Fiera Letteraria - Anno II - n. 18 - 1 maggio 1947

FIERA LETTERA ANNO 11 - N. 18 ESCE Il. UIOVEOÌ Settimanale di lettere arti e scienze HOllA • I 11a"gio Jtl47 l':'iA COJ'IA l,IIIE :lo ~-+-<-.-<(-.-<-,-,(--....(-.,(-.-.(--,.,(-..,(-,.~~ 1 Direttore: G. B. Angioletti t T tJireiione u redcnio,rn: ! SOMMARIO: C. G. Jung: Alici ricercci della persoricilità - Paola ì\lasino: Nozze di sangu.~ (racconto) - Alberto Savinio: Fine dei modelli (U) - Antonio Corpora: lutervistu- con Andrf> Fougeron - Libero Bigi1.1re1ti: A11dcrso11,allo specchio - James Jeans: t'uomu e l'Universo- Domenico Gigante: Consi.derazioni sul problema ciel cancro - Cornelio Fabro: Esisten:inlismo e pensi.ero cauolico - Not.e e rasse– gne cli: E. de' Coocini, S. IJcnco, G. Antonelli, G. O. Giagni, E. Forcella, G. Na– toli, G. Caproni, G. Cavicchioli G. F. f.uzi, E. Galluppi, ecc. ~~-+---< ( ( ( ( ( ~ i Abbo,wmcmi: annuo L. 1S00 • annuo con f f p11gawe11to teweetralc L 800 . P.Onuo con pagan1en10 triwe1tralc L. 420 • E1tero: Ul• nuo L 25C0 • Quota me111ilc 1>e.r abbo· ! 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Si peni,nva 1>er. ciò, che un tnle uomo foue, se non pro1>rio p11~:ro.n1p11.,toda un dèmone o da un d=o: il mira('o'o che un uomo potc59C agire di– \Crtamcnte da come l'um;;milÌI t1vevn 1c111- pre fatto pnm.i di lui poteva 1010enere spie. 911110 c::onque1l3 11ptraz1one di una forza de– moniaca o di uno ,p11110 diV1no ln,ommn, chi. 1'e non un 010, 1>011\'\I conlrnpporli A lutta l'interll umc111Ìlàe nll'etcrna con1ue1u • dme? Cli eroi godcv11110quindi di attributi de111011iac::i.S«ondo la conceVone nordic11, an.vano occhi acrpenlini; 111loro 11t11eitaod origine era 8traordin111i11; certi eroi della Grecia anrica avevano un anima di aerpen, te, ahn un dèmone pertonale. cui erano dei maihi o degli eleui d11I dio, Que,li nttribu. \I, che polrebbcro c:11cre moltiplicati II vo. lonlÌI, • onno o d1mo1trarc che, per l'uomo comune, la personalità eminente è, per co. sì dire, un fenomeno ,10prc;-nnaturo/e che li 1p1'°g11,oltanlo con l'nag1unta d1 un fallore demoniaco. cità maggiore delln pe.rao1mli1à•• manife. conlinull' /orma..-ione, mai finito, bi1ogno10 di 1ft di un dcterm.inuto e,,erc vivente. Ln per. lum•na i e matcrlflli,11 come Freud ci offrono 1tnndo con cib il pensiero che tutti gli cure conlinuc e'cli e,lucazionc, Ecco In par. •onnlità è l'ottn della più alta volonlà di vi. un'ide11 nun1 p1.1cevole dcg:li nb1ui 1pirilut'lli uo'l'lini 1i 1iano propo1ti, qu,1lc •upremo le dcll11 p~r60ruili.~à um11nn che vonebbc ivi. ta, dell'affermazione ,.,,o\u1a dcli cucre cii. dorm.ienti nella n11tura 11m11na. Due quindi M:opo e de11derio, lo 1JYiluppo di quella 111. luppR111 fino (lii mlerez:ta; ma da una 111lealenle individualmt<nlc, dell'ad111111mcnlopie- unti buona pnrola in fa~·Ort' dello 11viluppo te eza dell'enere umano che ,i chiama inlcrez.za l'uomo moderno è infini1<1men:e nnmenle riukilo a cil> che è da10 univer1.al . ddla personalità raopre:5enta già un rischio , pei.onalità •• • L'educazione alla peitona. lol"tano. So1;,e11ando 01curornente quc110 1un mente, mentre .; con&erva 0nchc la mag. di per tè. Ma lo 1pirito umnno è pieno del. htà, è divcnk!.to un ideale educnl!vo con~ difetto, eg:i • impoUcNA delreducnzionc del gore libertà di dcci,ione per,onalt'. Educare