Fiera Letteraria - Anno IX - n. 27 - 4 luglio 1954

1man~rittt, anche se non pubbltcatt. non si re!;tlt11l~r.nnn Data la sovrabbondanza d.J scrlt.tt che cl perveniono con l'esplicita richiesta di giudizi parttcolart, comumchtH.mo agli Interessati che direttore e redazione della Fiera sono assolutamente impossibilitati a dar riscontro a Queste LA FIEH1\ tETTERARIA richieste. GAJLIJERIA DEGJL][ A\TRTK§TJ[ !1CAJLIANJ[ Unapoesia in equilibrio Fii, L'arte di Omiccioli vive tra rt11a minuta e-'po&i~on.e di fatti di &aporeneoreali&tico e un liris11,o violento ' *: di GIOIIGIO HASSANI Non vlve-.•amo a Roma. noi. nel '41. ni eo– nosce\'amo Omiccioli altro che di nome, sul• la fede di qualche cronaca d'11.rteletta in non so che rl\'lsta lelterarl11. del tempo. Non er11., ·11.mo perciò ln irado d'avere alcuna no– th:la, neppure Indiretta, delle discrete 1cor– rlbll.ndc che Il pittore compiva proprio a quell'epoca ncll'lmmedlata periferia roma– na, e, con particolare ln.slstonz.a, lungo le sublimi solitudini erbose che s'aprono, poco più su di Ponto Mll\'lo, attorno alla con– fluenza de-ll'Anlenc nel Tovere. Né tanto meno, t'! da 11.gglungere, avremmo potuto saper qualcosa dell'espressione di felicità, che forse Illuminava Il volto aguzzo • ar. guto dell'art\1ta, nel momento predso nel quale un capitano oc! c11.rablnlerl, ln gin d'Ispezione per quelle plaghe, credette di aver posto la mano, Imbattendosi In Omlc• cloll. sopra un agente del nt-mlco camuf• fato da pittore domenicale. Sta di fatto, comunque. che di quel sentimento di feli– cità. che re,lstette ccrtamoote alla nottata trascorsa. In gu1t.rdlna per comando del trop. po zelante custode dell'ordine, e. rivelandosi sempre phi chiaramente a se stesso, dlvenn• il motivo llrlco della produzione Immediata– mente succeul\·a del nostro pittore. quarido egli, per non Incorrere In altri divieti, 11 confinò a dipingere nell'Area dc-gli orti di iuerra che 11 stendo,·a, allora, sotto le pen• dici di Villa Borghese: sta di fatto, dlce– \'&mO, che di quel scotimento di ,trenua felicità potemmo a,·er la prova concreta tre anni pili tardi, quando. arrivati di fresco a Roma, con carte fai~. cl capitò dl en– trare, In una sera dJ gennaio o febbraio del 1941, nella piccola Galleria della Campa– na, In via della Scrofa. Giovanni Omiccioli ?I: E' l'amara felicità dei poveri e dei reielli questa che Omiccioli rappresenta. Egli ci narra l"immobile vicenda d'un mondo assediato, d'una umanità ridotta a mida, carne '>f..' GJOV.ll \"l\, OXJCCJOLI - « n pescatore·· ff;J ì~ \~~ )1-\\1, \ /i?f{2-,1 ORARIO DELLA R.EDAZION E 11-13 lG-18 t.hnGM:rltU, foto e C:IR,-nl nen pubbllcaU n,ir, •I re,tllal&eono OlOVA..'i'l-i'JO~CCJOLJ - « Donna 1eduta • Si entra\'11., nella Galleria, dli.Ile strade Immerse nel buio dell'o~curamento. E I qua~ dr! di Omiccioli, col loro cupi colori (nero, blu scuro. verde bottiglia. rosso spento, irl– elo) parlavano d! questo: dell'orrore e della trlstezu che a, evamo I ascia lo là fuori, per poco. e che auemmo rltro\'ato lnfaltl ad attenderci. Tutta\'la c'era qualche altra co– sa. in quelle tele, che pcrsuadc,·a 11.dacco– gllere orrore e trlsteua senza disperazione; una