Fiera Letteraria - Anno II - n. 1 - 2 gennaio 1947

A N N O li - N. I ESCE IL GIOVEDÌ SOMMARIO ROMA . 2 Gennaio 1947 U A COPIA L. 20 ·<--··<---<__,,.<__,,.<_..,.<_,.<--,.<--·<--.·<--<-,<----<-,.<---. )' Direttore : G. B. Angioletti l ",l,' Dire:ione, Amministra:io,te e Pubbliciui "J" I EDIZIONI DELLA BUSSOLA " G. B. A11gioleui: ln,·ito aili intcllet111ali cl' Europa - '/'. S. Eliot: lìn p<.eta americano guida di poeti nuovi - Vale11ti110Martinelli: Bilancio delle arti - Libero Bigiare/li: f .....,, ...... <,. ...... --..--.,,.<::(--,.<,.--;:_ ,,. Al,bonamenti: annuo L 910 - annuo con j J. pagamento semestrale L. 490 • annuo coo S J pagamento trimestrale L. 250 • Estero: aa- j J nuo L. 2000 - h:l'i$i ('conomù-i: al rigo L. SO t ,t l'ubbliduì: al mm. L. 20 A ,,.. Piaz:r.a Madama, 8 • Tele(. 50.919 1 Un poeta dialruale '? - Enrico ii'ttlchigrwni: Il • Centro di Sintesi• - Rassein(' di: Ì Spediùoal la abbo~•~en~! !.1ale (Gn•ppo 11) 1 ,(--,.~<__,,.<--,.<--<-..<-..(--,.<--,.<-..<--<--..<~<---. Silvio d"Amico, Domenico De Paoli, Carlo Levi, Alfredo Piero11i, R .. Il. D,• Angelis, Lucia– no L11cig11a11i. Aldo Bizzarri. lì1111io de' Concini, I ndicc dell'annata (lf. cd ultjma parte) ·<~<~<~-<--<~·<--<---<~<--·<--<---<~<~<--<l Invito agli intellettuali d'Europa E' no:,lro co11,,i._nc_in~cnlo. <.'hc l'intclligc•nza europc-a - \ 1U1ma illustre clcllc recen– ti guerre - si lasci tra-.cinare da m10 bpirito di rinuncia che polrcbhe segnare ]a :-ua fine. \ella sua ~<'mprc pili accentuata ~o~gezionc alla politic:a, nella sua insincera umilt~,, e 8opraltullo nel suo atteggiamento ra..,:,cg:nato e passivo di fronte a possibili nuo,e cal:.1- s.lro[i, l,in1clligeozn europea rinuncia a gui– dare l'Europa, cedendo il potere .ai fomen– talori cli odio e ai profcs:;ioni-- ti <l cll'azione. Crccliamo di :-:.corg('re la <· au.sa prima di utle abballimento nella solitudine morale di u11a parte degli uomini di pC'n,;it.•roe d"arte. Ì\ou più eo,H"inti di nulla, nè di Dio, nè della Ragione, e~i non sanno donde far de– rivare la loro autorità. Angobci~1ti, indifc..,i <·onlro il mondo e c·ontro i loro strssi c·upi pensieri, ,!,,Ì illudono di acquistare un cffi- 1uero prestigio aifich1nclo~i. unzi con-.rfman• cJ01,i ora agli a,.. venturicri, ora ai vii,io11ari, ora ai tira1111i, oppure lcnta11<lo di confon– dersi in. una societ.11 rhe li iµ-nora o li de– ride, convinta com'è Ji poter bU!SSistcre W!ll· za il loro "ioccon.-o. lrl\'ano questi intellet– tuali si affannano a moslrar .. j «umani)), e d'altro non parlano c·he cli (( umanitù ,>, di u <·ondizionc umana», di « mi~ura umana)): agli uomini non po11...,ono ffrire nuJla, nè Ja spc-ranza, nè• l'amore•; eh{' di spera111,a e d'amore sono privi, o vogliono e~r privi, intenti tutta, ia a torturare Si' -.te.. ..,i, a<l Nliar .. ~i, a mortificare qurll'iHumin.1to amor pro– prio che, ..,oJo, può fortificaTe l'amore del prossimo. Cosi, d.a grandi 11.i~noridello ..,pi– rito, quali a,•rebbcro potuto essere, si i-ono falli accoliti di fazioni o con~iure. si 1.0110 lal.