Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 1 - 4 gennaio 1953

Domenica, 4 gennaio 1953 .• !3:A:\ORO JVANOV - e Rlt.ntto cli Nicola \'. Go;:c.. Pochi giorni prima deUa troppa fede Ml suo datino un. aUro la.sciò in tronco Le fine del 1828, atte 1oglie d1 per avtT /ed.e lr1 qua.lco,a di anune morte per sor1vere l Pietrobu rgo, spun tava. fuori altro. SI ,entiva chiamato da Passi. .Va que .ste .sono que– da. wia diligen.za po,tale in Dio a una grande miniane 1twnl angolo.se per compren– arrlvo un naso aguzzo e voi- per il bene d.egll uomini, e al- de.r le qua li occorre che .sia plgno assieme con una e.scia- lorchè .rplnto dall'e1tro gli ac- innanzitutto compre sa la ne• ma=lo11c cU timbro caprino, cadeva di prendere in ma.rio cessuti di imposta.re la biogra– Dietro al na,o a./Jiora11ano la pe,ma e raJffgurore quegli Jf a gogoliau a. in modo del tut– due piccoli occhi, curlo$i e lr- u.otplnl ,otto un a.,petto al- to diver.so da quanto si è /atto requ1et1, e simili a topi che, quanto biuarro, finiva col ,m ora. aflaoeiato il mwo punt·uto al- rendersi conto che le due cose l oriJ'IZio Ml covo e drlz:,atf non po~evano andare d'accor- Il secondo punto im.portan– gll orecchi, con muover di do, e che soltanto la primo te da rilevare tn.terC3.falo 1tl– ba/Jf annusa.ssero l'aria•• E era .tUla. Ciò a cui 11 .senti- ,e; ,ut quale occorre, pr ima l'aria era e tutta. in /uoco: ru- oo chiamato lo e..rpreue glà a ancora di entrare in un e.sa. – man, Jracxuso. luci. Muraglie diciott'anni In una 1ua lette- me delle .sue quolitd, dare una d1 quattro piani si 1lanctava- ra, e -pt:r q uanto i.n 1eguito occhiata di orientamento, pot– no in aria. d4 ambo I 10:1: ti ne onda.su uariondo I moti- chè Glldle nello .stile ebbe a Jragore deUe ru.ote e d.egif vi, la. ,ap.rta.nza rima.w.:.sempre vert/icarsl un contra.sto per :occoli dei cavo.lit ,ero.sciava la 1te1,a: e Fino dai tempi pl11 certi aspetti non molto dLni– come un tuono, mve,tena:o dO lontani, dall"età in cut non mlle da quello a cui già ab– tutte le direzioni ... i pantl tre- avevo ancor qua..si dt.scerni- biamo accennato. 1110.va110, )e ca"oue pas,avano mento, lo ardevo di un lne- Gdgol non /u davvero un come turbini, i coochleri, i po- stlngulblle :elo di rendere la uomo avvenente; forse 11011 5tlgl/oni, Jru.,tavano l'aria di mia e,i,tenza nece,.saria al be- ,arebbc diJflcile .sostenere grido, la neve .strideva ,ouo 11edell.a patria, e a11elavoar- plutto,to li contrarlo e dir che mute slitte sJrecciantt per recare 1ia pur la pii.I piocoltl era brutto: o che, a ogni mo– ogni verso; i pas$0nll 11 ad- UlUitlt. Il J}tn,.fiero ango,cfoso do, dil/icllmente poteva pla– deruavano in una calca com- che non r,oteni, che me lo cere. In u1i t~npo In cut la patta sotto le CaJe dlue- fm.pedinero. eh.e non ml dcs- belleua era un culto, que.sto mmate di lampioncini, e le lo- ,ero modo di o"eoore quellp non /u certo un vantaggio; In ro ombre, enormi, apparivano piccola utilità ml gettava In compen10 il ,uo a more per e scomparivano lungo le mu- pro/onda abbottfmento. Un l'elegan:a divenne / amo.so, e ragl.::., lambendo col vertice 1udor oelido mt imperlava la la ,ua arte. al pari del suo comignoli e tetti•· Jronle al pen,tiero che /or,e r:e,ttre. ri,entl 1U1a .rpiccata E' a.uai probabile: che le avrei dovuto perire nella Poi- tenden:o. a render pi4Cevoll t,;ieola VaJ"lltvic Gògol aoes- vere .senm ,e gnare il mio no- am:he le cose che po,sono le avuto modo di indovinare me di alcuna co.ta bella. E,- meno piacere. Per quanto rl– lt Juturo non avrebbe co.ocia.