Fiera Letteraria - Anno VI - n. 1 - 7 gennaio 1951

Domeni ca -7- Genna io . 195-1·• LA FIERA LETTERAR I A ..N\. O S 'Il' R E JR O N\. A N E * Logica epolemicadi Omiccioli Félicien Ro/,s alla Calcogm.fia Nm:,imwle - Hay<len 1 Léger, 1l1.etziuger, Rivera, Rosai, Severini, Soffici , S,mmge e Valmie ,· allo Zocliaco - Xilograf ie cli Gauguin all'Obelisco e cliseg,.i cli Rie l.i e A illaud - Ouiicciol-i alla l'alma. - Gubeltini Alcione all'Associazione Artistica lnteniaziouale CRON A CHE 1"..JCLANESJl LJBERAZlf)1'1E DI BAR'l 'OLINI iblioteca Gino Bianco ARTIST I JTA LIA Nl * Pag. 7 MARINO MARINI D OPO Rouo, Boccioni e Mar tlnl , una liMa alta ed ari,tocratlca nella ,cultura italtana. e npresa da Marino Mari ni. Non vorremmo pe,O, come fanno moltt, far derivare Marin i da certo Bolso. Anche neUe vrtme sue opere del '28•'31 Marini aderUce ptu ad uno• ,tato (t'animo• che ad un colore fmpreufonittico . Marini ha piuttolto Ml sangue, forze di ci1dlt4 ar – caiche . Qià nelle due figure tUl • Popolo • dd '29 ha guardato inte,uamente gli etnuchl . Un rafforzamento maggiore avviene con l'c Icaro> In Ugno del '33, U magro ed osauto e Nuctatore > del '34 e coi due e Pugilatori> del '35, '36. Sono opere que.steche è bene accennare per– cht rappre.sentano punU euenzfalJ nella formazione cù Marini. Poi lo .scultore intzia la lunga serie dei rUratti . I pit • tori Sensani e Magnelll ,ono del '30, Borra è del '33 fs'inn.e.stc qui 1'na chiara stndtura romana) poi è un·ope• ra in pietra a.s,ai lnten,a, Gaby del '34. Infine Funi '35, fl e Signor Verga> '36 (tl ricordo etTU.S'co non è acom • par.so) e le due ver,toni di Melotti del '37, '38. Ma accanto alle rltrattlatica di Marini stanno aun aroomentt ben definiti. Alludiamo al e Nudi.•• al e Gio– colieri >, e af e CavallJ e cavalieri •· Qui convien dire che ,e M arini in que,ti ultimi temi &egue direi un'evo– ludone , un equilibrio sempre maggiormente sostenuto tra un f atto di ordine a,tratto -oeometrico ed un fatto di ordine umano, nei ritr atti invece altre ,ono le aolu.tioni . Ogni ritratto è un'opera che sta a sè, non Ugata ad altre precedenti. Ogni testa anzi è u-mpre i.solata dalU altre racchiudendo In &è i valori intimi e segreti del 309• getto. Cori in e Campiglt > tUl '40, cori in e De Pim > del '41, e in e G. Pedratzlni • '41, dove c'è ancora certa ricerca dI strutture romane, mentre ricerche etru.sche le ritrooiamo in e Donatella • dello .steuo anno. Del '42 è U ritratto di e Tosi >, ed un'opera CM prean• nuncla ll dolore e la. malvagità degli uomini, e L'l mpf,c• cato • clall'occhio imbrattato e dall'orecchia s,,ezzata. Nel '43 col e Miracolo• abbiamo for&e U primo ac• cenno ad una concutone ,!/eroid4le. del capo. Nell'c Ar• cangelo • e in e Arcangela• dello steuo periodo, Marini annuncia una fermezza ed una. 80lennit4 In.solita, Ora Mari ni entra in profondila . Scava nella. carne e nel~ atume. Del '43 tono altri ritratti di una. volontd dura e de• cua. Mmini lascia sui loro volti i segni, i gral/i, gli orli di sbaoature dolorose. Sovente lo scultore si abbandona al ptacere del e non•flnlto > e ctello scheggiato. Nel '44 Mar ini guarda chiaramente aglt eglztoni. La e Signora Boiln > fa pensare alla regina Neftrtlti. Anche nella e Signora Baumonn > appare evidente una geometriua – zlone egiziana. Marini ha in realtà intuito il valore delle masse ennettcl&e e solenni cU certa ,tatuarla esoterica egl%iana..Poi è e Vitali • del '45, e Carrd > del '46 e del '41 la. e Signc,-a Jeeker > una delle rarl.uime figure cU Mari ni sorridenti; e e: Cardazzo •· Le sue teste hanno superfici COTTO.!e dal tempo e da mani giustiziere che intaccano e penetrano come acldi corrcnivi. Mciri ni in fondo porta alla luce U segreto CM e in ciascuno di noi e lo soela duramente con la f • .. m.eua cU un antico MU:trdote barbaro. Il primo e nudo> df Marini è del '33. Nel '38, '39 to scultore chiude i suof corpi tozzi da Unee ben ferme. La prima e Pomona > è del '40. L'occhio sinistro è rl • dotto ad un punto appena. percettibile. San:\ quuta una soluzione e.spres.rlva che verrà ripresa da altri giovani scultori. Nella e Venere• del '42 le spalle sono strette e le Ifnee che scendono al fianchi si allargano come tro,,co di cono racchiudendo$l alle ginocchia con ampio ritmo cactenzato per terminare ai pfedi ben saldamente appaggiatl al terreno. (E' In fondo un preannuncio alla e Pomorui > del '45). Nel '43 Marini è tentato verso altre strade. lnslste in mui deformazione sempre maggiore. 