono imperterrite nell'au– mentare il numero già. con– sidere\'Olc delle proprie edi– zioni, arricchendole con sup– plementi che, come nel caso ~J~~~ s~~):~°Jrri~t~°ra :~~~~= li, oppure con appendici che, come nel caso della Enci– clovecjia 1miversa/ e11ropeo– a111cncana, oltrepassano i IO volumi, mentre in Frane– eia il IAroussc du XX me ~~c~~di;~a i~,o~~ 3 ss~ 0 ~W.~!ic~~: c/opédic (rm,çaise. tc~e 1 ~1~~• n ~ 11 ia'11a 11 ~~o i~?~ consentita alcuna ulteriore intc~razione dcll'Encic/opcd,a lla/ìm,a, ci si de\'e adesso p_reoccupare della sorte, os– sia della salvaguardia. del suo provetfo corpo redazio· nalc, Quantunque già ridotto fortemente. di numero, esso è sempre m (!:rado di richia– n,1art; e dj ncostituire e di nat11varc intorno a sé tutta quella maggiore schiera di stud!osi, necessaria per ga– rantire la degna continua– zione di una simile opera colleuh•a. Sarebbe un erro– re e un danno lasciare che 1atc schiera finisse col di– sperdersi. Il suo compito c. enciclopedico• non è ul- 11mato. Ultimato è. se mai il com– pito di un'Enciclopédia che tra ristampa e appendici si lrova in circolazione da una trentina d'anni. E trent'anni della :!rtpeciedegli ultimi val· gono cen1inaia e centinaia dei precedenti, per il nume– ro. e J?e,r .il tipo dei progressi sc1c:n.t1f1c1 e dei mutamen1i P!)lltic1 che si ·sono tirati d!elro .e ch_c, per essere re– i1stra11 cd illustrali a dovere m una enciclopedia come la nostra, esigono e \'OCi,. del tu110 nuove. I rammoderna– mcnii son,o onnai troppo in– JlOmbran11, sinnie la loro importanza; e per renderse– ne edotti occorre consultare n~n uno ma numerosi volu- :;1~d~~:.'~~gpil~~a~~ 3 ~1.le p~; nnt:acc1are gli autori baste• dtci 1 dcll! ~i~~:~1 1 ~:reror~tt~~; ( 1952) e della terza Appen– dice (1961). Chi c'è? Chi non c'è? statalo che, da un'appendice all'altra, han fano in tempo ad essen. i compresi, come in ~~~iric1 ~P~l~~·or\'.'3 lifti10:l'rié critici, anglisli e gennanisti, greciMi e latinisli, musicolo– gi e archeologi, per i quali non c'era siato posto in pre– cedenza. O forse se lo sono guadagnalo ~oltanto nell'ul– timo decennio? Anche gli anziani? Anche i canuti? Fat– to sia che, insieme con essi, ~ono stati ugualmen1c accol– ti molli scri11ori per J'innan- 1i esclusi o rimasti o lasciali fuori: dalla Banti al Loria, dal Betocchi al De Libero e al Luzi. Cosl pure I loro cri– lici più vicini: dal Bo al Dcbenedcui,. dal Bocelli al sottoscritto. E i colleghi giornalisti: dall'Articri al Lupinacci. E gli artisti ami– ci: da Afro a Capogrossi, da Gentilini a Consagra. E per– fino un • \'OCiano,. della più bcll'acqua: Cesare Angelini: quantunque dcll'87. E, Ira gli stranieri, addirit1ura un Brecht del '98 e un Lukàcs dell'85. (In compenso non si è frappo~to indugio nell'ap– prontare e recingere di fiori una nicchietta a testa per la Lollobrigida del 1927 e per la Loren del 1934. Forse per– ché dh·inità. di un'effimera costellazione che \ a colta a volo, prima che dilegui e sparisca). l'i~~~~fo~~n Jli ~~~otis~~;~! per rimediare ad un ritardo o ad una dimenticanza, non cosl con le innovazioni 5cicn- 1ifiche e con i cambiamcnii politici. Qui si accerta