Fiera Letteraria - Anno II - n. 28 - 10 luglio 1947

FIERA LETTERA ANNO 11 · N. ~8 ESCE IL mov1rnì Settimanale di lettere arti e scienze SOAfMARIO: Enrico Falqui: Par grosso - Carlo Bo: Origirwl.ità di To=:.i - Arrigo Benedetti: Il fig/10 rie/l'eroe (1) - Fabio Carpi: llppari.zio11e (poesia) - Adele Luzzatto: L'opera ti,: Ju/ien l:Jencla (11) - Alberto 1 eppi: Jl secondo cenle– nario dello Spagrwlo - Giorgio C:.aprooi : Salvatore Quasi.modo - Ettore de Zuani: La vita dei fratelli ."'ffocl,arlo - Note e rass,,g11e di: Ennio dc' Concini, En– rico Galluppi, B. T. Sozzi, Paolo Brezzi. Aa~elo M. Ripellino. Rodolfo de i\'l"attei, Gabriele Armancli, Libero Bigiaretti, Giorgio Bassani, ecc. l!OlU Hl T.uglio 19!7 UNA COl'l,l LlltE 3o r---<----<--+--<---<---<- I :a~:':: 1 :.: 1 :"~:m::::~~e i 1 s 5 o 0 o 0 .. ::i~u 0 o 0 ::: t T pagamento trimcuralc L 420 . E1tcro: ao- J J ouo L 2500 - Quota mensile per abbo- I uamenti speciali ( insegnanti e 1tudt":nli) I L. 125 • /lubbliciul: al mm. L 25 t una copia arretrata L. 50 t !~~.:.~~:;~:-;::►:;:~~ t FAR GROSSO con le 1233 pagine J1 Paludi e montagne e ci1).Jlmc11tc:che si debba «fnr fino11,Sccon- to al1a soddisfnione: è 1:11111 propria. priva· di Carlo Aliare'.lo con le 633 de 1l'Af/ier~ darinmente: che vi si riesca ,facendo grouon. fa, n111Costa.intima, e sn tremendamente d'a• (,omonzi ambedue editi, aen1.a ,i,parmio, dal. In tetLO luogo: che, così strafacendo, ci si m1Ho: eiSCndo ormai certo che i più degli la intraprendente Casa Einaudi), siamo aui. dimorJ.11 à la poge sugli ultimi indi,ini de! autori. rom,nzieri o no (per la \•eri:à), non vali a considerare norn"1t 1 e 441 pagine di romanzo intemuionnle. La 1en1nzione è fo1te: tollerano d'esse, critiati. (In meno nl sov– esordio di Giacinto Spa1nole:ti con 'fcr.e,e:::- e contro un Ule duo!lo accrescimento più veitimenlo d'ogni antic:i legge riesce loro :a, le 633 di Silvio Michcli con Pane duro, non s'oppongono considerazioni alc:.ine <ii na• qunsi insopportnbi'e angheria il dover ancorn le 579 di Cnrlo Coccioli con /J mlgliore e lur11artistica ed economica, quali l)Ol1cLbero sottoslarc alk 1,afila 1lella crilica: e In 1e• f'u/limc,, le 407 d; Cius~ppc Bc,to con Il eue1e: b maggio,e diffico 1 t1' di 1irar 1u e te- spingono come 1nutile ed offensiva. con ar• dc!o è rosso. Vicino a 1 1e qunli - per rima. nere in piedi unn coMruzione così ,•nstn, uni. gomenti, quando non con iamnu,uioni. o!t,e• nere nella Nnrmt:vn piennmc le 100111n1.C!C<1 la alla forzosa ncceuità di rrndeme co~o10 modo singo1;n.i). O• uno gciopcro dei critici leuerarii neuuno ,i lnmentetebbe e foue nemmeno nccor. \(Crebbe. Ciò nonostanle, pciQio che ad uno ~iopero, 1i può, da 'Jll momento all'.nltro, coJ penialcre e co'.l'appe1.nntirsi cle!rnnwda arin che tiM, arrivare n umi tli5en.ionc in m.,ua. Di fronte n qunlc preciso dovere} Quello d,; da, conto clel!e n OO\·ità u miglio– ri, .cnza escludere i 11 romanzi 11. Perchè n lnnto siamo: mn 1 tollernto e mal ,wibuito, il