- .sere al mondo e no n lOJ'ciare guarda Il suo /isico non pare to il 11aso Juor dalla diligenza, tTaccia della propria esisten- che ne rima.nei.se eccenlva– nè quel grido di a1,u11lraz(oneza è terribile per me ... Nella n~nte al tri. ttato, n è cercasse /uor da.lla gola; ma la vlrtU mia mente ho pa1sato In rOJ'- al pari di Lèrmonto11 di idea– di Ca,.sandra non era U suo le(lna tutte le man,lonf, tut- 11.::arlf almeno nel propn /orte, e i .suot occhi lf apri- te le funzioni e.tfstentf nello racconti, a giudicare dal modo vano ade1.so.stupiti sul grandi Stato. e mi ,ono /ernnato .su con cut hl questi ultimi amd pascoli del mondo. Ventva d4 di una: la giustizia. Ilo vedu- raffigurare se ste.,so e I suol una lontana prooino"1., e a to che qui vi è d.a operare 5t,11i/l. Non aveva del re1to in– Pie.trob urgo aveva sempre ,e,.. o.,..sal plit che non altrove, che clfnazfonf tropr,o notevoli per gna.to come a una cittd. Jaoo- &olo qui to pos.t0 essere una U g,uto roma,itko, e continuo– iosc: non gli sarebbe .stoto prouvfdenur, che solo qui io re a .sostenere il contrario 11- percJo molto facile poterla in- tat"d vuamente utile all'umo- gnJ/lca volerlo innalzare al dt travedere d'acchito Ol dl L:i nU4. La. giu,tizia mole amml- 1opra tkl .suoi motti, e /orlo ~le~:o :'rf'eet~ ,t:tfr:.tuuo ;:tr;re~o ;;,j/~ 9 ~:™;:,:;~; U':e;!~~- ~g1fi r!':!~~ ?:aZW., Era na.to a 20 man:io 1809 tn contrt.stato più: d'ogni altra 1uol contemporanei .semplice. un. pi cc olo borgo ucraino, So- co,a Il mio cuore. Ilo giura- mente come un ospite bene e– rdcincv, e I.a ,ua. stono. /tno to di non perdere un 1olo ducato che .si ,/orza d i com– a quel giorno non ave11a re- l1tante della. mia breve vita piacere ai padroni di ca.sa, gistrato alcunchè di notevole. senta. aperare lt bene. Per due 111ache presto dovrà risali re li primo a11ventmento impor- anni ml 101to o,_,.fduamente 111carroz:a. lit quanto all'a– ta,~te /u questo vklggto - dedicato allo studio del Dlrit- more per l'elegan:a es,o noll ciò clic for,e ha bn.p(>l'lan:a to delle altre nazioni e di quel- Ju una &ua seconda natura, in un u.omo la cui vita .sarà lo naturale, attes,o mi OCCU.P o mo la ,ua. stes,a natura. Fu un continuo fnae{ltllnl di pie- del no.stra. SI compiranno eo.ti /orte ohe egli ne ebbe Il tre miliari e Juochl di l>ioocco. questi mlel alti dilegnl? O b l1ogno di pratica.rio con se A qiu,;sto viaggfo rl.falgono pu- l'oscu rità li copn rò della ,ua medesimo, lt proprio stile. e re I suoi primi contatti col nube callgino.sa? i. Questo bra• per/ino di comunicarlo ai suoi mondo. In quanto a.I primi no d i pat etica loquacitd. può per,onaggi. contatti col pros,imo non Il ,ervire anche a JWare i rap- Uno stili.tta che ve,te mole ootrebbe aflermore con asso-- Porti di Gi>gol col mondo, fa sempre pensare; ciò che /a Iuta certezza C01t~ e qua.ndo mentre I due ritratti che ,e- pen.sare in Gi>gol. è invece avvenissero, ma non v'ha dub- guano (di due compagni di Il /atto ohe disponendosi a blo che con il pros.suno Nico- ,cuoi.a} a ddermtnare la sua partire per Pietroburgo, dove I.a Gò;o1 era gui in rela:lon.e esr,e-rien.:a coz prouimo: cBa- sogna di compiere grandi co,e al tcn~pl In cui frequen.tava. U ràno11 si trova ~l prapno, per il bene degli uomini. li Ginna.sto dl Nèzin, e che ave- ben combinato e /a.miliare do- preoccupf .solo di chiedere va già ottimamente imparato minio: ca.utis..rim amente. a- e quali ,tol/e stano di mOda a dWinguerlo dalla, propria stu:Wimamente, lntce.ww- per I oorpetti e i pantaloni•: persona. ti.t.fimamente va chia.ppando e con la ,te,.sa patetica en- Niente è •ìù pericoloso dt le mo.fChe, le mette in un va• /a.&i con cui parlava della certe JoUe ,monimie e ocoor- ,o che copre di u.n panno_. lo cgiu,ttzla ,, parli a.desio di un :onror è i~~,~~~~~tt~~ ~'tf::t~a e i~~'tlia.~t:m}!