la Fiera Letteraria - XIII - n. 43 - 26 ottobre 1958

Pag. 4 Una poesia diArc~ngeli (Continua da pag. 3) a 5epaTarsi per poi ricongiungersi e volare affiancate, in'distin~ibUi ... La Forcel!la, una oroce appena eretta, i rrocdonl e dantesdù •, U canalone livido di ombra astrale, ~e ifolate di nebbia ohe, in masse inesauribili, da·11a gola puntarvano 6U noi, sui nostri volti fasciati di gelo, sfidanti quel nemico :inaffe~btle ... Ma dlJ.rombo tenace deLla telecabina diceva caiJ.mo ardimento, ireggeva le tue parole, nel vento, eccitate di rneravi-gilia aS<:endente, di calcoli di distanze, di altezze, in brevi slanci Dopo, l'anima !fu 1:ibera e nuda wu·aspro paradiso del Orista'llo. E' notte, e Jà non av.rranno iplù voce neppure le acque flottantl inuenti da <\ma base di rocce; loquaci ilari ... nella breve vacanza dello sgelo diuirno, .8 -far compagnia lleUa discesa, a 111.Jngo, prima di iperderne a 'eco ... Forse non .:1:v,ràvoce neanche quella ohe, da un abisso, saliva fino a noi aippena percepibile, come da un suo segreto; laggiù, certo, .possente, ma rrron s'intese dove, animata di certo ma l'occhio non scongeva, altro '18.ggiù, che linee e forme immoibili... E' notte, e può angosciare, ora, il pensiero di quelJa voce senza testimoni irriimediabilmente in fondo al baratro; un filo d'ansia nella veglia umana, per qualche oosa ohe non seppe .ghmgere aò esser tutta nostra, e che inte..rogammo con inquieta domarrda in un'ora felice ... E' notte, e là, dove tanto indugiammo, pure nell'i:ntewalio che ci estrania al l'llogo, dietro tanto tempo e spazio, ho pensato a un possibile ritorno di noi, come di ombre, dove amammo; e, per estrema immagine, che scesa fosse tenebra eterna, e tutto fosse spento. I uce forme colati ,gesti ed atti che furono ila vit.a dn iun cidlo compi'llto; poi ho atteso che dal ;fondo sma1mito, dove, senza ,perchè, rprecipltano sassi non -si sa da ohe smossi, fira Je rocce e h: nevi, isi muovessero dile voci in timore~ incredule di sè, pronte a smorire di sohianto per l'affanno, o per ~•assurdo di risuonare in quel deserto, due sole voci superstiti, da butto il mondo degJ.i umani; e che aHora, per giuoco, 'risuonassero strette •l'Una all"alh,a, 5iUa·bando due nomi, i nostri d:ue, e che poi li .gridassero come a sfida deLl'eco ohe dal suo agguato le impietrasse pronta, immancabile e ironica, anch'essa creabura della IJ'occia rimorta, dehl'irriconoscibile ... Due nomi come un ipalpito di vita rappresa ai suoni, al segreto di sillabe avvezze a rendere un profilo, o IÌl1 moto di un gesto consueto a chi si nomina e prende Hnea e forma da quel :fremere di una sostanza oome Uevibante dall'interno di noi; due nomi soli, a vincere, congiunti, fa vana immaginata insidia della tenebra e del nul.:la. Non volevi più -scendere, eravamo già soli, alla Forcel:la Staunies, presso le Creste Bianche, a spiar 1e prime ombre llev:i annunciarsi sulle catene ondanti a ou.i ti protendevi come per !artle tue, nella rinata infanzia dell'an'?'ma stupita del creato; tuttd erano già scesi aUa capanna, o a valle, declinando g:ià il giorno deLl'aigosto inolbrato ... Ma tu eri come figlia precliletta. che festeggiasse un padre ormai ca,ro a mostrarsi ai molti fi:gl:i spen:l-uti o dimentichi, CltJinon dimentico, forse, ma volto, . lungi da loro, a una sua estranea vita, avventurosa e insondabile, appena tra-pelante in quegli Incontri, 5empre nuovi e J·ntatti); lo testeggia,vJ con buoi gridi brevi. e con l'alzarti un poco, i!l!fanthlmente, vemo il dono promesso dell'aUez.za ... Restammo sdl.l a spiare queH'unlco rosso della bluastra Oroda, attig-uo a tiracce azzurre su nevai lontani; dimentichi di tiutto, acerrbi a interrirogarP il perchè del paesaggio -rivelato ... Eva e un adamo devoti a una legge che rlecheg1giasse in voce di montagne; Eva e un adiamo fra le rocce pure sull'aspro pa·raòiso del Cristallo. (1958) GAETANO ARCANGELI LA FIERA LETTERARIA VERSI DI BIAGIO JUARJN * «L'estate de San Martin» * L'uso del dialetto della sua terra risponde all'intento di Marin di rendere in modo autentico l'accordo tra la pagina e la vita che l'ispira, di raggiungere pill prontamente i suoi personaggi· * cli AIJREllTQ BEVILACQIJA Il Rococò europeo a Domenica 26 ottobre 1958 Monaco Il "fatto nuovo,, del futurismo (Continu~::i. pag. 3)

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