Fiera Letteraria - Anno X - n. 43 - 23 ottobre 1955

Pag. 4 La vita ,lei Poeto (Continua da p11lna 3) di sola 1)0e1la e nemmeno di teatro. Da ciò nacoue ,e nel Settecento le figure di donna .sul teatro, nCI roman,. zi e nei e conte, phllo1ophlque, ~ ltan,10 tutte l'atlure della gran dama, dell'eroina, anche •e ,i volte ,ono circondate dall'ironia del bas bleu. Schiller Ju anche liti i.1tr11ito alla vita o oll'amoro do 11na e gran dama.,. e potè dlpb1gere al vivo principe&Se, duclteuc. regi/te. Quando pere) Frau vo,t Kalb, ottenuto fJ divorzio, volle 1po1arlo, Schiller rl/jut~. Lui che ha cantato nd Lled von del Slocke la Jellcltd coniugale tranquilla e mode– sta e dove l'elemento ,e~ro 11.rpo1aalla dellcatena », doveva percorrere altro vie. Dl ritorno da Bauerbach, dove aveva vl1itato I Wolzogen che oli erano stati amici lncomparoblU negff anni duri cfei prlmi te,itativl tea– trali. Schiller co11obbe a Rudolph1tadt la Jamlglfa von Lenoen/eld, e ti innamorò di 1rna delle due figlie, Char– lotte fu11adelle tante 1enlfbilf Carlot.te della Germania lfttl tempo/) e, fedele a lei, la 11>01ònel 1789, rinun– ciando al e titanico> amore per la 11obile do,ma. La co,a fu re,a p01dblle dal buon e tiranno> Carlo Euge. nfo che gli aveoa a11eonato uno 1tlr,e,1dfo a,muo di 200 talleri per la cattedra di ,torio della Hochschule di Jena. Del re,to, lo 1tipendlo l'aveva chiesto lui al Duca, per appiarzare le dltltcoltà. della sua vita ... Non bl1oona Jal1f/lcare la figura di Schiller per trop– pa e idealità.>. Rischiamo di Jar11euno stucchevole mo– dello di vlrtU lllumini,te e plutarchee, e noit un uomo com'soli f11.Legniamo ;,. una vecchia ir1trocfo.:ion 6 ad una traduzione italiana dcf Masnadieri una de1crl.zlo11e del giovane Schiller che 111.onacoli: e un tenero vilo angelico di adolescer1te con due occhi azzurri 1otto lar– ga fronte, nella comico di capelli biondo•oro; un euero gigliaceo come l'lncarnculone di un 101plro, Il /laico: un'anima J>OHedutada una ,ola idea, tt!a con cre,cen– te 1/orz.o e con .tempre pili Jlne .sen,o della btlleua 1pirftuale, Il morale ...>. Ritratti di Schiller dal vl:ro no,i ce ne sono; v'i pe– rò la 111.amaschera mortuaria dove 1i vede un vl10 nobile. virile, rl,entlto, ,cavato dalla malattia polmo– nare che lo tormentò fin dal 1710. appena ammogUato, e lo condu11e a morte Il 9 maggio del 1805, a Weimar. Sappfamo che aveva voce baua e caverno,a per questa :::m~~a~,~~izih;i i;::~a~i~~~•»~:;;~n~ 0 ~c;:. 