Fiera Letteraria - Anno X - n. 15 - 10 aprile 1955

. . LA FIERA LETTERAR Anno X• N. 15 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 10 aprile 1955 SI PUBBLICA LA DOMENICA I Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO I.. 60 DIREZIONE. AMMINJSTRAZIONE ROMA, VIA D'ARACObLI n. 3 - Telefoni: Ammlnlstraz.tone 684097 - Redazione 68-1098 - Pubblicità: Amministrazione e La FIERA LE."TTERAR.1A• • via d'Aracoell. n 3 - Roma • Tariffe: Commerciali L. 1~:1 Editorlnll L. 80 al mm. - ABBONAMEN'TI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 150 - Est.ero: Annuo L. t.000 - Copia arretrata. L. 100 - Spedl.zJone In conto corrente postale <Gruppo IT) - Conto corrente postate numero 1-31426 "CHL TOGLIE JL VERBO DISTRUGGELA PAROLA,, * Il D1esso99io de.gli se1•itto1•i nel fflondo tt1oderno Alla dom1mda ae il Cri.slo •J>partenia ali■ 1r11ernlt1ra i! faeile rispondere quando si tien 1•r,nto che il \l■n•do, oltre che 011era ~loriu, ha un rieono:teiuto pregio lcttcurio. Un• ~i– mile interroguionc urebhe •ppu.n. per lo meno ~Iran• 1d un crisli11no dei primi secoli. li Cri"to non 1pp1rticne, come i 11cNon11,rp:i omcril'i. 111 un mito e p11rl11rcdi leller•tura pote,•• signifiurc cireoM.'ri,•cre 111,1111presen• xa nei lcrmini dc\11 parol•. l..11 no!ln p1rtc• eip11tione uman• 1I Suo llr•mm1 non conscn• le li par11.;one con ~li dei e gli eroi cclebnli J111la ci,·illit lc1tenri1. li 111i~1erodel Cristo è q11dlo ,,lellc due n•• Iure dcll'11nic1 pert0n1 del \'crho. Nc"!un uo• mo h1 1,·1110 né 1vri mai u~u•lc ctpcricnu: 111'.'Mllll. JlCrt<>nllilil dtll11 1lori1. 0 imm1gin1• la nelle lettere, ,rii .l!ipu() 1,•vicin1re. J_.. 11tori11 ,li Cri"to è i. storia dcll'lneun11• zionc. dcllu Patsinn(', 1lcll1 Re!urruione, del• l'A!cen,ione, dcll'ulti1no Cinditio. La lette• Tatnra rhe 111rl1 di Lui conofee, ,li conM:~uen– u. un ilincrario che lt!nla u·vicinare i11qual• che modo, la limi1at1 p1uione dclruomo alla Su• Pu,iione. La rc•hi di Cri1to non scompane nel irior• no dell'Asceruionc. Rima!C viva nel cuore e anche i poeti la ricercarono pe~hé la 1111vi– ta suJCita,•a una nuova era. La Sua ,lottri• na co11lruh·a interiormente 1'1nim11, Lo sc•n• dalo dd pr~,1,:1-0 1l1'1po1tolo Sin Piolo s'im• perni() sull• 1Hcrmuione di lui - Fc.<itonon era meno ~lupido del re Agrippa e di Rcre• nicc intervenuti in lribun•le - che Ge,ì1 er1 ,.i,·enle, mentre Jl'.li accu!alori 1•otenno ùoou• mcnt11rne la morie. con1roll11a a Ceronlcm• 1 me tlalla lc~ge romana. In che co~• coMi,teva quc,11 .t-0pnn·ivcn• z:,? lmrnaginaiione, ,imbologia? reitlli.? Intanto a neS!!uno l!!foggiva il p11n10 fermo dell:i questione: Getù non poteva con,idc· nnii un cpi,01lio d1iu10, una memoria ilio• 11re. simile ad f',CIIIJ>io 11111vicendi mo,ofi. ca di Sot.-rate, Gli autori !!llpttAlili per le loro opcrc !i riccrurono con intcrt!l..ce. ma la loro p11rol1 di ndo è per noi conlemporanca: il loro pensiero 1i avvia veNo un mondo ~n• prc pili reml'llo, irrc\'Octhil.