le più ,uanc co11trndd1zioni, Noi cantinmo trnpi;osto 11Jl'uomo collcllivo O normale, tipi- f11nc1ullo e ,·entu1i~1sna della p1ico!oain in- unn pertona n tullo c1b non mi ac-.mbra le !odi dcll11 • divina matcrnilà •• ma non ficato, po1tul11to diii prev11lerc IJCnerale della f1mtilc, J?Cr In 1up_posi?:1011e auni diffuu_ che un'1n~preJ11 d~ ~o. E' .onzi il mn9giore pensiamo nffotco o renderln rctoponsnbile dri mnt!A; t11e icc:lln è fnun 11:mzicnlla retia 111propria educa~mlle cd 11 proprio 1v1lup., compito che 81 •Il• fiunro 1! moderno mondo mo.stri um!lrll, dei dclinqucnt1, dci pnzzi pc. ..omprenllione del !11110 s1011co che gli 11tti arandi, ali atti liberatori di.. cminati lun,to la ,10,~.1 del mondo .uno 1tuli co111piu1ida pt,r8(malità predomin11111i e oon dnllR mnQ.11, sempre •~conda11.1 e piQ:ra, ,empre bi,ogno. sa di eue,c 1pmt;, dai demagoghi per ,leci. dt11i II qu..1!1i1ui movimento. L8 no1tala1a della pel'llOnnlitÀ hn nuunro l'impo1Hm?:11di un vero e J)roprio problemn, che occupa molle mc1111 Il tempo no,tro è ,tnto c1alta– to - nè ti NOgera - come l'cpoia del fonciullo. Quetto .confi.nnto al!l\lvamento ed ampliamento mo11r11che ,i è comp\etnmentc dimen11cnlo In problemnticn dell'educazione, genialmente presc11tit11 dn Schiller. Non ai vuole celio ney:nre e neppure !IOl!Ovalutt11c I imporlun?:n dell'età mf.nntile: lroppo .uno manifeati i dnn11i guwi, ape1110esteudentilU a tulla 111vit11, causnli da un'educn?:ione fa. miliare e 1colastic:a abaaliata: nè ,i pub ne– gare la 11c:ec .. 11à d1 metodi pednaogic1 più ragionevoli. Ma, 1c. Il vuole 1iungcre alle radici del male, bi■oJnu ch1cdcni con la mauima 11e.rietàper quali rngion1 ,inno 1011i tpplicati e continuino nd ca11ere npplicnti metodi educativi sciocchi e m1opi, Evidente. mente perchè - que1:1l11 è l'unico rispottll po11ibile - ci ,ono degli e<lucnlori .ciocchi, non uomini ma aurom1 m.etodo'og1ci, Clii ~uole educnrc gli altri, com1nc1 con l'e,scre educa'o lui 11eiu10. Il si1tem11, u~.ito 1111corn oggi, di fare imp11111re II memori11, certe cose oppure l'npplica?:ione meccanica di certi ol. tri metodi non è certo cd\1c11?:ione, nè per il fonciu!lo nè per lo stesso educntore. Si continua a ripetere che il fanciullo dovrch– bc e~re educalo per acqui1t11rc una per,o. nahtil. S'intende che io ftmmiro quc,10. alto ideale educativo Ma chi dovrebbe educare alla penonah1à) 0 Vengono in primo luoao i genitori. per lo più incompetenti. ,pe1&0 dei Mmbini in tulio o in p.arte, per tutta la lo– ro vita. Ma, in fondo, chi mni 1'oepetta che quei ;renilori, gente comune ,iano tllrlle • penonalità • e chi vorrebbe ucotrilore dei mceodi • ad hoc • per dare • personalità• ai aenitori) Quindi ci si affida piullotlo al pc. dasogo, ftllo tpecinli1ta prcpt1mto, cui. be– ne o male ,r è insegnnto la pticologia o, 1ncg'.io, delle opinioni ,u certe dottrine. ,o. lit11mente dive11i1J11imee che 1piegano con. getluralmente come aono fatti i bnmbini e come 1i debb., traltarli. Si 1uppone che i .iiovani dediC<lliti alla pedllaogia ~inno già educeti; ma neuuno vorrà affermare che c.. i 1iano anche delle • peraonalità •. Chi educherà gli educatori ? T uuo 10mmato, c»i hanno 11vuto In 1,te,– n educazione difello&a dei fanciulli che do. v.pn "o educ11re e, 10'.itamente. hanno pocn • per,ona.iùa • come quelli. Il 