Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 40 - 4 ottobre 1953

LA, FIERA LETTERAR Anno VI Il - N. 40 SETTIMA ALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 4 ottobre 195S sr PUHBUCA LA DOMENICA Direuore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE ROMA, VU O'ARACOELl n 3 - T{'lcfonl: Ammlnl~Lratioi:e 684097 - Rrdai.1one 684098 - PubbllcH.•: AnunJ1e e LA FIERA LETTERARIA• - vin d'Ar11coell, n. J • Roma - Tariffe. Commerciali lire 60 • Editoriali L. 40 al mm. ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750 - E!tcro: Annuo L 4000 - Abbona~cnto speelale clnscgn11.nt1 e Atudcntl1: rat.a mensile L 225 - Copia arretrRta L 100 - Spedizione In c.c.p ,Gruppo n1 - Conto corrente po&t.ale num. 1-31426 Quinto piano' di DIEGO FABBRI Quancto entrai In questa casa. qui. ai piedi del Cl:mlcolo drcR sette anni fa, il proprietario si fece pl't"mura di assicurarmi che Il e plano regolatore> dc-Ila c-itlà prcvt'de\'ll l'immediata demolizione del grup1>0 di cac;;ette e capanne e capannoni che sor– geva di fronte, al di là di un muro di cinta \'CCChio e umido c. dlcl~mo pure. sudicio. Una casa nuova come quc-s1a che ml accingevo ad occupare avrebbe Indubbiamente guadagnato nella estimazione degli inquilini da unll tale assicurazione - cosi do\'eva pensare il proprietario. Ma per fortuna anche GUC– sto proS?ello di dPmollzione. come tant'altri acc-a– rca,ati in quf''ìto decennio, non s'è auuato - cosi che lo ho poluto tranquillnmt'nte annodare e man– tM1crc lcgaml di buona vicinanza con chi mi vive di fa('(.'in. Vl'.'ramQ.n1edire < di faccia> è dire una lnci-aucz.za , perchè stando al quinto piano come i::to lo, tutta q uel che vl\'C di fronte acquista la pro– spettiva plaua, schiacciata, delle cose visle dall'al– to. Devo dil'C', allora. più esauaml'.'nte. che quP!la ~C'nte ml vive sotto. Immaginate un piccolo paese che ml viva sNto. Perehè non si tratta di poche ca– ::.Ntc e capanne, ma di qualcosa di pili ampio e complcssc e importante s'è vero ch'io ho finito per chiamarla la <piccola clltà >. Per la vita che c'è. Vorrei parlarvi un po' di questa vita che, per mc, è mernvlgllosa e sorprendente. Meravigliosa di dove la \'cdo io. V'ho dello che lo la domino dal quinto piano - da un terra7.ZO da cui. appena mi sporgo, vedo. Vc..1o,se volessi, a nche senza essere visto. mn rnramcnte ml son servito di questo prl– \"ll<'glo. Tanto più che quella gente alza raramente tn tc~ta. A fur1a di pa1.lenz .. , e d'osservazione ho im– p:.,rato a veder tutto, a conoscere tutti: sono anni C'hC' ,::unrdo di quassù, e certi giorni ho passalo ore i11tcrc n seguire Il via val di quella gente. e i loro oJ, e le loro sollrndlnl. Mi è venuto perfino il dub– bio che io sia Il solo a conoscere la loro vita. Ml sembra. talvolla, d'essere un dio-subalterno f'hc hn a\·uto temporaneamente l'incarico di sorve– gliare un ))f:-7.7.Ctto di mondo - appena un quadra– tino di mondo -, ma anch'esso denso, greir.ito dc– fii st<'ssi uomini e fitto rii gesti e di voci. Secondo un'immagine primitiva Dio è concepito come un vol– to - dlJc occhi - protesi a guardarci da un'alta rinr::hlcra cclcslc. - Anch'Io, cosl. Cominciamo dalla geografia: a levante la < pic– cola C'lttà .. confina col