Fiera Letteraria - Anno X - n. 40 - 2 ottobre 1955

• LA FIERA LETTERAR Anno IX - N. 40 SETTIMANALE DELLE LETTÈRE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 2 ottobre 1955 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direnore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE: ROMA · Via di Porta Costello, 13 • Telefono (provvisorio) 576449 - PUBBLlClTA': Amministrazione te LA FIERA LETTERARIA• • Via d! Porta Castello, 13 • Roma - TARIFFE: Commerciali L. 150 Editoriali L. 80 al mm. • ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400- Trimestre L. 750 • Estero: Annuo L. 4.000 • Copia arretrata L. 100 • Spedizione In conto corrente postille (Gruppo II) • Conto corrente Postale n, I.Jl426 Dieci paragrafi sullamateriadelpeccato e la libertà dell'artista * di GIANCARLO VIGORELLI Dal 13 al 17 settembre si t svolto R Pnlermo Il Scettn"o Congresso degli Scrittori C-altnllcl, Indetto dul e Rag– guagllo >, organizzato dll don Paol'> Ratti. Tema: LIIJcrtà e CullUl'll. Rcle– torl uf!lclnll: :\farlo Marc11.u,1n, Fau- 110 :\lontRnt1rl, Cnrmelo Ferro. l:fAnno, 1u Invito, presentato una i,cric di lntcr– \'Cntl: Marino Gentile, E. NMalll Rocca, Maria ù:.pozzl, Ada Ruscnlont. Gt11.nc11r- 10Vlgorclll, Mario Gozztnl, padre G. Vn– lcntlnl. 1-~uorlpro,::ramma, l'autorevole lntervento•po11t1co di Mlnay Faldcll11.. Pl'c&!dcntc del Congrcno, lo storico Ald::, Ferr1tblno Ln commemornzlon~ di ?lctro Mlgnosl è stata tenuta~ da Giuseppe Petr111la. Ero.no pre11cntl un centinalo di par– tecipanti, tra I qual! Nicola r~tal, Car– lo &!tocchi, Adriano Grande, cario All1rncllo, Mario Pomlllo, don Primo Mazzolnrt, p. Nazzareno f'abbrettl, mon". Garora1O, Gino Montesanto, p, Bnlducel, p. Rlcclottl, Marcello ca– mllurcl, Adriana Zarrl, Giuseppe Ros– sini, Lorenzo Bedcichl, Gino Nogar11, 1-~ran~ Desideri, Mauep Innocenti, p. B. )lattcuccl, mons. G. f'allanl, Plel'O Chlmlnelll, G. Crlstlnl, l'editore Va:– lardl, molti del qui\\\ prc~cro parte al dibattiti. La Presidenza del Conslgllo era rapp~scntata di\ G. Padcllaro. Segui– rono I lft\'Orl Il ministro )tattarclli1, Il sottosegr. C\n. M. Jen·oUno. ed Il Presidente dclii\ Regione Slclllllna. on. Giuseppe Alcul, uomo di vl\•n cu1tur11. Dlnmo qui li testo dl fticunl Inter– .. venti, ed alcune opinioni sul Con– EN!UO. Il tema per questa comunicazione con• gressuale - La materia del 'J)CCCato e la liberUa dell'arti3ta - mi i! stato assegnato d'autorità, senza né prevenirmi né con• sultarml. Non vorrei perciò deludere qualcuno, e meno ancora scandalizzarlo; ma della libertà, appunto lasciatami, scu– satemi se !arò di tutto di approfittare. Vuol dire che non Impegno nessuno. se non me stesso; e, se mal. letti questi miei dieci paragrafi, discuteremo. I) Lasciatemi, Intanto sgombrare Il =~~~~:~ 0 s1ln~:. 1 il:~engrh: un po~ lìftegnato•a mettekl dietro R.duna grata ad ascoltare i gran peccatori, man– zonlamente pcntltL sempre e non cangiati mal, della poesia. Tengo a dichiarare subito. per mio con– to, che non slamo stati chiamati qui, lo spero, a spende:re parole sulla moralità pratica, o no, di uno scrltJore, di un libro. Non che non sia un problema; r.u, ripe• to, è un problema pratico. Per le sue alte ragioni, riguarda t conJessorl. I direttori di coscienza, gli educatori; per delle ra• glonl più basse. o meno alte, può anche riguardare un propagandista o un atUvl– sta politico. perché, a