Fiera Letteraria - Anno III - n. 25 - 27 giugno 1948

LAFIERA 'LETTERAR ROMA 27GIUGNO 1948-ANNO lii - ~UMERO 25 Dlrez. e Redaz.: Via delCoodotll, 5-Tel. 681171 A,nmini.,1rozio11e e pubblicità: Via dei Corridori, 20-22 • Tel. 564.089 • SETTIMANALE DELLE LETTERE, DELLE ARTI E DELLE SCIENZE • U11t1 copia arreiraur L. 60 Spedizione io c. e. postale (Groppo S6 • Il) PIETRO PAOLO TROMPEO, Direttore QUESTO NUMERO 1. 40 • SI PUBBLICA LA DOMENICA EDIZIONI DELLA BUSSOLA .A.JlBON..lMKN'l11: annuo L. 1800, annuo con pagamento i,;cmcstrnlo L. ~50, nunuo con pagnmeuto trimcstrnlc ),. 500 - Estero': annuo L. 3600 - Quota mensile abbo1uuneuti speciali (insegnauti e studenti) L. 150 CON'l~OCORlt~~N'rE POS'rALE 1/t1575 ltt>diu:ione milanese :, 1,rrsso Gnlleria Rt•rgnmini, Corso Yenezin, 16 - 1. 1 cl. 72-340 - Milano PUllllLICl'fA': comm. nun. L. 30 • edit. L. 20 lalUURAlURA ~i f R~ftl( a la VIH ! ~~~t~ ~._ t: ~à -:q:. .e io v«rrei. per qttC$IO, eacludere \o &t.lto un largo slk><a.~ In <Uliano « insep1ante » d3ll.a discussione. In ul• è #lato ln.douo il suu romanzo • Il tima analisi, •siamo f'icondotti all'ego pc,tott e b. g:«i• ,. Attuùncntc è -centrico «io»: non po86i:imo rip-Jr.arci u;:i,o doi dircetari della a.&-. cd► dietro al gran morto. Cbe cb6a può b rice Eyre e Spotl.is"·oodc. · sociclà, secondo la mia opinione, e&i– del « mo11d0 nun,•o • huxley:mo. La p0s• sibilità di ribellarci, la 6leahù, è d.in– que il nostro 1>rivi1cgio. Ma è un pri– vilegio cbe la socielà non si deciderà mai a riconoscervi. Perciò si rCn(le an• cora più nC'cthsario ehe noi, che pos– siamo ribellarci con inipunilò, mnnte-– niamo vi\•0 ques10 ideale. IU GT&ha-n1 Grcrne 41. Elizaùcth ]lowen Quando ric-evctt.iila ,•osra lettera. a-l'evo èa poco finilo òi leu,cre la t: Vita di <:harlo·10 8ron1C » i,crilla daHa Gnskc11 e eubito mj ritornò alla mente 011a fra. .o ,delle lencc,e di quella 8Cr'illrice: « Vi acc0rgere10 che in "Villet1e·• non ttngono arfront:ite quc6tioni di pubbli• co inltt'ei.._CC.Non mi riesce di scri\·C– ~ libri che •trattino i luoPi comuni .cfel giorno: il 10111:irlonon sarebbe per nulL v:mt:i&gioso. E nemmeno so 11c.ri – Ya"C un 1-ibro per fini ettCi, ntl prc. rfiggcudomi uno 6chcn13 filantropico, per quanto io ap1M"c1:zimolto la filan1ro· pia ..• ». Questa frarn rapp(csenta il mio •punto di .v~lta. e, credo, anel1e ,1,voslro. &c.reda me? E <ile cosa ho io .Ja dare a Cesare? In primo luogo, occorre stabilff'C che lo a1}t)ar1eni;:o- ee mi è pcnncsso •ci !,Oflo dei doveri unrani essenziali che fare una digressione per,.onale - :i un -io ho in comune col fruuh·endolo e grupJ)o organizi:110, la Chiesa Cauoli– con lo @crivano: qutl1 0 di manlencro ca: quci;to (ano farebbe sorgere J)Cr mc la mia fami1lia. se ne ho una. -qucll., dei gr:i.,•i problemi, so non tavessi la di non icrubarc il J>Overo, ·il cieco 1 >0@sibili1.ia Ò.i venire salvato dalla mia 1'orfan0, la vC(io,•:i. quello di morire inf1.'C'.lchà. Se la mia coscienza avc~tc un t.e le autorì1ì1 lo -esigono (è que:i1:1 In .icmue e una 1Y.·ofondi1àsin1ili a quella &0la mnnior.o .di rim:incre in<lipende-nti: che l\l:mriac hta dimoslrato nel suo sag_ l'oppositore co& cienz.io, .o de,'C ,qualche &io « Di.o e Mammone», non riuscirci volta d.-c l'osompio, tallo scopo di giu- cerio a scri\·erc una riga. Ci sono dei 11'iffrare ~è. s,c~). Que~li rnno i 110,.lri capi della Chiesa che considerano fo ci'ovcrj pr-irnitivi, inerenti alla 'T10straes• lc11cra111racome un co1n.1►lesso di mtY.· &en:rÀ'l umana. A dispello dc!l'clcg:into zi per raggiungere un fine: J'cò.ificazio• csem1>io di Gauguin, io dirò che &enon no. Questo fine può essere della più aha ci :ittettiamo I\ ,1uesti do\·eri, ,sarà -di• importanza, di un°iTI1J)Orta11iass:ii mag– minuila la qualità della noslrn sostanza giore di quella della lct1cralura 6tessa.: umana - e pertanlo saremo onchc mo- ma e.s80 appartiene a un mondo dif· no artisti. Ma c"è forse qualche <lo\•erc krente. La lcucraturta non ha Pit.