Fiera Letteraria - Anno X - n. 41 - 9 ottobre 1955

.Domc,~ca 9 Ollobrc I%:; LA F i E Il A L ET T E Il A Il I A Pag. 3 ____________________ _:__::.:.::~...:..:::.:.::..:.:....--=..=....:_:__..=..:..:..:......:.:....:...:..:. __________________________ _,,__ * GAILILJERIA -JDEGILI EDil~ORI IT A\ILIANI * VALENTINO BOMPIANI VALENTINO BO:\lrJANI OGNI ANNO, QUALCHE AUTORE NUOVO .... Contributo al Novecento Alcuni dei sicuri buoni autori di oggi stanno s:1tto la su.n.·i,i.seg,w - E' questa la beneme– cnta di cuiJ rispetto alla letteratura di cui rontemJ,oraneo) egli può andare più. fiero * di ll~IIICO J,'ALl!Uu L .,1-. .!tlva della Fiera let– teraria di dedicare una serle di pagine d'omaHlo alle va– rie case editrici è fuori dub– bio giusta e troverà tutti con– senzienti. per poco che si tengano presenti le difficoltà In mezzo nlle qunll. oggi più che mal. si muove ogni non dozzinale lnlzlatlvn edltorln- ,,,. le e quindi le benemerenze che ne derivano n chi, dopo !~~~l:,fr~~oos:aèg::.i~~~e~f~: Ma qucs1a condizione di do– ver ..correre un probabile rl• schlo e disporre d'una certa tenacia, unitamente a unn naturale dose di buon gusto Integrata dal mordente di un'esperta ln!ormnzlone cri– tica. fn sl che os:nl editore, degno della nostra tradizione culturale e lelterarta, merltia - In vario grado l'omag– gio, oltre che del suol autori. di tutti gli specialisti. tecnici. critici del seitore In cui più si ~ distinto e affermato. La qual cosa non sarà ma– terialmente possibile. ma re• stl so ttinteso che Idealmente es.sa risulta di doverosa at– tuazi one. Per quel che cl ri– guarda, Insomma., noi non vorremmo trascurAre alcun editore. E, avendo opportu– namente iniziato la serie con Vnllecchi. cui l'nffcrmnzlone della letteratura Italiani\ del Novecento deve assai più di quanto non immaginino gli ultimi sprovveduti arrivati, ,cl sembra appropriato che si cominci a svolgerla con Bomplanl. Alcuni del sicuri buoni au– tori del Novecento stanno sotto la sua Insegna. li che sla a dimostrare che l'amico Valentino ha pur saputo sce gllersell cd accaparrarseu. E siccome è notorio che opera– zioni simili non si verificano mal con facilità., ma sono sempre la risultante di prove e riprove, Illusioni e delusio– ni. rischi e danni di !orte pe. so sul bilancio. bisogna ralle• grarsl con l'editore che riesce a registrarne non solo un maggior numero ma anche un migliore assortimento. Sono queste le benemerenze di cui rispetto alla leltera– tura di cui i! conlemporaneo - egli può andare più alle• ro. E si canlsce ch'esse au– mentano di pregio In rappor– to al pregio degli autori stes– si. e al merito che comporta l'aver avuto e dimostrato più fiducia verso gli uni che non verso gli nitri. evitando 11dl– sc1edlto cf'elln confusione piazzaiola a quelli che !nn• no sul scrio e meritano di– stinzione. Chi è senza colpa scagll la prima pietra. E nes– E:uno la scaflllCrà. Nemmeno Bomplanl. (Ma. ocr giustizia. o:correrà anche domandarsi se talune !ltlltle aperture di credito non siano provocate da talaltre etietuve ristret– tezze: e quindi dalla speran– za di «rifarsi> ...). Vicino ad autori ormai si– curi. anche Bomplanl allinea. ogni anno. qualche Proble– matico aut.ore nuovo. E sono quellt sul quall più dòvrebbe appuntarsi la curiosità del lettore e l'attenzione del crl– Uco, convalidandone auloriz• zo.ndone cosl la scoperta e la. presentazione. Scoperta e presentazione che d'altronde rientra nel doveri di un ed!