11 :~ ~ cauetO dello mele eh~ marcivono, e que1t'odoro un po' ebbro gJf piaceva, e dava invece Ja,1tfdlo a Goethe quan– do andava a trovarlo. Il figlio del e Terzo Stato> non mancava df ambtzfonf; fatto nobile e avuto Il famoso von dal Duca, per avere acce110alla corte di Weimar (dove del reato li viveva in Jamlf,'lla, giocando a carte la .sera e l>evendo fl calJè in un circolo dove c'erano Goethe, Schtller, Herder, Humboldt ... J. Schiller li fece /are un btllo ,temma, con un cavallo bfanco, che certo rappre,enta fl Pega,o della poe,ta; accett ò u na ,e.con– da penalone dal Duca a Weimar, e li / t.ce cavalU e carrozza, rl/11.tando1t di andare niat plil a pi edi. e Egli era molto meno democratico di me... > commentava be– nevolmente Gotthe. /lgUo dell'alta e 1ollda bol"ghe.rfa di Francoforte, che era wnuto a Wointar per vivere del denaro .wo, chiedendo aUa madre. dopo la morte df Johann Ka,par Goethe, la 111.a parte di eredU4 per r,o. ter cs,ere h1dlpendeiate. * Schiller rlma,e Il poeta e scrittore povero, ma non ribelle, bepcht la 111.a penna, rtma,ta ,empre nobile t. pura, raw,re1enta 11e appunto t grandi Ideali del Set– tecento; lfbertd:, uguagllan.za, Jraternlià e a,ce,a degli uomini veno l'alto. Dlpln1e monarchi umani, come FI· llpJ>O Il, cortigiani magari intriganti e vili, ma. umani anch'e11t, come Lelce,ter nella Maria St.uarda: Schil– ler e ra troppo p oeta per cuer mal partfglano e /0210- 10. L' arl1tocraz.la del Settecento aveva dato belle prove di umanlt4. e s ignorile dlltacco dalla propria ca,ta, Lltlntlv ame ntc. come tutti gli Intellettuali del tempo, f poeti d.el Settece,ito volevano ragglungerm lo Stato e i co.staimi,imitarne lo virtù dopo at:~e bollato i di/6ttf. Il nucleo centrale della vita di Schtller t l' amlct.da co" Goctho, coronata a Weimar dal noto monumento dove i dtw poeti .,1 tengono per nl(l.fto.Germania lellx! Guerre, bombe, dittature e ,tolldl 11adonall1mi J>(Ula– rono poi ,u quella che era chiamata l'Atene della Ger– mania e che at tempi di SchUltr era al suo Ingenuo fiorire. Gli 1plrlti erano tltdnlcl, ma lo 1/ondo del famoso EJ>lslolarlo, pubblicato da Goethe nel 1823 e che rl1pec- ~~~l1e~:~a d~:";:nfcm~~• :1=i~;~~~•f~u: amici, ataoono ai pi,ò'tiirs pochi chilometri l'imo dall'al– tro e 1l 1crfvevano due o tre volte la settimana. Noll &c,npre parlavano di /11010/ta, o di arte, o ,cagliavano frecce puntute e Xcnlen. in cui Schiller tra ,empre U pfil lmpetuo.,o e /oco10. I due amlct 11 dettero del Lei fino aJla morte, come due uomini che reciproca– mente 1l rtn,cttano. Correvano pfccolf regali, celte d f frutta. auguri fra Jena e Weimar, e molte notll.fe di gravidanze, df partf, di Klndbet.t.. Chrl1tla,ie Vul plu1 dette cinque figli a Goethe, e ciò i 'POCO noto: rima.re 1olo Augu,to, morto prematuramente a RÒm.a e ,ep olto al Cimitero del Te1tacclo, In una tomba mode.ta, con una scritta dJ cui 11 dice che nella morte e prec or,e ll padre>. GU altri quattro figli di Goethe, di cui v'è ogni volta notizia ,iell'Bpl1t0Jarlo, morirono aP'J)enn ,iati. Schiller giudicava severamente Il concubinato d1 Goethe con Chri1ttane, non per ragioni di morale, ma r::::: f'ni!~,':r~ 0 afz!e , ':i ~~=:~e;!:, ~~1~t~1~!"