-nte ta 1>.ulicolu!'C ohe io ho verso quelle \•il- ehe forc con l'edificazione. Non vo&lio time senale 'TICllaLoir:i? Mi ,,.i:ieercbbe con questo ciedurrc che b lener::rtura sia pensare che non \'e ne 6i:i :ilcuno. ma amorale, ma solo aacrmare che Cfil:la o(. 101110 di ci'ovcr riconoscere per lo 111011"fre una morale personolc, e la moralità due ohLlighi fondamenlali -cui il narra· Jwh·ata di. un intli\'ldu 0 coincide a&gai toro è t:.-nu10: dire la verità come egli n:iramenle con quella del gruppo .al qu:i. la vede e non accettare dallo Slato pri• le egli appartiene. Uicor<late i quadra· vilei;i particolari. lini bianchi t.l neri Jc'la :eC:!f'Chicrnde' ( . .-,. , / ·rD iJ.eO-tLO- ai gittoani \ -~· ~ ~, ,e1 1_1c,m,,uso Inttma:i""al~ dtl~at zare) e l'impulso, quasi oscuro senti. f.t';;t~t;~~; 11: !~ 0 "6;:n'/:i~,:.,.t;:, d ~ \ mento di appor!o immc1iato di un bene p,fora volta u11adelcia~,e ilol10,ia. J'oo. che non ha b1SO:!nO d1 essere dedotto 01i,Ma111a il di.Sco,so che Eu,uo Castelli con logica procedura, pcrchè attinio per d~l.l'~nit--t~.ritò di Ro,ua Ila , nd i,iz:11to un'irttuizione immediata. 0 ' ~"'· E' stato detto: c'è 11n'11bbid!enza dan. Un Congresso internazionale della Gioventù, indetto ogei in Germania, ~ un invito pressante a determinare il compito delta e.iovcntù e a precisare le responsabilità di noi per i quali la gio– ventù è un ricordo. ·Tra le macc,ie che attestano ormai da più di quattro anni che è facile distruagere, difficile co– struire, sore.c spontanea la domanda ~e la e.ioventù che è stata causa efficiente di queste macerie, strumento, senza del quale la distruzio11e non sarebbe avve. nuta (lliOvani dcbbot10essere coloro che pilotano gli apparecchi di morte), po– teva incroc:·are le braccia e opporsi al. /'onda deleteria che ha cancellato tanta gloriosa storia. Soree spontat1ea la do. manda, ma non la risposta. C'è chi ha incrociato le braccia, dal. l'una e dall'altra parte della mischia, e ha de!to: no. C'è chi non ha incrocia. to le braccia, ma non ha detto: sì. Non l1a discusso, ha eseguito ordini nell'in. tima e talvolta quasi inconsapevole cer. tczza che chi ordina sa più di chi deve eseguire materialmente l'opera. Due 3f. titudini sintomatiche dell'animo giova– nile: l'ubbidienza e la rillolta; l'osse– quio e l"impulso. Due att:tudini che scaturiscono da un desiderio di adesio•. nosa, quella che eseeuisce un ordine che non deve essere esc2uito. percha fruito dl un malo intendimento, e c"i un imoulso che è un cattivo impulso. Probabilmente anche ["lhcheu con,er– rebbi, su tulio ciò, per qua11to forse per la Bron1e foSfle più facile ereò'ere di avere eliminalo le questioni ,;!j ,pubblico intere68C di quel che non lo ~ia per noi. L'inter.Ke pubb!ieo ai suoi tempi era infioi1nmente p:ù lont::mo dalla vi1a priv:lta: !i risoh·cva in uri -:liballito a! parlnmento o in un tarticolo di fondo del Il Tbunde.-er 11. Non colorava ancora la vila comune; mentre per •nei, oggi, malgrad'o la nostra consapevole in!ific_ rer;iz.a, C630, •i insinua allraverso le conm')&sure dei no.11trira«onti. 1erribi:– men1e persis1enti come l'.ech:i fra le pietre. Non si può fare a meno che le proce-e.ioni passino allraverso lo nostre 1trade immaginarie. I nostri personaEgi de..ono s.1:id.1gn.1r:'li unta I ila: o t.C non to fanno, pare quaei che alla loro ineui– tudine ei annett:1 ciò che ,di 60lito è chiamalo un significato soci:1le. L' ahro giorno, corre1~ndo .Je!le bouo, ò.'ovet. li leggere alcuni miei \·cechi racconti: elfi •i inquadravano 1ià in una fase, an periodo. Non erta ciò che io ave· vo desiderato. Non intendo dire nulla di clamoroso ,·escovo Blougram? Co~e narratore, tnj o <i•i esplosi,·o con b fr:ise « dire la dovrebbe essere coneeuo di &ttivere verilà u: nè voglio dare tad cs.!l:J un si- lanìo t.'ul p1111:oili \'i.Sia del quadrat•n, Disegno di SAVINIANO SALVADOR (v. in 5 p11g.) ne al mondo e quindi alla vf!a: ·l'ubbi– dienza-. che traduce il sentimento della speranza (si ubbidisce pcrchè si spera così di realizzare ciò che ~ bene realiz. VerO. Ma di chi la responsabilità de/. l'ordine che mer:·!a la rivolta? Non dct giovani. E il caUivo im.rmlso, che ha provocato il detto : Homo homini lupus, è l'impulso del giovane? o di chi invece, avendo per lunea consuetudine pensato sempre a sè, ha ormai varcato la soglia della r_ioventù e tradotto l'impulso neJ costume di considerare l'a!tro come 11n mezzo per sè .! Non è l'impulso del gio. vane. A11zinon ha che l'a.flparcnza del– l'impulso, poichi! di fatto è 11nmal coslu• mc. che dell'impulso possiede solo l'im– mediatezza. Q11iè bene precisare. Non. si nera che sia possibile una gioventil traviata. malva!Jia,purtroppo non abbia. mo illusioni in proposito, ma si nega che qizella gioventù traviata sia una gio– vèntù vera e propria, anche se l'etd 11011 è matura. 1 caratteri che fanno si che sia possibile parlare di gioventìl hanno rapporto, d{ solito, con gli anni, ma possono anche prescindere dagli an. ni. C'è uno spirito di gioventù, e quan. do si parla di gioventù s'intende sempre parlare del!o spirito di gioventù, non d'altro. Ebbene, questo spirito che defi. niamo essere lo spirito della gioventù, ha il segreto dell'impulso donativo, di quell'impulso che non è un costume (un abito acquisito per un'esperienza voluta), si offre, offre un'esistenza e solo attrg,. gnificato con1enu1i~tico O t ndcnzioso. nero, qutanto d:.i quello Ò.e) qtta~r:itino I • Per ,-e:ilà io intendo principJlmcn!,.. ,c-· hi:inco: il dubbio e anche il rifiuto de- nterv1sta c~ratei.z:,: 60110 ~ohi as.p·ui, una quc· v~no .a\·erc il .loro ;al.:ire di a~to-d_cter- sllone di stile. E un mio dovtte verso mmaz- 1 mc. ahn1w•nt1 I I nos1rn l1be~1ii r:~_ con FERDINAND GONSETH verso l'o.fferta pone /'esistenza, si co. stiluisce come essere cosciente della propria esistenza nell"atto in cui si con_ cede all'esistenza altrui, perchè davve. ro si:i, l'altrui esistenza, diventi prossl. simo, qUl[lprossimo di çui 'è detto che si deve amare come noi slessi. Non si concepisce il prossimo senza gioventù, Questo bisoena precisare una volta per tutte. C'è, sì, un prossimo senza gio– ventù, si chiama massa, su di esso sl Opera come si opera su qualunque ag. glomerato animale, e talvolta come non si opererebbe su un aJ:glomerato·ani. male, perchè questo è più prezioso. LA storia recente è troppo dolorosamenie nota per doverla i/lustrare ancora. 11 « rappor1 0 dell'tartista con la &O– detà • è un sogE;Ctlo terribilmento va- 10, ed io provo lo ste&.o ,;Otllro imba· nQ.o e lo &lesao v0$lro riKint imenio ncll'abboròarlo. Siamo tutti co&lreui a euere ciua .Hni del no&lro tempo av:iro qnaad. Cacciamo le 6 le. q,13ndo riem– piamo i modu!..i delle imposte go} red– dito, qoanò. 0 manteniamo le nostre (a· mi&lie: pcn:ht; non ci de-.•e essere con• ecntito di wcirne almeno in qu~to C81DJ>O? Forse, in quesla no&tr:i di– «1U&ione, avremmo bi&0gno di un av– voc:110 del di:ivolc. Ma, ad oini modo, sono piuttosto contento di non tavere questo signore con noi. Le, sbe lcllerc hanno confer– mato il pregiudizio cbo io nutro veno l'artisia che ei occupa ,delle que.tioni pubbliche. Faremmo meglio, comunque, a con– cwdare tulle nostre definizioni: e. poÌ– ebè voi non tavete suggerito unta :i!ter nativa alla definizione che Pritcheu dà alt. 60cietà: • uomini unili :iMieme da uno scopo, cho stanno costruendo un ruturo •• proviamo ad accellarla. Tut• lavi:1, eua non mi