pove,o critico l~tte-r1uio corre ri1ehio di trovn,si costretto a buttnr via In penna e da..raeln a gambe. !e i romnnzi con cui do– vrebbe c'mentnni continueranno ad aumcn• In, di mole e n divenlarc sempre più 11Chiac, cianti. Cosi non si vn nvanti. Da ~ma pnrle nssistiamo all'nmericnn11.1.a- 1.ione cre1ecnle dei giornnli: 111fino di ren• derne possib'!e la letturn <1u1uicon una so!a ucchinta, condensando il contenuto in un incrocinto fuoco di titoli. Il mondo va in frettn. il tempo è moneta, la moneln è in• di1pens.1bile, l'indis?cnsobilc è lnnto: ccr· rii ENIOCO FII i.QUI critici) aP'eaterio1e, qu11sicome un'c1'chc:ta. .: dimosl1andosi più gr11vosi, nella Narrativn romanzeKn di tal:mi. in seguilo al prevalere di forme te11tralmcnte dia 1 ogiche, come pure del monologo interiore. tfelin psicannlisi, non. chè de'ln c1onacn, del documcn!O, ecc. ecc.; unn volta che quello nnu111.'11 eque lo ,pr 1.zo porttuono al 1 n ro!lu1a di certi sc.h·emie freni cd cquilibrii, era fatale do\eSS~ verifi:arsi l't.'<1uivocodi cui q:.ii pavcnliamo il danno. C,amlinnte. dilu\·ii di pagine, per reagire, fuori d'o;ini m'sura e cont101 1 o, ali.> ,!>ntl!.I< 1tilticidio delln presunta 1iroanpoetica} T1op. pn grazia. Fino a ieri, firo alle s'agioni immcdi11t11- mcnte precedenti al 11 25 luglio 11, s'era /ult d '11.ccordo,autorj e critici e lettori, ne\ rico. nosccre che nclln gara Un il u romanzo-fiume 1 e il u r<Jmanzo-btc\·C" (o u 1acconto-\Jn:;,o 11 e 1e meconio di cento pagine u che dir si vo· !cue) In pnlmn spc!lavn al secondo. (Gcnc,c del ,csto. piutto1to arduo e dn non prendere n g11.bbol. E. con1ider11!0 l'insucce.-o artistic, dei cicli roman1.eschi d, un G .. di un R., d, chiamo di eco11omi1.znu• il mi!lcsimo di se• un S., e meun ,In parte, c'oè isola'.11, ln mc. condo. E nel contempo: ~:trarre, incuriosire, mo,rnbile riuscita del /\/olino del Po (197€ divertire: il che non esc.lude il piacere del ampie pagine di 34 righe c.io5eum1:wa In vo• 1uperiore alle qua!trocento pagine - 1i H• l'accesso e cosi limitarne la conos::enzn (pio- In queste condizioni e per ques!e ngioni. son1m.,no e ammucc.hi; ino le 431 pagine di prio quando più ,-j ,•onebbc diffonderlo c11ra pub anche darsi che, un giorno O l'altro, il .;'.t'tlo Be·nari con !',. to_,oalle lcndrc (inau· il popo 1011). p()\cro critico ceichl d 1 SO!trusi, con 1 11 fu. gu.rnli de'ln McdUJa dcgh ltaliam), le 453 di Eppu,e, una qunlche garanzia d'iner In- gn. ol pericolo d'e1nlare l'ultimo rcipiio sollo Ignazio Si'onc con // seme .sollo fa ne, 1 e, le vo1ato a moJo bisogna darla. La più con,i• il pew di sì massicce opere. 