• tore vivo tra I vivi. Ed è per– ciò che neppure Bomplant. pur procedendo con la caute– la dovuta all'in!lazlone dilet– tantesca da cui siamo quoti– dianamente afflitti, cessa dal presentarci. ripetiamo. ogni anno, qualche autore nuovo. Né sarà colpa sua se non tUl• ti ma-ntengono la promessa. Un editore !a q,uello che me– glio può con I «nuovi>. stam– pandoli e diffondendoli. Or– corre che I nuovi siano in grado d'aiutarlo: non !er• mandasi al primo libro e non perdendo ogni potere d'at: 1rattiva nel passare dal prl• mo al secondo. Se guarèllamo lo scaffale del nuovissimi narratori con– statiamo che molti recano la slscla editoriale di Bom• plani. Diamogliene atto e au– guriamogli di aver Ja mano felice nelle prossime scelte. Una casa editrice va avanti Cova Indietro) col suol auto– ri. E con certi autori è la !et. tera.tura stessa del nostro paese e del nostro temPO ad andare avanti e o indietro). Orbene: siccome alcuni degli autori che stanno andando sicuramente avanti Il stam– pa ·Bompiani, è a Bompianl e alla sua Intraprendenza e alla sua fedeltà che va per diritto riconosciuta una par– te di merito. Un editore può molto. mol– tissimo per l'agevolare la co– noscenza e l'affermazione di un autore contemporaneo ad onta del fumetti e dei ro– to:alchl. E sarà da ricordare che. ln tempi ormai lontani, Bomptani giovò alla diffu– sione dell'Idea del Novecento e alla constatazione della sua concretezza letteraria anche con un certo Alma11acco. la cui lieta apparizione annua– le tanto volentlerl si risalu– terebbe e tanto probabilmen– te ritroverebbe buona acco– glienza. Fu Il segno di un'Jn. tesa cordiale, tra autori e let– tori, C\11proprio ti milanese editore Bomplani dovi ebbe riaccostarsi con la sua sorri– dente affabilità. Non spetta a lui di ridarci quel gustoso panettone letterario natali– zio? E a noi di rlngrazlarlo senza troppe so!lst!cherle ? EN'ltlCO FALQUI 81b1ote.ea Qualche anno Ca. arrivando a Milano, feci la consuela visita a Bomplanl. Lo tro• vo.l al suo tavolo di lavoro, OCCUJ)A.lO a ritagliare certe figurine da vecchie stam– pe. provandone l'effet10 decorativo sul• l'abbozzo della copertina d'un libro, Qm.'– sto tratto si aggiunse all'Immagine che mi andavo facendo di, lui In anni di con– suetudine e di amlèlzla: d'una p~rsonàlll.i che esplicasse una cer1a parte d'un dono arflsllco e di una vocazione alla cultura, come Impresario di cultura. E che tale aZlonc rappresentasse per lui una manllc~ stazione tutta personale. Cose dlrtlclll da CO)lcillare con le necessità di un'lr.dustria. E' In questo !o'rse l'originalità dell'editore Bompianf. Il gluoco del ritaglio della vec– cha stampa. ml pareva serbare l'Ingenuità di certi manoscritti che alcuni autori cor• redano di decorazioni, lllustrazlonl, pro• getti di copertina, cioè col sogno della !orma che assumerà il volume quando avrà acquistato li prestigio della stamp!l. Ingenuità che aveva anche uno scrittore rotto alle