sodòi~fa interamen– te... Ognuno di noi è vòho - quan– tunque in manier:i del tullo indivi,Juta· le. anarchie3 - a coslruire un futuro; o, come JK"e(crisco meglio pensare, ~I futuro co,truisce o&nuno di noi. E la morte alla quale oanuno idi noi va in• contro, controlla fin d"ora le nostre al– ti,·itia. como un c:ine da p:.is;o:e, in modo che J)OS6i:imo eM:ere J)Oi spinti col minor dolore po:o!ibile verso il can– cellp .Jel recinto. Meut,e invece la fra· te u uomini riuniti assieme da uno ecopo » de..cri\·e accuraltamcnte b c0n• dizione di quei disgr:1:,;ia1i prigionio– ri ciclla Rivoluzicne Fr:irlce11e di cui ~ria Swinburne in 11. Lea Noyad06 »: e&ei furono ge11a1i, come ricor.Jcrete. nella Loira, nudi e le1a1i due a due. )la non credo che a Pritchot sia ve. DUIO in mente (jUCblO eJ)it;Odio. L':irtisla è anc.ora ,~iù difficile C:a dc· Gnire: nella mag~ior p,:irle Jci casi so• lamente il · tempo ri~cc a d:irne una defin~ior.e. e io crcd-0 che aj fini del 11os1roar1omen10 &Jrebbe utile pada,c .olt:.11110del narrntore, e for6e .,ohan10 del narr:itore Ccl nostro g1·ncrc, 1>0i– rhè è ovid nit:, che Well~ .,i lro\·e chfr ruori J)O&lo .in ogni -.li~cuM,ione batata, poni:imo. fU Virginia Woolr. Il !ermi. ne a: arti&tJ » è lr(lppo ampio: etl è im• po66ihile fare delle genc::iliu.azioni clu· ei:sno valide per V:in Go&J1, Burkr-. Benry J:unOs, Ye. ts e B e hovcn Nin• tem.p,or:1Dcame111e.Se un uomo 6labili– tee di dedicarEi :i un'in.6Ci.na111c.,10. egli assume dei do\•eri e delle ,~()()Il· ia.bili1à ven,o coloro ai. quali la 6ua p-;irola è rivohta, si:i egli un narra1ore, o uno acrillore politico, 0 un filosofo; fo società non ~rivere: • Me, ne stavo somiglierà :i quclb degli scrittori di 14 ningr::ido. su un tabisso 6cnui Condo» OJ)pure « 1cendencò le ectab, en1rai in un l3Xi» u,crcl1(' quello ;iffcr•n·t.r~i ,ni non ,.:.,ron– dono a veri1à. I miq-i peni;onag6i non devono • impalJidirc morlalmentc » o u tremare corno Coglie», non J>echè qucsle fr:isj !iano dei lnot;:hi comuni ma perchè esse non r.ono ,•ere. Non i: soh.:mlo un problem:1 delb co&eicnz.a:ir– tistic:s, ma anche della coscienza wcia– le. Già pOM"iamo vedere gli effelli òel· la narrativa popolare sull~ mentalità popalare: ogni volta che un:t frase del ge1rro di quelle clic ho cii.ate viene p:i-rcepita d.olla mente &enza che eMa eaercili il auo conlrollo critico, ci 6.:lrà un intorbicbmcnto del (IU660 dello idee. L'altro do,·ere, quello di non taccet– tare privilegi, è del par-i import:mte. La benevolenza dcli~ S1ato., l'intercue che lo Sttato l)066ta nutrire verso l'arte, sono aseai più pericolosi di un am·g– giamento di indifforenza. Abbiamo vi– lito come in tempo di guerra c'è scm· pre qualche ben intenzionato patrocina 1ore il quale sostiene che l'artisla do– ,Tebbo app:irtenere a una clasae aoc'ita– le. Ma sapete voi dinni come starebbe ettato com,iderato l'arti,;ta, alla fine di qUCIJti .!e.i anni di coloi:.sa1c · ago1,ia, ec e&li fosse 6tato privilecìato, tcnu10 al sicuro, ingr..a58llto a pubbliche spese, questo euere troppo pr-czioao per cMro mandato a morire come un altro uomo? E cosa ci si 6arcbbe :ispeualo dh lui in cambio? In Ruuia l'tarlistta è 61:ito retal• mente collocato in unta class.e privilegia, ta: gli è 6tato assei:;nnto un alloggio mi&liore, più denaro, più cibo, o per– fino una certa libertà di movimenlo: mta lo Staio, in cambio di tulio questo. gli ha chiesto di non Cl>Serepiù un artista. E il poricolo non C6Ìsto soh:into nei p:.iesi totalittari. Anche lo Slato bor– ghese h.1 j suoi doni da offrire taffar· tislta, o a coloro cho egli considera ar• tisti; ma in quc6ti casi rar1is1a. come l'uomo politico, ha già p:.igato in anti– cipo. Si pensa :il!e onorificenze lettera. rie, ai « cavalieri della lc1tcr:1tur:i» e subilo vengono <laYanti :i,li