433 di Alberto Monivin con La Hom,'JJUJ,le gliabile e accetta resterà aempre quella di 557 di YalCO Pralo!ini con Cronoclie di po- dimo~nue, co~ lavoro alla mano, che in quel Voce DAL FONDO: «Foaseto musiccel ll /Jeri amanti.. momento, <i-3 pa,te di quel costruttore. non Quale più chiaro 1cs1imonianza SI oh- s.nrebhe sla1o possibile fare diversamente, ~iellerà - che il p1e1erillo procedere per salvo ad accontcnta11i di un'ahra cos.,, dif- 1radi non è 111110 infranto} O.al f1ammen10 ferente da quella sentita. non si è pnnnti alla p1'ginn, dn 1 !a IMiina nl Un rorn:in1.one} Perchè in un romnn1.e1to poemetto, dal poeme:to al s.igiio, dnl s:iggio non c'entrava, non ci poleva entrare, n meno alla nove! 1 n, dalla. nov.lla al racconto. ili spezzettnr'.o e mauacrarlo Jnl rncco:ito :11 ,acconto-lungo, Jol ,accon:o- Cinquecento pagine> Perci1è, 11 l<>ilicme u. .ungo al 1oman10-bre\·e. dal 1oman1.o,breve na, ,irn:ineva il buco, il v:ioto, la fnlln, l roman1.o-fiumc} Snr!bbe un trop o <."'$I.crio- Settecento lire} Qui interviene l'edi101e e e e troppo Kherz050 modo di co,,idt•111re e giur,1 che non corrispondono nemmeno al 1iudic.nre le cose. Se fi:10a ieri chi ese:1citn- prezzo di co.to e che so 1 tnto nelle eventuali 111In criticn letteraria potevn fa1 critic.n cl'n,. 111cccssive ,i,1ampe ci 1n1cbbc qualche mo- le, oj!g1 sempre meno. desln $()ernnza di ricuperare le 1pe5e. Dunque il critico ha lotto nel lag.n11n1} Resta co 1 p., sua se, di fronte o tttn!e e 1ir– fotte p.,gine. non ha ancom imparat1l ,a rego• !arsi con la necc11..11ia1li1in\'ohura e bono• mia> Si limiti II p1ende1e atto che quello ,1e,10 scriHorc che, in tempi refl'.o'.i. e10ròiva con un fascicolelto di veni e, più lardi, con una racco 1tina di prose, aui\'nto al giorno dj oggi non s'accontenln di ~nire alb ribnlta recando in pugno meno d'un 1om11n1.o di qunltrocento pagine. E soprallu!lo non esc!udo che da tnnto ampliarsi e ,tcnd,ersi e sparget· si della narrazione.. che insomma da COJ& re1ro1izznre, c.,zione-ropsodica del Bacchelli è innt'ta ! Oggi c"è una fraic che, ncj i;erg,o dc 1 nuo• Dall'ah,11 parte asai1tinmo in\'ece a!lo ,lar. ,i111lenl giovanile Filo mc,avislioso di Lod,. vi Snob. ~.crve n ~n'l.ionc,e l''°P?nrtcne;_-ir, 1 Gi Knmcnto e gonfiamento e straripamento della oleo C/o), su'.lc compiaC.:ute bocche di tutti un abito. di un oige1to, di un gesto, di uno Narrativa romanzesca. Non senza. anche correvano e ,icouevano i nomi e i tiioli d 1 bitudine, a una c.nlegoria 1ee 1 ta, 1upc1io,e, qui, qualche influsso americano. Mo l"mi111-Baldini e Michelaccio, Pcn e Moscardlno l ;,rivileginto. diciamolo p:nc, oristoctalicn, da lnmenle ad nlc:.ini e!emenli e ptocedimenli La fialioccfo), Alvaro e Genie in Asp,omon. non confondere con quelle u•unli, andanti, di natura lcc.nicisticn e slrutlurale, male in- le. S1uparicl1 e L'isola. An11iole1!ie Donol ,, ;:omuni, quotidiane, trn&curnbilissime tutte. M:. ol pove10 critico chi ci pen$3? Chi se ne preoccupa} Dnlle giornale di sgobbo che ali ci vogliono, se ha coscienza (e se non h:, cole'.enza, vada in malora), per lcgae,e J'o, pera, esaminarla, intenderla e: prt:&entarla, 110nricava mercede (pnrola d'onore) ch'nbbia corri1pe11ivodecente col lnvoro durato. Qunn. po51,:, nascer coaa. Pu1d1è non sin .il so 1 ito topolino. Comun, que, nel 0 1\0stro cnso, conslntl!.ln la p1esenza del topolino, bi10gnerà conlrotlare quella del· la montagna. E noi siamo qui, con r~li e componi, lutt'intenti alle misurai.ioni, tron• qu1l!nmen1e. lesi, male vngliati e per giun~ sforznti n Tecc.hi e Amalia, Bi 1 cnchi e La sfrcilà. 