~n~ cora Il carattere fiero di Schiller, che mlraua all'alto; Goethe, più pratico e bo,tarfo ad 011ta della sua falsa fama di olimpico. li conte11tava di Chrf1Uane che era un'ottima manata, e gli 1ervlt19. come diceva mallzlo– lamente la madre, la ,aggio Frau AJa, da e Bettlleb– chen>. o come diceva lui, da Erotlkon. Dopo i turbo· lenti (e. pare, ca1ti) amori cor1 Fra 14, von Steir1, Goethe aveva bl1ogno di pace. Neuuna allu,lonc a questo ma– honorc di SchUler ver10 l'ez.fioraia Chrntiane t11rba. però l'Epbtolarlo. Schfller e Goethe .scrlvcndo1I 1trbano ,empre uria certa diltanza, rottolineata, come abbiamo detto, dal Lei; Il trattano come due gentiluomini e og1111.no ha rlteetto per la vita e la J)«r,onalitd: dello altro . Ne11u11 tono troppo facile, troppo Intimo. bohème: I due e grandi> 01cilla110 fra la bo11omla tedesca e un ola11lcf.tmo lievemente lmpo,to, cui fa da corrttUvo Il ricordo dello Sturm und Drang che ha ,egnato ambe· due per la vita. In Schiller q11csto tono aostc"11to ~ più accetltuato. Egli è fn /011do, come ,me concitato e pro/ondftd di pen,iero, una ~de di Foscolo tcdt1co: la 111.a figura Il 1taglfa come In un ba110 rilievo df Canova. con clauica e èompo,ta concit02lone. mentre Goethe è più intuitiuo, più creatiuo, pi1i legato a tutto il dicenirc della Natura. come bene ha rilevato Schiller nella Ja– mo,a lettera del 23 ago1to 1794 dopo Il loro Incontro alla Società. di Storia Naturale a Jena, in cui f due, dltlidentl dapprima, freddi e coli diver1I l'uno dall'al– tro, .si erano st.udlatl e avevano tirato fuori pian plano le loro antenne. E in un·a1tra lettera del JI ago1to Schiller aveva J)Of descritto ,è 1te110 a Goethe qua,f come un contro-ritratto, dicendogli con mirabile sem– plicità: • Non Jf a,pettf da me una grande ricchezza materiale di fdee; che è cfò che Invece lo troverò In Lef. Sento Il biloono e la necudtà di Jo.r molto con quel J)OCO ••• >. * ln realtd:. Schfller era più grande dl ciò che egli ,te110 crtdtva e che il suo cJa.ufcf.rmo teneva In troppo 1tretti confini. C'è i11Schiller pe11iml1mo virile di tipo greco, il 1en10 del profondo, Il brft;fdo del ml1tero, la lnco1101ctbllltà dell'uomo; tutto questo non li tro va nè nelle ,ue belle J)Oelfe cla11fcheggla11tl, nè nelle pro.re troppo Involute e dit1u1e, nt nelle teorie e,tetlche un po' acola1t6chc, r1t Nell'Epistolario. e ncmmeNo nella vita vluuta, In cui egli a volte, ,enia giocare al 11er– .,o,iaggio, ha un po' troppo Il ,enso della ,ua mfulone; tutto ciò 1f trova nel ,uo teatro, col 1uo ,viluppo delle pa,.,.ioni, col suo ,en,o della fatalità, dove colf 11 las cia andare, come Goethe, aWlntuizfonc. Ma qui / or.re In– vadiamo Il campo di altri che parleranno del ,uo pen– iiero e CUila ,ua Jilo10/la, e noi abbiamo ooluto ,ottan– to tratteggiare brevemente la 111.a vita ... Come ,toccar– la, tuttavia, da quegli elementi che ne Jorrttano per rosl dirs l'ouatura, I" dò ata la grcmdczw non aNc-orn ben nota di Schiller, e perciò 11011 1finirebbe mal di J;'arlare di lui. I.ILIAl'oi.