-. L'uomo nel mo– mento dnmalico del 1110 aAitt h• tenlilo il Cruto come •ila operante-, nccellllllria alla cii• llcdu. • a I I itlne,, rulo della lhUI coaticnsa, Catt'Ola i "mo,-imf'n• ti Mll'anima. ogai qual volta può rilevare una ptttcnu che tra11N:nd1 la com11ne indaAint!. In questo 1110cammino - la via Crucis del• l'uomo - vive dtlla 1per•nia d'in<'Onlrarlo. J... ricerca dd CriJtto è vuia e mollepliee: im• pouihilc daborart un e•11lo1n rl,e tfo1in,r111 le mohe vie ll"j!:uite tl•ll'umnni1ì 11rr l"incon, lro, c!M'mlo intinitc le •ic di Dio. e Dio, come dil!!ICRilke. fermo • lutle le 11rade. Alle ,·olle il Cristo p11u1 ndle opere lii al• cuni acrili ori quui oirgcllo di indiUercnza: l"aulorc h• inelu10 nel racconto racccnno 111• l'Uomo-Dio, •Il• 1tusa guiH di tm fallo or• tlinario. Tuna,•i• 1i u·ver1e la lolla inleriore di chi n1ol fune a meno: 1i è co11,c11i allora a scri,·cre un ,aggio: Pere/ii non pouiamo noll dirci. • cri,tiani • che e J'ul!im1 ,pn1nu 1pi• rituale nel!• hio,:rafi• di Bt~dello Croce. La parola del Cri110 non può cMCre 1o!li• tuila. • Chi non e con me e conlrq di me•, ciO non anielle 11n°cv111ione.L'indiUcrenu è fon.e un:1 1cgrcta ,:elo,i, del 1110 amore, un rim11ianto di qu:1lehe co1:1 di vi1ale che ti O di,tae<:ato tlall1 volonli e 11111 l'Uore. Pii, ~pie• !?•bile l'ollio. Ma anche le Jlarole 1lell'Erc-, /iomo di Ni«:~he contro la donrin, d( Cri$1o e il fond1mcn10 che muo,·c l"argomcntuione ili Zar11tustn 1ono 11 denuncia c,iplicil• di 11nu stato 11'1nimo che non puO 1ccctt1re 11ltr• con• dizione di vita: I• ren al HIO amore o la guerra. Il Cri110 e al centro dcll 'interc.s.oe umano. 11 Cri1tiane1imo 1nm111ei•to come bellicista - Non 11-0no,·enuto a portul~ la JJlCC, m• la gucrn - ha la 1111 ripro,·a nella polemica che la 11111 dottrin• su~il• in meno •Ile n•• zioni. Chc..1cr1on ncll'Ortnrlo»ia fece un qua• dro 1lcll• ,i1111zionc: indirti i puatloui ,lai quali 1lipcndeva il dnmm11. drll• concezione cri1ti11.n1. Alcuni ,crillori hanno comb1t111to il Cri1to 50slcncudo che la 1111dottrin11 e l'opposto 1fel. la ,·ita. Il JlCMi1ni1mo morale e dogm11i1·0 a,·rcbhe 1>c,tginnto Ji nioho i i:-0•111mi.Seri,·e Leopardi: • Il Cri.!-li•nC.l!imo nella 111• perfe• zione e incompatibile, non solo coi ino,rrci<•i dclla civihì, ma con la 111!-!i!tcnu ilei mondo e della vili um111•. Con1'f; pot.!ihile che •luri quello clic lien llitlro ,e 1tC"'-"OJM!r un nulla e che ancia nl suo proprio di,cio,:limcnlo'! •· Per 11ltri ,crillori il pc<:c•to rri11i1no e ncl– l'e«cMil·o ottimi•mo: nell'ucr 1po!t110 11nna •hra ,·ila i termini ,lcll• qucslionc: si ohhliu l'umanità 1111"11t1eu, 11111 diluione co111od1del• le ri"pOJlc, che ma,r,:iormenlt crucci11no l'in• quictu<lint! moderna, Pir11ndello Mtln che irli uomini 11vc,·1no prima creduto che tulio fo~ ~ al di lì. nell'clil medievale. e ,:li impc,:ni um•ni cr111110 ri,•olli alla ,•it11 futur•; poi Yen• ne il rinawimento 11d av,·crtirc che c'cr•,••mo 1ba,:li11ti e chc tulio er• •I lii 111111. in 1p1ct10 mondo. I mo<lcrni. gli ultimi, ,i wno accorti che. purtroppo. ttuli h1nno sba,:liato gli uni e gli 11hri. non cuendoci 11ii1null• né d di QIIII, ne 111di I.i. Nel milo tli La::aro fa ,lire •I ,:iovanc Lu• cio: • \'cdi com'è? Per non finire noi, annui• liamo in 11on1edi Dio I• ,·ila, e fu,.