Fiera Letteraria - Anno VII - n. 22 - 1 giugno 1952

Pag. 2 Saggi,s010 di F orster (Conth1uaz. dalla pag. 1 J ------ ~à. E non d: dubbio che pro– ;>r.o oggi. quando Il M 'll.SO .:oncrcto dell'uomo tende sem– pre pila n sfumare ncll'ostmt– -to delle Ideologie po!\t.che, è salutare 1nslslcre come fn n Forstcr, :,uU'unpcirton1.n de:te relazioni personnll. E' abb.'\– stanza facile mo-. '1.ar di ama– re e C0U\'inccrst d! nmnre glt uomini profcss.•mdo una qunl– che ideo'.ogln, molto più d,r– flcUc amnrnc nnchc uno solo nella concretczz.'\ e nell'Inti– mità delle nostre re:nzlon. qoot!dinne. Questo, credo. è il scnM> pili profondo della fede di Forstcr, cd Ci;U: lo rla.s.'lumc bcnis,CJ;lffiO quando scrh'c: e lo odio ridcn delle cause, e .se dovcs.-.!scc-allcre fra. il tradire il mio paese e :I tradire un mio amico. soe– ro avre-i Il coraggio d-l t~d!– re U mio p.'\ese•· Il tono di queste pnro!c è p.1rndOSSlle, ma esse contengono una ,·e- g}t1c1ferof:'l~~~ ~;m:~t.-t~ quello che s.l rivolge n questo o quell'uomo, nella sua cou– -.reta. Individualità, e •non l'a– more dell'UmnnJt:\ 1>resn In ..stratto, rosa :.1.nonim ..'\ nelln fMe nuc gr:mdJ cause e nlle grandi ldeo!OQ:le. La dlfrldcnz..'\ verro rastrnt– to. ca.rat.terlstlca del Forster moralista, ln ritro,1:1mo :Ul– vhe nel Forst(!r crit-.co. EGII tende 1>emJ>rc al partlcolnre e al concreto. Se 1>er un ,no– mento si la.scia nndnrc :ld \Lll:l. enunciazione di principi. :;i richiama poi subltQ nll'escrn– pjo di Que.5tn o quell'Ol)Cra d'arte. In On ~lt'.o Intitolato Art /or Art', sake, comincln con l'affermare che egli cre– de nella teoria dell'nrte per l'arte. Ma .subito .si chiede: cos.'\ s4:'111f!caarte per rnrt.c? E continua: e Invece di ge– nerauuart, prendiamo un c:i.– :so specltico - i1 Macbdh di Shakespeare, per esempio. e dlcillmo le p.'lrole: MaclJct11 per Macbeth. Cosa st1mlncn– no? ,. Que5to è Il suo wma– la modo di procedere. e da questo risulta. un·anunlrevole chlareua. Art /Or Art', Sake - U sagg.o p.u note"ole della se– zione int1tolat1 Art 111- Gene- ,,iblioteca ral - cosutul,ce. una mOde– sta profeSSlone di fede e,tell– cn ed una ln~rpretnz,ione l)Cl"SOnaledelL'l tcorlR dell'Rl'– te 1>erl'arte. Con la formula , arte oer l'arte• Il Forster non lnUnde certo, come s'In– tende di i;olilo. la ooslddett-0. « Rr1tepura>. Anzt eeh ll1C61rn di non credec-e mollo nemme– no al principio del\'autono– .mlt1. del!' esperlen7,.'\ estetica In genernle, e nmmette che l'arte, possa essere anche e u– Ule e bt.ruttlvn ,. Per lui la frase non 3ignlflo..'\ altro se non che un'opera d'arte ha e un mondo suo proprio, ca– rntter\7.Z.'lt?dn un lnt<'rno or. dine,. E' 1;u questo concetto di orcllne che tnsi.111te soprat– tutto - sostenendo che eMO J>Uò trov11.re re,..'\ll72Jt.ll'Jone .so– lo nel mondo artistico e In quello rcllglooo -. e ,n so– .Sl...'\ll7.,.'\ evita ogni altro pro– blema. Nella sc7Jonc che segue. Th~ Art, fn Act.on, .si tro– vano raccolti numeros,t saggi e articoli critici sugli autori più dh·cr~l. da John SlceJton e Shllk<'.c;pe..'