che l'idea e la coscienza stessa di una complessa opera cul– turale quale è un'enciclope– dia sul tipo della nostra, nel 1961 non corrispondono più a quelle ,;genti nel 1925, allorché fu dato avno al la– \'Oro. e Un'enciclopedia è infatti la espressione del pensiero di un popolo e di un'epoca; e propriamente degli ele– menti positivi. ,;tali ed at– tivi di questo pensiero. Il quale evidentemente non consta di tutte le idee di tut– ti gl'individui, dotti e indot– ti, consapevoli e ignari degli ideali della nazione a cui itdi:~~r~:~~en~e a c~~~i~~~t ma Si raccoglie in sistema dalle menti che diriaooo e perciò rappreseotano tulli ...•. Difat1i, iià nelle Appendi– ci sono state messe in chia– ro, senza angustia e <.en1a intolleranza, le differenze di pensiero manifestatesi nel passaggio da un periodo al– l'altro e tali da richiedere una trattazione d.h-ersamcntc orientata. li che, per ragioni scientifiche e cullurali. oltre che tecniche e morali, non può, ollre un certo limite, essere convenientemente con– seguito solo a forza di ag– giornamenti. E" allora? C'è da doman– darsi se non sia arrivato il momento, da parte della pre– sidenza dello stesso Istituto, di mettere in programma una Nuova enciclopedia ita– liana. L'unità inrncata nella pre– fazione del 1929 e raga:iunta :l!lo~ con solidale ii:npegno s1 discosta sempre più dal– l'e,entuaJe unità di adc<.so. Col clima, è cambiato lo spi– rito, e non certo in senso aggressh·o. Ma il nuovo spi– ri10 ~s~tta d! rispecchiarsi, con mllma nspondenza in un'adeguata nuo,·a enciclo– pedia, secondo una ritrornta concordia di sentimemi e di intenti. ~~ae~t~t:ti/~\nil~~P~~aE 0 n~fi; storia si spezza ogni dom– malismo, e l'animo si umilia insieme e si esalta apren– dosi ali.a , isi~ne dei grandi ori1.zont1 in cui ogni fatto ha le sue cause e ogni verit3 il suo \'alore; onde l'uomo <.i 5poglia d'oifTli vana superbia ed egoistica presunzione, imparando a riconoscere con religioso rispe110 l'infiniro potere che è in lui e ch'e pur lo trascende•· Ebbene. non sarà la s1es– ~a allora .invocata • i_rande ~r:}ipa:;:,~li~\ d;t11Ìas~h~a.n~~ abbia la sua ra~on d'esse– re•, non sarà essa, debita– mente esaminata nei suoi 5ignifìcati e nei suoi valori reali, a do,·er fare anche og– gi da guida in una A'uo\'4 enciclopedia italiana? E qua– si a modo di laYoro prepa– ratorio non si potrebbe in– tanio rica, are dalle qua– rantamila pagine dei prece– denti quaranta \'Olumi alcu– ne enciclopedie panicolati, utilizzando il materiale già raccolto e in1egrandolo e riordinandolo col nuo,·o? Un'enciclopedia le11eraria unl\ersale. ad esempio, sa– rebbe utilissima. E non ~ che uno dei tanti esempi citabili: uno dei tanti im;ri a rimeuersi al la,·oro di buona lena e con fiducia. LA FIERA LETTERARI nel 1962 * lillPORT.4.\'TE « LA FTERA LETTERARIA» SARA' UBITO E GRATlIT– TAME 'TE SPEDITA A COLORO CHE ,.ERSERANt·o L'INTERO L\IPORTO DI ABBOKA:.\IE:\'TO PER IL 1962. C01l'IUZIO,H DI ABBO.l'rl.1IE1l·To ABBONAMEI\TTO annuale ABBONAMENTO annuale con pagam~nt~ se~c~traÌe ABBONAMENTO annuale con pagamento trimestrale EST E R O - annuale . 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