\ erc i; ~~l o~~~ :~e~to~dtl I nostri simllJ 111 han perso le contempla al lùme lunare>. nor.ti. Non c'è alcun dubbio, loro ,embianze, e si sono con- e Il nooitro Krikolnfk se la ptro, che egll /oue egualmen– tru, in un'amabile nebbia per paneg gfa ora con la zucca ra- te 1lncero; e in tt11no d.l una le cui iride.fcenu noi :r,ro11ja- pa.ta. (per tema certo degli in- e,emplare, quadrata coerenza mo una rnvineibile attra:ione. setti carnivori): ma per IJuq- .sta la circostanza che dopo la Lo con.templiamo J'ffllOII e glre alla vergogna si è Ot"dl- morte, oltTe a romanzi, rac– ammirati anche ,e non ,a- nato una roua cocolla e con conti, co,nmccUe, la1clò agli e– premmo dtstinguerlo mal dal- o,,a .,, è cara.tteriualo alla redi un trattato morale e un la 1 1ostra p cr1ona, la quale 1ta per/etione ... e in alterna vi- frac az.:urro coi bottoni me– lndt, turba.ta al centro di u.so cenda 1'imbe.stfa: or trovando- talllci. Ma la coerenza. gogo– con tulte le .tue per,onall .ti fn ,tata di amorOJO calore, lla."a ricllled.e un comme,~to, . se11ibla11.ze. · Il pro.ssimo è inve• or di ebre.::a alcoolica>. poichè e,sa si presenta talool– ce una co.s a molto concreta. A.llorch è in un uomo .si ve- ta anche .sottu un OJ'f)ttto geo– Non si può d ire e,ottamente rf/ ica.no due tendenze contra- metricamente diverso dal qua– che lo ,1 contempli: lo abbia- ne è fn evUabile che nel mo- drato. mo. piuttosto, soU'ocohlo - e mento fn cui pre.,ta orecchi'-' Gògol non fu. ~oltonto uno C'Oli t'ieino che non c'è di/et- alla prima dìment:chi faltra. 1tllilta: fu es,en.nalmente uno to che IJugga ; l'e, perten.za Amare rumonUd e farla or,- stilista. Ora. quando a uno Immediata ohe abbia.mo di es- getto di riso ,ono otteggta- 1crtttorc sf t:fbula un simile so genera in noi con, eguen- menu di//lcilme~ concilia- elogio. non .s1 intende a/fatto :e notevoli, e dr tale natura bili. Cid nonrutonte accede de/fnirlo per qu,alcuno che d da. poler a/fermare 1em"altro talvolta che fra due tendenu Intrattengo su cose di ne.nu– che cno dl1trJ,19ge il concetto ,i determini un. b-llanciato na fmJ)Orta.nza con un decor o di mondo. equilfbrfo, e uno. ceda un po' verbale di e)/etto narcotico: 11 contra,to fra p ro.flfmo e ver! O de1 tra. mentre l'altra., a Gògol ebbe un suo mondo da mondo è alla ba.te del ,t.ttema l'Ila voi.fa, propenda a inclina· esprimere, e questo mondo fu gogollano, e questo C Il pri• re o ,tni ltra: per GOOOl fl ti mo do con cui colorava. le ,11-0 punto Importante da tta- concetto di mondo potrà. per- co.se. anche quelle apparen-tc– bUlre perchè tutto incomfn- dere un Po" della .tua astrat- mente senza lmportan2a: u!' eta di qui. Il pros,imo parlo tezza, e la rea.Ud del pro,.sl- mo11do dall'aspetto straord1- al tempera.mento arti,tico, il mo acquistare in compenso un narlamente accogliente e sere– mondo allo Ol»C'IDzzamorale: Po' di calore; l'ideole ridlscen- no, 111 cui tutti gli uomini ve– e poichè Gògot non ,eppe ve- derd ,ulla terra in. sJ>OQlie di stluano un /rac azzurro col der mai conciliati e risOlti In , entimen.to. e dalle sabbl'.e del- bottoni di metallo. Accadeva se 1tes,o i due tmpulli, andò la terra. r&cattato in .so" 1.to. J>Md. qualche volta, che gli a,seoondondo ora l'uno ora fl rtlo tnnah:erd verso Il c ielo uomini li face,ttro tropr,o l'altro !tempre moralm~te tn- una pianticella Jlorit a. Nel pro.ttimi al campo vhit.'O, e il IOd.df.itafto deU'arte, e ,empre concorde clbrare dd di.scor.si. /ucclchlo de, bo_ttoni abbaqlio– artfs'.i::amente insoddtl/atlo In u11 nuor:o clima doler e or- va la ris!a. Ew, per co.sldire, della morale. Il 111.0 dramma dlnato . .si accenderd allora la diventat"ano d~li uomini brll– non ha che quuta. radice; ma tuce della. poe1ia a rilchlarare tanti, mo il loro a1pelto M.fU– e!1a. è già 1uJjtcien te a s pie- la vita rl1lbile e umana di Al- meva un che di sconcertante oare il perchè egli . ten.l.fe una kàki1, la comica e .soa11c Jede e metallico. Oppure r,otcvano com11u!dla cosi divertente co- di Pulchèrija nello propria allonta11ar,i in ploriose migro- ;,~~ ~~rct,~'::!n:ue~~et, ;,~e lii :::~r;c/a~t~iain;,~1~~~lo~. ~;~ ~fof,! v:::?10 1 f:~7:n:~~~dc,~~~; Pa~~t scelti del carteggio con per quanto stra110 ciO po.sia re,tavo di loro se 11011 un'o.:– rll amici. La tradizionale l)fu.