•ci•mo re• g113rc Dio anrhc di lii (non ,i u dove) in un prc&unto re,tno <lella morte, perché ci dii lii un J)rc111io o un caitigo >. Ad altri .!,Criuori il Cri•10 par,·e lroppn ti– mido e mon11<·1lc,auton- <li 111111. dottrin• fon. d111a !lilla rinuncia. 111hit1 ll.,:li tinmini p.-r iuellitwline c paura. Canlim·i. ,lopo I• lcllu• ra dd ~liclu•lct. mi1e in veni ndl'inno A Su– tu,1a J'i1lca µompliri.<1111 (li 1111 ~up.-n1i1.- roma• nccimo pa,:111;10 ntlle runpa,rnc, rhc 11limrn10 h1 libcruione drl mito J<Cmiticn nelrt!tii ,l.-1111 ddl• riforma e ,lcl pcn.•iuo mntlrrno. li Cri. fio) 11,•en in,rcn.-ralo il lcrrore 1l,·lla fine ilei mondo, infi11cchit1 11 ,·olontì e la ,p<"rarn:a, 1olte ai campi le fon.e dei 1iol'llni per il rhio• !.lrO. e i11fli113111Croce 1crvile al Cam11idoglio. Per contr111to 1i potrrhlll'!rO l'itar.- Jr pa,rine ,li coloro t'hc propongono 1• lf'li ,lel Cri<to af. bilo rusc,:11110 alla pace, ,:11i1l11 cll'llc croei•le. di Gim•nrma d'Arco. ,lell11 h•tt•,rlia di IA"p111• 10, dell11.strage ,lc,di U,:onotti, ,:uitla ncll11 lvi· ta coutro le ere1ie e nell'abuso tlel braccio 1,ecolare. Coti nel mondo delle lcttt!rc al Cristo è at•• La letteratura del tempo moderno non si è isolata, né è uscita dal campo della dottrina morale e religiosa: ogni odierno si– stema, anche a sfondo politico,· scopre la sua vera origine dall'eliminazione che desidera introdurre, o dalla capitale importanza che desidera attribuire al messaggio di Cristo 11-- , di GIOV Al\1l\1I FALJ;Al\11 lo rin1pro,·c111tn di a,·cr lr•seinalo lii ,lnnn11 al– la ~olitndi11e e 111monutcro, ,li a1·('r nc,r11to la conlinuiti 1lcll11 , il• con il ccli ha lo; mentre pcr altri acriunri 111colpa con,1l11t','I ucll'•ver lro111>0 favorilo. con l'imliuoluhili1ì. il malri– ntonio. Chc,tcrton concl111leva la prim11 parie 1lell1 1ua 11,•,•c11t11r11Hennamlo: • Se il Cri~to non vi"ne ,1111 cielo viene ,l1111'infcrno. In real– là ,e Ce~i, ,li Nuareth non è il Cri1to non p110 cuerc dic l'anlirri.•to •· Il problema, 111111111 r111lice, prendr. tota!, meni" ruomo d1e 11Crive, Se Lt1i c·e, i pcNo- 11a~i, bene o m•I(', devono ,::imtifirar!i in h•• 1e ad un• le,r,tc. rhe fl la Sua legge (I. Mlle dcll'lnnomina!o man:r;oniano a'inccnlra in quel• mon111.110 per 111 cv11qui5t.v.,1'11011. ,•critì Ul'nlula. La hclleu1 d.-1 Cri1lo ~i ri1olve nella lucida di11lf'ttic1 ddl• ,crilil. Ogni ,•ero è 111• 11ro• prictì, gli 11pparticne 11ll'ori,ti11e. ,:li 1pµ1rlicne nel •110 uhimo fine. • La parola tli Dio non Jti può i11c1lt'nàtt •• ,lichiara San Paolo nella Il lellera a Timoteo. prrciO il m•~i11cro ,li Cri,to ha il dirillo di ci111di111nu in meno •ili scriltMÌ. Chi riccr– c• la b,.Jler.:ta ,. ne ,·uole una dciini,ione rhie– tlt', in concl111iont. Crisio e il 1110 Van,:do. E'. ,!1111,1uc, JmMibil,. un• equ11:ione: lclle• ntura e !l(llcr.u, l'!OIIIO vnleva C11rlo Du Rns nel ~uo scritto: «Qu'c•t-ce qur I• Ui!lérature?