occhi le li~e pietre tomboli col loro 6emplicc « hic jacel » di Hardy, James o Ye:.i1a. Sì, pili ci penso, e più mi accorgo di qu:mto si:i ind1."f"ogabilo roLbligo del· l':irli&ta \'Cf'Eo l:i eocielà di non accclta. re favori Ò.i nessun genere. Forse 60l0 una pensiono può constdcr:ini :icceua. bile: ma 8(.olonel ctas0 che la fomigli:i Ji lrovi in ,rave indigenza, in quelle circoslan:r,e in cui i moralii;ti tammeUo· no che 6Ì possa commettere un furto. Porse fo più gr:in<le 1>reuione che ven– ga esercitat:i ~ull'arlist:i proviene da una !l,Ocic1àncll'inlerno della 1Socie1à: il 5u 0 gruppo 1>0lilico o rdi,io&O, o la ,;ua univer~i•à, o j tuoi superiori. Mi sem– l,ra cosi che l'unico Jlrivilegio cl~ egli 1>·1&1-a reclamare, in comune a tulli i &uoi simili, ma possibilmen1e con richiesto di m:i(;:'giori 1aranzie, i;ia <1ue!lo della ribellione. · L'altro giorno a colazione incontrai un agricohore che aveva alle ~uc ci'i1>Cndenzedue mal:itj di mc111c: egli mi diceva che erano cleJi;li ecce!· I• nli bvoratori, di un:i kdchtl a IUl!ta ,wova. Non ho difficoltà a credere che fossero fedeli: difolli, eYi erano in 1u110 eimili talle creature condizionato J n:irrnH>ri catlolici (o me&lio: i ntar. ratori che sono c:ittol!ci) p1-eorlc,-ebbc• ro volcniirri Newman come lvr" patro cinalore. Nessuno più di lui ba com: pre5o il loro problem:i e li ha difesi più abilmente dagli attacchi della pio– tia, ,1uesto morbido germoglio della ro– ligione. Lasciale che vi traM:riva Wl s11o brnno: esso ha. in re:1ltù. più di un.1 :ittinenz., con la no5tra discusaione. In .--~•o\·iene difeso l'insc-gn:imenlo clell;1 letteratura in una Università c:iuolica: « Mj pare di poter tarfermnre che, se la natura de\•e essere coneepita come uno 61udio dello ntalura umana. non si può ave:-e una lettertalura crislitana. E' una contrtaàldizionc in termini voler intra– prendere una lettcrtatur:i spoglia di pec. calo 6ulle ba,i di un uomo permeato NELLE ALTRE PAGINE: A. CIARROCCHT: Gu;doriccio .sc11ute.ta • E. FULCHIGNONI: "li S;gnor Pun1;J,.., - R. RAMA'f: Secondo ottoce1110 - G. C. AR– GAN: F,;., Sul - N. BERTOC– CHI: La Biennale - A. PlRON– TJ: !ntcni~ta con Glu•dini • A. HERMET: li maggio mu.sicalc - R. CALA MOSCA' No" mo,;,.(; - Cro11acbedel Teatro e ;fcl C;ncma Rmn,;o.; J; G. AULETfA. F. BRUNO, F. GIANNESSI. In questi uitimi anni Ferdinand Gon. seth h:i sempre più aurano sul suo no. rr:e l 0 i:1reres.:,e di sci?nzhu; e, 0 0!0s011. Professore titol:ire di matema1iche su. periori al Politecnico di Zurigo, autore di alcuni voi-umi di ricerca che fanno testo nel camrm delle m:item:itiche e delle eeometrie trascendenti, Gonseth era eià 0010 nel mondo come uno spi– rito singolarmente votalo all 'encicloçe. dismo. Il suo nome era pervenuto nei circoli italiani subilo alla fine della guerra, per opera di quell'istituzione della "Sinte– si ,, in cui confluirono umanisti, scien. zi:iti, filosofi tutti ugualmente riuniti ne.I– la polemica contro il tecnicismo. La in– fluenza di un biennio di appassionali incon1ri e dibattiti non è stata ancora sufficientemente valutata nella cullura italiana di oggi, ma lo storico avveduto che vorrà tenere in giusto conto i più efficaci motivi di rinnovamento, guarde. rà al! 'istituzione di « Sintesi u come a uno dei più sienifkativi. Colà vennero valutati e discussi, per la prima volt:i nel nostro paese i erandi problemi scientifici che oggi interessano il mon. do della cultura, i problemi della ener– gia atomica, quelli della eredità cellu– lare, i rapporti fra evoluzionismo e tra– sformismo ecc. I nomi di Fantappiè, di Blanc, di Severi, di Spirito. di Galla. rati, di Ponzo e di moltissimi altri, di quanto cioè di più vivo la nostra cultu– ra tecnica e specifica novera oggi al suo attivo sono tutti lefati a questa Jm. portante assise. Ferdinand Gonseth fu presentalo ai ricercatori italiani attraverso la tradu– zione del volume 1c Determinismo e li. La tcr::a pagina ~ Jc,licata a PA– LAZZESCH J, con tc..,ti di P. P. 