- appor/re Gl>{lol non si re,e ro- zurra luminescenza: per Gd– &tlflco::io~ della e follia misti- zionalmente mal conto delle 1101 lo stile diventava allora ca , è appena una /ola, ed è con,eguenu di quell'equlll- ull'l laborio~a esercita:lone 5tota, imbaltita 1u di una vi- brio, e 1eguiM a oon,dde rare r t"torlca, e niente era pii.I &an– cen::ta eh~. come vedremo. eb- arte e moralilà come dut' CO.fe t fflcoblle t più n14linconico di b~ anai poco di mi.tttco e on- dfstinte. Avven.ne percid che quella su,a preoccupazione di cor mt'no di folk. allo ,tuso modo dì come un r:olcr dire tu•te le co,e SUI .se- E' un paradouo che uno giorno ebbe a rinnegare L'I- rio. e mutare perfino 1,. meno !ICrUJo~enon nutra gran /ed.e ~t.tore per .terlvue Le ani- ,erte_ In .sublimi_ Nell'altro ca– ntll"arte. · ma Gògol aveva me mC"rte e n mantello. co.rl .so, rn~c. di1;entai;a la .sua ·•blioteca Gino Bianco LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 NEL PRIMO CENTENARIODELLA MORTE NICOLA V SILEVIC GOG "J-Jo della giurato di non mia breve un solo istante operare il bene,, perdere vita senza 1eatola di balocchi; e niente è t.rettan.to, però, la con,tata- lvdn, ,1 preoccupa soprattu,t- col piedi per te"a o, vlcever:. KUchelgarten (e E' mai po,s- tradLd onale, e a. tutta i,rfma. cosi divertente, ma odora on- done che , alcuni anni pii.I tor- to df magnificarne ciO che sa, col piedi a.l luogo d.d oo- 1lbile che la mia anima sia. es.so puO .sembrare eteroclito: che tanto di 2.ol. /0, come Il di. la mede.rima immagine costftuUCe lf maggior decoro: Po: con l'occhio destro a 11- de1:1nata a perire qui>, in un è tu ttavia nect$$4rio che lo /olletlo che lo .tplngeva a rf- serva eg regian ~nte a condi- una e l>ellilsima pou:anghe- ni.ttra, o uattamente al .tuo 111llagglo .perdulo? .. e Votar- si ammetto, almeno per l'ln– der di tu.Uo, e a giuocare per- re una , al.sa di sapore m-01- ra > la quale e ne occupa qua- pruto e con le 1ue normali mi tn olocau.,to alro.reurttM .. telligema. dell'opera oOfilolia.– Jino con le case sublimi. to drvc.so: - Vof, o signora. 1i tutta ta piaua >: e Straor- Jun.zkml. Il desttkrw di ben Non la,ciar traccia della mta no, e converr4 rtU.sepnarci a Que1te due ecce11trlc;t4 - decla merà galante Chle- dlnaria pouanghera! Unica, ve,tire e ben scrivere era una e1Utenta? >) quanto aveva chklmarlo tn tal modo e pe-r hanno il centro nella paeJla; stakò11alla procace e ma.tura quale mot ne vede1t.e di .s1ml• pas,lone moleo ser!a per Gd- ,crltto ndl.a lelltT o l'Ulla cl)iu- gli eJJetU a cui tende, e per ma rllpetto ad. eua sono co· Anna. Andrèeuno: - 1iete cun /ff > Questa reale e meta/i.d- gol, ma baJta11a che essa Il sti2.la i.; un'altra da.me U ri- rt.rpetto alla t.or, ograjta locu~ uie l'equ111ocoperiOdo che prc- Jlore nato fra il deserto e lo ca PoZUrnghera entro cui l'u- ri/lelte,se nella pozzanghera /lttilO locUJtre n ei ,og ni di stre d.J Mirgorod. cede al sorger del iole, e quel- cattava .strada>, Oro. nono- 11tver,o può capouolger,I ad m,rgorlodana. per diventare Cicikov. Il quale froda lo La ,,:torica co.pouolta rap– lo non meno equivooo che .se- stante 11ell"uno e nell'altro ca- ogni momento, ha una non qualcma di estremamente di- Stato Ptr arrtcchir.st col nobi- presenta una Jra le piit lfin– gue al tra.monto: due crep11- so cl st rlJerisca a una do11na tr<ucurabilc importanza 11elloverte11te e sus_citareun omeri- le scopo di dioentarc un e cit- golart caratteri.tttche di GO– scoli. Fin qui tuUo pud .sem- che vlue In provincia, l>O- 11Ua e n~Jl'opera 9ogollo11e, co rilo. Le p1ace1101E ciilserta- tadina>, un uomo tUUe alla ool; ma anche u,ia ~Ue brare estremamente semplice: trammo giurare che tra l ver- dove eua attende ancora che :toni 1ulla elegan:a di Clclko11,patria, polcht lo attcrilce U maggiori CO?UJul,te che egli lo 1traordincrto è In quolco- 11accorati dello Hans KUche.1-le ila a.