\rc. ft OlbbOn, Volt.aire, D'Annunzio, Pr0l1.-.t, Olde. Vlrglnla Woolf. T.S. Ellot, W.H. Auden e molU al– tri. Alcuni di qurstl i;critti - come, per esemt>lo, quello t;UI JullU.$ CtJC3'Q.I", che nppa– rt qui per In prima \'0ltn, o quellO .SUI O'Annull7.!0 - so– no dccl~mente lr!l.scumblll. Ma altri - e pnrllco:nnnen• te 1.1uelll su Vlr,gh>la Woolf (che è il testo di una con– !crcn7..a tenuta a Cnmbrldii:c nel 1941) e su Prou.'lt. - con- ~~1!f:i~l: ~~ t~hio~.s~~ i'i~~~rè un grnndc crit!co. e. come ha O.<;SCM'llto glustmnente L\onel Trtlllng, non vn mal nJ di ]{\ della oura Impressione (\'. Il t-UO E.M. Forder. New Dirrc– tlons Boole..~. Norfollc 1943, pas::. l(ì5). MR plRCe Il SU? tO• no dl!ICreto e affnbiJe. qUel– l'arlR di vecchio gentiluomo che. per quanto appnrt,cngR _..o_.. t a n7Ja!mente, com· egll .!ltC$.W dice, alle .-ceneri del vlttorlanNlfl)o •· tuttavia e anoora ben vivo, con la. sua inconfondibile presenta.. an– che nel nostro tempo. ELIO CHlNOL .,, o Bianco LA FIERA LETTERARIA IN ~A!~GINE A UNO STUDIO CR.ITJICO Leopurd·i )f. , e Housseo11, mr a dfl'crsi ttudi e a nume. grah parte la leglttlmitd. di r0$1 .taggi sul Poeta di Reca- certi acco.ttamcnti, taltiolta nati. (SI 1•cda ti suo più re- non del tutto df.rinterc.tsatl, centc /aroro Studi leopurdhtni mediante i quali qualche .ttu– del do1,ogucrrn in «Con11fdum1 dio..t0 d'oltr'al,u:. e /ra quc,1t{ J9SZ, n .J). «Sentire e immagi- 11rtnci1>almcnle il Serban, ha 11arc - trocfamo nella oonclu- prete.so di ridurre il oon/ro,1to .1lo11cdel .saggio - sono dun- tra Lcovardi c Rou.tscau. ad que f polf Intorno al quali si una ideale sudditanza del r,rl– i11centrano le di1•crgcnze pl11 mo al pensiero del .tcoondo: notct-oli tra Il Rou3,1'caue il quando f1111cce (cd {- superfluo t..eovardi... •· La dlrcrta h1tcr• il1sittcrc tu un punto clic do– pretatfone clic il Recanate.,e rrebbc ormai c.t.tcrc dc/1nitfra– c Il Gine1'>rlno /o,-nl.tcono ri- mente acquisito nel quadro del- . spcttt,,amcnte a que,u du~ la critica leopardiana} oonst– a.tpettl del loro paesaggio tpl dcrare l'OJicra del Rccanatc,c rituale e tale eia definire cllia- alla gut.sa di un .tia pur .rom• ramcnte i limiti (in tieritd 80· marlo sittcma jlloso/lco, 1tgni– ttantialmentc angutll} di un fica rc11dcrc un cattl110 scn•f• PoMlbile collcpamento tra i gio al Poeta cd alla .tua poctia. due: dove 1)cr il Leopardi é IA conclusione del Frattinl l'immagiriazionc - il « Caro non pecca ccrtamcntc in tal Immaginar• - che .ri oQrc J"crito: centra f>erfettamcntc e qunlc ctito di poctla a/l'h1- mette a Juooo il nucleo cd i Je/fcftà della l'Ila rcnle. mpe- ri,ultati cs,ienzia/mcnte cd.uni– rata e dimenticata in un mon- camc,lfc ;poetici dell'opera del do di amabili «errori•· per Il U011ardi pur non ai-endo tra- ~~:re:ifc e u~~ '~;t::~:nt:é,::r,::: ~~u; g,~;~~~-p!~~~t:~;;:ir::O~: .,.. morlalitd e dcl/'uni_rcr.