1 corp i si fanno afe– rici e le estremità appuntite. e Tanagra> è il li,,~lte ma.,. simo di questa e&pres1lone.Poi vengono le due e Pomone> del '43 e nel '44 alcuni nudi dl ragazzi dalle braccia ,!f)ez;..:ate. Del '45 è un 1iudo di donna higlnocchiato col corpo t&o In avanti qua.,t in un'offerta alla terra come nei legni congolui dei Mavombé. Poi t e Susanna> '45 che si nallaccia alla e Pi.sana > martfnlana ed infine un'opera fondamentale , la e Pomona • del '45. La formazione dt Marini si é ora comple&ata. Nel '46, '47 lo scultore è preso da rtcordi dl certi nudi anonfml del fina le paleolUico italiano. Pol, dopo la Po• mona essen.zfalt1 del '45 è quella del '41 forte e poderosa. Onnai ogni lievità femminile è abbandona ta. Su questa linea. di coerenza e df sviluppo appari ranno Dli altri nudi fino all'ultima e Pomona > del '50 1ion ancora ultl"uita. Il primo e Giocoliere > 1 ri.sale inVf!ce al '32, U secondo al '36. Ma soltanto col e Giocoliere> del '40 ri avrcl la nuova &Oluzfonesferica. Poi ,aranno quelli del '44 e '46 dove la s/ericità dal corpo è salita e i'è concl usa nella. te,ta. e Una sfera neUo spazio; una unttd plastica , un corpo solido e rutrale ... > come dice Carrie.ri. Nel e Gfocolfere • del '46 le orecchie sono speuate forse perch-è appunto corpi estranei aUa &Jerlci tlJ. del capo. E gli occhi, la bocca, il naso sono appena av– vertibilf . Il pri mo e Cavaliere • è del '35 (no n del '36 come di• cono altr i) , un gesso rtgido, legnoso e 8mllzo . Col e Ca• oollere • del '36 si ha piutto sto un t,itzio camptonese. (E' In questo periodo che vengono ad inserirsi le terrecotu policrom,e). Il e Gentiluo mo a cavaJlo > del '31 si piega Indie tro In un att eggia,nerito garbato ed eUgante, prea1&nuncfanao Jl e Cavali ere> del '45. Questo e Cavaliere> '45 è veramente l'i nizio della grande serie del e Cavalieri> arcai ci e pieni, uniti, fu.si col corpo del cavallo. Ma Marini guarda più avanti an– cora. Abbo.-ndonerd infatti, e presto, questa 1erenttd estatica. Nel '47 il cavaUo torce addietro la testa e il cavaliere si tende anch'e,so all'in dietro formando una diagonale di 45 gradi che taglia la verticale fortn ata dalle gambe e dal collo dell'an imale. C'I! pur se,npre hi que.steopere (dove è u,i movimento in potenza più che in atto} il candore e l'in nocenza del prim iti vo. Afa solo il seco11do e Cavallo e cavaliere> del '41 (GaU. Naz. d'A rte Modenui dl Milano) è un punto di partenza estremamente interes,an te 11ell'art e df Mari ni Anzi uit capitolo nuovo. · Ora l'animale è chiuso da una linea parallela che corre lu11go la schiena e il collo termina al capa sottile ed appuntito, mentre le gambe del cavaliere cadono ver– tlcahnent e in una stessa cade1w:arit mica co,i te gambe del cavallo. Tutto è concepito sulle due perpendico lari ma l'uma no è al disopra dell'a.stradone numerica e ar~ chitctto nica. E' àa quest'opera che avranno inizio i ca– valieri sogna1iti e atto niti di Marini. Il e Cavali era > del '48 ripr ende il modulo geometrico del '46 mentre la versione in legno sarà ~l '49. Que.sto e Cavaliere> '49 è nudo. le braccia in fuori, tese quasJ ln una croci/lssto,te pietrosa e disperata. e Ho voluto fare una resurrezion e, uii ritorno alla vita> et dice Marini. ll capo è volto 111 alto, verso li cielo. La sua nudit4 scoperta è un atto di condanna contro la fal.sltà. GIAN LUIGI GIOVANOIA

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