Fiera Letteraria - Anno IX - n. 51 - 19 dicembre 1954

Domenica l ~ J..... embre t .. 5-l L A F I E R A L E 'I : E R A R I A "1,'0t11BH,1 SVA 'D'ORl\'A,, .. UMANl1 1 A'DIVIRGILIO * o~ U l\c:'\. D !E .H il' O ~ J. BINI Da non * leg~ersi chiave di realismo Qu«sto narratore ha la .ma particolarf discrezione: recarci la numoria di u1i'epoca ripensata attraverso un personaggio, stac~ candOJi da esso f,er un giudizio senw equivoci e senza deboleue * di FERDl~A~DO VIRDIA l'o eca Gino Bianco Poeti del Giuseppe Zoiarrio ' GIUSEPPE ZAGARRIO • nat" n•I 1911 n Rallffllllftl (Aq,.,qflNtoJ. Laur"lut!'> '" l,rllrre prru" l'U1t11,;1t,.11fO d• Po/~1,nn. R,t,1Nf" n F,,.e,uci it'l(I p,.(11Ur!l,("(I /,011dlltt, IUJ. Ilo pNbt>l1('nlQ UN t;O/um•UO di lmrhc- prt~Jtr, lt e(l1:io,11 ,In ,,,1 C1111:m1r1tre1o: ,,Le :Slt1tJ/1>NIdi Mngr,1n1o (lr>HJ. !,tH·n,., di Cflllt:"o: e IA Pff• 1111 d1 G. A. Cfl~nrr,-. (l!Jj7J; ,rL'Etp,.t!1111Q'1t, (19SIJ; cCJ10- t·t:1111u \.·.,.uo > fl95iJ; c81,.,. r,ri d•llo .Sit:"tllo dal null• (Id oQgl: pnltt1cff, •co1tom10, 1,,. t•roturn, orti " Jolklor, > (11t corto di 4tompo). SUL CORO DEGLI UCCISI Il vento ha appeso l'alba sopra Il fumo e l'orizzonte precipita la luce sulla linea di sangue. Ora si st.mno in coro ad aspettare sopra la luce. il dorso muto, lente le mani sopra l'erba del fossato. E tu guardavi. padre, la tua messe il respiro di spighe non mature sulla talee non tua, o cara, o bianca !alce del sogni alla calda stagloné! Perché, chiedemmo al vento del mattini perché. chiedemmo al dolci meridiani se care1.zano il sole con la mano sulle pupille uccise? Ruglla la risposta In una cava ove Il dolore aperse la montagna e Il rebbio gioca ancora alle ferite col denti obliqui vestiti di sole. Però serena l'a!.pra lnsea:na 11cielo e la terra respira una canzone o amore, o dolore, che cantiamo ancora eguall sul coro degli uccisi a questa assidua attesa di una met•. A QUESTA TERRA NOSTRA Promessa dall'amore e dalle fiabe attesa con le mani e la aola di sole Impaziente è 11 rancore che s'appesa a questa terra non nostra. Nacque di figlio In figlio Il canto rouo dèlle spighe mature nel tramonti e gli ulivi coi piedi scalzi in coro sulla costa del colli. Dov~ sono I richiami delle rose sulJe finestre e nel pozzi I mattini a sciogliere nel vento le parole delle notti lllunl? r>t nebbia verde al limiti del tempo dlrompe Il velo sulle crepe antiche e il vento ora precipita le pene sueli aghi acuti dentro alle ombrtllUlore. A notte I grilli fermano Il cielo, ovt la volpe dal sentieri ienoti rialza 11 muso a ~rcare la luna. GIUSEPPS ,,.G .. lllO Ue11are Vl"aldl a/f,!!~fo ~1Y~IB~ t,:1t! R•HIIO, dot·• fo Il 1110,.NIIIIUo, •d Ohll(I o/ ll\fllt•ro H d•l l'•al• dfJ!I Q1111tt,o l'•NII. t:' IIOlo tra f /01tdolor1 d•lla riu1~111 di pol',ia • Lo 81ra• ,111 ,. JIIJ p11bb/lro10: ,, ouo p~dfj! ll(II dlntfl!IIO l1gwr, d' lmptrrlo, (e Il COlllOlllfJ!,CI ,, Ram(I, 19!,tJ; e Od• oll'l:11• ropa ed nit,.