terrapieno che !a da piede al Gmnicolo. Da quella parte c'è dell'erba, e l ca– valli e le eaJ)rc vanno a pascolare. Han faito anche tlei piccoli orli divisi da reti metaltiche - mn quan– clo.plo,·e a dirotto lo vedo la terra gonfiarsi c roto- . Jnr giù per il pendio fradicia. e fare mucchio ac– cnnto a una rapanna dov'è una fucina che entra in :izionc fin da!Palbarc tiene tutti allegri. Poi c'è In lunga filn clelle stalle curate quanto le case. Una notte ~ cròllato Il tctlo d'una stalla. e I cavalli si son messi a nilrlre spa\'entali. D'estale - anche al tc·mpo del coprifuoco - non c~rano leggi valide l)('r quel recinto: tultl stavano fuori e can1avano fino a notte alta, al buio. lo imparavo a conoscere lt' \'OCi - " ml stupivo <'he donne cosi mature po– lC'S~l'rt> avere nncora voci cosl aggraziate e fini. \''ho ck>uo che ho impnrato a conoscerli a uno a uno. i::n1ppo per gruppo. famiglia per famiglia - e ml aiuta\'ano, da principio, I colori del vestiti. Ho vi– sto. In sette anni. i bambini diventar grandi: qual– cuno partl\'a soldato - e c'è chi è ritornato e chi no. Le bambine crescono più in fretta: qualcuna ha preso. come si dice. una bmlta strada. Ho sen– tito 1,. madri sgridarle a bassa voce pcrchè ne~su– no caplsi::e. Vedevo tutto e sentivo anche i discorsi dentro le C'HSt". DI nottc, In quel sllcn7io, basta ve1!1iarc; e ti J!iuni;:ono i discorsi più delicati. le parole appena sussurrate. Credo che di noue si sia naturalmente portati .i supporre Il m.9ndo addormentato: e ln\'cce c·f! scmpre qualcuno che veglia e sente - al quinto plano. pcr esempio, come nel mio caso. Confesso chi' ho avuto a più riprese i miei mo– menti di J>C'rplcssltà e di ribellione. « Io spio, rtopo tutto - '111 dicevo - <carpisco dei segreti, e non t, permesso ,. Era come se origliassi a delle p1,rt<-. Talvolta, anchC' adesso. ml ritraggo. Questa alta po– shdon<' di prl\'llc~lo da cui posso frugare a mio pla– «'rl:' dentro le cnsc, nella vita di quella gente ml lnqulC'la. Ma ritrovo la tranquillità pensando che il mio i;::unrdare non è mai stato e non è mal un'arida curiosità. To :1on ml sento estraneo alla loro Yltn e nl loro destino, mc ne preoccupo. anzi. fino a sen– tirmi del loro. coinvollo nelle stesse faccende, nello stesso gioco. Cerco di trovare un senso. di dare un scn!iio a quC'l che fanno. 3. quel che Ycdo. Dc\'O I)C'rò cc,nfessar\'i che la prima imprl'5:S!onc <'h<'pro,:al fu di pcna. Le faccende. l'agitazione di quella gente \'ISh.? da su: come un veder giocare del ,:::ra ndi allo ~ nesso gioco dei bambini. Un muovcr.-1 N'c. •ort:i.mcnte rispcuando o eludendo certe lince di dlvlr -:lone. di c onfint'. Proprio come in qu<'I gioco :issolutamcnte puerile e senza scopo in cui ci si im– Jl('t.!f'R a n'>n pcs1are le righe del marciapiede trn J,.stra e lattra. Lo stcs-.o gioco è fa11O in grande dnl grandi. con slcurcZ?,.1.con prcsunz.ione. con \'lo– lr nz .. ,: e dlYC'nta allora grottesco. Meglio I bambini. Vi assicuro che a Ycderll dall'nlto i bambini si muo– \ono phì ,1,::rvolmente e Il loro giocare nel mondo. In 1:n JX'Zzetto di mondo. è tra le cose pili serie che lr• nhhla mal visto fare afTacclancloml dalla ringhie- 1 a t1unsl ("('lC'o;te del mio quinto piano. Ma vi dirò che. per fortunn. tutto non si riduce " quc-stQ.Cn'do che gli uomini si accor,l:l'.ano. in ecrti momenti. della vanllà d<"Iloro gioco. E' allor:i eh<' cl"mnndano MIX'te che cosa?