1_, frnSe 1 Jicc: u Fa fino 11 conseguenze ellreme, in man.leta da p!O\'OCa· Gambini e 'l',inccc~ P:wese e !laesi tuoi, cui Ebbene, non M:mLrerebb.cche intorno alle •o quelli enonei giuclizii, stroncatorii d'ogni dn ultimo s'ertmo aggiunti Mo:avia con l'ino. arca dei Ro,nrrnzieri (neuuno. in pnrt'co 1 are, vero e pre1unto, debito e indebito u omeri• pinnlo A,'lOs:ino e P,ntolini con Cronaca /o., dei citati; 11111 tulli, cd altri, n.ll' ins'eme), canismo n {sui quali n noi, senza tanti m'stÌ• mlfla,e. 'l"anla v111ic1àdi :uztori e di scritt quont:rnque indiri1.uti verso tutt'altre e più cismi ed esorcismi. è eiò. 03pitato di dover non 11arantiva la nnlura 1ctza e l'aFia1e1.1.adel. pr0!etcrie mètc, si s!in formando e stringendo espr:mere opinione in co,trnrio: dr. Fiera la provai' I un giro maliardo di peuu 115 ioni, in forza d':'I• kllerario, 19 1licembre 1946). De! retto. i 'l'ultavia. nel fr.auempo, le cose 1'1\'CVanole qua 1 i a 11 far groSSo1) si u fa fino 11 ? romanzi-fiume di laggiù non recano nffalto la cominciato a cambiare. E hanno contin:.into, u Farà fino u chi u farà grouo H. E tutta firma degli auto,i a,tisticamenle più apprenti. senza inte11uzione. an.ti accelerando, a cam. un11serie sono le ,, finezze u cui molti non ,i· bili. E si dovrebbe ,aggiungere, ,.!guardo alla billte. lnf:i1t,: <ln11liesordii di Ap:oslino Vi 1 la mmziano, anzi Snflidano nd op:ni coMo, P,in. :;:u:io~nel~n:~ebein ~~e:~tt':i dg:i::, 1 :. :~ !-------------------------- non p1oprio anche nd altra gente. Ed è stato Pancrazi nd osservare (Seri/lori d'oeg:', IV, 65: l..ater:r.a. Ba,i, 1946) che l-a let'.ura di un autentico grande romanzo, su 1. tip<i del Don Chisciotle e di Gue,ra e Pace. occupa inte. ra una stagione. Ma, a p.,rte 111 circostanza che " srnnde romanzo ,1 non è ogni 11 grosso romanzo 1) e che i grandi romanzi si contano sulle d.lto di unn mono, è oggi immaginabile l'esistenza, In ,opravvivenza di w1 lettore che abbia 1 a co. alanza, il gusto di starsene cwvo per tutta 11na stagione sopra un romanzo} E poichè purtroppo. per quel ch'è d'oggi, è in:rLle nascondere che da più parti 1'avver. le un cedimento, un decodimento del mestie. 1e (del decoro) letter:irio, s.trà da escludere che sia in qun 1 die r:ipporto (di dare e avere) col diminuito inlcrcssc ,le\ lettore} Inoltre: buon lettore era prevnlenlt.