• pottl• > (e Lta siero,, Romo l9JIJ, col qua• ls Ilo \IINIO il e Premio dfJ!• gli Artfall > 19$,. BEVUTA DI SERA L'aspro odore dell'alcol nel bicchiere si mischia allora con la brezza. folta di voci estive che si danno accolta davanti alla mia casa In queste sere di fine giugno. e s'accalcano tn folta alle porte del cuore. E tu le nere idee di morte lasci, o cuore. alfiere di glovine1.za , e scendi tra la folla In cerca dei pensieri d'una volta. Intorno a me s'adunano I pl\J cari sogni, tutti Il porta in queste sere dl fine giugno l'acol nel bicchiere, pallldl volti del ricordo al fari: e 11 cuore torna quello d'una volta. PIOGGIA SU PORTO MAURIZIO Una cascata di nubi: e la pioggia è ormai vicina. Il fico che dilata le op11.chefronde In cortile. la logeta che la vite avv1luppd sulla strada polverosa, e li mio cuore verde In tor~• di fo,!?lla, tutti aspettano l'amata · pioggia, che arrivi. E l'acqua ~ qui, s'apporrta col gomiti minuscoli alla Jatta. come a un balcone, della gronda, I tetti in un momE'nto fa lucldl, frùscla nell'erba, schiocca sulle foglie tenere. Bello euardare Il bagnato del tetti. le donne fa capolino dagli usci. Porto Maurizio In un velo di cenere. CESAJtt YIY~DI Glo'1'annl Gh1diel GIOVA~;-;r GH.iDICI t llff· to 1/ 16 QIIIQlllJ ,,,., 11 !'Or• lo ,-,.N~• 11t L1v11rm. l'tr 111 ,li"t11:1rn11 del C.'01t:n11,c,01o11111 PMbbl1r11t,1 ""'I Hl,U 111111 1·(1/• •11 d,llr ,1u• pr,ine p1>f'•1e rul l,IMO d, • Pmrl 1fu11prun·1• /f'J •· ,ltlvn/m(·nll' •l◄1 J,lrt'pn• 111111/'l 111 pùbh/1('11:,o"t ,/, Mlt ,..,,,,,o /1!,r{'/11> di 1·cr•t e 1~,i ...;1,1:1nr1c d1 P,,a •• 11 ,·u, ,.... rl.,, pr,1tr,p11I• 111r(I r11-t,t1<•· tn dullu •t'rff d1 1'"'*'" t'llf' 1Nlltr,/l"'l'fl In rac-r9/111 (;,11,f,. l'I, dir f d1 prr.,ff!UIOll~ 91nr- 11ul,,d11, t·1n• O Romn, 111 t·•<1 •Vo1ttlf Nrt•o,,o J7, ~,I t /rtl I ('Ql/,1hor1Uori ord1Nnn (!dia e F,erfl! >· ·•-i!.iio-O.tllli:: Pag. 5 • canzoniere QUI LA MIA PRIMA ATTESA Non ero Giona sepolto nell'umido respiro dello squalo: !u un \!&pore d'uòmlnl che m'accolse; fu l'antica stazione al mio rlsvegllo, la mia casa 1ullgglnosa e ardente. Sullo schermo del finestrino rapida un'Jmmaelne trascorse, Il venditore di bevande; ra~,~: :~:c~!~: ~uut~e~:~f in1a 2 r~~e~ Io non sapevo respirare ancora 11 silenzio e nemmeno (come on! Il mio pane d'adulto) la mia noia spezzare come un pane. Logoravo ~~: tlraen:;11:cc~[;~";!to~l~~S:;u~:l\!~ sosta a Pisa una mia sera. Puro palJ:'ito, non misura di tempo, era Il mio cuore. (da e La. Sta:lone di Pifa. >) A LUCCA: PER GEMMA GALGANI Virgo luccnaft, con li crudo anelito del san1ue alle tue pla&he. col tuo nero lungo mantello e l'onda del tuo Amore. c'eri Anche tu per le strade di questa sllenDosa città: ti rise In cuore la meravl1lla. per I prlmi cinema, lt prime biciclette, le automobili, la folla rumorosa at dl di festa. GIO,'AN1't"J OruDICI Glo11eppe Selvaa&a&I <.ruSEPPE S&L\'AGGI, M• to 4 CiUHIIO Jor110 llt Ca/11• •rf4 U O 1190110 d~I 1,u, \'I· \I• o "omo d<1/ 'U. DI pro• J•11lo11e g1or11oli.,to, t capo d•i ,..,11/11 d• poli11co l"lt'r• NO dd Tempo. Abito ,. t·lo dfl 6(1b1u1tll, 4l:,•. Un pvbblc· COM: ,, /PJor di .Voti~> (t·t,.