11011to pro. blcma educulivo soffre generalmente del farlo che ,i dà pC90, unilateralmente, 1:11 bimbo da educare e ai mttace, altrettanlo unilateralmente, l'ineducatezza dell'educato.. re adul:o. Chiunque nbbia finito gli 1tudi. crede di ::.vere ahrcsi finito 111proprin edu– cazione, onia di casere adulto; nè può fo re diver..amente è deve anzi c11cre fcrnu,. ll'lf.nlc convinto dcli.:, proprila competen'l'a, per i;ote11i aHerm11re uelln lotta per l'esi. llenzn; il dubbio, il 1e11110dcll'incerteua, lo os:ocolerebbcro, lo par.iliucrebbero, mi, nerebbcro la ,ua fede 11ella proprio au. lotità, t11nto neccllMl~ia, e finirebbero col renderlo inadaHo l'llla vita profe111ionale. L.n aenlc e.ige dll lui che egli aia ,icuro di si: e della propria competenza. Sarà molto più opportuno non rivolgere ai fanciulli l'alto ideale dell'cduc11?:ione deJ. Ul personn!ità. Cib che ,olitnmente ,'inten– de M>llO l'C5pre .. ionc • per1:1nn11lità •• oHÌa una inlcreua ,piriluafe determinalo, capace di resi,tenzo e dotala di energia, è un ideale da adulti: e ,olo un'ep()C\'l in cui il ein40!0 non è 11ncora coKicnte del problemu del ,uo <-ucrc adulro o peaiio - iu cui eHO lenta di 901t111ni ad CMO può lcntare di sca,K<lrlo ,ull'infanzia. In nitre pa,ole. io io,pel o clic l'a11unle e11tu1u11mo peda(l:O· (lic::oe-psicologico per il fnnciullo nnsconda un'intenzione d1"0nc.Cn: ai parln del fon– ciullo. mn 1i vorrebbe intendere il fanciulle"> La conquista della personalità è indubbiamente la più gravosa ma insieme la più alta prova cui venga sottoposto lo spirito umano. Per la sua affermazione l'uomo deve con- sacrarle continui sacrifici e rinunzie, e rinnovare quotidia– n1111ente,in suo nome, il vaglio d'ogni azione e proposito. Perchè l'uomo scegli.e la propria. strada In questo mirabile saggio che appare per la prima volti nella veste :iLaliana, C. G. JUNG affida il frutto delle sue meditazioni e della sua esperienw, agli apostoli d'un ln10mmn, che cosa sp1nac un uomo a tceg,1ere In proprin strada e, con cib, ad uscuc come d11 uno nebbi11 dalla inco1eien. te ide.nlllÌ\. con la ma.,a) Non è 1010 la ne. C<.Uità, perchè quella 1i prC11Cnlaa molti, che: " rifugiano nelle convenzioni, Nè Il tratl<i d1 ,ola 1cclt11morale, 1>erchè di rego– ln tutti optano per le convenzioni. Che co. 1A fn dunque pe11dcrc l11bdnnci11 in fnvore dcli' inu11fo1o,) domani migliore. po infantile abbiano ,mbìlo delle mnnche, volczze e che quelle manchevolcz.ze potreb- 00,o caacre tolte di me:zw nell~ gencn,. ~ione che lo &eaue. Que,lo è un nobile pro. poeito, che 8infrangc perb contro il f.1110 p,ico!oaico che non ,i può correggere nei bimbi gli 1"110,iehe ,i c::ommenono ancora. I bimbi. 1'1n1ende, non 901\0 sc.iocchi come noi li credinn10; 9(111110 dilllinguere fin lrop. po il vero dnl falso. Molti acnitori hanno e1pre110 il lodevole prupo,ito di ri1parmi11tc lii figli le eaperienz.e clic e,IU dovetlero su• lire nello p1opria infan?:i11: e quando chic. devo loro te erano sicuri di 11vcre ,upc,1110 queali errori. dicevano d1 si: ma ai 1ba. glinvl\110. Quando erano 11tati educati con troppo 1everi1à, viziavano i fiali con una lol!crnnza confinante con 111smanceria; le nella loro infanzia certi Inti della vita cromo 1tati n<1Kolli con cu111ni loro occhi, provve, devano a ,velarli ni foro figli con