fortune della letteratura. come il Tasso. di cui ugualmente m'è rimasto nella memoria un manosc.zillo ornato di un frontespizio che egli si era· preso la pena di decorare con un'Impresa edito• rla~e. sotto un titolo tracciato no:lla bella scrittura maiuscola e1corslva del Cinque– cento .. Nel caso di Bomplani. si trattava del libro di uno dei suoi autori. Sarà !orse IL trecentesimo. ma lo si 1roverA sempre occupato a cercargli una veste, a dargli una suggestione e un significato. Ho det– to che fare l'èdltore è per lui un fatto personale, un modo di agire attraverso J;t cultura, e per meu,0 degli scrittori eh~ accoglie. Ii libro è per lui un'lndlvldua• Jltà, come qualcosa di unico è per lui uno scrittore. Dei suoi scrittori ha In mente una chiara valutazione; non chiede ad essi quanto la loro natura e formazione non possano dare; ne ha In mente i pregi e I difetti. l'e!Clcacia ctte possono ragglun• gere presso Il pubblico. I limiti e le possl• •bllltà della loro iopera. Sarà Il primo '.l sorprendersi se la voce di uno scrittore non arriva come egli aveva sperato e va– lutato: e fo"! sperato più dello stesso VOfJAZIO~E ALLA UULT·URA * rii CORR.IDO ALVAIIO ~ aulore. EgJI sa che si tratta dell'esercizio di un'arte faticosa. che Impegna ogni mo– mento della vita, legato ai !alti della Sd• Iute, dell'umore. delle preoccupazioni. de– gli Ideali via viti non raggiunti o app~na sfiorati; esercizio che dà raramente 11 compenso degli sfor1.I che costa. Sa che ln ogni scrittore v'è un Involontario rilor• matorc, uno che propone un suo tipo rii società Ideale. Con lo stesso scrittoi:~. an• che egli spera sempre nel prossimo libro. nell'opera futura. Questo, in un tempo ln cui arti più facili e più lusingatrici non dà.nno tanta pena per rappresentare un ambiente o un tipo. poiché pensa Il trova• robe o Il truccatore a fan!! trovare da• vanti all'obbleUlvo del regista. e che so• stltulscono li prestigio !lslco al vigore in• tellettuale. Più volle, come autore della Casa Bom• plani, ml sono lrovato a dover consigliare l'amico Bomplani, per ciò che mi riguar• dava, di non fpendere denaro con annunzi costosi nei grandi quotidiani· per dare pubblicità a un mio libro, denaro che di!• tlcllmente l'edizione Italiana di un v~lu• me ripaga. Ma per Bompiani, la cosa prende un altro aspetto. Egli crede. e vuo– le affermarlo. al prestigio della cultura, alia sua Importanza nella vita d'una na• zione, al suo ascendente nelle coscienze. anche se· si tratti di poche migllaia. di lettori. Sa che quelfe poche migltaJa sono a volte l'élite che formano un'opinione. Con tutto ciò, ha Il senso preciso della realtà. altrimenti non avrebbe costnnta una prospe.-a casa editrice che nella sui. singolarità. per H suo carattere tutto par• tlcolare, rappresenta una garanzia d! scelta. Egli sa bene che cosa significhi per un editore un libro che non esaurlsc-:? in poche settimane la sua prima edizio– ne; sa che quando un'edizione è entrata In maga7.zlno, spostare una copia costa sei lire di mano d'opera. Queste conslde• razioni egli le fa oggetllvamente, ma esse non scl'lmpcdiscono di stampare a volte un libro per Il semplice !atto che. crede utlle stamparlo, pur dubitando che J)o.Ssa avere mediocre fortuna. Egli è portato a stimare il pubblico. Tanti anni di eserci· zio editoria!