("iati tra"c·inare nel moto pendolare dclla politica, incapaci cli ùorninar')i, di rm,-.ere– narsi in un giudizio rhe .!'"uperi gli c,cnti jmmediati; e sembrano non .acc·orger:,i che « partecipando)> a quc•l modo, da suhordj. nati e non da ispiratori, altro non fanno se non intralciare quel tanto di pro(iUC',ole che può sc.,turire da ogni pratira azione. Troppi intellettuali, oggi, hanno di111r11ti– cato <'he prima condizione dPlla n1lt11ra è l'indi1>enclcnza: e che in un mondo af!"frl"Ovi– ~liato in problemi prali<'i c-hr richiedono, data la loro urgenza, '-Oluzioni di for,..a o d·i compromesso, la C'ultura è la --ola allivitù C'hiamata ad infinnarc quelle ~le:-:.cc .;;iolu– zi.-,ni. La cultura dovrcbhc c1,scre La sola a[– fpnnazionc a,.,1.oluta di lihertù; ma se "ii la- 1.eia c·oi1h·olgerc nellC' lotte di tendenza, se perde valore e autorc-\'olf"zza, diventeri1 fa– talmente serva dellf' fazioni. <' sarà po<'o pili rli un trastul1o nelle mani di Of!"niprohahilc , inritore. Un tempo p:li inlellettuali detrrmina,ano lo stile, il gu-;10, lf" irter- della società in cui vhcvano; ma og.gi gli artisti, :rii scr"itlori, i poeti, j filo.;;iofi !-ii '-Cntono ripetrrr d_a Of!Oi parte la mortifera impo~izionC': cc O e-on noi o contro di noi»: e poiC'hè tropp<" volte ~i soltonwttono. f' rinur.c-iano :lllr loro prcro• l!atin•, creo che non pili e'-si dcl.c'rminano il tono tiella società ma di questa '-uhi. sc·ono le deformazioni moralistiche e le· so– prrchitrie i(l<'olo!!i<'lir. ,.,u ..citatriri di nuove rovine. Quanclo l"int<'llirrcnza ~i affievoliM'<' o &i cela nel ~p:rc-to drll; anime .amarcµ-;:datc, nc1.suna forLa può impNlirc l'a\'am,.ar--.i dei mostri. Eppure la terrihiJ,. lezione- di qtu•~ti u]– tirni de<"cnni dovrchh" <''-'-f"rf' ancora nella lll('ffiOria di Lutti. Per troppi anni J"Europa lw la'-<·ialo <'he i mo-,.tri a\'an:ta"''-ero e tra• \'Ol~e'-'-ero col loro pe-..o non ~oltanto gli uomini rhe ad <''---isi <•rano or,po ..li, ma an– che quelli ellf' vi si f'rano "ottome~'"'i, e per– fino quelli 1.,t('-.i,j rh<' l:a for.1,a hruta ff~f'van~ irl\'of'ala. '\"on <'i fu ~c·ampo. A clf"<'lll(' d 1 mia:liaia gli i11tC'llc-t111ali furono urric.i~ altri soffrirono rrwlrli tor111rr ll<"i('ampi <l1 con– <·rnLl·am<"nlo, n("lle prii,!ioni. in C'"iilio; ed al– tri .arH'ora, iunumer<•,oli. dopo aver do, uto rinnr-~arc le ]oro più gclo--c idee e la loro L' indipendenza e la società della cultura - I poeti, Redimere l' indii.Jiduo i tiranni Sostituire alla "massa,, gli "uomini,, - Possibilitcì di una