cura non mir.ore. Eccoli dunque caduti nell'eitrcmo oppo110, ecco unn trngica prova che le vec. chic colpe ron sc.ompaiono ! Comunque ala, 1e si vuole educare ,1l)a • pcn,ona?itlt • anche i fnnciulli, il dubbio mi pare utile. La per&onlllità è un ,ieme che ai 1viluppa nel fanciullo 10l0 con In viln e, nella vila, a gradi. Senz,1 clcterminalez:::a, in. lereuo e mah.irazione 111pct,onalità non 1i mnnife,ita; ed è bene che il fonciu\!o non po , gga queste tre carntlcri!tichc perchè perderebbe proprio In ,uo infnntilitii. e di, ,errebbe un surrogato d'aduilo, precoce e innalurnle L'eduCGzionc moderna è riu,cita nnche n Produrre 1imi,i mo111ri,specie qu11n. do i genitori 1i 1forzav11110con un11 specie Ci fon11tisrno, a fnre • il me;lio • per i loro fiJli cd n vivere 110\tanto per cui. Questo ideale - chi non l'ha intcio tante \'oltd _ impedi1ec ai gcnilori nella maniera plÙ efficace, di sviluppare !:lè 11c>S11 e fa si che cui pouano imporre ai fiali ,olo • il !oro me.i:lio 1o che è 10li1amentc eiò che eni han. no m119giormcntt tra8Curato in ~è 11e11i, Con ciò, i figi: vengono spini! ad aui eh~ i genitori nou hanno 11>pu10compiere e SI impnnao110 nd casi le ambitioni che i ae– nitori 11011hanno saputo !10dd1sfore. Simili ideali ci ,imi:i metodi d..inno vitn a ,·ere mo 1!ruo•i A dell'educazione. Chi 11011poaaiede la • per90nalità 1. non pub cducMe ,1ltri alln pcr1011nli1à. E i,olo l"adulto e non mai il fnnciul!o potrà amva. re allo pcrconalità, frullo mutu10 dell'opera di tutta una vitn indirizzata .l quello sc:opo. lnfat i, 111 rculiuazionc dcll11 perionalitla equivale t1I migliore ,vilup;,o dello intere?:. :r:a di un euere po,11co!are; e la quantità delle condizioni neceasa.r1e per arrivare Il ciò è protiwmente infinita; ci vuole tutta una vi1a umana, con tulli 1 ,uoi nspell1 biolo. rpintu11le. Un compllo pericoloso in verità, pcri<:olo,o in una misuro di cui lo 11euo t.chdlcr - che pure aveva o1'3!o addentr11ni profelirnmente i11 que1to comple&IO di pro– blemi - non 1i era reso conio neppure lonlanamente. Compito pc:rico!o10 11011meno Cell'auo della naturn che, ard1tll e crudele, obbliaa le donne a pllrlorire i fi.gli. Non M• rebbe un ard1me11to tcmerMIO, prometeico nini luciferico, se 1111 uperuomo osu1c fnre germinare d<ll suo alambicco un omuncolo che poi crca::caae ai110 a diventare un g1. aantc di,1ru11ore) Eppure, quel 1uperuomo non farebbe che 1ipetere quanto In natura compie aiomo per giorno. Non vi è nbom.i. nazione o moslruo,1tà umana che non 111a giac,ut(I nel seno amoro10 di una madre. Il sole splende u,1ualmente 1ui giu1ti e sui re. probi; le madri gestnnti e nutrienti curano con lo ale■!IO amore i fi.gli di Dio e i l'ig.i del dinvolo, sen?:a badare alle conse.:uenzc. Tuui quanti 1iamo uaualmente p1111idi que– ,m strana nnluu, e porliamo in 1101,com'e•– !1111 cose incalcolabili. Solo gli oui. rioelerarmo chi siamo L.n personalilia •i 1viluppa nel cor,io della vita, pnrtendo da di,posi~ioni aerminali dif. fi.ci' mentc o affatto intcrprctabi.i; rolo gli 111. ti rivelcmnno chi siamo. Siamo come il 10lc che nutre la vita sulla terra e crea tanle co• se belle. slrnnc o cattive; siamo C"Ome le ma. dri che portano nel loro grembo fortune o dolori ac:onoaeiuti Noi non &appiamo 9ua!i gel!a, quoli misfittti. qullle destino, quan:o di bC11c