Fiera Letteraria - Anno III - n. 9 - 5 marzo 1948

··LA FIERA LETTERARI Dlrez. e Redaz.: ViadelCondotti, 5-Tel. 681171 * SETTIMANALE DELLE LETTERE, DELLE ARTI E DELLE SCIENZE * ROMA 5 MARZO 1948 · ANNO 111 · NUMERO 9 A..mmiili.~1ru:ione ff pubblicità: U ,i.u copiu arretrata L. 60 Via dei Corriduri. 20-22 · Tel. 564.089 Sped. in abboa•mento postale (Gruppo Il) Giambattista Vicari: Le sincerilcì pericolose - Diego Fabbri: ]ulien GrMn - Francesco Barberi: L'inflazione del libro - Duncao Rowe: L' albatros - Leone .,.Traverso: Tre poesie - Massimo Bontempelli: Diario d'una giornata - Gior~io Petrocchi: Moralità Sommario: di 1'ecchi - Luciana Ferrara : Problemi del disegno - Francesco Zappa : u Personalismo ,, - Enrico Fulchignoni : Dei tipi psico– logici - M. Cagiauo de Azevedo: La mostra del resta,.ro Arnoldo Ciarroccbi : Mostre romane - Turi Vasile : La Radio Corrado Pavolini : .Palcosce1tico di Roma' - Roberto Rèbora : Palcoscenico di .'1ilano - Giorgio Graziosi : " Don Gio'1anni " di Mozart - Giorgio Prosperi : Cinema - Liana Ferri : " Germania anno zero,, - '' Piano - Forte,, - Notizie - Posta in arrivo. ~ ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( < ( ( ( ~( ( ( ( ( <... l Questo numero L 40 f ~~-.+>-<--.+-<~~( ( ( ( ( ( ( ( < ( < < ( ( ( ( • EDIZIONI DELLA BUSSOLA • RETORICA IN VISTA a che fare con l'arte. Il pe~simo • sta tutto il segreto della creazione scrittore, come il pe~simo commc. artisticn, che npre i suoi occhi stu– diante, è proprio colui che si lascia pit~ ma limpicli grazie alle mille trascinare dal proprio gioco di sin. contraddiz:onj di cui si è detto. Do– ccrità apparente: lo cl:ccva Dide- ve sia il punto di possib'lc sutura rot, e lo diceva anche Flaubert., tra l'arte e la vita, dove Ja rappre– seppurc con altre parole (11 Meno scntazione più fant;l6josa jnterpre. si sente una cosa, più si può espri. ti meglio di qualsiasi documenta. merla qual'è u): e qu<:6to rifiuto zione la realtà, qui è il mistero che dell'autenticità porta a rivendicare nessuno può forzare ove non tenti i diritti di una finzione artistica che la dura fatica dell'invenzione, e a pare del tutto in contracldiz~onc con cui tuttav:a ci i può accostare un le esigenze ur, po! naturaliste e n:1 poco soltanto studiando umilmente po' moraleggianti a cui oggi si fa ed aggiornando il modulo tecnico, appello. La verità <lei d,lemma non il mezzo dell'C!-pressionc. L' I N F L A Z I O N E DEL LIBRO ' LE SINCERITA PERICOLOSE Vedremo tra qualche anno entro quali rm:ti Jo zelo degli a'rttsti ab. bia dficacemente influito sulla creazione delle opere d'arte. Quali che s;ano pet" essere i resultati, d; zeJo c'era un sacrosanto b:sogno, e tutti noi - che di doccie fredde e di deprimenti controlli abb:amo fatto abbond.tnte cura - siamo di. sposti a tentare· la prova ,degli ec. c~si per il nobile f.ne che è nei TOti. Ma pare a qualcuno che lo zelo abbia una sua valid"tà sperimenta. le, che può esser defin:tiva nei ri– sultati soltanto qu:mdo non si !.po– ti da una ut i:zza,(one netlamente tecnica. artistica. .A qualcuno sembra infatti che