-: un miracolo, vo– gliono un miracolo. Le richieste pi~ frequenti. d_a mc regoh1.rmen1e N'glstratc. sono richieste di m1- 1 nroll! E' un continuo. inconsapevole domandare l'intervento di qunlcuno che snppia ttnto. che possn tutto ~ u11a continua Istanza per l'o1tenimcn10 di ~ grazie sovrane>. Una volta - sono il sole d'l:'sla– tr· due uomini si misero n questionare per mo– t1YI di C<\\'RHI.e al7.arono la voce per meglio nc-cre– cll!nr lc propri<' ragioni. e attorno a loro si rccc su– hllo un gran circolo di gente. Uno dei due. d'un tr.1110. a m"IA d'un'urlata. alzò su la testa soaz1cn- 1,10." ml ,·idc. e gridò: ~ E Yieni giù tu <'hc hai \'i– sto tuHo, e diglielo che ntm la \VOI capire! ~. Quella \Olla ml rammaricai di esser(' un poYero dio-subal– tcrnn ~cn7a mlraC'{)ll a mia disposl:1ione. srx-ssn sono stnto sul punto di concludere che se la Jnro nnn t, una vita cattiva. è però una \ila cie– ('a. scnz:t alcun scnso. \'issuta cosl com'è: un pas– saT della t:IO\C'ntù. un lavorare. un dondolnr figli "" figli sempr'l" nuo,·I sulla porla di casa, e un finln.• alrombra ,!cl pini del Gianicolo. Cosi una donna lnf'intR si Jament.wa ("On l•na vCC"Chla che le stava a('('anlo. Una donna che a\·cva un fi:;:lio l'an~o e non 11('pott'Va pili OIC'C\ a ch'era uno sciuparsi l esl– StC'n7 ... , campare a quel modo. E per che cosa poi? Per <'hc cosa que-.t'al1ro figlio che deve \·enlre al mondo! B<'l mondo. qucslo qui! Bello davvero! F. J,.-, VOCC' flr,lln \'MChla lntt'n:ennc: Un fi~Jin? - disse Sono allrl due occhi che vedranno Id- <llo' Altri due OC<.'hl che vedranno Iddio: com" ri~n:'l\'n la risposta denaro mc - miracolosa.' E' unn \'C'f'Chli:i che vive In una casupola della p1cco– ln città~. F.: hn detto tre parolc in cui c'P 1u1to il viaggio cl<-lla \'Ila fa110 n occhi aperti. C'è la ra– J!ionC'del nnsccrc, del lavornre. dc.Ilo sciuparsi. e del morir(' e clC'Icontinuare a vivere. Il pet;ehi! s'apr~– no J:11ON'hl a questo mondo! E' la \'Cntà dPtta m p('J('sln<' s('n7.a nccori;:crsC'ne. Che cos'è un unmo che> nnsC'C? Dur, occhi nuovi che vedrannn lddio. E tutto Il rt"Sto, allora. conta solo per questo. on;Go FAHHIII Bibliotec / ; --. "PER VISIBILIA AD JNVISIBILIA,, * t ---~ Pe,fs,,nolistno •' ' ,... I ~ e arte pu-ra ' \ r • I Lu dissoluzioue pP.rsouale iu esle.lica è l'ultima illazione d'uu sistt-ma di vita cht! riduce l'uomo ad un'irradiazione' cosmica I * l , _) nx J',UIGI S'.11.'EFANINC I ~. .\,, .. ~ """ r ,,,._ ì ----- ' \. . ' / ARMANDO BURATTI: f"l,rura '1933 UN LIBRO ALLA SETTIMANA 1 PRESENTATO DA l'ARLU · BO * CEcllt:lo:n. Europei Da una parte: r. Schlcr,el t< artlata i COiui che ha ti suo centro fn ,e 1teS&o »I. Schleiermachcr f• /'opera d'arte i:;utcntica ,. imagine de/l'Inter– no •I. Claudc Btrnard t• l"art c·e,t ,ru:;i»I, Croce t</ondamento di ogni poe.ria e la per.Jt'>nailtd umana ,i. De• wev (/al:1.,ce /'opera hl cui « la 1U!IC– zfo11ee la riunione dei materiaU pre– sentati non t·engono guidate da una emozone $t!ntita per.tonalmente »I. Maurlce Denf.t f« tout t"art COn.ff.ite d nou., rcpnfaenter ncu.f-m!mc.s >J. Dalla parte opposta: Berg.ron (com– pito dell"artt e • mettut a do,-mlre le energie attke o resiAttntl della no– ~tra per.!Onalfta »). Flaubert r• -· 11\~– tre plu.s ,oi-meme.. .. •J. O. Wflde t• in arte il pronome per.!