e quanto di male ,tanno 1n noi: !Ola l'autunno mostrerà i frutti dclla prima. vera; 110!0 al tramonto sapremo ciò ,che l'albn ha incominciato. L:1 peuonaliùa, qunle rcalinazione compie, lo della interczz11 del 110,rro c:uere, è m1 ideale irraggiunaibile. Ma l'irragiun,tibilità non ha mili valore d'argomento contro un ideale: gli ideali 1tanno nd indicare la vin e non rapprc,entano t1ffa110una mèt11. Come il ranciullo che deve crescere per (a_crc cèuca:o. la per,on11,litlt deve prima 1,viluppnai per poter e,scrc aaogacttata al. l'cducn~ionc-. Il perico'.o ,orge aià R questo punto. Noi 11inmonlte preile con un "quid • incalcolabile; non 1111ppi1,1,mo come cd in qua– le diruìo11e ai 1vilupperÌI la person.1lità • in fieri •, ed abbiamo imparato obbaslanz.a dal– la nnluta e dalle realtà del mondo per e,. ,ere un pò diffidenti. Siamo anzi cresciuti nella dottrina cri1tiant1 dello. mlllvaaità a,i. ginari,1 del111nittura umana. Ma anche colo– ro che ai sono 11nccati dall'in,cgn;,mcnlo cristiano sono diffidenti per naturn e timo. 1icolo11, degli epilctlici, dcali idioti e degli 1·orpi di ogni epccie, che pure 10no c1cati da lei. Eppure, quando ei 11nt111 di conce– dere il libero 1viluppo alla personnlità ,i è pre,i d<ii dubbi più gravi. Si oHc:rva che in 1111caso tulio sarebbe po1,ibile, oppure ,i torna a.Ila 1te111ataobiezione dell'individuali. ,mo: ma rindividualiamo non' è 1nai 111110 uno sviluppo naturale, bensì un'usurp,nzio. ne in11aturt1le, unn posa insolente e fuori di luogo, che mo1tra ,:Pe110 lll ,ua vncuità in– terna crollando alle prime difficoltà. Qui SI tratta di ben altro. Gli eroi e la personalità E" ciò che ai chiama llOCO'rione: fallare irrllzionole che ,pinae per forza di destini) ~·erao l'crnnncipa?:ionc dal grcqe e dalle vie ballute. La v,:ra per110nalit8 pouied~ 1Cmpre I& vocn?:ione e crede in cua, ha • pi11i1 • in e,1..11, come •n Dio, benchè ,; trai. ti di un l'ICnlimenlo di vocozione 10ltanto individuale, operante perb come unn legge divina che non tollera deroghe. Il fallo che mohi periKono per cau1a della via che han. no ■ceho non dice nulla a chi ha la voc:t'l– zione. Co,1u1 Jei>e obbedire 11lla. prop!Ìt1 legge, come ad un dèmone che gli 1ug11eri. ,ce vie nuove e 1trane. Chi po11icde la uo,. c:azionc ode la voce inlcrna, è H cl11omalo •. Ed è perciò che lo lo;raenda gli anribuir.e un dèrr.one penonale che lo con,i11liP e gl'imparlllCe ordini. Un e,cmpio, noto a tuui, è il Faust ed un ca,o ~orico, il • dai. monion I di Socrale. I medici delle popo\.i. Ncasuno •viluppa la aua penonalità per. ?:ioni primitive poatiedono uno ,pi,i10 aer. chè gli •i è detto che ciò so.rcbbe u!ile O pentino: anchç f.Kulapio. patrono dei mc. ('onsiglinbile. La no.una non si è mni \a. dici, era 1imbolcgai11to d!U serpente d'Epi. sciata influen~re dai buoni con1ig!i: ao!o 111 ckiuro e poa,edevn, quale dèmonc privalo, coslrizione, operante c11aualmcntc, fn muo, il cnbirio Tcle1foro, che ali leggeva, ,u1ia vere la nntura (compre,a quella umana). ispirava, le formule, Nulla ,i muta aenzo neces.sitlt, e men che • Avere vocazione » 1ianifi.ca, ~condo il meno la per10n11lità umunn; C"Naè immen. ICJllO ori.;:innrio: euere inlerpe/lati do uno tt1mente conaervatrice, per non dire inerte. voce. Ne troviamo i più bcg.i esempi nelle Solo la n«c•ità più acul'n