giusto titolo, uno scrittore ed un libro possono (e talvolta debbono) venire accettati o rifiutati Sf'· condo una legittima morale politica, ad esempio cristiana o marxista. Quanto al contessorl. permettetemi un ricordo personale. Avevo tredici anni. e durante una vacanza un !rate cappucci• no ml diede nelle mani un libro: e E' un po' !orte. ml disse, ma ti farà bene: per te ci vogliono. medicine forti>. Era 11 So,t.3 le soleil de Satan di Bemanos. Sono ancora oggi grato a quel frate. mentre rimango Ingrato a tutti quegli altri preti che drammatlv.ando le naturall morbosi• tà dell'adolescenza e della giovinezza ml tecero vedere il male anche dove non c'era. Dunque: a un critico non chiediamo né giudizi n6 consigli pratici. che più che In• vestire la moralità, Investono, dlscriml• natamente, la opportunità morale di fron– te a un'anima. Non che noi scrittori non si abbia an– che noi cura d'animc, anzi. A volte. la nostra responsabilità va più in là di quel· la di un prete. Ma. state tranquilli. non vado ad Incamminarmi lungo I !acili sen– tieri sfruttati delle superbe ldentirlcazlo• nl tra l'arte e il sacerdozio. tra la poesia e la mistica, vecchie protervie estetiche. Sto al tema, e starò al tema nella ma· niera più terrestre possibile. magari più pedestre. e Cura d'anime»: è un termine che tro– vo persino In un critico marxista. Gla• corno Debenedettl. nella seconda serie del Saggi Critici, a prop.1slto di Bacchelli e per addebitargli, glust'lmente, di non es• sere giunto e ancora ad avere cura d'a· nlme >, Che è come concludere che Bac• chelli non è ancora àrrlvato ad avere, e ad Infondere, quella pietas, che è la con– dll:ione vera che di uno scrlttore-senza– cura-O'anlme. fa uno scrittore-che-ha cu• ra-O'anlme. ll) La pietà - la pietà Corse e non 11 bene - è li rovescio del male. In arte al• meno. E' chiaro. la mia non è una de• Hnlz.lone teologale; e per mitigarla dirò che. contro li male. la pietà è almeno Il preambolo al bene. l\'la qui è il RUnh.:: l'uomo. In Quanto uomo, è posto nel male e non è mal senza peccato (Quis gloriabit"r nwnd1m1 IJC C386 a peccatof, Prov. XX, 9); e quanto al bene. non ne rcallu.a che gli atti lnterrot• ti. gli Intervalli. appunto i preamboli. Né il giusto e neppure Il santo. sono lm• munl dal male; cd I santi. per un roman· zlerc. sono del personaggi Impossibili, re– calcitranti; la santità. non è materia del– l'arte, o quanto meno non è materia diretta. La santità. i! già la rispos1a a Dio; l'ar• te, è ancora una domanda. IIIJ Potrebbe valere come una defi. nlzlone: l'artista è colui c:1e si Incarica (o che si trova incaricato) di fare quello che In Condo dovrebbe rare e non fa qualsia· si uomo. farsi cloé delle domande ~u se stesso. fare seni.a fine delle domande sull'uomo. Se ha la fede, queste domande le fa anche (o prima di tutto) a Dio; se non ha tede, le fa soltanto sugli uomini, sul• le cose. Forse è un lavoro plù lungo. più duro; qualche volta, se lo ricordino gli Indiscreti della fede. può essere un lavo– ro più merltoilo. Certo, se sa 1rovare una risposta, quflla risposta è anche una rl• sposta religiosa. Non tutto quello che è di Dio, viene da Dio; viene anche dall'uo• mo. che riconferma cosl d'essere doppia– mente creato da Dio. se Dio vi Ca ancora passare sopra la sua mano, e !orse quan– to più l'uomo è sfigurato: 111isereor 31t• per turbam. IV) Ora domandiamoci: !are doman• de