•. Se. come affermava K.. n•.", Rrllt:,;u è verilì; PERICLE FAZZINI; Rcsurrtzlone di Nostro Sltnortl !'al tli lii, tluH~ l'operalo umirno donìi c1scrc ~ottopo~to al Gimli,•c <lcfinitivo); K Lui non c'C ai pcr"nn11i:11iC w111cntito di 1mv1\'CN-i in nini ,lirezione. l'Ontro -0;.ni lene, Mu: Jarob rilrO\'aln in Cri~to In \'Nitii an,lò 11.,!,Crvire la mcu11 in Pro"cnu, m11prima ,li luriul: Pari• ,:i ,·olle <-hic1lere pcr,luno 11lle siepi e 11ico• lnmhi; 11\C\'llcxpito rl1c il tn1limcnto e 111 lol• lii contro il Cri•to in,'HliY11 il problcm11 tlel lratlimcnlo e ,ldl• lolla nnche rontro 111nalu• ra. fii::lia di Dio. Non ,i rifiuta 111111 rc•llì se 1100 •cccllantlo• 11e un'1llr11: f111clla 1ullil 111cli funri dd Cri. 1tn. L'1111![0.!-CÌ• c,istcn:r:iali•la, il tormrnto di llentirsi ,•hcre. i,cnu 1111 1pp1.1,:,:io nl1hli,ra rin• dh·itluo a,I uno don:o vano, 11un <li,1>cmli11 ,li cnrriic per 01)('r■rc in ,ali1,. sicuro ili c ..cr ricacciato ncll"abi.,.,w nppcu1 ,i e ,·icini 11111 ,·ctta, co111e ha pn:ci-~nto All,crlo C•mus uel Mito ,li Si,i/o. Si comideri 5<'lo un iu1~110 deliri ,·i1a: lii morte. Lo scrittore !i ehictle ~ 111,·it11 con1int111: ,·,wl sapere se • q11cl che con,!111011n,rni ani. m•lc • morte• 1111 \'lllore •11cl1c 11cr lui. nel!• atc.1•11misura, nell'i,lentico ,i,.:nificato. Il pa• 110," ('rr11nte tlcl l.copanli e chiuso in 11uc•to cni,rma: lo •p:on1enl11l'uni,•cr.,.o, lo 1urb1 111p\1- cid11 luna clic il\111ni1111 il mon<lo e ,·c1?li11. il Frt,:,:c. ma 11i;1:mMr11 qudl'ahi,oso nel 1p111lcil ,·c~,chi11rdlo bianco e infermo • preci11ilar><lo il 111110 olilirt >, Coard:'iti dalla morte, ,:li .cri!• lnri h11nno altro lin,t1111,:p:io:nel loro lr('mnre ,,•e la 111ffnen1.111 ,lcl cuore impauritfl che 11<111 111 fona di rt'l(:::crc 1/11solo 111mi~tf'ro ,lcllll tomba. se 11011i11lrnicnc 111Jla,:ina ilcll1 re• ,urr(':r:iu1w cli L11u11roII climinart il 1l11liliio. Le liriche e le lellrre ,!cl pi1111re5'-ipion(', per t•i• l•rc delle pa,::iuc l'nntrmpnunf'c. ,nno ,lc11-1ecli quf'~li inltrr<,~ali\i e ,li 1p1c~te ll)t'Un7.t'; gli ~·ritti rii Ct'•11re P11H'"C!OOO ,l,.~rti e 1lc•olati ili fronti" alla morie, pcrrhi t•tnnf'i al mi•lc, ro di Cri~to? Si pNrl'JJi~cc il ,!<l"ll•O 1ldl11 ,•it11 ancrl('n,lo ('l1c le C'1tit, $C ,('1l11te in Lui. !unno ~i,:11ifit••to, il 1ia!IJlÌO ha ,lei punii ,li riluin1f'nto, r'è il l\101,te df"llt h..a1i1111linidtc fa <111 intermedia• rin tra la gioia ,li H"tlf'mme e il ,1'11ore ,Id C•h·11rio. Co•i in molti acrillori la rict'ri:-1 ddl1 hrlln, :u 1 aeonfittll nel ri1ro1'11mc1110terreno, !i eleva ,•1,n 111.o.,.io11c 11110,•11 ,cr~o la fonte ,li oi,:ni h.-1, lczza. una ,·oha rilrnw11a I, fc,lr. Come pcr Jli 11rlisti anche pcr i:li &eriuori il Cri•to 11ppue in 11111luce con1ple1a: Fidia e l'Olimpo lrll• vcritì è hcllcua • - eco ,lcll'llffcr111uione pia• tonica d1e il bello è lo 1plc11dore del ,•ero - noi p:1rl:mdo della hcllcna 11i:in10 1111rlando di uno de,:lì n11ribu1i di Dio, di una rcallil ,,iv:t in Cri~lo•IJio, bellcu:11 :mlif'a e nuo,·a, come lu imnc;n·a S. ,\go~ino. L. cocrf'r,:r.11ilcl ,li~<·o~o l!O!J1i11!1e ,:li JCrit• lori ncll'ilincrKTio: llclle,.ZI nriti amore pie• 111•.L'inttllc1to dcl\'nomn