&.segnatoil po1to do· nelle Anime morte, le compii- r,tn1fero di e ,1on lrucia.r trac- compi in un periodo In cui il .sa di auro: è nel fotto che gnrlA!n e la- gioconda battuta vuto. 11 Jenomeno delle im- cate euoluz1onl sin.totUche di cl.a di sè nel mondo> a tuti- gruto volgeva ali.a retorica di GO(lol, (n questi due altcgl)fa- defflspeU.orc non vi sta nulla moglnt rovesciate .su uno Jvdn Fldorovlc Sp{mka e de- monfan.ta che e anch'egli ha ge11ere comune. Non ,t ride mcntt durante i quali sf trovò in comune. 3fa a cominciare ,pecchlo lacustre cominciò a gli altri e 1tililti > gfJ(1olianl. vtnuto >. impunemcnt, di qualche COia, 1a~a~fne ~~i::i~~/d:i :i~ f:~ c~:t:;~:: ~b~!~err:v:c:;: ;':t'i~':r3a~ft!!!irndee,1! ~:; fe~1d~a,;:;~~~ 0 :~1tit~~ unne~ :o 11 dl 0 ~~f,/:, 09 ~e~~:- ~t~~:onodl 1 :~~ ~~la. i!~ oppo1te, si comportò 11ell'lckn- r,orto: un rapJ)Orto che rtchta- adolescen2.0; ed eg li I.a notò rtguordl delle ,~ persouall spreufone, nell'un ca..fO e nel• toccarne /a virtù: con Gògol Uco modo. Può r,atere un e- ma a quello .ti ngolari.,,imo , dapprima in uer.sl nello Hans debolezu. ma un resu.Uato d1 l'altro, poggio. su di una iden- la retorica di genere comune s,mplo: in un l'UO glovanUe che corre tf'a un tnciivld.uo, o Kllchelgartcn, e imme diata- quel duplice modo di guarda- tlca struttura retorioo; la abbandona la via. maestra p,>e1netto, per esprimere Il un oggetto e il suo ri/le1&0 mente dopo. in pro.sa, nella re le cc»e. E chi ne dubiti quale, tuaavia., .se nell'uno, della prosa nu,a, anche ,e. tri.,te dutino di una /onciul- nell'acqua. ' Flern di Soròclncy. In s eoulto può e,tendere le proprie in- come ogni ben nata retorica, neUa ,ua opera, a comincia.re :: ~~~ i~~rd! iu,,;:~,t 0 a~! lln~i c11tà n~~~a è g~olc':,~~ :1':J~~uòd:n: 0 r:ie m:~,:O~i ::i 1 nJ~gl ~~v! 0 ~~!r,,.r°Ji ;::tt11:nt~~f !,n~,f~':;;,,.f. :i 0 ~ 1 t,:r:ril1rf:1 > t~°l:I:' j !'{':; bandonata dall'uomo che ama ,cnso 1a. capitale: Mlrgorod. paeatltfche; ma il .suo mao- soggetti più gravi, dove la ri- nell'a!'ro, e1ner1a dal riJles- morte, tt1ll steno pagò più di Gdgol ricorre a wz'immaglnc:' Nominata o taciuta, ena è Il olore signific ato stn. net /al- /les,fone /llo.sofica non sareb- .so della e .straordinaria f)OZ• un tributo al gu.,to del tem– e Cotr1e appassl.sceque1to Jlore costante luogo d'azione di ogni to che e.uo divenne al mede- be .stata In grado di apr,or- zanghua > •f presenta total- po. Que1t'ultlmo /atto rlchie– .solltarlo in u11 oscuro de1er- a11ventura; e ogni personaggio rimo teml,)O un partlcol.are co- tare afoun correttlt>O. Poteva mente oopouolta. e seinttllan- de un particolare commento, tal> La banalUà della meta- trae i suoi natali di là. Allor- stume di guardare alle cose. burlarsi od e.semplo della .sua te di umori faceti. Il genere L. PACJNI SAVOJ ,o:r~/~t;e1~lJi:r:::r 0 :dn p!t f:è,mGb~~i:la ~a~ra~ 1 d~; ;:niU:!!e~~~ ?u1pcuo~~i::~; :~::i r,!'::'t:a.::/': 0 ~~~loe Jann°s ~~~r: 1 ~r:r'::a 11 ne1'?ant:;::~:: (Continua a pagina 6) COME NACQUE ILDIVERBIO FRA IVAN IVANOVIC E IVAN IKIFOROVIC * Storia diuna lite ,li NICOLA VASILEVIC GflGfU, Stupendo soprabito quello di lVcln lvàno– ,•lch! Incomparabile! E che. rlnolte. di pelle d'agnello! Ahi! per tutll gli accidenti del mondo, che risvolte! DI colore cangiante, brizzolate! Qca\unque coso son pronto u scommettere che non v·ha nlt,rl che n'abbia di simili! Ma guardate un po·. per umore del ciclo - soprnt.t,utto quand"egll si metle a par– lare con qualche persona - gu1u"datele un po· dl prolllo: che lauto pasto pel" gll occhi. Impossibile poterle descrl\'ere: un ,·cllmo: fdndl~~~'tò u~:~~1n~(), ~'oo~\~~OJf DrrJc: ~~~ri!ht~~u~~r~c~•-:1 ul~;::c,a~~ :rr ~: 1 tte~~°o~~~~!' A~'1'HJ:~~osfè':,;~ Quella che staccò. con un morsu. i"oreechlo au·ll$Susore. Ottimo uomo è Ivàn I\'llno,·lc. Che casa. In sua. in quel di Mlrgorod. VI corre tutto attorno una veranda sorretta da colonnine dl quercia: souo la ver-:anda - dovunque panchine. Allorchè il caldo si fa t.entlre, I· ,•An Ivànovlc si toglie soprnbllo e brache, resta In soln camicia, e sotto In \'ernnda ri– posa. e contempla ciò che 1lccade nell'n\a e sulla strada.. Che meli. e che peri gli cresco• no sotto le. sue. stesse Hncstre. Provate\'! dunque ad aprirla una ftn~tra: I rami en– treranno da sé hn dentro la lilanza. T!.ltto questo è davanti alla casa; ma \·edesle quel che ~li ha nel giardino. Cosa dunque non \''hft. ,Prugne. clllege, marasche . .