\ SCALERO l.A FIERA LETTERARIA Domenica 23 ottobre I955 UNAPASS[ONEM[STAD[ENTUS[ASM[UMA [TAR[ E D[ESALTAZ[ONECOMBATTIVA Schiller e lo Storia Pro~rio le sue contraddizioni di uomo spiegano la sua ripullulante popolarità in ogni secolo . Forse i' poeu, come alcuni fra gli uomini politici più amati, sono seguiti proprio in forza delle lorn contraddizioni * Jl])ll LORENZO GJlUSSO L'Idea. che"°" /Il, probabilmente. dt Enut Rtet.achel, ma chl que,io tipico monumentt- :~:1tll!fo'h~a~{l!ct:.!e J[' 1 i~.,,~~" 7!~,1~71~ dava"tl C&l teatro df Weimar, le grandi statue di Goethe e di Schiller, rllJ>OIC ln11eme ad un gludltlo ,torico-letterario e a quel ,en.tlmtn• :rmtl:~~b~ti~:OJ::':7>ìo:gun~~ d~f1a •~ .sia tedesca. Stortcomente voleva U doppio monumento Immortalare la memoria del ra– dlo10 decennio - ptft e,a.ttamente del periodo dal giugno 17H al luglio 1805 n~l quale lo e Zu1ammenwlrken •• la collaborazione del due ma,1tm1 Pottl. era. .stata per le leHere tedeache 1 partlcolormrnte /erlue. Agli ,-ptnU, per 1tualo e Indagine più Jortunau dello ~~a~~rvfv!"~ia't1u,~~e~·i;rc::J:~e7i 0 vf'deC:~~ e le fortune di queU'fncor1tro che, ,e /u ,tra– ordln4riamente fecondo, non fu peraltro ,poiuueo nt facile. nt diventb concordlo. di ~~~~f!n~ea_'%~t:ogr c~~,J~~o: :, ~1~:% 11 :;t rituali. Goethe e SchUler non erano Infatti nati, co me I due Tlndartdl. da una 10l0 ma.trfee e 1oltan.to li acco,ta va. lnaUandoll allo ,t~• 1 0 cte lo. IC I poten.ia del genio; la. quale 111., ~e~:e~fun~gi;:~~ 0 ::n:f~efa~':~'h:'!e o:°F~:~ ~~:~·grira:o 1 ::eli: 0 a::r;::v:u~' 1 '!:}!~h1'::1m~~; a~o. con eua, di e1primere per Intero fa proprf4 vtrtù crea.trice, aual meno benlgno fu lnvtce con Schiller, U quale, a quaranta.Jel anni non comptutl, quando mort, era ancor11 ben tungt d11ll'aver dato alla poula tutte le grandi opere che da lui 1! potevano lltten-– tlue. Il • Dlo.rcuro a Schiller mo11eva Invero da una concealone della realtà e deUa vita co1I profondamente rl/ltulva che mal potn,a ln-– tonar11 con la .s,Hrituo.Utd: . .roprattutto Intui– tiva ed enormnnente 1en1lblle,del ,uo straor– dinario collega. Nt argomenti In altro semo 11pouono trarre da quella che fu l'atteggia• mento primo. glOVanlle. dello SchUler. da quel ,uo periodo •ribelle• nel quale egli ~e conqui1tare di alando il favore dtl pubblico !~!~r~f ~~o::i"::/1 ~~:~~t;f1ct°.' /e~:;:'d~ blo queU'lnt21a era alato rivoluilonario. li primo trae dtUo SchUler, ll Karl Moor del • Ma.,nadlert a, tra un capo-brigante; U ,e-– condo. Il Flnco. Conte di Lavagna. un co- 1ptrctore Ualfcno. L'anelito ulla libertà par- ~~~·te~i~:~'t :~rli:r:e:!ia ~~:::· J:; ::T!:ic;,,~:: ti~~~1cfd!t~~~~!u!v1il~!