com.1~iul11 I• supre• 111ahellc:r::u 1111 ,c,l1110 111Vcrilii, e b. Vcritì ,l('l'C C-s.."Crc, 11ollr1n:r.11.1/ifna, L11difc1a pute d11ll'11morc. L'11more ~cr,crn 1 !1111 ,·nit• uni ,le– ,01ione e un 1•11lto.Ciii che l'i111cllet10 h11 ri• c11n<t.sci1110 ,·ero. la ...,olon1.i d~i,lerll .,1J1hr.c• ci11rlo, il t'UOrc cvntr1nporancame11tc j('~ue il ri1rn,•11.mcnlo, Yi ap:,:iun~e 1- commoiione pro– fon,la per la conqniSIM 011er•ta 1bll'inlt"ilet10. Gli .rritlori clic ind:1,:ano con si11ceri1ì il mi• ,trro ,!ella l1cllrn11 fini:.eono per 111e11erein lu• ,·e rhc le r1weon111ntl111in11i del 1empo ,ono ri• ,:hiami 1t11n1·hie proni•ori. " che la hcllc7,za h1 1111m<''-"•1,:io d1 tn••nctlcrc !oh•nlo se ))O!..•ic1lc il ,110 innmo,·ihile fontlamcnto e I• !UMcon4inui1ì oltre la 1'it1. • Chi lo,rlic il Vcrho <li,itrup:~c la p11rnl1 • aHerti1·11 Cl1111lcl nell11 uota le11cro1a ftiviére ,lel 3 111u7.o 190i. Cii, !i,niric11 che le lrllera• lur•. ,•ome !i dice,·• all'initio ,e ,•i111e 11cnn• \enutv ,li 1p1('1t11non puì, !111.l,ilirci, in fnrm• irnplicila () e!'plicita che fnnd1n1lol• sull'Auto• re !l~•n ,ldla ,•it11. In r1udlc r11re ~10,ic lcttcnric che non tle• ~ig1111nocome $l•Jio11e unica lll pura form11. il mnti,·o .1ot1err11nco e ,lnmin11111e l'intero ne• conto è il U'ì--10, A pule i:li wrillnri rlci primi !tcoli. cr,no• ""iuli per le apoln!fiC. le c~Mlatinni morali, e le e..-ci;e,i dei 1111-.s-i J, hlici. 11p11rte. come è o,•. , io. le opt!rc d"i PM1lri 1ldla Chif'!a ,. dccli -"t·rillori crclt'•ia!'IÌl'i. il m1•dillt"1•0e le leltcra– lurr ncol11tinc " i' 1irimo tc111ro h■nn'1 a,·1110 in Cri,tn l11rllJ[iOnt' ,li 11n comune l,,ran1l'. Lii •pcr11l111.ior1t'ilei lf'nlnp:i t'r11 riw1h11 a rhi1rirc i. •trullura e il c('Jr('to ,lrl1a ,·ita e ,Idi. (lnt. tri,u ,li G('•Ì1. in rapporto 11i do,•erì ili f'i11• §(:uno e dcll11 ~urir1ii um•na. E\c,nndo cn•torn urlrnni,cr~11li1ii e nel rnn, ,f'nln il lorn pcn•irro II Cri~10 trn,·11,·ano le •inttol,. ulicolnioni nrct'uaric pt'r ,lir(' di q11a, li dementi e di <111:ilifon.e era costituilo il •·:Hello inlcriorc, ,li qtrnli m1m~i1:,ni,uwontlo il Ji1111m1J,:iod1e 11oi u,orì S, Tcre-a OA,·ila, fi com11one1:1 1'11hita1.ione di Din. Il mondo antico a,·e1•11de~idN-alo •eJ\tll fnlllo con Pl11· Ione e Ari.11otilc 111conomnu del minero; ii · iblioteca Gino Bianco en ferm11to ad un limile oltre il quale non aveva s.a1H1to,con la 110111 intc..lligenn, ,edere cio che Dio a,-eva rijen·,110 in quello e nel• l"altro mondo, ;ii 6UOi Mnli. 11 moti.-o rlell1 tri,teua che J~H ,ull'•nti• rhi1il fu detto da Ero,loto nel libro Vll 1lell11 Storia. intitolalo a Polonnia, 111111ndo mi1C ,ul. le labl,ra di &)~ il latncnlo 111II• c•ducitì dcli• vii• e deU1 fam•. e l'invitlia pc.r ,:li dei ln IIOi!'CUOdi una vila tlem•. li l'angelo fu l"annunzio tlcll11 Rc,lcnzione. PereiO il Virgilio cre110 ti• Dante ,offre la ;rande me.tizia di llOn U'eT ricevuto il balle• ,imo. e dichiara la ,111 llf"rdiiione nel Limbo ( • M'mo perduti •) e l'infcliritil nell'c»er veuu• lo •Ila vita, primi dcli• Redenzio11e, Ccrl11• n1en1e un dramma !piritu•lc intcn.10 