dolceua serena, pensosa, che si esprl• me\'a forse nella luna manzoniana, pallida e senza r11.gglo (Orto 50), sorta, In un ca1'1to, a , egllare l'Immobile rtpo50 di un piccolo mondo concluso. sl. ritagliato, ma che pro– prio In que"lta sua riduzione ad muumum a\e\'a tro,ato la sua norma, le sue leggi. Il grande fragore della guerra non poteva ar– rl\are fin là. Uno a quella donnetta 11.ccoc– colata, assopita pres~ la capanna di ban• done; né la luna, che sa render preziosi, con la sua luce, anche gli ~i;::Ntl pili Inutili, ph) ml/ieri <la scarpa sfo~data, l'orinale sbrecciato, 11 bidone del rHiutl, ecc.) di· mcntlcava d far del 11ore più. umile - forse una maq::hcrlta - una plceola stella. Ma la po, ertà e la paura che la guerra all– me-nta non cran per questo meno presenti e vive. Era l'amara felicità del povcrt e del reietti, questa che Omlccloll rappresentava. Ei;ll non ln,·lta,a ad alcuna e\'aslone nel• l'an=adla troppo raclle, em1)la, di coloro al quali basta tapparsi le orecchie e chiuder ali occhi per credere che, In questo modo. si sia posto rimedio al male (ciò slgnlfic11.\A,nel linguaggio dell11.pittura, la sua tc-nace te. deità alla cl11borata tkllas.o;I del tonalismo romAnO, la sua rigorosa. quu\ accanita sal– ,·aguardfa del ,alorl spaziali): ma nello ste~ tempo Il colore. pur non attentandosi a uscire dalle tonalità bll.S"lc,pur insistendo In una suft soffOcatA elegia, parla,a, per certi tln1brt sN'tgolarmentc puri, sommesSA– mente squillanti. che riporta, ano ogni zona del quadro. anche la più. distante, sul pro– scenio, In primo plano, di non 50 che mlrll– colosa, ritrovata libertà. Come di uno. se– polto In rondo a un carcere, che fos~ p@rò tftnto H~ro, tn si', ancor tanto fr('SCO e na• turalmente Ingenuo e puro da rl\n\'c,nU1.re per se stesso. a [orza. di fantasia e di fede. Ja propr:a Infanzia perduta, Tutto lo spazio della tela era coperto dal calcoli d'una In– telligenza che non 'li arrNlde\'a mal. e pre, tende, a d1 riar conto !.':-atto d'ogni centi– metro quadr.tto dl pltturn: e tutt11vla ecco che 11 più tra3curablle particolar;, della realtà - e ce ne son tanti, In un bre\'e orto. di codesti partlcolart - rit.•-:nra,a con asso– luta glu~tena nella mli;ura, rlm cniva fa• cilmentc Il luogo df'lla sccn11,piccola e stl· pata quanl'allre mal, che i,:U era stato de– stinato, 05;nl ogg:etto, In tal modo. perde,a tutto quel che di carattt'ric;tko. di bll.ssa. mente naturallc;tico. di epl~ndlco. era legato alla c;uamaterialità corporea, e ln~eme non rlnunciA, a. a e~r ~e <;tC!-'-0, a raccontarci di 5~. Na,c(>\·ft, contemporaneamente, una poec;ia In equilibrio difficile tra una mlnu– zlooe.a cqposizione di fatti, di uporc, diremo eosl. n~rcalhtlco. e un lirismo ,·!olento, estremamente concentrato. ~; Ì' )// ~ _ GlOVANNI OIDCCIOLJ - « Baraccb• > GIOH(ìlO n.,SSA~n Il bmoro d1 8,u,~1t•11 l"ltf' Qtti Jt111)bhr1t,o'"o I trotto dolll'J .,,. r,od11.:,,,.,f' olio 1n<•11ogrof,a '" G'-'ll"ll"Ol"I Q'"J('("lt>ll, pMbbhl'Oll'J da.Il f'dltOT• D• Ltvo "f'I 195!. Biblioteca o Biar GIOVANt-i."'J03DCCIOL1 - « Fll'ur& :t t ì e :n·,-A:\~7 o~nCCJOLI - e Orto romano» !

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