<>nale non ui– .tte »I, G. Verga (« ,_ fl a,raggio tffrl. no di eclfuar.ri e di 8J}(Jrire nell'opera immort ale~,. G A. Bmgue l•lo bd– leua non è doto dal rol<ne dello per– ,onalito e delle oltre contlngeue, ma do/lo <nzo che l'ortl.Jla coniple per ,uperarle •I. Elfot r• re.uenza dell'arte (' imper80nale •I. BerCn-'On <• l'orti1ta evuera .scrupo/o.samenU di riprodurre le proprie emodoni. la.sciero se 1teuo al di fuori... •J. U. Spirito <fine del– rartl.Jta e • di raggiungere un t·a/orr– ch.e ufra indipendentemente dolio propria persona. in eterno •J. L'antitui naJce dalla fndiatlnzlone di individuale e per,onale. di empiri– co e sinpolore. 1. - DIFFICOLTA' DELL 0 EMPIRICO AL PERSONALISMO ARTISTICO La persona "è ti 3fg11mn co,itradictlo11i3 della cultura contemporanea. Qu1mto più pressanti si pongono le sue Istanze nell'or. dine ontologico . .morale. sociale, storico. economico. quanto più evidenti sono le attestazioni del principio nel quale cia– scuno di noi è insediato e dal quale n~,uno di nof può ~Ire nè per affer– mare •nè pe.r contraddire. lanto più lml– •~nU 1I fanno I dubbi e tanto più tenaci le Intenzioni rivolle a demolire la rocca– forte nella quale sono t.rincerate le forze della difesa umana. Chi più ama Il pro– blematlclsmo - cioè assume Il dubbio, che dovrebbe essere pungolo al sapert. co– me mela del sape.re - doPO di aver enun– clllto alcuni dubbi s ul valore speculativo del concetto di persona, capovolge lm- E' propno ,icro che Il t10- dono, ,1 ge#o restit1ulo d1 npanonP, doti~tl(I. tcstimo- provvlsamente Il dubbio in ccrteu.a e non stro t: un tem1>0 d1 polc»uca una gra.:ta ,mven,cn1tab1te: nrare. sente più nessuna Inquietudine neu•affer. 8" ncp1mrC' l<i morts di t1n ma si tratta di KK'impre.uio- Ho datto « d()(_·m11c11t{lre >, mare dogmaticamente l'< lmpersonallll\ JJOCla nescn fld cucre 110- ne, in realtcì quat1do ci '" ho detto e te.111im0Nmre: > e dell"arte :t. • l11tlll<L t1cll(1 i,11a 9im1ta 111i- dato di esamit1are libri l'Ome no,e. t:orrei che t due ,,erbi La metaftslca greca. doPO di aver J)O!lo ·•"re, e clivcnta invcçe il 11re- Donner à volr o le s110 belle a1>J)(lrissero tromx, tJto1,mti la re altà nell'Individuo. non sapeva fllr testo di 11nu l11nf1a e inutile antologie della poesia /rafl- e in-,ostcuibili flt?i limiti di alt.ro che dichiarare rlrrazlonallt.A dell'ln– spcf'ulazione. Non 1"1lc ,·e- cetre tQJMmmo che I(, legge- 11n ,·o,>ilolo 1t11IIB reo/i con- dlvldu o: la nlo.softa contemporanet.. dopo clero orn n clii comicnuc, far re::::Q di Ellwrd era il ris11l- dizioni di Q11clln 11()('11fo e tn di nver ricuperato con reslst.enzll\llsmo Il risalire 1(, col1><1 e se l'inizia- tolo dì 11flo /m1u,, 6 amoro- realtà twrebbcro l'f'ce.uivi e senso della centralità dell'essere nella tit•ci ,li 11n yir1oco 1timilc SJ>Cl- se, appros11i11w=ione, di 1ina /l1l11i 110f.:l,wrd atics11e11illo- pcrsonn, si nffa•,lca a dimostrare. con la ti ci ,rnci 1><1rte7>01ili<'<1 7Ji11t- c,ttento e pro/0,id,1 spec-11la-rato