ri,petto al Cri,to vive nel Tr-N:en10 l"Alighieri nella Comm"llia. Le limide versific1zio11i di Bo"'·c1in d• Riva e di Giacomino d• Verona ee,lono il paMO a q11011 r111presen1uione ,lei mondo in 1nli1·i• po 1ul Giudizio e in ra11pnrto ai tre re11ni che definiscono l"cti1ten:u: cuti~o: c8piuionc., premio. Il Cri1to apre le porte di Di1e, se• ,:n1 11 alflria ,Jcll• Chi"H ncll• Ei,ur• tlel G,i. fone alato tulla veU11del Purg•tnrio. tra!Jllrc ndla Croce del Ciel~ di Marte, in m('t:r:O alla Jloria dei martiri, luee nel trionfo che allcn• de la \'er,:ine, e app•re • dipinlo dalla nostn cffi,:ic,. rlel mi.<11,.,0Trinilario. La leucratura 1lel Trttcnto in nome ,li Cri• 110 ri,:u•d11n1 alla 11ori1 le rt',:ioni 11rim1 per• dote della povertà, .teli• caa1i1il, dcll'obbcdit!n• za, Poverlil e un me:r::r:ndi tlifeu {lal m•lc, un molivo propul,ore dd bf.nc. Le opere di mi11e• rieordia 1cq11i11tano ulore ,li araomento filOM)> fico. il più acducenle ,li tulli. perche la real• lii 1i mura t11':llcm•ni: il pOl'ero è Cri1to 1IU• 10. DMile e Giotto celebrano Madonna Po,,er1i, In con-c1ucnt1 la letteulura l•tina e volira• re ,i 1rov11di Ironie •d 1111f•t10 n1:,vo per la ptttcnia del figliolo ,li Pietro lkrnudone e di Pie•. che porta ncUe 1ue carni il 1i,:illo ,li Cri&to. Di qui ,i 1lovreblie initiarc il caritolo 1lcll1 nMln 1tori1 letteraria, quella 1tori1 di Cri,10, in n,:ni ,ecolo aulentica, che allcnde 111C<1u il 1uo ,itudioM) ed inlcrprele, La aarn1ione della 1tnri1 di Cri•to H tlal \'et'chio al Nuovo Te•tamenlo, 1i apre con la r~~c;;,.;:1 e R 1 ~d~~=~: ::ur:I:~: ~!~i C'.Wlo,Bi..,..ttbhe ..,,i,-e,., la 11oria di Criato -.i,-enle nella ChicM Cauolica. L., 11oria di Cri,10 e una tloria rli anime, ,i conu ed ani• me, e non ,olo a momenti e a epitocli della collclli1'itii, La tellimoniant• degli ,erillori, vcd1111 in qu~ta interaione co,eicnte nella t\ori• di Cri• 110, prende una proporaione gim.ta e ric,ce a 11i111tifie1Ni. La 11cu1 lclleratura ci ,:111,lagn., h• in m•no un mt!lrn Mcuro per c•pire 1\i ~rillori. in quei ,e11rcli della col<'ienu, do,·c e diHieile e l1lor1 p111ro90 di!rc.n,lcre. Privi di una cono~nza ddl'11~:r:ione del lrcmine 11more. eo1i come viene proposlo 1111 Cri~lo non ,i II J)ii1 che interprelnione dare •ll'amnre nelle Rin1e tli Pctnrea, non ai in• tendono i fiori di virlù. i trall•ti mo.nli. le allegorie, gli ,marrimenti. GIOVANNI FALLAN'I (Continuo a pag. 2) A pag. 3, 4, 5 e 6 * Oma99io a UL.A.UDEL a cin·a di GIANCARLO VIGORELLI • Testimonianze degli scrittori: ATTILIO BERTOLUCCI CARLO BO GIORGIO CAPRONI RAFFAELE CARRIERI FRANCESCO CASNATI DINO DEL BO GIUSEPPE DE LUCA PIERO JAHIER ROMEO LUCCHESE PRIMO MAZZOLARI RENATO MUCCI PIER PAOLO PASOLINI :\URIO STEFANJLE VALERIO VOLPINI e degli attori : VITTORIO GASSMAN ELENA ZARESCHI SILVIO D'AMICO UN BSBHCIZIO DIFBOK E01INTELLIGKNZA OUII TO MEZZO SECOLO * SILVIO D'AMIC RJNNOVOr ILS GNO DIBOUTET T aie è il vigore polemico della sua opera che ripercorrerla adesso significa inevitabilmente accett.arla o respingerla e distinguere tt.ell' altissima lezione del critico quant.o è finito con. Lu.i da quanto invece resterà nella nostra battaglia per -un teatro d'arte * di GI0\7 AL\lL\11 (;Af,EL\llHH,I CO~~r~~:i~oo: :~er.