~~ ~~ Stoccard!l, la • Karl#Chule •. goi;erna:a da un principe punto crudele. ma dl1P<>ttco. e oppru ,a da ln,oppartabllf Lftitutorl in di· vi.sa. Come al solito. pur .renza i"ten.zlone di profo ndità, Goethe non era stato super/I· clalt. Il 1entlmento. e e1nche l'Idea (chè, nel• lo Schiller, il sentire non va mal dUglunto dal pen,art} della llbertd furono sempre aal– dt e incrollabUi nello IJ)frlto del poeta. e il e WUhelm TeU •. ,crirto nel IUU, Ila a di– mo1trarlo; ma non VI era, lr1e11I, nulla di l)roprtamente 1ovver1lvo. La crHfea aveva EBBE INNATA LA TEl\DENZA ALL'ASTRAZIONE * H "Dioscuro,, diWeimar Avrebbe potuto dire come Kant: « Due cose m; riempfono l'anfo,a di reverenza e di st11,/1ore: il delo .flellato e la legge mora/,e in. 11&e ! » * DC CARLO PICCHIO mo110a quella drammatica ~ovanlle l'accu– ,a di e1ao1razfone. Pochi anni doµo, appena trentenne, U poeta non esitava a riconoacere la fondatezza di quell'0P1'1J.nto. Più che colloca,.,, entra l'umano tumulto, amava lo Schtlltr oon1lderarlo da un pur1to :~~•:~~:~;:iv"i!t~ ~:ff:'r~a/~1:ft~d:e:l :: mento e poteva addentrar11 nelk pro/onlf.ltà deU'e1l1te"i.a. Per tal modo egli 11 abbtue– rava alle due grandi fonti della, 1torla e della /11010/la. La. prima appagava 11 ,uo bl,c,-– gno di conos~nze concrete. la seconda ri– spondevo. Ol tuo anelito Innato verto l'a.,tra• done e la ricerca cau.aale e teleologica. Nella Jtorta. che pur In.segnava, non era propria– mente uno lcienl.'lato. e I 1uo1 lBVOri ,uua e huurrez.lone del Pae11Ba,11 •• .rulla e Guer– ra del Trent'Anni». sull'cEu~l tempo del· la Prima Crocia.la•. ecc. p uero pni: al letterati che o.gli .rtorlogra/1 ml tanti. In /1· lo,o/fa non 11 era mai accinto a creare e a for mulare u n 11.ttema,Ma era certamente un pro/ on.do spirito ,torico e /11010/lco.Come ,tulf. los o d i storia ua ptriHtnuto ad una 1en– sll>llitodel tempt e degli ambienti a cui l'al· t:n,~ 11 ~~b~ 0g1n1~ru:r t:n°J~ ::i ~fg::~ a dire a Ooethe che lo • Egmont •. magni/i• :~oJ~~"ì:i~nf:. 4 ':~ro1:::ia ~~%. c~~~~r•]t ritro11ava l'autentico contra1to delle Idee del tempo; U protagonLlta. il Principe di Ga11re, era ,tato. fn 11ta vita uno figura a11a.l di• ver1a da quel giovane ulJlciale mondano che, ntllG cragedla goethlana, ondeggia tra le cu– re dello Stato e l'amore. parla con dellilo,a eloquenia. non fa pra.tlcamente nulla per e~ltare alla palria e a ,e ,te110 la cata- 1trofe e ri lOICla prendere come un leprtUto. v/:m,;n:rJ~'U~~~fJt'::· ,.~,df ::~:, ~: La verltd che ln euo rt,J)lende ero per lui ~::,O n 1~et:~i::i:v!e~m,:o t~~~~~ g:~~:'; anni di 1111lduamedltaclonc 111UaCrUfca ::J:~,~~·e e~C,,C:t'::i~u~"!i: :~: i':t':o 0 ~'{: mare al Mo.e.rtro dJ Koenlg1berg: e Due cose rlempfono Il mio animo dl reverenza e lf.l 1tupore: Il cielo 1t1llato 1u1 mio capo e 14 legge morale dentro di me/• SchUler avreb– be /or,e e,pru10 U pensiero In altri termini; mjy!i ::~:::~i:zn11Jr.r::aur'i;:,J~a d"oifau'::atte– !