freddomrnt<I le sue n110- collaborazione dell1>stesso eslst.enz!Rllsmo, tosto, eh<' (1 mt°llftro: li noi :io,ic. Con qt1ettta 1,1ce tli tic nozioni, ttr, m't'1111e, lt'adi- l'lrrnzlonalltà della persona. basta sottoli11care il fc,tto e gra::io assoluta e irrcpetibi- to quello ,·h(' era 11tnto fino L'impersonaUsmo artist.lco non è che un constatc,re che la morte <!i te Pa11l El1wrd entrò negli allòro il "c>rbo drlln 111wpoe- episodio di una battaglia che dovrebbe es– Pu11l Sllmrcl non l,o sollCN- (Inni neri dCll(I Prnnl'ia e 11ifl, im·rrr Pm1I Rl1wrd non sere combattuta su più ampio fronte. Qui lato nessuno a /C/.TC w, csa- q11i t1bbillmo aL•11to Modo di tradl il sc>Mo della 111,c, , era cl si Jlmlt.a all'eplsodlo, considerando le dlf- ;~~t::c ~;ci~::t:~1~"~;':11~11: --=~-- ;~!;i~~· ;g~''/;'~,,~,er;;;i,:~= :~~Afe'1:t1':!.r~~~:~~r:,ee~t:n:i~ 1 :tt!~:t cJ,_c i' st,,to il ttl!O 1·cro ron- sparente un 111on1lo t1110110, )'universalità del \'alore art.I.stico, Il quale t,:,b11to ali<, stona tlell<1 1)0(!- CAili.O KO mal SOPPOrterebbe le condizioni empiriche 3 •1i:;~n;e;e 11~lt~ ~~rc:·~r;~~ <Continua~~- 6> " cui la persona è sottoposta. Ln person11.non sarebbe che Il canovac– cio su cui le cont.lnsenu vanno Intrec– ciando Il loro ordito. slcchè rarte. obbe– dendo Rlla personA, obbedirebbe alla con– tlngen7,a e perderebbe l'eternità che è la SUI\ atmosfera. Non potrebbero essere de– clamali nel verso o esibiti sulla scena I nostri person11.IIrisentimenti. senza rapire l'Rrte alle sue sedi privilegiate e contaml– n11.rla nel rigurgito torbido della nostra vili\ pASslonale. Tal\'Olta basta pronunciare ad alta voce una parola per correggerne rortografla, But.a. enunciare a chiare note la prima delle ragioni a cui si vo11liono legare le sorti delrlmpersonallsmo artlsUco, perchè ,;la dissipato l'equivoco su cui quella ragio– ne si reage. L'equivoco consiste nella ri– duzione della persona al particolarismo dell'lndlvlduAlltà empirica. La persona sa– rebbe un breve spazio ritagliato nella stoffa dell'essere e l'Incisione che la clrcoscrlve, separan,,dola dal ruto, sarebbe l'unica sua determinazione. Se cosi fosse, avrebbe piena glustlftca. zlone l'anelito detrarle - di cui si rende– va Interprete O. A. Boraese nel brano ci– tato f l) - a riscattare la sua universalità sciogliendo gli Impacci della persona. Ma la persona non appartiene alrordlne delle Individualità flslche, che non si possono deflnlre se non con una limitazione spa– dai.:! e temporale. Non aderisce alla per • sona lA formula che viene applicata nel– l'ordine del tatti di natura: Ontnfs l11di– vfduatio e,t ,u:gatio. La persona è la prl• ma delle Affermazioni con cui si quallflca J:)031tlvamente l'essere. e la sua slngolarit.A lll pone, al di iwpra del putlcolarlsmo em– pirico. nel regno dell'universale (2}. Nes– sun valore si conquista se non toccando la persona e passando Attraverso di es.,a: ché, se un ,·alore cl tra.scende. si tratta dl tra– scenden7.a di persona su J)e'l:'SOna e non di un cosl detto • valore Ideale> .che dalla sua Impersonalità astratta calerebbe nelrlndl– vldualltà empirica per det,ermlnarvlsl e dl– \"entart persona 431. L'Impersonalismo nrllstlco assume cqme unico uno del due termini che, In