~o~~r:h~ ilo~~~!~ ~~ 1:;~:~;f o/!:::'~ 1 1 ;'t; u~i 1e: 1 tr~~!1f~~: strappato da una morte Improvvisa, sfo- brava un templo nel quale qualcosa di gliamo I numerosi volumi di Silvio d'Ami• religioso si comolva. nel quale si doveva co, dall'ormai lontano Teatro dei fantoc• penetrare e restare cosi com<? In una cj che è del 1920 al recentissimo Mettere chiesa per chi ha fede: e dire d1 quanto in sce,ta che è dello scorso anno, ed an• si svolgeva nello scenico av1H'l1iimcnto diamo alla ricerca di un'antica annota- por quel che 1,no scrittore aveva veduto. zlone. dl una sottolineatura, di un'illuml• per quel che 1m attora rivelava. costitlli.. nazione ricevuta o di una dissonanza. Ci va per lui tale un 1tfficio che non riuacivc, sembra di discutere con lui. che amava. a sorridare q,urndo qli nmici gli ripete• come raramente accade, il rapporto di· oono aller1ramonte ch't1gli 01sercitavo retto. Il colloquio; che sentiva anche In nientemeno un apostolato. questo la virtù misteriosa della parola e Il fatto molto semplice e (.rnche va· detta a voce alta. sulla scena della vita. recchio indifferente 1>0r il quale una per• con un'intonazione precisa. sona acquistmtdo ,m biglietto a ma botte- I teorici, reglstl e teatranti stranieri, gaio da teatro, si draia 'in una seclia S'PC· da Appia a Stanlslavskl, da Relnhardt a mndo dimentic(1re, in mia q1mf1rnque di• Jouvet, sono molto spesso citati In questi straziane, df alle(Jre.ua o di <,'Ommo.:ione. volumi ed altrettanto spesso vi si incontra• le faticose e oziose ctire di ,ma qiornata, no le ccronache>. come l'autore amava de• acquiatava invece per liti i,ropor::ioni di finirle, di spettacoli stranieri. Potrebbe avvenimento nlto e solmrne. pc) quale perciò sembrare ad un osservatore super• occorreva nè più nè meno una prepara• flciale che egli abbia tratto la sua prima zlonc e una fede di Iniziato. e mentre Ispirazione oltralpe e che la sua lunga intorno a lui la aal<t del teatro ferveva cd animosa battaglia sia stata intera- di l11ce e di bellez::a, di chiacchiere e di mente combattuta sulle orme di geni fo. festivitt't, egli si raccoglieva, aso,orto, i,ro• restlerl, ad Imitazione ora dei russi, ora vando stri1'Qrc 8 stizza peroht quella folla del francesi. ora del tedeschi. tton seg11iva il gran mistero discendente Ed Invece Silvio •d'Amico nel secondo delle nuoole viamente 1>rottrata tt8lla decennio di questo secolo ~ll'inlzlo della contemplazione estatica>. sua opera, raccolse l'eredità di un critico Questo messaggio aveva a:Jora raccol– itallano, di Eduardo Boutet, e oncstamen• to Silvio d'Amico e blso2na adesso rlco• le lo riconobbe in Maschere e Jn Invito nosccrc che 211 è rimasto fedele oer tutta al teatro. Tra l'Otto e II Novecento an• la vita con coerenza ammirevole. Ma che Eduardo Boutel, che dalla natia Na• Eduardo Boutet. che era un animatore poli era venuto giovanissimo a Roma si e un polemista Irrefrenabile. che da ogni era battuto pcrchè la scena