troppi !,Cr:ttori~ pittori eccetera, scambino il mezzo per il fine, e di un motivo che ha da restare tutto foteriore, facc'ano un pretesto eMC:. riore, d! (gura, e polemico per giunta. L'assunz:one di suggeri. menti umani e di vita, socia1i e morali, COi quai: fertil:zzare la Hen. ta pian(cella di tanta produzione ct'arte, r:schia di far.si indiv~duale TeSSillo e fatto privato che non ,odd"sfa tanto le pagine d'u~ libro o Ja tela d'un quadro, quanto l'am. b:zione individuale Non paia contraddittorio che ,: aottol'nei qui l'aspetto ncg-:ttivo di un fenomeno del quale 6i apprezzn per-altr-o il fervore e si sollec:ta !a eempre pib concreta necessit'à: ap. punto perehl: ci si preoccupa con pass:one anche c·vica d: questa tr:t. itluzione della rear zzazio11e art:&tica fuori dae-li orti ch:usi del bcl!o for. m::a~ ed astratto, !iii vuole c,ra lan– ciare un modesto avvertimento a non deludere un cosi ~uon avvio eon 1D1acaduta in altrettanta ret.o– r:ca, quale l: quella del contenuto Che ..esta sul piano velleitario deJ. l'enunciazione. Quando il coro s! fa troppo com. patto ed univoco, anche se canta )a nostra canzone preferita, desta re. gitt.imi ~spetti. Non ci piace la re– citazione a memor:a, senza contra– sti. E contrasti non cc n'l:. Tutti •'unjscono al coro di moda, op- pure tacc'ono. Non c'è controcanto, non c'è discuss:one: come mai. in terra di si tremendi' indiv:dualisti. tanta concord:a? _Ameremmo quaFi, per amore di utile polem·ca, udire la voce non di. damo di un arcade, ma di qualcuno che si sentjsse :.O 6ia pur lontana parentela con, mettiamo, Flaubert; sentir-lo andar controcorrente, (", con l'autore della Bovary, irridere a!la _m·ssione sociale deJ poeta, «al s.gnific.ito morale dell'oper:1, alla porfata fi•osofica del soneuo al dramma che dice i1 fotto suo ai 1 mo. narchi, all'acquarello che addolci- 6Ce i costumi "··· Lo preferiremmt) a quest'accordo totale, che desta troppo il sospetto d'essere staio sottoscr-iuo per- quieto v:vere. Anzitutto, la soc:età de~li artisti non è un 'accademia di filosofi. Se proprio non si possono ch:edcre ;1.d essi i testi immed:ati che siano l'esempt:ire specifica..zione clei nuo– Yi a55unti, si può tuttavia preten. dere che questi assunti, queste be. nintcnzionate proposizioni siano tradotte in termini tecn:ci: d'estt!- 1ica, di linguagg:o letterario e pillorico, di metodo crit:co, ecc. Ma i critici, specialmente lettera. ri, sono quelli che arrischiano me. no. Essi sanno che un manifesto non è una mola su cui ~ possano più acutamente arrotare i ferri del mestiere, e che i mezzi di cui l'ani. sta fino ad oggi d:sponc sono quelli arcinoti, i quali .incidono sempre ~1. lo stesso modo anche se impugnati da mani tremanti per nuove anz· contemporanee emozioni. E i criti. ci tacciono : finchè essi non si sve. gl"eranno, enunc'.ando in ter-mini d metodo espressivo le attuali urgen. ze del nostro tempo, gli artisti con. tinueranno a rincorrere, col loro grande cuore aperto a tutte le sug. gestioni. i perentori richiami del seco1o che tuttavia non riusciranno a r;nserrare entro le