~ e di esperienze dlf!lclli nbn gli hanno suggerito que-lla put1ta di di• sprezzo che a volte si riscontra fra coloro che hanno da fare col pubblico e col suol gusti. Ai gusti del pubblico Bomp1ani va Incontro ln !orme Illuministiche; come se avesse una risposta da dare a certi lnter– rogallvl della vita moderna. non dlmenti• cando mal •l'Idea che egli ha della ctlitura e della lettura. Anche 1a sua scelta di li• brl piacevoli,. di grande successo. ubblPI• sce a un'eslgen7..a letteraria, e certi re– quisiti d'una dignità di Jav9ro. Sono testi– mone di qualche rifiuto opposto a-opere di !acile, Immediato successo, troppo. fa. elle. Questa non sarà mal·per lui la rajlpne della pubbllcazlone di un'opera. E.eercan• do sempre una nuova formula per dlJ:hla• rare !In dalla copertina In che consista la personalità del libro e dell'autore che egli presenta; giacché le Imitazioni delle copertine messe In circolazione da lui di· ventano logore In breve tempo, attraver- !Yn,~,1'!11~~~o~~l!~n1~aJfh;r;:,~~l~. <~\ ~~: va sempre un'edizione che vorrebbe pa– rere di Bomplanl. Anche In questa opera– zione ml è caplta10 di notare qualcosa che lo definisce. SI trattava del volume di uno dei suol scrittori, cui aveva pro– gettato come attrazione nella copertina la riproduzione di un dipinto di Chagall. Qualcuno gli Ieee notare che Chaga)) non è !atto per richiamare lettori. Questo per lui non a\'eva importan7.a. Gli pareva che Chagall definisse quell'opera, ne !ormas• se l'annunzio e il commento. L'Insegna sotto cui egli manda fuori un libro, ri• sponde ad analogie che egli stabilisce con una coscienza critica; la sua pubblicità diventa anch'essa un !auo culturale, non promette più di quanto non possa mante!• nere. Infine, i margini di una perdita che sono inevitabili In ogni Impresa editoria– le, e in essa più che in ogni altra lndu• stria, egli Il utilizza ten1ando qualcosa di non volgare; preferisce un rischio con un carico d'un certo valore anzlchè un naufragio di cattiva merce. Per una cau– sa perduta, preferisce una buona causa. E' la sua distinzione. , Altrimenti non si spiegherebbe l'lmpre• sa più ardita, e a prima vista più pcrlco• Iosa, del suo Dizionario delle Opere o dei Per8onaggi, un'opera che editorie lncom• . parabilmente più ricche di quella Italiana non avrebbero neppure formulato e che oggi accettano da lui non senza stupore che, in un paese di modesta economia come l'Italia, abbia potuto arrivare a tennine un'Impresa di tanto rischiosa Il• ducia nei lettori. E' una di quelle colncl• denze per cui un uomo di cultura Intuisce imprese cui arride la popolarità. E' che la ponderosa opera va Incontro alla ten– denza umanistica degl'itallanl. ancora operan1e. Accade ancora che la !lducla nella cultura trovi il suo compenso e 11 suo premio. CORRADO ALVARO Afflo••e· Il solvoeoiadotto di Il o lentino *'. 'I •• • pe.11• ., eo1•099ao di GIA:\"CAlll,O \'ÌGOll·ELLI N o,t ricor do proprio ·u mfo primo incontro con Bom1> ia11i.AI Savini1, aUe Tre Mariet, gli an11i, gli amici erano quelli; e ./0r$e C ..ttato Zavattfni a pre• sc11tarmclo, .a me,io che l'Incontro ZavattJni-Bompiant sia avvenuto pfll tardi.