sull'uomo, e non averne pietà, è Corse possibile? Né si creda che lo voglia ti• rarne una conclusione pessimistica, ne– gativa. Pietà non è compianto, non i! an– goscia sterile. La pietà di uno scrittore è già la speranza. Avere pietà dell'uomo, nell'atto St<'sso di scandargllarnc le do· mande. vuole già dire sperare con lui che qualcosa di bene avvenga dopo tanto ma• le; e non è una speranza solo vaga, ma operante, csorci7zante, redentlva; sopra– tutto non è e non rimane una speranza soltanto aperta sull'uomo singolo, ma è una speranza che non si chiude se non sino a quando lutto è stato tentato per reintegrare tutto l'uomo, tutti gli uomini. La pietà dell'artista, non è una pie• tà privata. V) Uno del mali più nefasti dell'arte e dell'artista di eredità romantica, è pro• prlo questq e potere privato». al quale è stata ridotta l'arte, e l'artista. L'arte, In• vece, non è un esercizloJn-propr!o; e l'ar– tista, anziché svestirsi della propria, deve mettersi addosso le vite degli altri. Smet– tiamola una volta per sempre di parlare di e purezza> dell'arte: la purezza se mal è Il risultato, non è mal la condizione del• l'arte; e la condizione. tanto umana quan• to artistica, di un artista é piuttosto la sua Impurità. è la sua non,poes!a, i! cioè tutto quello appunto che è la vita e non è identificabile all'arte (tanto i! vero che :~ 1 .1r;.:u1i~:re~ s~~fll~:~1 1 :n :!\ ~~ ~ artiste>, costui è fuori dell'arte, oltre ad essere Cuori della vita}. Vl) E' una digressione. questa? Più avanti. spero di provare che non lo era. Ad ogni buon conto. torniamo Indietro e cerchiamo di dare una definizione del male. Non ne trovo una più esatta di quella di Sant'Agoslino: e peccatmn vel iniquitas non est appetitio naturrirum nwlnrum sed desertio meliorum :t (De natura bo· nl. XXXfV). Senonaltro è la deflnlz·lon~ più coincidente. Intorno al male e al bnc, con le ragioni detrarle. Usare male un bene, è Insomma per Sant' Agostino l'atto stesso del male. Ma non è Corse vero. che alla base della crea– zione. cioè della vita. pure ,scoprendo ovunque il male, J>(!rmane dappertutto per Sanl'A~ostlno una Inalterabile certi• flcazione totale del bene? Et vidit Deua q1iod e3set bon1tm. li peccato originale ha intaccato l'uomo, ma non la natura. L'uo– mo quindi ha la sua salvc-.1-iaIn Dio. ma può avere anche la sua salvaguardia nel– la natura. L'uomo usa male le cose; non am10titio, ma desertio; però le cose In sè non sono Il male; al contrarlo, esse spes– so sono un rimedio al mali dell'uomo, lo restaurano. lo reintegrano, lo aiutano a vivere . Non starò a delineare qui una qual· s!as! teologia naturallstlca; da Aristate• le al grande gesuita Tellhard De Chardln. morto qualc~e mese fa. ne conoscete tutti le ,·erltà e le suggestioni. Volevo. dopo tante nostre schizofrenie moralistiche. volevo appena ricorda-re che la prima legge crlsti!lna, appunto pcrehé é una legge d'amore. cl invita a v<.-dcreIl bene anche dentro Il male: Il bene. è l'essere. l'ente. la reallà; Il male, è l'uso, Il cattivo uso. di quella realtà. Tanto che Sant'Ago– stlno definisce il peccato il non-essere. VII) Per quali ragioni. allora. l'artista. Invece di esercitarsi sulla 'realtà (meta· fisica, se non esisten7Jale) del bene. con– tinua a lavorare sull'uso e cioè su quel• l'usura del bene che i! Il male? La risposta. per banale che sia. è que– sta. e non so darne altre: perché anche l'arte. è una operazione dell'uomo. Rispondendo cosl affermiamo due co– se: l l che l'artista, non può esentarsi (dlril!I e doveri) dall'essere uomo: 21 che l'arte, qualora anche vi metta le mani Dio, è un atto dell'uomo. e ne su• bisce le leggi. Prevedo e Prevengo la r~llca: quali leggi?. e perché mal quc.'