continua tensione. accompagnano l'umana eslsten– :ta, La condizione heldenerlana delruo11to– che.t-11el-mo11donon dice Intera la nostra nA.lura se non si soggiunge tosto l'altra condizione che si alterna In una vicenda lnces.sante: il-rttondo-ch.e-è-nelfuomo. Pari RlternRnza della duplice condizione del– l'uomo-che-è-,tcl-corpo e del corpo-che-è- 11effuomo. La persona umana è legata ad un'ln– dlvldu11lltà empirica. d11. cui non può svin– colarsi, All11quale talvoltA soccombe: la tragedia umana. In tutte le sue forme, è una capitolazione della persona all'indtvl– duA.lltA,del!'< amore di sè > aire amor pro– prio :t. W.n non v'ha dltmità dell'uomo se non per I momenti In cui emerge sull'em– pirico un potere che lo contiene. lo ln(Or– mA. lo affina. assumendolo a strumento delle proprie affermAZlonl '4L Per lnt.endère l'arte, al part di ognl altro valore. bisogna trincerarsi In uno dei due LUIC.I ~TEF'ASJSJ rC011tinua n Jl(lg. 21 PREMI MARZOTTO CMlo C:irr.\ in un nioclo lrggermente im- -------------------------------------- vuro. nrl ~cnso rhc 1a rriti– ca em /Mc,lmente f>Orl11lll r, st11diorc In s11a poe.,i,r 11d- 1'r,mbito <l('l 1mrreoli10110 e dirillmo 1t11bito che nrll'op– pro111t1ima:ioncr'crr, 11nr,por– to di ,·ero: 11e111111n 11rr('(l1i- 11tci hr1 1ta1mto /or roinddrre ron tonte, yro:io A ron lt1ntt1 sc,pien=o J">OCllio C' in 1•r11tionr ;j·:~ii: 1 :;t: , :;.('~~:~~ ;i;;;:~~ re m('('r<rniro, ,,..,, t1n offro (ISJ><'llo ilo mrttere in for(' e con 7,ii, 711•ffi.-iio11r q11rllr, che ,, slaU, l'in,,r11.:iot1c t1n– t11rc,ledello VOClli(t ,li Rlllartl. Non r',' tl11l,bìl) rl1e rltn">O lo gronde 1111int(Idi A7">0llitwirc e l'r,•rrcizio oslr"lfo <li Vc,- DOPO IL P.REiV\.IO VALDAGNO 11- Palazzeschie il profu1nodi Roma * u1•1•e111f., In belle::r:u d,,r'é. ,,,.,n ,.;e,,, •., a rlrt•re In un ,.,.,,,., ehe 11011 1110 bello, e 1111 •«-nh• ,.,,erlo n 1111te le ••ae forme,, 1:fi!;r:,ar~;;:~~~n~~n;:;~:;~rl'! cltr:e:~~or~;;~;,.~~ :1:sr~fc~!-~ ~) I. ,?"- A. R I o p J e CH l[ ~•o~~nl~1a~.rt~I~~ d~:~~l~~r lc im7Jrc.•c ,,iii ,,in 11olnri del- go ti /cnolltr-no ort,allro 1,.,, 911ctte domcuiralt del < Tro- sin ,in og11i r(1t10 nl'rmt11•0, cento .,lnl!11itabile _di :a,laz- ste?~. Il poeta rlspnse: Non lti nuora poe11ic1 frm1retce /re, imi,rcuiottlln'r, l', /orlllfl, in- 11aso> o 1 /d « G11crrrno ,., O(!ni 11110 q,wdro I /utlo ,~; 7.Cschl. C è tutto~• lui. I 11.n-<'I P~ns~r:el un mom-:-nto: ~li le dllC' 1111erre. In 11n primo gn,fit:(,tfro del no,1/ro tt•m- Bc>atit11dintt drl non c<1111re. d13tr1tggcre q,mlrhe ('Ol!Q,e ti datura delle frasi. il sapo.e Inventori della bomba a10- te111-noil lt/10 t10 11 1l' •' .,t(lfo l'1t11It:hmnl po Pll't'l.!tll~ i' ,!tOJ)rCltllitto 1m /n certi Cfl31 fa Prot t·1de11.:11 bcrndo d{ltO c,lla bellez:a. ,. de-Ile battme che colpiscono mica , Pensando a tale rl- ro,nlu!fO _ron q11elli 1"(11i ,,~- __ - grmide tC'orll'o Ci Jw d,,, 10. 1ntert·1...ne Altro elle corll'a- olla poca1<1al!a11mr 11n(1111«-oltre li segno, la compren- spr,s1a che rom<" sempre In In /C"drl, del Aurrr1,!r.