lor-o pagine. * qualsia!.i scrittore incontra quando voglia trasportare n~lle proprie pa. gine un motivo contemporaneo. AL trimenti il gioco sarebbe troppo fa– cile. Se le emo;(onj fossero agevol– mente traducib:J), la gente di cuore, che è la maggioranza, darebbe tale somma di ligurazioni artistiche da far paura. Ma - e qui viene il d1f. fi.cile - la sincerità non ha nulla è riducibile in termini log:c.i: e qui CARAVAGGIO - Seppalli;....ento di S. Lucie (dopo i1 restauro) Da &t:coli, e du piU parti. !i levuno I mo in qoalcbe modo al pensiero uni– accuse contro l'indefini1u, i11con1rolla1averule. Se fo civihà riposa 1oprattut10 moltipli..:azione di libri. Acr.urn e tlO• sullo t,Cambiu d'idee e Bulla reciproca tipclli P:1rtono non solo dall"autoritii re- comprensfone, nun abbiamo che da r:11• ligiosa, che a distanza di J>Ochidecenni kgrarci per avere nel libru uno dei "dall'invenzione dcli.a tipografia· dovrò ae. meu:i più efficaci cbe ci permetlono di corgeni quan10 quest'11r10 .jbbia con• inserirci nel circolo delle idee che •r tribuito alla propo;aozione Jcll'incendio gano Ja un polo all'ahro del mondo. prolestante: non solo da prillcipi del'°" Pa!ISiam,oa un diverao ordine di con- c0lo, ai cimalii libelli 1ìlautp.1lialla m::ic. 6 id~razibni. Giambattista VICARI ehia, o all'estero, minano i troni; non Anteriçirmcnte all'invenzione della ti· eolo do filo,-06 romantici, chu vedono pografi.a le OJ'l'Ore di scarso valore, no.o nella internazionalità della cultura, e 66 ondone richiesta la riprodui.ione _. rapprl"6en1a1adal libro, un attentato al aai coHosa, ,norivano presto. (Purtrop– caratterc originale delle letterature mr po l'azione deleteria del tempo e acci- 2ionali; nw d:i filosofi pcn!alori delle denti di varia uatura t-ausairono la per correuh più disparate, da pcd::i&oghidel. dita onchr. di opere importunli, e ad– l'umanità. A più rli,r~e co1loro denun- dirittura di capolavori). La tiposrafia, al ciano con ango5ciot.a preoccupa2ionc, contrario, coruscrva in molti e,cmplari quai;j con sp;ivento, la prolifcraziune e trasmette alle (~ture ienerazioni ur illimitata, di libri stam1Y.1ti e affermano che le opeirc meno vitali del peuatu: che il u vi2io l> della lettura potrebbe ce.se , venendo alb luce in così gra• rc;;ir~~::fi~t:i~)':!!i~:u~: ~~~~:: numero per il fatto 61esso deU'esisten-- za di un mezzo me<:canico ed economi- ~;i~::.i.~3 t;n~; 3 ~;i,~ · ~i f~:~~ u;~~de:i~ co di riproduzione, finiscono per co,li• care il libro del mondo 11; e circa un ::i~ou7n!:c~bi::r~ ':11~ -~~:::; accolo dopo Ed11:ard Poe ar(érmava: ir La ma ancoira che nel corpo _ della mlJ" enorme rnol}Jplicaaione di libri in tulli gior parte dei libri che !i pubblicano. ~n~J~;:!!'.~::~:.::ii:•~.l-.F!f :} ;~=;~ :T ~:; patrimonio {cbc &Cmpre piii s'ingigan· mediocri continuano a baciarsi volentie> ~s:) p~~ :::::i:~~r;:ci~~:l!h: 0 ~ 0P.:~: ri illudere dalb immortalità fieica che nima parte, e in modo snper6ciale; di· t,u:=~li::~:i:~e•i a:id~:: 0 ili;:i:i ::i~:a 0 ,:~f~. i~trb:o eo:ic-~~,t:~\:\: o:a )e volle a on sonno eterno nelle biblio,. Huizinga come una deUe cauae pirinci· lecbe e nei repertori bibliogra6ei: 1111 pali dell'abbabiiarsi dal livello medio del. 8onno rollo d:i rari, effimeri rineAli da la person:1lità dell'uomo, della !iua ca- parte di lettori curiosi, i quali cercano p::icità di giudizio, e quindi una delb r.::~ii;:n~~ a;;-;:-~~ n:!