>gill gpecle di ortaggi. t"liotropi. poponi, elrn!e. cetr.011. perlìno un·a1a e una fucina. Mio Dio, come fuggono gli unni! Più di dieci ne erano passati da che era rldlhStO In vedovanza. Non ne n\'e\'a 11glloll.I figlio• Il li ha Gàpka - Ja seson - e fanno spes• so olle cor~e nel cortile. Ivàn Nikl!orovlc non era mal òlnto Hm– mogllat.o: benchè oorr~e la voce che s'c-ra ammogliato - ma è una compleln menzo– gna. Io 10 conosco bene h•àn Nlklroro\'ic. e posso dire che non ebbe mal neppur l'lnteu- ~ft!e t~tF:~~tJe ~t~~i~t? 0 lyeln~~~; storia di quando & buctna\'a che Ivàn Nl– kUorovlc rosse nato con una coda di dietro. Ma questa é una fanfaluca llllmcme balor• dB, e al contempo talmente po:'C.l e lnde• oente. che lo non stimo opportu.""loneppur controbatterla agll occhi del ooltl !ettorl; al quali è noto senza alcun dubbio che solo le stre1the e poche. per giunta. rra que:.te. han– no di dietro una coda. Le streghe fan par– te, del resto. piuttosto del sesso M;cnUleanzi che di quello \'lrllc. Malgrado la loro dhncstlchczzn, questi ra– rlsslml amici non si assomlglhmo proprio ·In lutto frn loro. Meglio d'ogni Altro modo noi potremo apprendere I loro caratteri me• dlante un raffronto. Ivàn h•l'UlO\'lCha ti ra– ro dono di parl1ue In maniera gupremamen– te gradernle. Dio. come parla! E" una ml i.c-nsaz!one che M>lopuoi paral{onare o Que1- ~Ìa~~1J>~v~I atl=~ t~J"aru,n~u\?a t~t~ del piedi. Ascoltl ascolti - e la testa li cion dola. Quale dellzla. straordln11.rla dell– t.la. E" come un sonno dopo fatto Il bagno. h•A n NlklrOTO\'IC, all'lm•crso. per IO plu· ge ne tace: ma. ln compenso. se butll.l la qui,1- che parola - reggiti forte, chè fu più dnnnl di un terremoto. Ivi\n I\'i\no\•lc è ma:;ro e d"alla statura; Jvàn Nlklforovle è un poco 1>hì basso , ma ln compenso si estende In ample1.za. Ln, testa di h•i\n Nlkuorovlc as– Mtml glln a unn rapa col ceppo au·tnglù, ln testa di Idln N!kìCoro,•!c a una rapa col ceppo nll"lnsù. h•àn IvAnovlc 5ta sulla. pro– pria \'eronda in mia camicia soltanto do– po avere pranzato: alla ~era Indossa Il 60· µrablto; e se ne va !n quRlche luoiro: o al ma– i;au.lno munlclpale, f' cui foml5ce !arino. o a caccia di qua,lle nel campi. Ivàn Nik1!o– rov!c sta sdraiato tutto Il giorno 5Ulla ve• randa - se la glomata non è troppo calda espone Il dor!O al ragR:I (lei sole - e non ha \'Oglla di andare ln nessun luogo. Se gliene vien !antnsla fa al mattino un glro per la e.In, dà un'occhiata al lavori domt!M1c1,e poi torna al riposo. Per l'addietro, di ooHto, ttn– dava a fare una vlslla a IvAn l\•ftnovlc. IvAn IvAnovlc è un uomo di grnnde 1lnez– z11.e mal dirà u:ta sola parola che sia scon– \•enlente In una conversazione perbene, e tosto si offenderà nell"udlrla. l\',\n, Nlkl!oro• \'Jc non sa mal contenersi. lvàn IvànO\'lc allora si alza, e gli dice; «Basta, ba.sta, Ivftn Nlkl!crovlc. e meglio andiate al sole. ant.l che dire i-lffatte p&rolc sacrileghe;), lvàn Ivànovlc e di natura un tantlno pau- ~c:i~· d}vt~ac~~ki~o:;ovd~g1f~~Jf· t.!1! c~~ pienza che i.e Il gonfi ti c·entra dentro :t1 fattoria - tutta quanta: col granai e la casa. Iv/\n IvànO\'lc ho occhi grandi ed e– spressi\•!, color del tabacco, e bocca un po' simile a un V: lvòn Nlklforovic ila occhi piccini, gla\lasLrl, del tutto affogntt tm lt soprncclglla cespule e le guance carnose. e li nato sembra una prugna matur.a. Se Jv:\n IvAnovlc vi olTN! una presa. lecca dappri– ma la \nbacchle:ru, poi vi batte sopra col di- • to. e por,;:endola dice. se 5lete un 5UOoono– scente: coso pregarvi. signore mio, di ,·o?er– ml obbligare?» E. E.e non si ete s uo 00110- scente: •Oso pregarvi. signore nl.lo. pur 110n a,·endo !"onore di conoscere li irrua o ,·ostro, Il nome e li patronimico. di ,·olerml obbll· gare?