italiana· ri• delusione e da ogni sconfitta si rlsolle– tornasse ad essere un e templo •. pcrchè vava indomito e prorompente di nuove le compa2nie si riscattassero dal noma- energie. possedeva purtroppo una cultura dismo dei e 2uitti > conquistando una sede frettolosa e disordinai.a. mancava di sot• stabile. perchè lo spettacolo fos~e conce, tlgllezza. di Ironia. d1 erudizione. E la pito unitariamente con un 11ensocritico. sua polemica. non sufficientemente ali• perchè alla vanagloriosa supremazia del menta1a, rischiava spesso di apparire te• e mattatore> si sostituisse finalmente la meraria ed Ingenua. Agli argomenti lstln• dignità del e complesso>. Eduardo Bou• tlvl e alle tesi Intuitive di Eduardo Bou– tet, che nel 1904 aveva fondato la cStabl- tet Il g'lovane Silvio d'Amico. Iniziando ~e:~:i:~~:m~:o 1:a~:e~~ftnà~~ic :cvue:i: ~:~r~it: 0 ci~i~~t~r~!~~i ~~ià?. ~~Ùa~~~\:: teatr_all per l'educazione degli allori mo- tà ftlologlca, della docum~ntazlone accu• derm ed aveva insegnato egli stesso, scb• r~ta. Anche a chi era rcsuo, e~II !ece su– bene fosse autodidatta, la Storia del Tea• b1to comprendere che .quegli ideali non tro alla Scuola di recitazione di Santa erano II frutto di una 1rraglonevole esal• Cecilia. tazlone, ma Il risultato di un'esperienza Persino In un romanzo, Q,iidam, que- artlst_lca sinceramente sofferta e di una sto focoso partenopeo aveva esaltato II suo intelligente intuizione. E in seguito volse Ideale. Protagonista ne era un critico. che, lo s,:?uardo fuori di ca.sa e avverti che Innamoratosi di un'attrice, tentava di ln• In alcuni paesi stranieri le esigenze delle fonderle un'alta coscienza spirituale del, quali Il Boutet si era fatto banditore si l'arte scenica. L'attrice volentieri conce- rivelavano e si aff'ermavano con eviden• deva se stessa all'amante: ma si rifiutava za. determinando nuovi orientamenti ostinatamente al suol Insegnamenti e dell'arte scenica. Ed Incominciarono I l'unione cosi si lnfrangc""''a. suoi curiosi e stimolanti vagabondaggi Con queste parole. che Silvio d'Amico da un teatro all'altro. I suoi Incontri con ha riportate In un saggio di quarant'an• le più significative personalità della ti• nl addietro. era presentato nel romanzo balta straniera. Si scatenarono le sue po– li persona_ggio dell'apostolo teatrale nel !emiche in difesa di queJ::11ideali che. quale lo scrittore aveva disegnato pura• ricevuti dal Boutet dentro Il cerchio del– mente e sempllccmen1.e un autoritratto: le mura cittadine. egli vedeva ormai In• e Che mai t101~rappresentava per lui, seritl ed articolati in un più vasto dlscor– csaltato ht ima visione d'arte, quella gen- so europeo. te in/<1gotlata e i11farinMa che si aggirat)(1 Ben lungi dall'andare In J?iro per il dinanzi aUe lam»adette della ribalta a mondo alla ricerca di formule Inedite e vi11ere la vita delle creature J)(ll,,itanti di mode sconosciute In Italia. Silvio d'Ami• nel quadro scetaicol Il dovere deil'attore GIOVANNICALENDOLl gli pare\Pa un dovere sacro: quell'immen• (Continua o pag, ZJ

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