- che. confw-ione. quando f due prcpararo110 l'« Almanacco> dcdrcato a ~ran·deJlo ... For8e, prima dell'editore, ho conosciuto lo 3c~ttorc: ricordo l'Iradiddio df quel suo artiç'Plo. del '34- nu pare, sul·« romdnio collettivo~. e le polemiche con Boritem• ::~~- ea~1):a;:g~ 1 li~~ti-i;;t~~~ :r~~'téf"i<:~t!~t:~~s~~:~ fa 11ie11te se dopo attaccò a smaltire la serie dei K0r– me11dl (piaceva a M1.is.solb11J o d,ei,f=ronl11 .•p~rchi ,al momento oiusto sapeva puntare s11: MalTau:t di Condi– zione umana. su Stelnbeck. di· UQmlnJ e l.oJ>i e di Pian · della Tortma: e deoti 1tai1a11i,oUre il Bontempelli\ di Adria. il PrcitoiH di çapo~iro, la Mo3i.no di.l\·1onteIgno– so e di Pcrlferto.. elle furono f $Uoi primi autori, ba· $lerà per tutti la scoperta di zavattfni co,1 Par~l!'-mo tnnto di me. $egufto d'a r poveri son.o matti, qUa11do anco ra p«h i .credeva.no ,a quei libri e quaiido i tem11i 110» crei.no certo fatti pe.r ql,ei libri. ' , •• Bo1'i ptani, uniJ viole11za$Uf tempi l'ha $empre fatta: infatti ha $aputo accaparrarsi Moravia quando gli ave– vano fatto il vuoto intorno. ha. preso Alvaro al 111ontCIJ– to polemicÒ di L'uomo è '!orte. ha limciato fJ Plbvene delle Lettere di unn novizia, ha bicorporato'1Ìella sua CG$a il vmorhtl di Conversazione In Sicilia. DOPO la ouerra. ba$Lorebbc a rlrncrttarlo rav~r fermamente cred1'to fn Marotta, l'aver pre$0 f11blocco Brancatf. Ma 11011 C che lo voolia $Chematiuàre qui le fortune editoriali di Bompfani; ogni edft'ore ha le sue: il bello di Bompianf è la partecipazione, la $Commessa, c'he ha. sempre portato sul Ubrf cd una specie di divinazione aggre.tsiua suoli a11torl. E' m1 editore del quale. domanì. sf potranno p_ubbUcare t cart•ggl: tra l'altro, credo di $Opere eh.e Valc11W10 tit,1e, a i11terv alli. m i diario va– riati.,simo, c-hc strrc\ qualche cosa di pili.di imo e: 1tpec• chlo delle lettere>. ma. cl. giurerei, ll ·$ UO pe,'fetto libro seoreto di scrltlore. oltre che di editore. Percl1è quel elle rendç preziosa l'amicizia di Valen– tb10- anche a non es$ere un autore della $Ua ca$a-, e quel che a mc lo fa davvero caro e raro. è mi.a gelosa rettccuza che gli vedo dietro l'occhio. bcnchè cosi lim– pido, e dtmtro ai .Qcdf, benchè-.tuttf oaabili. e tiella voce stusa. pur cosi cspan,iva: è que$to suo segreto: è que$to atto 11011 ancora atliorato. $em·pre immb1ente e ricacciato giù per altre prove e verifiche. per altre geniali pazfenze: è questo atto da compiere che vedo sormo,1tarc ta,,to t suol gesti qum,to i suol scritti. che ml $ple9a tutto di lui. o CO$l ml illude, le cautele e le febbrilltil. le pauio11I lente e /redde e i.salti perfetti 11cl vlloto. Come dire cho risa la cita, .!enza e.!ser,tc U$ato. giuutato. Esperto, ma frc$C0: spala11cato. ma schermato: quale 111lglior salvaco11dotto dare a. 111i editore? ' GIANCARLO \'IGORELLI 6oinpl:inl con ~onld:i lt~parl ) ./. \ ' ,., ' l ~- . ,, Oomplanl, !\larotta e De Sic;,, al pr.lmo giro di manovella del l"•Oro di Napoli• L"UOMO AL QUALE MI AUGURAVO DI SOMIGLIARE I MIEI DUE BOMPIANI * « Uno sa-iuoio che è simile ~I vostro, e sul quale intuite che si svolge, fra la penna e la canaJ lo stesso d~amma che agita voi» uc GI.USEPPE ~AROTTA Quando conobbi Valentino Bomplanl. 