•. l\'an Nlklforovlc vi caccm lu mano &enz"altro In scatola, e ngglw1.t:c app.:nn: •Se:vltevl•. Co..<il come Jvàn Ivmiovle. an– che Ivan N!klforovlc non ama allatto le pulci. e perclo nè Ivan l\'Anovlc nl'- Iviìn Nikl!orovic. non lasclnno mal stugglrsi un giudeo, venditore ambulBnte. ..enzn aver comprato da lui un ellslrc, In svariate boc– cette, co ntro questi lnsettuccl. e .t.\"CrJe; poi ben ben strapnua.to perché profesi:n la fa. de lsrnelltu. In fondo, a dl!,petlO di qualche dl'rarlo, cosi Ivftn Jvànovlc, come lvàn Niidforovlc. E.onoeccellenti persone. * La slnnzn In cui entrò Ivàn h•anovlc era completamente al buio. polche le tmpos1t1 erano chiuse; e un raggio di sol~. penet~m– do attrnveuo li traforo dell"iml)06tn. p~n– deva l colori dell'Iride. e rifrangendosi 1ml muro opposto vi tratte(:glava sopra un pae– saggio cromatico di tetti di canna, di olan– te, e di panni sciorinati sull'ala; lutto, pe– rò. capo\'olto. Ciò conferiva alla t:~anza una penombra Irreale. u Dio vi aiuti!• disse Ivàn 1,,àno,•lc. e Ah, buongiorno, Ivàn Ivànovlc >, rispose una voce da un anRolo. Soltanto allora l\•àn Ivànovlc distinse tvà.n Nlklforovic sdraia– to sopra un tappeto d1s1e.."'0 a terra. • Scusatemi se vi stCIdinanzi m natura». Ivàn Nlkl!orovic stavA sdraiato senza aver nulla Indosso, perfino senza camicia. cNon fa n!en.:.e. Avete dormito bene. 1- \"àn Niklforovlc, oggi?». « Ho dormlto bf-ne. E ,·oi ovete dormilo bene. h•àn Ivànovlc? ». • Ho donnlto bene ». • E cosl. ,,1 siete alzato adesso?». • Io RlzAlo ades..o-c;'Che Cristo vi aiuti, I\'iln Nlk\forovlc. Com'C posslblle dormire lìno a Quest'ora! Ritorno adesso dalla fat. torla Che bellczzn di grano, lung1J la stm– dn! che splendore! E Il 0eno - nito. tene• ro. graMo1 ». • Gorplnfl • grido lvàn Nlklforo,ic: e por. ta la vodktl a I\'à.n Ivànovlc, e del pastic– cetti con la crema». • Bel tempo oggi •· • Ma non state a lordarlo, Ivàn h•ànovlc. GII urrld ammlnlslraUvJ al 'iempo di Gorol che li dlavolo se lo porti! Non Sl Ml d0\'e andare a cace larfi per \'la del c.t.ldo!•· cEcco. ma c' e.ra proprio bi.quo d.i nomi– nare Il dlll\'0lo? Eh. lvftn Nlklton.wlc: ,,er– ri\ un giorno ln cui vl rlcorde1ele delle mie parole. ma sarà troppo tardi: nell'altro mondo dovrete risponderne di que»te pa. role 511crlleghe». • E di che vi risentite, Ivt\n lvànovlc? Non ho toccato mica nè vost10 padre, nè \"Ostra madre! Non capisco In che COSR lù vi nbb1a offeso•· e La5elamo perdere. ,•la, lasciamo perde• re. Ivàn Nlklforo,•lc! •· e Ma O-J'dlo non vi ho mica offeso. Ivàn IvA.no,'1c1 •· • E' ~trano che le quaglie non t1:i,l)Ondwno ancora BI richiamo •· pa~[a~a ~e~~e,,t~~~n-:C,~~IA!n~~~h~:! niem». • Ditemi un po': che ve ne !A.te di quel fucile che è stato messo Il a p re nder uria n~leme al ,•est.itl?•. Qui h-àn Ivànuvlc porse la tnbacchlern: • Oso prc1tarvl dl vo– lennl obbligare? ». e No, no. servitevi: lo t1uto del mio•· Ciò detto. Ivlln NJklforovic cominciò n tastare all'Intorno e trovò In scatoletta di 001110. • Vrc:11 un po' quella stupida \'ecch1n. Anrhe li fucile ml ha appeso fuori? Concia un gran buon tatncco quel glu~co di Soròe!m:y. Io no lo 60 quel che ci ficca dentro: ma ha wi tale profumo! Ha un po· !"odore oella sun– tollnn. Prendete: masticatelo un po·: non è \'Cro che ha un po· l'odore della suntoll– na? Prendele, ser ... lte\'I!. « Sentite. lvàn Nlkl!orovlc. sempre a pro– ~lto di quel fucile: che B\'ele mtenz1one rtl !Rn'1':nc? A \"0Inon serve. nevvero?•· « Come non serve? E se ml cnpltasse di andare a caccia? •· « Dio vi benedica, Ivt\n NlkHorovlc: ma quand'è che potrà capitai"\'! di nnduie. a cnc• f~~? AF~~I~~ ~lh,f~O~~p?:. 1 ~~~dl~~?uo~rta~~jj nitri, non avete mal ammn7.zalo neppure un·anatra \"OI; e poi la ,·ostrn 1mturu ti Si– gnore non ,•e l'ha !atta In modo che pos. t-!ate cacclnre Voi a\'ete corporaturn e a– ~petto solennl Come andare a )(h-nrc per I padulL se un certo ,·ostro lndu.