riucc a ,muo- confcHloni dei profeti dcli' Antico T c1t•• verla. Lo pcraonalità obbediM:e dunque iolo mento Che ciò non è 110lt11nloun antico mo. nlln 11cccui18, e mai ni desideri, n3li ordini do di ·esprimerai è proY11to<!nllc confeuioni o ai giudizi; cna hn biaoano della collrizio. di per8()n11\i18 i,toriche qu11Ji Goethe e Na– ne. motivante I dcttini interni ed esterni. polcone (tanto per citare due esempi vicini) Qualunque altro ,viluppo sarebbe un mero I che non naKOndcvano 11ffntto il loro .enti. individualismo li rimprovero dcll'individu;,. mento di vocazione. li!mo, quando· è mos,o ad un nnturole ,vi- La \-OC.azione o il eentimento della voca. !uppo della .pc~•o~10li1à, costituisce dunque zione, non è ~rò o.flotto una prerogativa una volgnrc 1na1ur1a. delle grandi peuonahtà. ma SI riscontra in L'imprc1n dello sviluppo delln personalità tutte le persone lino a quelle di minimo r;i.pprc1enCa in r~hà un rischio impopol1,1,re, formato; diventa però 1emprc più tenue ed un antipatico 11ppartar1i dalle vie ballute, incosciente, a mano a mano che la. per10. un vivere per sè, da eremita, ,ccondo l"opi. nalità rimpicciolisce, come ,e la voee del nionc di chi non vi parteeip,,,. Non deve dèmone interno ,i ollontanauc ,emprc più dunque dcal11rc meravizlia se pochi vi ,i e parlnsse ,empre più di rado e in modo eY.lno avventurati in lulli i 1emp1. Fo,sc10 sempre meno in1elliaibile lnfotti, qunnto pt\1 ctati dei pnzz1 tutti quanti, potremmo la. la pcrtona è piccola e l~nto più cua ai fa 11ci11,:iui,circ du\ cnmpo d'oHcrvazione del indeci!l(o cci incosciente, finchè 9eomp1:1re nostro intercue. come degli 1di6tai, degli iso. nclln aocilllitÌI, ,1nund<1ndo così alla sua in. Inti epiritu11li; ma per di,g,nzin le personali. terezm e dieciogliendosi nella intereua del tà !0110 &late, di regola, gli eroi leggendari gruppo. La voce inteuua è ao111ituita dalla dell'um11.ni1à, ammirati. amoti, adoruti. veri voce del gruppo soci11.lee dalle convenzioni fi,tli di Dio, i cui nomi • 11011 acompnriranno di eNO, la vocazione cede ai bi,oani collet. negli eoni•, ve,1 fi.ori e huui e ,cmi sempre 1ivi. Ma non sono pochi a;i uomini che ,cn. fruttiferi dell'albero dcll'um.anilà. L'accenno tono la chiamato de.Ila voce individuale, e ciò alle pcrson111itlt &toriche spiega n l!llfficicnza bii,in ai1' a renderli divcui da tulli gli 11ltri pcrchè lo ,viluppo verso la penonali1i, rnp. e a fore al che casi ,i se11tn110po,ti di fron– presenti un ideale e pc,chè costituisca le I\ problenù di cui gli ,1hri non hanno un'iniiuri11 il rimprovero dell'individuali1mo. neppure il &enlore. Solitomcnte non è poa. La grandezza delle personali1à 110,iche non aibilc ,piegare ciò al prouimo. perchè la è mai rnn1i,1i111 111 un loro illimitoto a"lsogaet. comprensione è circo11dnta dalle mura dei tomento alle convenzioni ben•Ì proprio ncllll prcgiudiV. più forti. • Tutti gli uomini sono loro libe.ratric.o indipendenza dalle convcn. uguali 1; • ciò non può ca.ere lt oppure è zioni. EMc a'a.lz.avano come cime alpine dal- • patoloaico • e • IOmmnmente inopportu, la mas!IR che si abba.rbio,;1vn a timori, ad no • e • ci vuole unn bella prceunzione per opinioni e ;, metodi colleuivi, e sccglievnno fOltf'ncre che tutlo ciò ,ia importnnle ~.

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