~ib;!:!!~~ :~;~~d~n:=l~~~~~::e~~::;! ~~e di lasciare ai po.<1terimemoria di tè. te alle arti della i}ropa~nda e alle .ag• Non eoltaato opere mediocri di fanta– Sewtioni di concezioni totalitarie. « La •i.a O di compilazione, ma opere di lettura 9 enu scOPo, l'audizione eenza' aciensal frutto di Junghi anni di lavoro. ..copo de1la radio, •li spettacoli &em.a talvolta d'intere eaiatente, venaono • INl– ,copo dei &Ime:,1!0nOvenuti dai viti perate .- più prcato che non ,i creda, o abituali, ili equivalenti paicoJogici del- •ervono al .masaimo u una aencradone l'akooliwno O della morfìoomaztia > - mentre in altra epoca ne avrebbero (Hoxley); « Lo studio comincia a inon- eervite parecchie. E' .,,ero· che una &O– da.re la •i .. dell'uomo e a oltrepassare nerazione odierna di lellori corri,poado i prorxi limiti~.. L'uomo ai perde nella namericalllente I diven10 1enerazioni del aua propria riccheua ; 0 la $UU cultura, medioevo, ma non per questo ce,-q di Non basta che Bontempelli varJn a Montecitor~o perchè la Jetteratur-i italiana assuma il colore dell'epoca. Questo episodio di cronaca parla. mentare cj importerà un poco se - e può essere - questa esper:enza infJu·rà sulle sue opere imminenti d:mostrandocj che di tante distanze lo ha portato oltre le sue posizion· del ir goo •· La politicità degli ar. tisti non ci interessa affatto, se non su di un p:ano umano e privato: pure sentendo più di tanti altri f;1. necC5Sità che l'arte raggiunga !a corsa piU che mai veloce della sto. ria, e la sorpassi per poi indirizzar. la fuori degli incomposti limiti in cui si ~ noi non J?OSsiamo che affidarei, per quella che è la s.orte di ciascun art:sta, ad una somma J' casi di C06Cienza singoli, risolub]i soltanto pr:vatamentc, e, come spcl. tatori, come opinione pubblica, at. tendere al varco i risultati. Un'ec– cessiva pol:ticità. degl; artisti - t-c. cessiva quale C.:. sembra in molti r,a. si quella attuale - può anzi acuire quell'atmosfera d! separatismo, cii irrig"idimento dogmat:co, che oggi divide tant~ galantuomini ded;tj nl cu 1 to delle lettere e parimenti sti. mabili. ~i/Jtti -alla ~ COLLOQUIO CON J"f d · essere malinconico il comlatare quanto J ULIEN G 8 ( ( N E::C~i.::;; ~~;:;~~;,=::~"; .I{~ :t ,~."n:"J;, •m:!.'%;,;:m: • n~ce 11senso del neceSMrJO ... Jn tutta z:a e dalla economicità dello imprcto )'Europ 3 si ba l'impreHione che Ci>i6la•cdiu~riali rete in breve tempo inutili • I no troppi libri ... li libro ba cessato di 1oslitui1e da altri libri ai quali i non ~ Scrivo come in sogno , · • Parlando con lui &i ha l~mpreuione di esser viUime dj un saccheggio •• Gide • non ha proprio capito niente di cerle cose , 1 1 eH,ere un'allra:r:ionc; è sentito come un decimi del materiale è fornito apponlo• gr3ve 1:cso .. ,·» (Ortcga y Ga!