10 co– noscevo già da un mucchio d'anni. Egli non lo sapeva, dWe In buona fede: «Piacere•· Ma ecco I fA.ttl, bisogna risalire al febbraio del 1925,ml ero avventato su Milano, da Na• poli, per diventarvi un giornalista. Avventato come? Lassù et-oestrdneo a tutto e a tutti, la sola foria che avevo era quella di vergognar• ml dl me, un a lncredl hlle, morbosa timidezza. Finiti l miei quatt.ro soldi, non ml r('starono che I Satttl raccomandatimi da mia madre; uno di essi, come dalla nuvoletta d\ un ex.– voto, ml additò Arnoldo Mondadorl. Che na– poletano sarei stato, andiamo, se ml fosse mancat,a l'arte della sur,pllca? Inviai un te– nero bl1lletto oll'edltore; egli prodlglosamen• te gli si arrtse e ml elargl. un lmplegucclo nella redazione del suol periodici. Non ho mal smesso di csserglitne rlconoscentt'; ogr.l ,•olta :he lo re,•vJso, ar.che in unn fotografl.1, U 1925ml ri.1gguanta e sospiro. 011 uffici di Mondadori stavano in via Maà– dalena, a due ~,ssl dalla mia tana cun • letto In famlgll'l ~. r.c,n certo una camera Intera) di Corso.Roma. Perciò, la mattina, arrivavo in antl:lpo: e, mezzo affacclllto a una fine– stra della redazione, \Cdevo entrare gli altri, I capi e I 1 ttsarl dell'Azienda. Valentlr.o Bom• plani e.ra, ntl 19"..S, un braccio Cnonummen• to quale, ..11Mondadorl. Chiamai Piero, un fattorino che nt'i momenti liberi andava lni– zlandcmi alla dattilografia, e indlcandoglt Bomplanl che attraver&ava Il cortiletto, chie– si: • Gesù. chi e quel giovane? 11. • Quel 11l'C el conte Bomplani • rispose orgoglioso Piero. Non tento, no, un ritrattino del Bomplanl di quel perlojo_ Ma chi e stato ventitreenne e povero e timido e sfortunato e brutto comf> io ero quRndo lo conobbi senza che egli ml co– noscessE>, p~ò. forse, comprendermi. Sdraiato sul mio • letto In Can11glla », la domenica, !n attesa che la padrona di casa terminasse di rammendare I miei pantaloni, fantasticavo. Ah essere un signore nato, di bell'aspetto, eh– gante. sicuro (quel l\luove.rsle parlare e ag1• re che equlvale a un fine ma perentorio: • Vieni, Vlla, eccomi qua») ... nh essere, come Bomplanl, un Indubbio, fatale• primo estra•• to • di ogni sabato alla grande ruota del!~ Occasioni. Ba~ta. don Valentino fu Il mio angelo. fu l'uomo al quale ml augurai di so– ave.reun sarto, gli descrissi minutamente un abito del Conte; si. stai fresco, prima di creare- Bomplanl, Dio aveva guardato un al– lro figurino. Poi Bompiani lasciò Mondadori e tondò la propria Casa Editrice. Poteva non a'rrldergll Il successo?Non eS!ier,s:11 lungamente. strenua– mente fedele? Cl lncontr9.vamo spesso, a tu• tro, In libreria, alle Mostre; e Infine qualcuno ci presentò, lui disse In buona fede: « Piace– re 11. Nel 1939,armatissimo di coraggio post3.