Fiera Letteraria - Anno VII - n. 40 - 5 ottobre 1952

DOMENICA 5 OTTOBRE 1952 S'ode al paue l!Ìi D1 colmi carri srllric2re ciMchi; Sull'uu:.io, lieta 1;li occhi Delle prO\'ViUc, la ma.naia fil, E a te che resterà O atrnniero, di tanto Caldo di prati e ariHo Meriggiare? Morì n unto delle cic.:le Rado Gli ultimi di. Quando ,•e()ete le nupole piangete, Sono l'ultimo fruno dell'enate. Roua la gota, Chiodaia i. ,uola, FisC'bia 11 rag:a:u.o e troua Veno cua; nel cuor te la figura Piccola calda scura Come il co,o delJa marmotta. Ma un tepore per le O Slr11niero, te autunno irnbruna il 11rato, Oo,,'e? ' Quando ,·e1le1e le nupole piangete, , Sono l'ultimo frutto de1l'e1111e. Guardi 1olelto li Fu51ire lOPf'll ognuno Dei ,-ecc:hi tetti, fumo E tramontana. Pure me.sli:i;ia, se alcun 1a dipana, Reca a un conforto, come un fil di l■na. Men triste ,·a, chi ,,a tra sè pennndo Cremili focolari, antichi in,•erni, E gli va il Hnto di settembre accanto .... Vaquer in Lo scrittore si ~ posto i temi d~lla coscienza e de,lla setl· sibilità nèlla forma più semplice e nella maniera "minore,, senza aggredire il dramma come nei suoi due primi romanzi B1011oteca G no 1anco LA FIERA LETTERARIA ESTATE di BOHISPAS'l'ERNAK (versione di D. D. di Surra) Irp!ègne - memoria d'estate e di gente, di libertà, di fuga dal lacci dell'asservimento, di aghi di plnl nell'afa, di violacciocche grige Pag.3 e di muttlr di sereno e nebbia e di soste del vçnto. DI una verbena bianca, della pazienza acre della resina; degli amici a. cui scarse parevano le mie lodi e glorlflcazioni, le mie esultanze e -lodi. Grido e apparitn di rlgòqol! penetranti. Di anchina e carbone Ingiallivano I tronchi, ma 1 pini non drizzavano gli aghi per la pigrizia. e a picchi. cedevano angoli ed a scolattoU. SI tacevano umidi I cassettoni e il mutar del tempo la raganella del legno da un r(lmo annunciava; e una trave all'Ingresso dava ricetto a un'upupa. e a un grilletto 11 vano dietro la stufa, per la gioia. (del bimbi. Nel giorni del raduno· sei donne l prati pigiavano. Fiacche te nubi pascolavano a. distanza. L'aria Imbruniva, e In manovra furba del crepuscolo Insieme alla penombra accese tappe mena.va, insieme alla terra smisurate ombre di donne lrplègnes1 e insieme al cielo l'incendio delle gonne a strisce. L'aria Imbruniva e, ponendosi in grembo lo spazio, l'addiaccio dell'orlzwnte un semicerchio lnserra.va . Levavano corni I balénl a mo· di cervi, e dal neno si nl,,avano e mangiavano dalle mani delle compagne nostre.~che nondimeno ogni volta, a. avevan chluso la porta a catenaccio per tema [~a, fladrtmcoll. Infine, Innanzi di pa.rtJre, su un ammasso avanzando dt toglie sperse dagli ·alberi 1n una. c!llura da. delirio, come da labbra contro.t.te da esantèma., lo da.J cielo strappa! con la manica l'afflusso delle reticenze. E l'autunno, che fino al\ora. aveva urlato a mo' dl [tarabuso, s·efa schiarito la gola.; caplmmo dunque ch'eravamo a un convito in prototipo secolare, BI convito di Platone durante la peste. Diotima, l'affanno tuo da che deriva? con quale ~ssicurazione è dato rompere l'oblio? Per le vie del cuore si muove da una. tenebra disumana. Spalancata è la porta. Nell'amicizia è la.m.la salveu.a ! Eran quelle le mènc dell'arpista. Mary per cut,uragano d'Arabia', sussurrando come arpa, sotto la mano le rlStette per giuoco della. sorte, pegno ultimo - torse - d'lmmorta.Utà? BORIS PASTERNAK lh\J IHPfUC'l'AN'.l'E SAGGIO CIU'.l.'ICO Definizione dellacultura secondo rl'homas Stearns Éliot Non è più l'uomo solo, minacciato di 'noia e di angoscia, a presentarsi alla ribalta della storia; ma è l'uomo assistito dalla fede, quello che le odierne generazioni·amano e pongono al centro delle loro passioni'etiche 'f.. FRANCESCO BRUNO

RkJQdWJsaXNoZXIy