>Set).Le da esi;e. Già quattro ,ecoli fa lo spirito– citazioni potrebbero moltiplicarsi. aottile di Anton Francesco Doni oue~ I V!n~ ,e~1b~ano, a d_ire_il vero, tant.o va\·&: • Quei primi cbe scrUlero, pre– ll..a==========-,-=========================~ recrunmaz1om con1ro 1 1 d1b1are dei h. ,ero i passi e in poco tempo abbra~ I bri. Vano uniitutto per b Joro inuli• ciurono ogni cosa. Coloro ehe aoa Y& Il mio primo imontro cun Julien Green ri.sw.e alL"apr1le ael •,11. Avevo Sen?.a dubbio, l'art:sta italiano letto da poco il terzo w_lume dd suo d'ogg-i sente come non mai l'osi- Journal (';W.'43) ed ero es1rcmame111e g,enza di un puhbl:co. La verità i- 1111ereu<itu <ii conoscere il Wee!J •· ri– che la letteratura italtana. fino :\ co1111or11w ". ?(>COfa, non usufruiva d'un pub. _ L.'apa!,Sio'!°to. ma un. po' . ingenuo bJ'co, e in un certo senso aveva ,t: g,on.senumu dello sun !""!?'? "'?v,,nc_:z;,a ~ue buone ragioni per non curar. I ~=:::e!cn': ;::I-S;!' 1 ~~:,:;:i:;/~:;:: questa sua timidità come un'arma can– twtu'l'<Jta e percii, cumoda; la 11si per spwre 1e reu:::i(.J11i del suo i11terl<,,cuwre. :,uno m, lui pr.r parlarl{li. di &111.·Jgnu• :::io e di cinemulugrufo. f'inge subitv di nun cono$cere abbas:an:vi 116 l'uno nè l'altro per potcnie parlare. Gli ricur,1<1 che. nel suo JuurnaJ si parla almeno due volte tii Swu'lstlftiio e multo di pi1i di ci11e11v11ogn1fò. E' sorpreso, ,.. rir:0110• scendo,i disar1m110 ri11u11cia a diJender• &i, Sorride. Greert ha uw-1 faccio i11110• va-li, del metodo di lavorare. li1:i e la puerilità dei rimedi che bi è nuli di mano in mano, banno leno quel "Scrioo sotto lo stinl(}fo cti un mo• tentato di proporre: i libri cuntinue- che hanno armeggiato &li nitri e pi• tivo domintuue (un M?nJime11to) e ,li una r:urno ad :rnmcntar di numero,. u i;o. gliando an boccon di BtraccL1fo11tli da o due figure principali, ma sen:::w alcu· I vrapponi con ritmo ,empire più verti· uno\ e da un altro un'imbeccata di carta, rw traccia della struttura, della intelaia- I ginuso, e in questo im1rrcstabile pro~ ora infilzando sei parole e ora rapper tura senerale. Quaruto comincio, ne.!! so ceS!o bi10gniriì pure ,corgere un lato z:andone quattr'ahre, focevuno un libret– ,love andrò ~ finire. c!,e svilll!'flO. p. e,!. j ~o,iti~·o. come nel J_>l'?C:cM_o d'induttri:i• to, peir non dir libro o libraccio. Noi tleramw le v1ce,uJe e .:: perso11agg1. S~ I• I hzzaz1one e mcccanic1z.zaz1011e della vi• altri ci mettiamo innanzi una 14)11111 di 1:0 come in sQJr110: •• nvt"c la 1«rribi,ité I ta moderna, che ,·a. da noi accettato libri, nei <1ualici sono dentro un dilu-° des rives ", I miei romanzi sono come come una fase incvi1.tbilc dello sviluppo vio di P3role, e di qudle meicolan:re ne degli incubi. ,1orico, e in (1uanto tale 3nz.i promo 6- facciamo dell'altre: coai di tanti libri sene o per cons~derarlo una conqoi. · ,ero ma · ioudo ompia sta impo55ibile. Ma il mondo è j ~::; 0 ~d :::: 11uu 1 esi,~u 1 ]ra 11 ces~) :o.si co: camb:ato, e il tumulto degli avve. m•er~ aforisticamente ~p,euo nel /amo• n·mcnti odierni esclude fa po!i=,,;"bi- ~o Panphlct conlre le~ calholique,. de lità di v·vere e di agire - anche France, aveva cec.Wto alla "superbia a.i• Anche In .,un com:ersione è a11t1ertu· 110, euerido quCtlO il cOutJ>itodoli.i pre- ne ca,,fomo uno. Chi ,-ien dietro piglia ceme di bambi,10 cl1e ,wu può int.