– le, gli o!frll un libro. « Non cl siamo ancora, ma sento che sarai un autore di Bomplanl t ml rispose. Nel 1942,quando conuncUHa pub– blicare rome elzeviri, uel Corriere della Stra, i miei racconti napaletanl, eb bi una s ua car• tollna, un la~nlco « Cl slamo• eh.ea me par• ,•e inciso nel brillio di una medaglia. Cool nacque «L'oro di Napoli•: e d\veritamm-J proprio amici, lo e Bomptanl. Tuttora sbircio le sue cravatte, I suol modi, la ~ua lngualc:. bile perfezlo:-aeesteriore: e scintilla ne1 m\o ricordo, Intatto, ti 19?..5, lui che lnflamma Il cortiletto di via Maddalena e lo che lo sp:o ccme dagli e.rii di un sipario. Ma a que,jto Bcmpianl fa,•01060,mitologico <non so che fate, o miei coetanei, della vos1ra lontana gio– vinezza: lo me la narro con Ingenui. rozzi ver• si di cant:lsto~le) s'è aggiunto. a misura che I ncstri rapporti crescevano, un allro Bomp\a, ni. L'editore, anzi li ·collegR. Non sta a m~ parlare di lui come artista. M.a unn grande Casa Editrice nella quale no11si ha l'Impres– sione di tro-,,arst alla Montecatini o alla Pi• relli... ma uno scrittolo che è slmlle al v03tro. e sul quale Intuite che non di rado si svolge, fra la penna e la carta, lo stesso dramma che agita voi... Un editore che non è soltan• to, o che non è affatto, un Industriale: gll si può dire sinceramente: 11 Hol letto? Che te ne Sembra? 11, e attendere una rlsJ)Ostavali• . da, un giudizio talora Illuminante, risolutivo. Caro Valentino. Da queste pagine che tl fe– steggiano, lo che non presumo ~dovela piglie– rei, la scienza necessaria?) di stabilire q~an– to tu abbia giovato alle lettere Italiane. tl rln• grazio per I miei libri, per li mio lavoro. e basta. Diamine. E' certo, è Innegabile che per creare me ed Il secondo Bomp!anl nel quale dovevo imb;,.t1ennl. DIO ricalcò (sempre sia lodato) li mtdeslmo fh;urino. •------------------~ mlgllare col tempo, Non appena riuscii ad GIUSEPPE MAltOTTA * «Le ambizioni sbagliale» era caduto nel silenzio più as.soluto, a mu'oggi non ha avuto una sola recensione in Italia • In quegli anni difficili Bompiani pubblicò per la prima \'Olta un mio libro, dimo– strando che un editOre deve anche saper supe.-are le mode e prevedere l'av, 1 enire * dl ALBERTO JIORAl"J,,t I miei rapporti con Bompiani e con la sua. casa da• tono dall'ormai lontano 1931, aiino in cri.i B0111pia11i p11bblicò' per la p'rimd vc,lta rin mio libro, il voh,mH di ràcconti intitolato L'imbroglio. Erano anni di//icili e il, mio libro precedente Le Ambizioni sbagliate cm cadrito nel .!ilenzio più assoluto, por ordino del mini• stero della C11Uura Popolare (a tutt'oggi quel roman• ::o no,~ ha a~r<to una sola recensione in ltalW). Bom• piani, pubblicando l'Imbroglio, dimo.!trll di aver /i• d11cianella giovane lettera.tura italiana. Qitattro anM do,-,o la mia sittwzione rif/iciale ora ancora peggio– rata e non potevo 8Crivere sui gion1ali che coii lo Pse1tdonimo di Pseudo. Avevo scritto La mascherata, satira di un i11w«1ginorio regime dittatoriale molto simile a qt1ello Ja.sci3ta. Anche q11csta wlta B011i• piani non esitò a pllbblicarmi il libro la cui ri3tam])tl fii in seguito proibita. Ho voluto ricordare Qt1csti cpi• sodi'a ptefcre"za. di altri perché credo che tln cdi• tare non deve essere 30Uanto 11-n. indifferente staM• patore ma de.ve a"·che saper prevedere l'avvenire, pur tra. le nebbio delle letterature ufficiali e di moda. I buoni autori della ca.sa Bompi.ani testimonia"o c48 qiic.sto • prcviaiono· c't stata. ALBERTO MORA VIA Una recente roto di Hompianl

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