'l'rornpco, G. :Falco, G. Pamp11loni, G. Pctroccl,i, c due poc.sic inedite J bcro arbitrio "· Questa opera singolaris– simo è l'esempio una formula, spesso adoper:ita dal filosofo elevetico la quale consiste nel distribuire la esposizione di ur: determinato ar,:,omento entro 11 campo di forza di una :, discussione ma– novrata 11 : un certo numero di specia- di pc«tato. Po1re1e riuscire a mcllcre insiemo qu:ilcor,a di molto grande e di elevato, qualcosa cii :is!ai J)iù elevalo che m:ii non sia 61:ila la leucrntura: ma alla fine dovrete riconoscere che non avere cerio fatto dcl:n le\lCl"alur.1 ». E per coloro che, occcllando qucuo punto di visla, .11os1enevanoche 6i pO· leva foro :i meno dell:i leneratur:i, New. man prosegui\·ta: « Proscrivcle non solo dei JY.lrlicolari autori, d'cllc particolari opere, dei par– tir.,J:iri l)rani. 11111 tull;i c1u:inlta la !c•te. ra1urta coi r,uoi Eccoli di sloria; cspun– gcte dai voslri libri di 1~10 tulle lo 1•ill ampie m:111ires1azionidell'uomo ,ia_ turale: e que~te monifCl!tazioni, vive e anim:110, taspcncranno il vostro allievo, per il r,uo vantaggio, dielro le porte de). lo vo&tre :iulc ecolaslichc ... Oggi uno scolaro, domani un mcmLro dei &ran. 1 e mo11dQ: o,cgi r n'"irnto in m;,;-z<i u11e Vile dei Sanli, domarli gellalo in meno alb vasto BabeJo•.. V(lj gli avete 1,re– cluso i maeiMi del pensiero umano, che lo avrebl)ero in certo modo eci·ucalo, J)roprio allraverso la loro momentanea corruzione .•. ». ('rrculu:io110 di Renzo TIAH) (Esclus-iviltl AMEA) listi di assoluta competenza (fisici, ma– tematici, chimici} o di studiosi di scien. ze morali (filosofi, storici, metodologi ecc.) ven1ono messi a contatto nell':im– bito di un problema generale e in1erro– g:11i, entro la .p.articolare prospettiva delle loro conoscenze specifiche. Alla fine dei quesiti e delle personali inter. pretazioni, il metodo!ogo opera una sin– tesi, tenta discernere i motivi conver. genti e quelli discordi, rivela analogie che !)Otrebbero, souo i diversi Jspetti formali, sruggire agli stessi interlocu- tori, e finalmente riassume i vari pa– ragrafi in una visione unitaria Il tema " Determinismo e libero arbitrio o, che riunì subito de>po la guerra, a Zurigo sciem;iati e filosofi della Confederazio– ne elvetica, venne pubblicato, se non erro, !)Cr !:i prima vo:1a a Neuchaa1el nel 1944, per le Edizioni u du Griffon ,1, e, in llalia, tradotto da A. C. Bl:mc e G. Gallarati, nel 1946, per i tipi delle edizioni Parteni:i. Ho visto in questi ultimi mesi, due volte Gonseth a Zuric:o, nella sua in. cantevole villa della Go/dauerstrassc. in alto sulla collina, a due passi da un bosco folto di fage_ie di abeti. e domi– nante l'incanrevole distesa della ciuà, il fortilizio romano grigio e accigliato t ca Gino Bianco al centro, e in fondo, ad ovest, i de. licati toni tiepoteschi del laeo. Con. setil è un lavoratore infaticsbile, ma cò. me tutti i Ialini ha il cullo dei rappor– ti umani. Conosco pochi uomini come lui, C3.paci di racchiudere cose più pro– fonde e precise nell 'opparente arbitrio d'una conversazione. Gli chiedo le im. pressioni sui recenti Rencontres di me– todologia che si sono conclusi a Zurigo poco 1em!)O fa. - Credo che si tratti dell 'avveni– mento più notevole nel campo di filo– sofia delle scienze, dalla fine della guerra in poi. Per la prima volta i fi– sici. i biologi. gli psicologi hanno po. tuto direu:imente constatare il vantag. gio d'una collaborazione reciproca, nel. l'impian10 dei rispettivi problemi. - Gli chiedo se gli studiosi it:illani po. tranno presto venire a conoscenza dei risultati del