~ .,~-:::~q:r,1g~~tt11rih~ al ~~:i 0 ol:ft}i- gewlcht.). Poche ,ewmane :I tardi Parigi f,uorgeva e prendet!a d'a.,.ralfo la. Ba.,tlglla. ~e1°~~~nda,:~~t~a.r:?e 0 rp~el:.c~~e~ ;~~1~ Ml/ler d'Intrigo ed Amore, dtl rancore .re> clale, la cittadinanza onorarla. M a SchUler dll/tdava della Jo.Ua scatena.la . Giudicava o.uurdo e condannato alla rotnna quello Sta- ~oef:! ei~ea S~':~nn°:'~f: d~i:fgfi:n::à 0.,101più ari.stocratlco di quanlo non con/e1- 1a,se a ,e steuo. Nettamente dlver,o era l'a.ttegglomeiuo di Goethe e di SchUltr ver10 10 natura, Il phi: f!ov:;!~~:,a d/,a~~~~t 1~~~P~~'J,t:J~':J':r~ sonoro e colorl,uca che fa d4 .r/ondo alla vicenda del TeU. Ma Schiller non era mal ,tato In Svl.tttra; avnia minutamente ,tu. dlato la topograJia del QuBtlro Cantoni tulla carta e ne cono,ca1a fin l'UUlmo tnottola. Da quello studio era. pervenuto allo 1lnte,1 poetica. Era l'uomo carte.tlano per U quale U pen,lero co,Wulva U pre.rupposto dell'e1f– scen,a. GMthe. lnvtte, era le0at.o alla na• tura della ,ua vita. e daUa IUa 1te11a per• 1ona. e dolla 1uo p1111lone, .rempre acce,a, di naturalllta. L'amava e fa cercBva nelle cose. neglt animali e nelle piante. La ,co– perta di una realtll concreta. dJ una partl– calarttll anatomica, lo rf'emplva d'entuala,. amo. E dalla realtà. umana, pullante, dal– l'amore e dalla pa11lone traeva la legge del vivere e del creare. Schiller 11 era. Invece, fatta una sua morale e,tetlca. ",J:J: ', :a:~tt , .:!. i~u~ J.!~~~lct ,(iJ!k~u~~: z.lone e,tetica dell'Uomo• dirette lU Duca di HOUteln-Augiutenburg. Elaborano un'Idea ;::; ;:,cv$etf)ge:,~~~JJ:· lég:1a°c,~~'11:. di Anthonv Sha/te1burJ1.Ma Il temperamen– to poettco dtl tedesco te d4 nuovo calore. MoralUOe untlmtnto del bello na,cono dal· la 1teua radice: di QUI l'eJJlcacla morale deU'edu.ea.iloneettetfca. L'uomo è ricco di po11lbU1tll.ma non a.s,uroe a dignità morale ,e non attra~rso J'educanone. Il concetto ril'ponde a quella po1l,tione •phituale, a quel- ~aov!v!1n~:lu~fe~:'e~'lO::::!~:.i1::: e~?:r'~! deve condurre oltre U ,empllce godimento ~: 1 '1e~f~'~~':i1:~~re;:a:i 1 ·'::i~~:~c::'. 0 r1e c':1. Polavoro, centUo ed lnte,a. Irradia non 1ol• ~~~:. 'ìff:";e":::J/1 1 a::'eah~:t:u:/e r;::g:a~ lluante; cM anzi I prQPOJltl dlda1callci Ji– nl1cono sempre coi oua,tare. Il Bello • atti– vo• opera di per ,e, 1enia nece11ild di fini eUCi dichiarati o. comunque, volutamente per,eouW. Una 1ocletd verBmente educata al Bello t ,en.i'altro morale. Il Bello può cambiare uno 1tato di Natura In. un plil ne> bile .stato di Ragione. Que,to tendenza ,chllleriana all' a1traz.lc> ne non trovava la via del cuore di Ooethe . Que,u ebbe plil tardi a dlre ad Eckermann che. per