-mcn:e il borghese. Quc 1 1o stesso ch'oggi è mezzo rovinato e r.on ric1ee a sfamnrsi. D'altronde si sa quanto il coslo semp,e più alto della caria incida sul prez.to di vendita e:. di conscg:.ienza (in un rernanzo), $lii numero deg 1 i acquirenti, Dein. de: cri,i: crisi etl:toriale, che si prolunga e nggrava e che minaccia d; ,idu.rci al lumicino. Ma a noi, ades.so. più preme qnal111e che, qunndo nelle faccende dell'arte, dcll'at. tuazione artistica, si rnisdt'..a e prevale la po, !emica, succedono sempre Jei ma!e,:,i. La rinunzia, lo sprezzo, esageratamente 1>0lemici (ossia f:rori d'ogni buona tempestivu norma e riflessione cr:tica), ostentati \'crso oini cosiddet10 {ed è malissimo de:to) abbcl. /imentò (considerato infatti alla s!rcgun di un lenocinio) letterario; que 11n ,inunzi,a e quello sprezzo, essendo tutti ed uniet1mentc ,·volt, (anche nell'affrel!nla considerazione di alcuni C M. CHE:iPI dcll,,1 lo Sp:1g11olo: Una Jamiglia (vedi 11r1. di A. Ncp1,i io V. pa;;ina) Orig-inalità di Tozzi di CARLO BO "foz.:1 C 1111 lur110 prctccolo per chi ,;i pn.:- ticundo bc111111~0 Vcrgu e ruccogliendo noi occu11a della vera 11a111111 del romau,,o e I 1101111:1 del t-·ogaz:ioro lnlfa Ja LcueruLura Jclla s.o,i.i del J,t.DCre in ftaja; 11r ..1ci;.o Ull(IUlc~o o 1or11100:cdl (jUel se.culo cbe 1~rgo ma è Jeci1u uncue ai ;g1ung.re , prete. ave\11 coru.:mdato unche gh 111nmanttgucr• sto gro~o.anu. Se davver 0 tullo il problc, raJ o quel che ci d1sturb11. è appunto il ma originulc del romanzo è affidato ali<. dovcro r&lUre 111 questo or1gma.c dcln· ra~ioni del tempo '1 '01.zi non rimane che u 11 &10110 di ron:e, su una moncu1tr.t1 auolutn 061...mp o negativo, un modo di acriuuro dei ,•cri 1c,nuni del problc.mu e a1amu wf· inI;cnuo o superbo in1:1ieme, al pu111 0 d.: focau da quasta con1t1s1one 11p1r1tuale per 111,~nro insolìtituibilo per chi i: venu1 0 do. cui il romanzo è aeceua,o oailo sp1r110 po di lui con il bagaglio d'una muggiorc dello stesso &cnllorc- come un prd.c~to di confusione e inteso a ripc1cr 0 gli 1>1eui C\•oca7.101u, d1 n11egg1amcntj o se fii vuulo errori d'C611me. le stei;se gra\• 1 lncur.c - ccctcndo a un crcd.llo 01agg1ore - co• d'intcrrog:1,.:onc. A risolvere il suo caso nt.e un tlncorso gencr:ilc cne va e 11er uua ncll'amb.t1l 6tretto del roman7.o buta la nusuru del 11101100, ·ptr una ragione '\lcra see,ta che riuO fare fra i suoi libri uu delJa vlln. 11 ~so è ancora gollevato nel lettore :1vvcrtil0; mettere l'accento , 11 Con significalu in1:10~1c11ibilu di C8CIIIPio uso– gli ocelli dti11si \'1iol d re riporu1rci nena, luto a unu sforllio di raP11rc.scnraz:ione che men:e II un modo ri.sen1ilo di prosa t: n non puO affauu reggere: è vern che la una serie di Ecop.rte detc,mitale nella lci;i;cnc/:1 dei tre fra,e I. condannati sv·va mnt,icn della rucmoria, di fronte n. un'im, una sua musica ma bisognnva ;;sperla tru• maginci tisicn d'un ICIIIJlO acco11a10 1·omc scrivere rclt:imcnte seuz.1 commcller .. (IUcgli nuT.ione poctic.r, aenza veri riferimenti di errori gTavj d'impo~taziono e d'ingrand1- scicn7.a intt..-riorc, di illuminaz:ione. Una mento: una musiea cosi ltnue e difficilu scelta cosi aderente aHa ,•oce dei ICllli ci poteva t.