•nento che non è lecito menzionare col suo nome tpe• cllico in ogni com·ersnzlone. se ne 6la np• peso anche adesso a prendere ttrla? No. ,·01 1nete bisogno di pace. qulescent.a •· .(lvftn lvttnovlc, come detto ph1 !opra, usava un llnguRgglo ~traordlnarlamente colorito K.llor– chè aveva da persuadere qualcuno. Che lln– gung~lo1 Dio. che linguaggio!). • SI. ,•oJ Me• te blsoi;no di nttcgglamcnti distinti. Ascol– tatemi: datelo n me!•· • Come è passibile? E' un fucile di prez- 1.0: di fuçlll cosl non ne trornle più In nes• ~unn parte del mondo. Lo comprai da un Turco ancora al Jempl In cui ml prepara• vo a nndart: sotto le armi: e ora lo dovrei dnr ,•In ~l. ad un tratto. Come è l)OM!· bili"' Mn f' un oggetto lndiSpenEab!!e' ~- • Ma t- Indispensabile per fAr che COAO? •· 4" Come ~r rar che cosa? Mn quando I brlgnnll R~lteranno lo caAA AN:ldenll, ,:e non t necc<irnr!o! Grat.Je a Dio che ora pos• so star tranquillo, e non a\·er tunoae di nes- nrno! E perch!? - perché so di a,·ere un fucile nel mio 11gabuzz1n0 ». • &I fucile• Ma ge ha }o scatto guasto, h'lm Nlklroro,·lc! •. e E se è guasto che !a? SI raccomOda, ba– i;t.a ungerlo con l'olio di lino perche non roccia la rugilne >. • Nelle vostre pt1role lo non scorgo neS:iUll sentimento nmlcl1e,·ole nel miei riguardi. I- • \ 1 a\n Nlklforovlc. Non volete !are nulla per dnrml un segno del vostro affetto•· ;,Come patete mal dire. Ivnn Ivànovlc. che lo non ,,1 mostro Il mio affetto? I ,·o• stri buoi pascolan sempre nella mlt&steppa, e neppure una \'Olla lo ,·e li Ilo 110 geque– strall, Quando andate a Poltàva ml chiede– te sempre 11 ca lt:Me: e IO ? ,e l'ho mal ru1u– tuto? I ,·o<:trl ragnz:z.l nl si intrufolano &em· pre nella mia afa attraverso la siepe, e g1uo– cano sempre con I miei cani - IO t.l.tto; cho ~lochino pure. purchè non tocchlno nulla! Che giochino pure! •· « Se non ,·clete darlo in regalo. racclmno magerl un barntto •· "E che ml dnle In cambio?•· C.o.sl dlcen• do Ivàn Nlkl!orO\·lc poggio u n gouuto sopra una mano e prese a lis so.re Ivàn Ivancvlc. « VI dò quella trol n nern che ho divezza. 10 In chiusa. E' una troia di lusso! Vedrete che qucst'altr"anno ,,1 llgllen\ del porceli! 1. « Io non 60, Ivàno,•lc. come possiate dire delle co..~ slmlll Che me ne faccio lo de.Ile vostre troie? Cl !o' un uffizio al diavolo, rorse? •· • E dàgll! Proprio non si può fame a me. no del dla,·olo! VergO(l:natevl. 11anto IddiO, \'ef1:'ognatevl. IvRn Nlklforo\'IC•. « Ma u ,-01, davvero. IvAn I\'ànovlc. cos..-i vi salt.a 1n test.:,. dl offrire in cambto per un fucile? Sa Il dla\'olo C06a: una troia!•· • Ma perchè una troia. é un 68 dia\·olo t.'O• sn. l\'l\n Nlklfcrovlc? •· oiE come? Ma ragionate un po" a mr,do. Questo è un fucile - tutti sanno cos·e: e quclln -· è sa Il diavolo cosa: una troia! Se me !"avesse detto un nitro. avrei potuto An– che prenderla per un'offesa•· I'. Ma che cosa cl vedete di male In una troia?». • Ma per chi ml pigliate. dawero? Che io, una troia,_•· • Resuue. rutate seduto! Non ne !arò più motto ... Tenetevi Il ,•ostro fucile: che mRr– cl.sca e si copra di ruggine In un angolo del \'ostro sgabuu.ino - non ne voglio far più parola•· In quel momento fu portato uno spuntino. l\•àn h•àno\'IC bevve un bicchiere di \Od• kn e mangiò un pnstlccetto alla crema. • Sentite, IvlÌn Nlklforovlc: oltre la troia \'I dò ancorR due sncchl di a,·ena: \'0I no11 l'a\'Cte seminata l'u\'ena. Quest"anno \'I t.JC• chcr:\ ad ogni modo comprarla l'avena». • Perdlo. Ivfm Iv/\no\•lc, con ,01 non ,1 può dlsconere se non quando ·1:,·ha la pan• eia carica di fagioli•- (Questo non è ancor nulla: ne diceva di peggio h·lÌn Nlklroro• vlc'. • Quaudo si #- mal sentito che un !uct. le lo si baratti con due gacchl di o,•ena? Ml– ca cl mettete, però Il ,·ostro soprabito•· « Ma ,·ol dlmcntlcate che lo do anch"' la troia, l\'tln Nlklforc»·lc •· • Come! Due 5acchl d"a\'enB e w1a troia per un fucile?•·

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