eua. SchUltr oli era 1tato Jlnanco an~~~i719 I due •I trovavano vicini, l'uno a Weimar. l'altro a Jtna dove. appunto per ~:~~~~~': 10d1e tt 1 0{/a~'rnek1~!i:nt~tt~=~~: u,~~ pendio. Inconsapevolmente 1i cercavano 11 ,crivevano speuo. Troppe dl/Jerenz.e, pe 0 ral- !:'a°°e 1~,•~~~j~~~{. ~a" J~/f~tod1d'co~"fJ~':; &oclate. G~the era mlnl1tro, fiduciario di un prlncJpe, dittatore poetico, libero da preoc– cupa.zlonl economiche, adorato dal roman– tici. Schiller aveva fQltanto u ,uo nome, che i romantici dJ Jtna, aiuatl da Carolina Schlegel, cercavano 01Unatamente di rimpkt– clolfre. e doveva, per vivere. lavorare e scri– vere Unta riPoSO. La 1clnt1Ua dell'amlclzla ,coccb cinque anni dopa la prolusione fatta ~1~ sr,~~ :~.~/:.""-6~:~~!~"dJ~e:f/ 1 '!iv!~~ 1crltto all'amico Koerntr di Drelda padre :lo-11::::'"Jr, re1::,~ 0Gi:"~::~e ~,,?e~: mente la cordiale Jranchtua di dichiarar,! seguace di uita fede. La 1ua Jtloao/Ja attinge troppo a1 mondo del 1en11.mentre 10 attln- 0o all'anima•· di ~~grt:/~aOtu~aft•':he "fi":v':v": S: f!~~~f l due dlJcuuero a lungo. Qoethe .r'fn/ervorò' parlò delle 1ue ,coperte sulla metamorJori vegetale che lo avvlavjlno verso l'a.ccerta,. mento dello • Urgewaeclu >, della Pianta :~ml~e;::n,:ci~~(g:n~:t~::ir=~~e;:'J!~~ ui, ma un'Idea. Goethe ,enti lo Potenza di ;::,v:':'~~g, ~ 0 ~n:' d!u~n!~r::r~·,i'u!~ nltll del .suo lntelocutart. Fu U primo a ce– dere: ,1 dichiarò convinto della neceultà di ,barrare la via al pen1ltro /UOJo/Jco nella crea.rione poetica, Jnten.ilonalmente divenne dl,cepolo di Goethe, In realtà Incominciò allOrfl la pi& felice. fora«. cooper~lone let- !e!J~7:n ~hedl~:tt;to~: S~l 11~::!· ~:rg'::!t~! f~::O~;~/:~f1':t~n~~u!''•n~':nf::. 1 ;a ,°'s~~tJf:; ,crl,se le ,ue più Jamo,e Ballale 'Poi rttor• nato al teatro. dettò con glf 'undlét atti della trilogia del e Wòllen,cein • Il 1uo capo– lavoro. Seguirono. fra l'altro ,Maria Stuart. Il •Teli•. la • Sposa di Meillna • e In~ pluto. Il •Demetrio•· ' S'iniziava. certamente, Il più gagliardo pe– riodo della poesia ,chUlerlona. La prepara.- !}:~ : 10::t~~fe ~vea 1~i,l~~tt'm'::Urt:~;eJ':; genio gMthlano aveva miracolosamente rin– novata. La fecondità del poeta. lavoratore ln1tan– cablle, as,lcurava futuri caJ)Olavorl. For,e lo 1plendore Urico della • Fe,ta d'Eleu,l • il plu grandlo'° Inno culturale dtUa poe11a· te• de,ca. sarebbe .ttato •uperato . Il 9 luglio 1805, dopo una settimana di tormenti, Federico Schiller spirava Goethe fe~i!.'e~!r 1 ~{;~:ido n~ ::c,tt 1t~~;e~~ :!1!:'f. Oli venne taciuta. per qualche ~orno, la ma– lattia e la morte dtll'amlco. Il plu glqvane Dio,curo ,compariva a due terzi. /or,e a metil, della 1ua via L'altro, querC'la prodigiosa. 11 1pegneva colo venti• sette annt plu tardi e pottva con,egnare al posteri u ,uo Secondo Fau,r. CARLO PICCHIO lloteca Gino Biar ,..

RkJQdWJsaXNoZXIy