• ••J. J!JU, a. e,ti:. Rama, 19$♦, EdllorfJ! BllNiJC't"I; ,, Scllp•rlo ~=1.•;~~r:,~:r~ i::;!f: q:·:: d.•r1to d'amo,.e ., h:dl:l0111 d('t e C01tZ01thr,.fl! >, Roma. 19'$, 1-er,f, pf>I h1eht11 nella roc• c-olto e V•1tlO o/lo porto>, Editor, Coppe/li, Roma, 195j; , ole111tl ,oggi 11, ort11tl /I• ,11,rau.,1. I GIORNI RITROVATI Manrlo clllece questo pomeriggio d'estate che matura oltre la mia finestra In cur,·e clalle all'orizzonte; e li rosso del frutto ml riporta al nostro primo baciarci. Ritorna, Fr•ncesca, l'inesperto viaggio per Il ~osco qu,ndo capelveneri e rami ,urli occhi ml erondav,no con felice frescura. Tu dlsttu aul papaveri eri ptù vasta di glueno che cielo e campaina dlstcnavano Jotto l'arcata di vento odoroso. La tua nuca saptva di pietra muscosa raccolta nel !lume dell'tntantla. Altro colore avevano I capelli 1pars1 tra I fiori agresU e le tue mani lunghe che speziavano l'erba. CANTO DEL POMERIGGIO Sulla scarpata del fiume danzano I carpentieri l~i 1~ 0 ~1ng 81 ~~~toal a 10 z:u~!~rno. e nemmeno alla carne. Per la tua salute, Dio, non scendere sulla riva. GIUSEPPE SELVAGGI Orlando PlerUapponl ORLANDO PIER C4PPO· NJ è NOIO ,.. , J9J7 a Ro"'o, do\l• t:lt'P lll \11(1d•I Lo11,11 Il. ,. Ln11rt'•llo 11t lettere. Collaboro co1t ,0.,1., e ortc– C'Qh di errucn "1111Fiera l•t• terarl11.. Ha p11bbl1Ct1lv: e Lo .\"ave-., li:d,i101t1 dfl!I Co,.,o. •uertt, 1951; • Lo V,g/10 •• hll, 19$.1; e Lo Trilogia>, Il Pr,• HNle, ROIIJII, 1954. 6' ,toto icq1toloto 1t•I pr•mi 6011t1 l't11<•fJ!nt 19,9, Sa11 Bob/lo 1951}, C'Mdllt"CI ''"· V1orfJ!!7• 1110 lHJ fJ! J95j. FRAMMENTO Chta~,rt ti vento. eh~ t'~dlv~ q·uando ct,ntavi, Il vento che t'udiva quando ridevi ... Anima che d'Incanto a me traspari, dove tu sei. dove canta la voce tua. dove batte Il tuo cuore, per quale misterioso sentiero cammini? Chiamare Jl vento che t'udiva quando cantavi, Il vento che t'udiva quando rldevl, s'lo potessi. RITORNO AL CONVENTO SUL MARE Fuiriasco, son tornato. dopo tanti anni, al convento sul mare. Sopra i volli del Padri - ftrml da tanto nella mia memoria - a un tratto. con sgomento. scoperai Il lungo logorio del tempo. E riconobbi 1 Santi e l'espressione delle Vergini dentro le cornici tarlate e polverose: f~ù ni!~~~~! S!~ ~J~,t_rdl, più lontana Ma quando. attratto dal rlcordl Uorse ricercando me stesso nel fanciullo sereno di quel giorni) m'affae<:lai alla grotta profonda delle celle, dal miei passi evocato, come allora ln fondo un suono m'illuse col vuoto sordo. di 1omba. Dopo tanli anni, nt'I con,ento sul mare, d·lmmutato non trovai che la voce di quell'eco. RICORDO MATERNO Disperata dolcezz.a dt purissima sera quando, nel grigio effuso . l&crlma bella In cielo, Strio appare. ORLA~'DO PIER CAPPONI ..

RkJQdWJsaXNoZXIy