-ec• ta ed è maturata in questa atmosfera di ,;ente generazione, mcnlrc 6J>Ctleràalle quelli e questi fatti di nuo,-o, e rimo– iflcubi: "Il me rev,enl à l't>spril une fu1ure di riaolvernc gl'inconvenicnti. scolando p.arolc con parole, ne forma impression tf'.rrible ,,u i'ai eue i, Paris, Mo quelle recriminazioni sono vane on- un ahro anfanamcn10 e fa un'o1,cro •· dans une petite égli$e deserte: aw milieu che in ahro senso. Mentre infoni alle Ricorda il Sainte-Beu"·e che il grand• d'un profonà silence. il m'a semblé en• J>Crsorwlitùd'cccezi'"onc il libro,uon ba erudito e bibliofilo Pierro Daniel Huet tenare le erondcmc~t de In Croi% q'1e mai ostacolato Jn formazione d'un p(:n· pretendeva «. che 1uuo ciò che fu seri!"" tr<1lnait le Crist s11r le c/1emin <W Ca/- 1iero originale e d'una visione propria to da che mondo è mondo potrebbe e$– t.-airc, et ce bruit remu.ai1 les e11trailles del mondo - che anzi l'Ila rassodatn e 5cre contenuto in nove o dieci in·Colio. dc la telle ". corretto; a 1u1ti coloro che di tolc su· flC ogni cosa non C%1ìeuata deua che art·stic;tmente - ~e non pa~tcci. !?;,~~i' t :~~ 6 ~la a~;;~nl~~r~'t c:!::u ~ pando a. un. pode~oso c?lloqu,~, :i entre 1928 e, 1940•·. •· A partir~ J928, una specie d: conc1tat~ g1~co d. do. ;e ne priai..r presque plus. J'uwraJ, $!1nJ manda e rnsposta I ultima delle y rewsir, en 1933, puis aa:ec plw, de quali sarà la defin"tiva. Oggi gli .ruccès en 1937"; "c'esr qu'au prin• scrittori sentono che come non ma; lemps de 1939 ie suis pn.r1é d"un pian è impossibile escludersi da questo ii l'autrc, ou plutOt j'ai fm!!ci,i une p0r. d:aJogo nel quale biso na toccare te". "E~~ juin 1940 ie me ~ui,. nr,';c" : ~ . . . g. . 'lue lq pr1ere est ,mc force 11111a,11 d une .nterC6S1 v1v1 . e_ per reahzza~e ciò, maniCl'e au.ui .:n}allible , 1 ,U! i'é1ec1t1ci1C, t-avere un pubblrco che ascolti e che mai.r dont nous connai.uo ,,, mal lu reagisca è la cond:zione essenz:a1e. Jois ". Chi non può avere un pubbl!co at. l,e wrie ta11pe di q11csta cronaca spi• male (si è viMo che esso è conqui. ri11wle fatlll di esigen:::11 di pre!lhier(l, si.a poss'.bilc:: il successo cli certi mi $embranl) s11cccder$i con_ I~ .ste.uo fbri _ com q Il d" Ca I I e · convul.,o tremQrc (non tragga 111 111g(l/lflO ( ( de) ue 1 ° J r O ~ VI il bi!logno di 11uc.sta crono!ogia &.s(Jll<1, - ne a e e vuo e crearsene uno del resto comune a qmui ,mii i mi,tici) eventuale: e di quj parte l'equivoco dei .suoi ronwn:i migliori. di quell'attetrgiamento dj cuj s'C Qu"l'.