~alitc'I .ta aucrderlvnto dal Rou31eau e dtuina. che - anzichr giunpe- dai /rancetf in genere: cd an– re alla dolorotq e deaolnta rl- clic al Rouneau lascia logica Jlc.t$iOnf' leopardiana di u11a 1nc71tcquanto gli spetta. ,,e, o,inipresentc ranlta delle oo- i suoi meriti di moralista e di -ur:--•t1fc; ~fd~~e '/g;~ P~~o~a1:~: ~~~~o~iOO~~c~~1:1a/e;m~~1 ,::: • J. JlOUSSEAU oltre l'tnqiust{zfa e la crudeltà rflo fondamentale di cqultd e dr/le moderne comunltd orga- df chiarezza: ra1•er ri1•endlca• riiuate. to alla 1l0t'Sla ciò elle l' della Dat•antl a questa conclu.tfo, r>O('sia e ricondotto ciò che le rie - cl1f' c:o.Jtltut.scr d'altra r rstraneo a dil·crtc. ma r1or1 f:;!! u~fr:~t.,~ 1.~~i~,:I :;;· per oue1to men nobUI Jontt rallelo a roi:ctcto» - scade In GIOVANNI GlUDICI DOMENICA I. GIUGNO 1952 E JIIVEDRO, VIAGGIO r:,:::: ,r~~~:a~t:, ~i~n °:Z1ro, ttn'altra achiena ti adagi tulla rete del mfo letto, un altro veda diatratto f nturf bianchi, re.tplrt pure l'odore acre d.et mobUl, lo 110 gftt po.gato Il tributo, partirò, Chi mi sostituirà nell'albergo comurte, avrei lo 1teuo cortile aotto la ,tn.utra, l'nrlet raccolta dietro lo peralan.,, eh,: o,-a m•a,mulla nella /olla ug11aledi quelli che ml li.anno pftct4utr e chf ml seguirti. non .ta che · morirti. nel miei oestt. io partirò e rivedrò 11ct viaggio I prati seminati e le stease viti all!itcate in lunghi .fllllrl come bimbi . elle al tengono per mano pro11tl a cantare gli inni della aciu,Ea; coro infantile delle viti! Il proce.tto delle ,tagiont ,t oomi,!e oltre Il corao delle aztoni Juggeuolt, delle donne nell'afa, , dell'uomo che a'a.tcluga la Jro,tlc .totto un pergolato. ~ io sono e v1f .tpCngo In quel gesto; aono riel tempo d'uno con. la vanga che cammina vie 110 alle rotate e non ti cura che dal treno lo guardo af/acctato al Jtnestrtno; pauo senza tftorarlo; e Il bue tutto bianco ,ta in mezzo al prato vercU ancora, 111unoblle come in un quadro; oltre la siepe un ragazzo corre con la Jo,-clft<I. alzata, In mezzo alle atopple; è di seinr,rc la donna che cuce e leva la tefta dal lenzuolo come uscùte da un segreto e lo cado In mezzo al vuoto; nel filo Interrotto d,1 auol pen,ferf .tono Il punto .toapeto del cucito . Stordita ml guarda una schiera di clclbtl ad un pasaagglo chliuo oltre la sbarra a atrtace. Un volto, un oeato, una casa soln gettata In fondo al prato come nnuica arcana ncucono del pianino e non m'attardo al braccio elle gira la manopola. La rapld.ftà con cui ma.rct,cono le note m'a//atlca, neuuno che 11Jcrn~l aotto f colori lnipalpabflt del cielo/ Ciclo che si ver,1a totlo gll alber nel /011i e lrapas,a col cerch.C del vento sopra l'acqua. M'è dolore seminarmi come grano. a manciate rapide, .tcagllarml in attimi brevt e gfti. morire; non aapcre te bt quelli Poi ,arò cre,cluto o te aar6 marcito, .te un giorno atirò grandi terre tu cut ,tar dlsteao senza ftnlra. RENATO DE CARl\1,.L~

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