•mo. 1'1: confrontnre finlllme.,te quel- strato rhe 7111ò/are wtto t,!re, al_tro che_ rrde~e. Nulla ro sapore dt rendette,. sione pr?fonda del rcnome- lui non è soltanto spiritosa, st0 n('l qr11poo E~"-" rd re,,, la elle era fn Jor.:a dcllll 81/CI tranne l'he "" buon q11•ulro d1 co1111'"0 o d1 roricoturale. c. Le Madonne che vide Il nl arUs11ci, con una rispon- gli chiedo: Che C<I~:\ pcn– P;"·"C'tltnrn lo itptnto ,lll0t7- le:ionc ,wion(1 alla ttplendi- nel seMo tmdi:1onnlt'. D;ro p~rtro11po, ae_di cari<·otura ~ Perui:lno scender ne' puri cicnza immediata. subitanea sa_ del proi::::resso? t.o trov:i ~iormrnte '!n_lnlo <' llfl inie>/- da / 11ce bionra della sua 1n- r,ò l)CN'lt/o PK"att1110 ho fatto dt 11no rr1t1CO t'Om ca 81 occul dell'aprile. t·cn1te a come II vibrare del bronzo uttle? > IHJ('n:,.r, rritira abba1ttn1t::a ,·cn..?io11e poeticc,. GrO!flllO mo- anrhe q11,.1110 ... IA tt11a p1il dot·c1tae parlare dot·remm_o ,·l'derc l'he COita 1JOt10 drt'CH- appena toccato. l'amore del- < N11tro llntivutio (' q 41 , 111 -I l!Orf) 1 Jldrnte. . 1 do uno 1tpettatore <11"rebbeimJ"JOrlonte 3roperto i' 11r11- p('nrore alla profonda tn- tatl', e rhe ro111c, sono dn-rn- la belle7.1,a. e della bellc.-.zd in110/Jercn:c, pt'r q11C'.dO 1i1on- 11t:~/';'~11;-:;.~~o a~'nn'';td7: pot11to dire dopo il 9111gn_o bi11mo. di Mi' portit<r la ttt·in- 11te.::a del 1'110C"arattere 1i t11t6 t·cnc_~ lede e ni11/e. A~a- d~lla vita. E c'è di più: dopo do che 31 t·q mN·,-,,n,.:,;::11ndo, ~t.,n:a dr,llr ,,, 1,, rl{rcOllr pii, del 19,$0,q11~_ndo lo Prc,nrm tillo _che ha 1,rodotto un ,n- ttpugnolo, al!11_d~nd_o alla spi- m_otfd Eua '" che cond1-:10• 8\Cre espresso cosi la sua Il _progreuo C'.•i3 IC' solo n('llo bclfr e eh,. l!r nio l'Amour la C'r<l ttta~a .t 1nt~ e 11lm_vrno ccnd10 nl'llc orr, fiq11ral1n· rlt1t<1!e tro91C1l11 d1 11nG!',){'f'nt II trot·ano. opinione sulla mostra. delle 3J>1rtlo. Se il vrogr(',1.,o /off.'f ,>OC'sle ,. Caplt ,i.lc- l"lcIR dou- per com1nrmre I proce•fft al- di tutto 11 mon~o. Ci ha mo~ o (I/I "!nono grottesco d1 1tn • li no,t~o trm1>? li tut- opere di Picasso che c è sta- legato olle 1n1 cn:ioni e fili<' ll'ur, gli S/Jt't lllto ri norml'lli l~ grande letterat11ra del pt?- tttmto dt;llu pittura IC' pm Goyo. 11.f!.rotteM:o d1 Picauo t altro che lieto, tutt altro ('/1e ta rccenlemcnte a Roma, ~ 3cope~te che ri ht1nno 1,,tto l•nnnn rominrinlo ,, r«pir,. r1odo /r_o le_d11eq,1rrre, rhc> npo11te t'IMCre, t1<'_(1nd1nando- non " pw umano. :,crono, ma l(i t•11t1_ non t- t11t- or11.è a Milano. Palau.esch1 atrabiliare d1truntc> me.:.:o l!('– rh,. F,/ 11nrcl l'rn q1tnlro1tn di la PQ('llla di E 11 ard ,.,,rrbbc ne i uo/or1. r giocundo roi e Q11c>sto set1110 ttCldko con tt, nera l'Osl, aftrn11ent1 nc>11- ~orride. li sorriso, frequente colo. saremmo 1,, !ll'ttte 1 ,:,ì 1 ,i,i di m, 11rmnlire rAIV'tiln- .11u,ta ,1oprofatta e <rnfllllfa- ,,egrcti dello trN1w11 11elfo 1>i.ì1 tro la belle::w già ai mr,n!- 311no _trot·orebbe il corogg,o In lui. tr~sforma il ,suo ,_!so. fortim<1t<1 e /C'lif'e da qmrndo rr di formule lrfternrir 1trn- ta d~I eolore_ fondo drlln rntune e in.,ospctlale po11s1-Jc111tf1t'<1 ?I a?rqere dc~ r11b!- per vwere. Tanto C1t11c1rc:.:1!, gli dà un aria~!" po fanc_ml- esiste il genere irniaito. Non f>l'rte da uno 1trt1nla rit-n'.''