Convefno. - i.e discussioni, le relazioni di sin. tesi saranno pubblicate in extenso nella rivista (t Dialectica 11, nei prossimi me. si, in occasione del Congresso mondia– le che avrà luo?o ad Amsterdam in a. gosto. - - E, a suo avviso, quali sono le più importanti c~nclusionl cui hanno porta. to ~li incontri di Zurieo ;i - Anzitutto a una più approfondita a. na:isi sulle possibilità d'impiego del metodo dialettico nell'ambi10 delle o– dierne scienze sperimentali; e poi la dimostrazione esauriente che, nel qua– dro del:e singole discipline i problemi particolari si apparentano In modo de– finitivo con quelli generali : se cioè si :reano !e condizioni concrete di rap– porto, di disamino comparata. - - Crede che questa nuova metodo. logia trovi oggi un generale consenso nel mondo scientifico? - Indubbiamente L'ultima guerra ha segnato un radicale mutamento d 'indi– rizzo nelll collaborazione fra gli lstirn. ti di ricerca. Oggi le possibilità di col– loquio fra il fisico, il biologo, il mate– matico, il socio!oeo non solo non sono 1emu1e. ma vengono auspicate e con. dotte fino alle loro !)iù coerenti deter. minazioni. - - Credo poterle definire in ire Alo. ni distinti : il platonismo, il bergsoni. smo ~ I '~mpirismo. Esistono due tipi particolari di platonismo, uno ristretto che consiste neli 'allribuire realtà auto– noma a certe collezioni particolari di entità matema1iche; di tutti i numeri interi, per esempio, quale che sia la maniera con cui possiamo realmente ri– costruirli Il platonismo m:itematico as. soluto consiste invece ne:l'ammettere la preesistenza di tutti eli esseri matema- 1ici, di 1u11I i rapporti esistenti fra di loro. L'uno o l'altro di questi sistemi 1rascendentl possono esser conosciuti dàllo spirito, che, però ne è sempre termine successivo. Un\ a11eggiamento simile ha recentemente assunto 3er– trand Russe!, le cui opere, credo, sia– no sl!lte, da poco, tradotte in Italia. La sua teori:i sul realismo delle classi :o. giche ha frandi affinità con l'atteggia– mento platonlzzante - La gioventù intuisce sempre che co. nosc~re s1:gniftca ottenere qualcosa, 6 prec1..Samenteciò che è comune (l'uni. versale inerente al sapere per cui ~ data fa scienza; Aristotele /o ha inse. gnato per primo), ottenere ciò che ~ comune, ma non llià stabilire una co. munlone. . L'i~puls~ donativo, proprio dello spi. n~o ewvanzle, è per l'entrata in comu. nzone, dopo fa quale un sapere (il co. - Questa posizione dello spirito sa. noscere) può arricchire e non nuocere rebbe più statica delle altre ;i lnsiS t o : dopo la quale. Diffidare di quel - Niente affalto, risponde sorridendo Gonseth. La fede nella preesistenza de– gli esseri e dei teoremi è uno stimolo per il ricercatore. La stessa teoria o deL la reminiscenza II così famosa nella sto. ria del pensiero, non è per nulla si. nonimo di staticità ma di pùngolo. - sapere che precede l'impulso inUiale; è un sapere che conduce fatalmente al. la massa, al surrogato intellettualistico del prossimo, a ciò che è comune, mal alla comunlone. Anche se quel sapere parla di virtù, non dobbiamo dimentica. re ciò che un erande moralista france. cese, La Rochefoucauld. ha giustamen. - E qual'è la tenden:a definibile col te rilevato: "li nome della virtù serve nome di beresonismo; agli interessi tanto utilmente quanto i - Le matematiche sono per Brouwer, che ne è il principale assertore, una creazione dello spirito, non und copia. un catalogo e nemmeno la teoria di qualcosa; ma invece una azione, una costruzione. I numeri rer Brouwer na– scono successivamente, attraverso gran. di tentativi, per mezzo di operazioni e– lementari. L'intelligenza genera gli es– seri e le proprietà nel corso del tempo così un teorema può dirsi vero solt:into il ciorno in cui viene dimos1rato. Le matematiche