$IO ,uo personale romnn:o ha. in detto, che dimentica la tr-aduzione più. una sincera conclu$i1mc ,ti rilro– dci 'propositi in termini di tccn·ca vnta cem::ua. artisfca, e che fa di t:mti nostri * ,;c,-ittor-i di fontas·a degli inopinati sag-gisti se non dei compilatori di proclami che sarebbe megl:o dser. bare aj politici. * /_,a prim11 $trad<1 a &inistm del lltJu• lcv:ird de,; InvaliJe, è rue de Varc,mc: rd 58•A, <1Ccos/r.J all'Aml,,1scirtta d'lwliu, abìt(1 Cree11. E' 1111 ap11art1m1e1110 rimes. st, a mwvo: tJdora (111cora tli vernici e d, slu..cc/ii. Cree11 si scusa molto i,er r111eldi,wdi11e, e i11rl11gù1 1 i !lu.1m1.re i l potto che avrnnno, p0i. quei libri " ca• ri " cristrelli a stflrscr1e ""'nwccliiatì ~11/ privimento, Difficile avviare la ctmi:erNJ::ione. · chiare •e non 11ai pc.,uieri; e da una !llrmia impressione seJ1tir pr(muncfore da quel volto poro/e tormentate.· Una 1-m· pres!iQrte di lerribilità. Lunghe incerte:::,: prim11 di giungere a una decisione, a 111111/umiue decisio– ne; ma 11m1 volta ciac ln deci$ione è presa c'è in quest'uomo co.ci g11u1dirgo u11 b11ttarsi a CltpO/itlo che colpisce. yn giorno. finalmente, nccetta di scrivere lo ".scerwrio" per Sunt'lgnn:::io. Mi dice: " l,a vie d'un ,airu est mn abime: il iaut s'al,imer ". E fa con1i11uumente delle .«;Operte c/ae confida con t·11biiuc1lecirc<n1pcio11e, co• me dei segre1i. TroL·a, per e.,em11io. che vise una t.lrcui.uima 1>nrc,,1elaira la prima p<irte dclln co11ver.1ione di. lg11a• :::io e 1111etln <li Pra11ce$CQ d"thsi.(i. C'è in fgncrzìo 1111n .,upcr$tite aperanzu (re– sid110 d'i.strio11famo) di st11pire 1111che Dio cosi come htt $11lpita $empre gli 110• mini; rima11e t/1 lui. anche convertito. 111111 specie di eroicitii in cc,sl11me da ca– valiere-folle clic lt, rende fratello a Fran. cesco. Anche Ignazio si ve.sic 1/i sacco, ajjronta il dilcgl(io dei pawmli, lta sas· $ttiofo dei r11sa=::i;anche /gm1:::io la. •• if giullnre rii Dio••. /.,t1 ,m1 sete di umi. liu"i vistosw11e11tc, pittoresc,u11cn1c. C il rnvt"scio ,!ella sua cmtic11 ~ 1l!n(lce m11• l,i::ione di ll/)(Klrirc e 1,rìmcgl(iare /a$/O• t11me,ve: ieri sii ,,ri. i 1,e/l111i e le or• m11ture, ,,ggi il saio, fu cnrda ,1/le re11i, il ba.,ume di 1>dlegri11t), * Che si tratti di un problema <l cspr~sione, di mezzi, e non tanto d: temi e d: suggerimenti v:tali ai quali non si è maj dato che un pc. riodo di civ]tà letteraria si rJiuti. lo prova la d;fficoltà 6Qmma che Crl'cn &- timido: è 111fmcnte limido e f.'ntmti III cr,11fitle11::11, mi parla 011• gt111rdingQ clie ,eml,m talvolln che 111i che 1/ei 111oi romt111.Zi,del modo Ji .,cri- Se gli parlo ~ lui, si con/o,u/e e chi- periore perj!l)nalitiì 60no privi il libro una sola voha 11, In coru;eguenz.adi ciò na la testa; .se ili parfo di me la sun offre puro <1ualcot.a.che "cnza di esso te è vero che il libro, al pari delle 11pecie auen:::ione diventa agl{reuiva ul punu, non avrebbero: un'occup.1zione e un ul- ,·i\'Cnti, t,(ido la morte riproducendosi, ,la generare un certo disa~io. Si ha la lcnamen10 mentale. Se C vero, come di• è anche indiscutibile che il venir-e al impressione di essere vittima di un :.ac• ce Schoponhauer, che « ,1uando fJi log- mondo dei giovani caiiona ipso facto, e c/aeggio. Ho un modo i11ge11ua e atten• gc, un l!hro penm per noi », è vero spc&Soinnanzi tempo - o per la ,edo· fissimo di se1uire il camminare, il cor- ahrel!