-ss<:resalvata soltanto in un clima 1ù d'altr:t 1wrte il 11cn6o fai.so e completa• naturale, per nulla alterato e allora nella me,110, lellernrio del. suo llh•oro di roman• rispondenza dei r1111j uo sore6be nata quel. ziere, uon ~iu~tifìca il peso rnoggiore dello I.a co:ncidenz.a, il con[ronto di traduz:1011 .. scr'.ttorc che 1e111a l'equilibrio dell'inven- cho loscia al romanzo lnlla la sua vcritii.. dono o della \'critit (i,e un ronumziere - Bisognava ricondurre i geMi nel senw di come crediamo - è uno rhc traduco 1111 atti determinati r,ì nia coscienti, rare 111 moto anon!m-0 J:i uno r rl•i1 orfcna dul no, modo che non si perdessero nell'invoca– rne del e:iso): Trfl Croci è dunque un 11rc• ziono van:i, io una polemica a cui a.:!rcbb~ tc;;to rcuorico, 6 frase di uua mora1ità ,;1a10 impossibile non rispondere, a cui In· ~:>~ll;li=~=rcc J~IJ:::a s}:~~es·:'1~o)~~:st~y~)C; ~;!~u;:::i 1~ 11 el~=.a~:m:n :r:0! 0,ilir!~ il 1lrn111m11 d:gli 1,it:gcui l:1te1nli, per il co. Spostati i 1cnuini dello ques1ione dovcvu lorc drlla vi<:emlu: per Tozzi l'c.esere ri cadere in una SJ>ici;abtlissima illu,;ione dcl– maHo fedele e 1111'ncccz'o11,: 1anto r,cmpliei- le rc:1 1:i in moùo da rirc.rca,c una rispo, ,1ico 1Jr:&lica ,:'i ha i1111>edi10 ,H disun- r.ta non gia alla fonte 111cgsudella voce ,uero il tempo del'e metamorf06i notur.1li ma imi movimenti ,;:à esauriti o del 1uuo dovll eioè l'ano aJl(:r10 dc.ll :1 ,•erilù fi 11ac. formali dei 6Uoi gesti. O'ohronde percbè 1·0 <l11llamacchina t1clln ,,.,.ssione o,diua. un t'Ontnnziere 60pporti il p«o do\ u fai• •a. Il rom11111.icronon ,h·,•c mai giur;;.re ~ui 10 1> occorro che 11ia dotato di una na1ur.i •la1i ilei 1iroprìo libro. u.nnò nel piìt re- pcrfcua come Balzac o Dos1oicvskij, sen• lice dei c:isi. non. \'a nl tH lii Jel i:;usio do' nò conviene che il suo lavoru afo frutt1, "c.,r:urcrc 11, 1lell'i1'11s1razioue se111imen111le <li una scienza molto appt'ofondit11 di que, tli 1111:1 lei:;gtnd:1, Noi oggi urovi:11110:1 r/, sii difficili r11ppor1i fra la voce e l'eco, fr.1 le,:g,·re il suo roman,:o più famoso lfo- l'::itto e il gC6to, fra l'aT.ionc e la rapprc• moso almeno in ~guito nll'(rTOre di Bor- sentazione. li crcJi10 di cui ho godulo c~e e oncho un Po' perl"hè nella &Ua v10- Tozzi è spieg:tbilc con <1ues10 con[uslone, 1<>117.a di 1let1a10 1t0re,.,a nnclie lnsciaro pen• cioì:i llerchè lo vedevamo in1c1110a pron n– ~~ro n dello intrn,:ioni nwg[!:iori che ror::c ciare tlel!e reahì1 1>it:no crnvumo portnti ~ 011.1 11011ha mai 4\'1110 e C"ht:çli h:.!.!_moa situarlo nella strada del romanzo mentre unpr•~11110 lo let1ure m:11 fnlle del puhhli• 1 se lo ~tudiamo bene siamo costretti a con. "<l d'allora. i nomi non iCmpre precisi venire che alla fine è rimasto viuimn della li Deh-1oiewkij e un'id('a molto tumultuo- sua ste~ea macchina fontastira. un~ nrnt:• ~a ilei ronrnm:o come noi non tivcvnmo china occcttalll con eccessiva fiducia nelle ffrni nvnto ,la contrapporre ai lit\'i oser• proprie for.:e e con un gusto non bene rir.i r.ontuni del 0081:ro Ouocento: dimcn• interrogato del Jnvoro. Oggi mi 1i,are che

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