non sarebbero una remini. scenza o una contemplazione di esseri preesis1enti ma invece una costruzione di questi esseri e di queste verità le quali sono e1erne soltanto in funzione dell':ivvenire vizi"; agli interessi, ai propri meschini interessi s'intende. Quel conoscere che è ottenere il co.. mune senza comunicazione, è la piil drammatica delle solitudini, perchè si rende conio, chi la subisre, di non es. sere altro che un discorso senza pause e senza punteggiatura. La gioventù si ribella a quel conoscere. Lo spirito di rivolta, proprio dei giovani, ha la sua radice in questa ripuenanza a1:'isola. mento fatale, alla solitudine squallida di un sapere precedente la comuni;a. 1-ione~E' una rivolta, dunque che co– stituisce cfò che si dice : generosità. Una rivolta che strarma l"applauso. - E qual'è la particolare posizione - E qual'è, finalmente la tendenza delle matematiche in questa attuale mc_ empirista? Per questo, proprio per questo. di fronte alla traeedia che pesa sull'Euro. pa semidistrutta, noi ci rivolgiamo ai giovani, preeando/i di essere davvero giovani, di non tradire la loro gioventù, todoloeia .~ - I matematici hanno dovuto rinun– ziare a moire ambizioni' d'isolamento. Oggi !)iù che mai si va tenendo conto nel mondo m::itematico, di contributi psico:ogici, fisici, logici. La opposizio– ne fr::i una nntura oggeuivamente data e una intuizione destinata a compren– derla si è dimostrata più che mai ste– rile nel mondt) della scienza contcmpo– rane:i La opposizione radicale fra og– getto e sogeeuo è una distinzione di talsi assoluti che chiudono la s1rad:i a ogni !)Ossibilità d'analisi razionale. Quanto più la m:itematica ha inteso tendere all'astrazione, 1:11110 più si è sen- 1ita in questi ultimi anni l 'opponunifà di reintrodurre nel suo contesto e'.e– meni intuitivi e imma!!ini concrete. - - E poichè siamo 11ell"àmbitodella sua particolare disciplina, potrebbe dc– linear,11i. in sintesi quali sono, a suo avviso le attuali tende11ze della filosofia matematica f - Per Platone, come per Brouwer, è l'unica forza, per i motlvi che abbia. l'esperienza sensibile, la. fisic:i, non han. mo cercato di mettere in luce, che può no null:i a che vedere con la matem:i. salvare l'Europa, salvarla con la rivol– tica. L 'in1uizione del numero è suffl. ta che fonda il sentimento del prossi. cìente per Brauwer, con quella del tem. mo. po. L'intuizione del tempo, del:o sp:i- {Contimm in TI pJt;.) ~~i,d; 1 urn~;:~~ ab;~~~~er!e~h~a~t·g:!~ ==========-~ metria si riduca a una impront:1 lasciata di nozioni e rivelatrice di rapporti fra da1 fisico sul mentale, pur senz:t negare queste creazioni. - In pnrte svolta d:illo spirito nello gene- Il colloquio è finito. Ora scendiamo si delle nozioni, si tende d:1 alcuni a con Gonseth, verso la città E' quasi riconoscere con Aristote'.e la p:irte di notte, lorse la prima sera tiepida dopo purificazione dalle nozioni, di astrazio- una primavera gelida e ostile. L'edificio ne. <li idealizzazione, che deriva allo del Poli1ecnico affiora verso il fondo spirito e che si opera prendendo come del13 strada come un ·enorme piramide punto di partenza gli oggetti naturali o grig:a nel cielo nebbioso. A questa artiOcht!i offerti dalla na1ur:t, o d:ille stessa ora, molti anni fa, 1·esule Fran. tecniche, o dall'arte Questa è ap~unto cesco de Sanctis discorreva, nella stes– la tenden1.... , empirista. Ecco quindi co. sa nebbiolina, di letteratura irnliana, con me a11ravcr30 questi diversi orientamen- i suoi studenti, uscendo dall'aula. del!e ti. la matemmicn o ispir:ita d:il! 'espe- lezioni per la stessa stradina in discesa rienza sensibile, o purificata dall 'intel. verso te Sl)Onde del Limmat. ' ligenza, può diventar insieme creatrice MERCUZIO

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