· rc~lto. br11tll: 1111·i"."e /11 pro: bllitl'I. ProblC'm, che per ta11-.1111!0· _Nei vr11111 q,wdrt c11b1_- to11to sf'Onforto strrngono Il !esca. un po sbai:az71na: l'i /Il elX)('o pili trornyllntfl ·io1111ri11F11 rn111 rl,(' 'J)('r d•r- prio '" quel J)enodo rhr I ti (In rii lwnno /rot·atu in no, 11ll Pwasso are1 1 11bandito 1! t·11ore, danno /Wn(I solto11to. brilla e si diffonde, s1 comu• 1 • ri Mtt1i lo rrifi:..n I> 111tnto~I- lrttori ebbttro m o:do di OIIRi--; frcdclc, rompret1.!ione e am- rolorc, ,,e111brc111onodìprnt, Si_ di1ttr11(1gf'IJ)Cr ricostnurc, nica. Può s~l;lbrarc che ;in- ormentoW .• ,rontcnta, ,111~– tenln """ 11110 ..r so/11 ..inn• r lll_~re a 11no.dt '?I· RrH' lfll<'O lt mirn.:ionr fredda. 1'fo /'orlC' co11 sangue a(Jyr,mwt o e P_wa1t110 l' 11ta!o 1to1trrnto ,m nulli Il -ilgruhca10, spesso st;- ~IC'tlto clelfa no.,trn. Si h, J,r, 1)(')t11lnr111t,, ver 1·011,, 1> 111 ro 1 1rn 10 1 Pfl lt ilrllc, le.ti ~- di Pic<,~lfo, /ì<'.'.Y.!imistirfl d11l- Rtcrro. Mes,~o in c,11L '1.so da i d1,1tr11ttore, r1ro1ttr111re toc- vero. delle parole poco pn- I 011pr~u1011e_C'l1t•Urntc <·011<1 t1""1tare la li11rn. ,,rnr ..,,,,. ~fltur~, ,a 11rl poe~a rh; n, "'. .a le origini. 1ti t, col tcmJ)O in• /11tun,11i clte ol tempo stes - chcrcl e, 11n (1/tro. ma pronunciale: invece. non grand1o~c .sw11,o /a 1 ~C' r_,J~o ,,,.,1" -~'"' C't•ol11"'1ot1r. Co•~ ,111111 t!o,o ~n_tt 01 "'<'~ 1 11101 !- cupito, rito,.nondo a/lo f 1g11- 1'0 sprngcvcrno il l'Olore /mo « Uscendo dolio moatra co- è co!iil:è un sug~ello, d1 bo· ttrOJJOdi poterci meglio 1hl'I– F,lllnrtf orrit•li '' 11nmorln "' mrnt, 1101 .' 111 rf<'! 1" 1111 " ani- r(I f'iOf' oll'1wwno clopo tan- al dC'lirio, senti di trom1si me d<1lfo ,1t11n:o morl11«ri11narlctà, di arguzia. di com- del'C, meglio l'ombotterr. per p11rrz::r1 '?ttlll'>IIII"'. r~r ,,.~,,~ 11 !" s rofm_,;• mi " 11;~ nrr:t~ 10' <"himismo e Ur11ici1t1110, i' in 1111 cui di sacco e (ere dc>/Po~&elinico C' rit;cde~do_ il prenslone. di saggezza. In- meglio oclinrri, per di.•tr, 19- ., ..,,,,11rr 1 orr'"_tf• smih-,Jufi llltli._d.,rntti 7 rl!: . 1 •M0{1hn 1 stato attratto e _1.ra1•oltodol mocchina i11dietro. I /11t11ri~ ('1elo dt Roma '! • 111111 d l'd- somma. Picasso va bene, ma gcre e <rnrnw.:.:(lr('. fil ,·r,.~•t "''ft''"no rnnt11t/""1'(1 ,. ,.,,,.,1'1~- 11n. ari'> " ' ,r' Il. r e O mo11tr110.so 3o tto 1/ Regno del- sii co11 le loro frc11ctirlle ICI Borgheu 11 tira "" l11n- la vita è più bella. miri non r't mc/io non ,.•, ;!,,:,~:;:~;:i::,.1:.,.:: 11;; ;7:;~~ ~ ; ,,"donrR!'reci;~nr, r:~-:~: 1,, mortr o del <lisfc,n~11cnto. a11viro:ioni di mot'imcnto e !1ti~.si11~~,~j~11piro: Siynore U~a --:olla fu hlla a _Pa• telefono, non <"i' mfl~v-huw , 10 11,. rlir 1,,,, 1,. ,,., 11 ;r 11.,. ""'" J>lire illtoilrn.:innr dello ,~i,,, I '-0'(110!1 1·1s1t~tor1 drlltJ d1n,rn11,,~110 /11_ro110 t_lc1_ ,·o~ l ti!/ ~ •· lt1.a.sch1. eia una rivista. .\IAl:.IO l'ICOII 111 ;'1 ,.,. )11t1rril fr,. 110 ,1, ,,,,,. prirol" 11111 ,lr,r·rr,i ,lr,r, 1- 1110.,tm r1do110 da <·,111.11 1 /on- 11tr11tton, degli ott1_11u.,,ti, <lu C'hi non ha rlcono:-;.du1~1 in questa domanda: S~ dO\'c: atud)) 1 aJJp«aaionato ma un" menlare la propna JX1rtc- do q1ma, f/o!Jlt«bse,·o le t·1- f<111atac1,PKu-~so si mu111/e- ques1e parole lo stile e I ac- ste mandare a Gesu degh (Contlnu11.a pa1::.6) ..

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