.ite leggi devono essere soltanto le leggi del male? Non è - rispondo non è che le leggi della vita, siano le leggi stesse del male. Ma è Innegabile che Il vivere è quanto meno la lotta tra Il bene e Il male (e più del male contro il benel; è quel combat spirit11el. che Rimbaud trovava tremendo. brutale più dt-una guerra. Né è una lotta semplice: Il bene è qui. Il male è là.... tutt'altro: anzi Jankélévltch. nel suo swpendo saggio del 1947, Le Mal, cl ha insegnato che Satana sta proprio dov'é questa farisaica semplicità: dove non c'è Inquietudine. dove non c'é Il dramma. L'arte cl!ciamolo francamente - rar• te autentica, Infatti, non sta dalla parte della semplicità morallsllca, dove non c'è dramma e do"e nel dramma ogni attore> non ha il suo ruolo diverso ed opposto. L'atto del vivere non è (In questo senso I un atto semplice: ancora meno semplice, più drammatico. talvolta tragico. è l'allo GIAN'CARl.,Q \"IGOllELLI (Continua a pag. 6) Biblioteca G'·no Bianco GlancBrlO Vlgortlll NARRATIVA DEL NOVECENTO * Con Cassòla tra iboscaioli Il giovane autore, rifuggendo dalle attrattive della moda guarda ai Russ-idell'Ottocento minore, al Manpassrmt dei «contes,>e allo Joyce dei «Dublines-i» come ai s-uoimaestri IH ENIRllCO FA l~QUI[ TRE RACCONTI nI ANGELO DEL BOCA * "Vi.aggionella. I fatti di una disperata cronaca contemporanea ritornano in questo libro dell'autore de «L'anno del Giubileo» sotto il segno di una assillante ma non risolta indagine morale * ,li 1''ElUUATA1~1)0 VIIIIJIA (Continua a pag. Z) Carlo"C'anola fJ!ìA 1.VIZl,lTl1' A lii «l'lt0/!il'ETTl1"E .UEIUIIIO/\";lLI » * . in~a~degna di GIACOHO Al\l'l'Ol\lll\ll (Continua a pag, Z) LUIGI BAKTOLINl -·PREGHIER- ADOGNI AURORA * di LUIGI BARTUUNI 1#-- I quotidiani del giorni scorsi hanno riferito I particolari della malattia, e della guarigione, dello scrittore e pittore Luigi Bartollnl. Ora nartollnl cl Invia una sua poesia di molti anni ta, d1 Ispirazione religiosa, pregando di pub– blicarla come smentita a quei giornalisti che hanno parlato di lul come di un artista Irre– ligioso. Og,ii volta che afl'mirora mi dc3to m'è mani/e3to il Tuo desiderio. oh Signore/ Beo fedele, allora rJOrgo l'orecchio a sentier nuovo a .1entier vecchio; ma n1tlla odo, tanto pii, hrnoco pci diver3i scntAeri, che .1010 pas111 di prigionieri. Dimmi, a!lora, oh 1nlo Signore, perch6 38 ai dolci richiami nes3uno risponde in qrwli /<mci profonde '\la smarrito il tuo bene! O, 3e m1lla di Te, m'a1>particne, 3e consolazione ò vcina 3peranza, o se pur chiamo, 1J6grido nc3siino mi risponde fc se invc,no tende lo braccia ft fratello al fratello) se .1i uive di solo coltello dimmi, oh Signore. 1>Crch6 io vivot Din~mi, soltanto, caro comandamento, manifc3to desiderio, amore inestin91iibile, 3cing11c ,tcl mio cuore se ver giusto .100110 Ti, 30guo, o ciò cito faccio iJ troppo poco: o 30 è orci di morte, per mo, oh Signore! LUIGI BARTOLINI (da Pocaie; Ed. La Modernissima, 1939) La, /Jirezione e l'Amminùtra%ioue ,le La J!iera Letteraria si sono lrnsferite in \"In di 1•orh, •··11~follo~ l!J • llmm,

RkJQdWJsaXNoZXIy