Ì che @r.es ,o,te non ci foue un z.ione della novità, che ci fo di&gostare rere. il volare delle numi pe, l'arit,... altro a pcnsure eer noi, non 1wremrnu del vecchio, o i,er l'aggiornamento de!h * niente da pensare per conio nuHro - ac:ienz11 - fa morte dei nati prima. Que- Una delle ultime uQ/te che l'ho i,acon• mentre attravcritQ l:a lettura, parleci11ia• ~:o li~c;:on;c;;tli: :e:ra!.::a :~:~:~::~ tr(IIO gli /,o c/aiesto di Gide. Sa1,evo ,lei• , . • • • Ma i, poi esallo dire che la t.tampa fu loro amici:::ia. liti sco.uo un p0' fo francia. Dove 1," 1 ,.scire co 11 ,ma pre/a- gnrantisca l'immortu1ità, o almeno una testa, e h(&sospirato come sorpreso e in• :::ione di Mariu,ir1, ma p0i nun l'ho IJ4!r• lunga ,opravviven:ta, del pensiero 11crit. tt!rdetto "Sono staJO eia lui p0co 1empo b to? E' facile com,tat,ue che il moderno Jr, - ,,:i ha detto - ma ci slflmo di. C::;'~cfo che ~md « libretlo » l!Otrebbe prodotto Jelln ti1,ogralia è, come mate– sp1tlati, Dispu-111ti a prowsito del/(1 cliie• •prc.m,rsi tt ,/egli equivoci. Non oorrci ria. as.,,aimeno longevo di q,:ianto folilie sa C(11tolica, PenM~ cha Cide sin del 1111- clic qu(llt 11 rno 11e pro/it1t1$$Ccontro q,tdla l'antico manotcritto. Ul Calh1ci1àfit.ita tQ fuori strt1d11. Non lia proprio capim che per me è ormlli II la vcrilù ». del moderno libro a iltampa è in ragio– niente c.\ certe C0$C.,. e ne 11'1rfo ltlvecc Su.Un porm, "!'gunuulomi buon vi(lg. ne dirella del liUO n1ohiplicarsi., sia a con un r(lncore che e lo11tn11ò rlalfo s,w Bio: (l No11 c'è 11es.1una cillù al mo,1do cau~a della r.cnuria €Cm1,remaggiore di nbi1m,le $ere,1itti ••• cl1e ,t\a. fo steu11 ,tem,1:;ioricdi nm!i,wo. ollim:i <'Orta,@i3per la consapevolezza P" In vofw che. n\!I con1,:ed11rmi,mi ni,, che d,ì Htmui; 1:,urigipuò e..~~ere m,. che gli editori l1auno dcli.i scur:aa vita· rcl{alò il ,110 11ftimo romrrm:o: ., Si j'e- gicr,. ,rwli11co,1ic,1 mtti », lità tlcllo ma,:gior porle delle opcte cbc taìs vow,... " Gli augurai unn soilt"cit 11 111 1 iQ per ri:_kir<rrmi, 1111pò ucr riue- cs,i pubbljcano, e tielle facili1ù Ji nuo. lmdu::iio,w da uoi; e il discorso c111l!.e de Varcnnc $OIM /11 !liog,;iu s(ma er11rc,to ve edi-zioni J>Crle poche intrinSt.-camcn– alfom sui :,uoi libri irt iwlimw (;. mol- RiMrdo che , 1uclla t•olti,, ris(l/cmlo rue to ,,i1ali. Biwgna esser grati .ii biblio• tfJ sml11isf11m, ,lei suoi tmd1111oriJ. Q111111: ,/Prl, 1 , 1/ Mu~•~e·HoJin clie ;. in pri,wi.:,fo fiJj - Oiterva uno 11tmlio.~o francese c0n– rln l1a s.fl/lllh• che il 0: pa111phlct & su, 111/0 urmfo. 1,e upere. tli {(Qtli 11Jaccv,mo 1emp0raneo. l'Hcssc - per la c.onfczio. Ctittolici circofom, ,mcoN, tm 11oiin 11 11,, J a,1 K,.,,, 1 l,el tv,111111e11to 1i mic>i J>e11$icri 11c di csl·mpbri su caria ,ce.ha : u Cra:t.ie l •, 1 ~0Vfp',·,·,ris 0 ~~ 1 1 •,•,• 1 1• 0 •, ,,,,•: ~.~ld•o•/•0 1 ,,,',',',~.:,,,•,,No,·•" ! s11 Crce11. D"rego FABBRI :1J fa,si la consCf\•uzionc di tutta la pro· ,. v , ....... duzioue in1cUe1uulceon1cmp0ranca ~trii

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