alleanza '.:::•:. ghilterra europea - Russia, Germania, Francia, In– Nessun popolo sarà l'eletto - Amicizia e libertà in Europa pa-...,ionc 1>cr la ,critù, dopo c-..,e1· ... i a,,iliti :,0llo la 111inRccia dellu fame, furono puniti come lo furono quei pochi che ~i erano falli SO:,tenitori delle tirannie aY' iccndatesi ucl no:-:.tro c·o11tinente. C'è stato uno -,lerminio che ancora buona come mo1Uto ,anguinoso; e chi può e~<·ludcre che non continui? Che vonì1. dagli intellettuali, il dominntore cli dom.ani? E, poi, il dominalorc che a quello di domani se~irà? Gli intellcll11ali non possono non ricor– dare- la loro Lrag<-dia. Il pericolo è !.-iCmpre pre-.entc-. se essi per:,ibto110 nello spirito di rinuncia. Altre tirannie possono sorgere, ~e ln c1:.1-oi non pt·c,al(' il sentimento cli una 1i– herlù da insegnare, (la prcdirarc, da impor• re ove occorra; se <"l!'~i non 1-i fanno final– mente r<'!,po111.abili della societi, in ('UÌ vi• , 0110, Sf' non rin1111{'ia110 alla loro parte di spettatori sconfortali o di aiz?..atori di nuovi fanta~mi. cli pili va~ti sopru~i. \oi eappiamo quali rimproveri .,j rivol– gono o~gi ,1g-li intclleuuali, pc-r intimidirli, per costringt•rli ad adeguarsi; noi sappiamo quanto si turhi il loro animo, quando Ji col– pi1.c•e J'accu"a cli slra1ùarsi dalla vita pub– hlica: nè pos~iamo negare che tale lltrhn– mrnto faccia onore alla loro scnsibi._lit11. M.a di fronte all'insistente invito ad entrare nel– la , ita «collettiva)), gli intellettuali do, rcb– bcro anzitullo garantirsi C'hc tale richiamo non irnplirhi l'ahban,lono di ogni opinione non c·onformr a quc-lla dominante. Gli intel– lcll11ali 11011 dovrehhcro por:;i nella ncce:-:.– ~itù tli clh rnt.arc ciechi davauti al delitto e alla hoprnffazionc, e sordi alla voce della loro propri....'l coseiem:n; nè dO\ rcbhcro mai, per debolezza o mancanza di entusiasmo, fornire al tira11no la giustificazione filosofica dt·lla ,·iolr-nza. P('rd1(• 11011 soq_,ano malinte..,i. ci '"-In le– ciLo aggiuni;cre che anche nei pac-,i do,c sembra trio11fore 1a Jiberti1, gli intellettuali debbono rr-..,isterc all'imposizione t.lirclta della folla. allorquando e,sa thit'<lc una filo– &ofia accomodanle, una lctteralur.a adC'guata ai suoi i"iti111idi <'Onr,cnazionc, 1m'artc- ca– pa(·(' dj C'Ornpiacrre i f,Uoi gusti primitivi. Anche in un mondo hencstante. che non vo– glia essere di~turbato nel godimcnlo_ <~clpro– prio bcncs--ere, l'in,liprnclenza dcgh rntellcL– tuali è in pcrirolo; r- talvolta l'allettamc-nlo del HUada;!IIO e drlla fac-ile popolarità può infia;chirc gli inftef!"ni ancor pili di quanto non po""'a la pili brutnle costri?.ionr. Non ~i IC'ma, difendendo l'indipcnde111.a de;!li 1ntelleltuali. fii favorire- uno spirito <li casta. L'uomo d"iugcgno, l'arti,;ta, non D.p– partcngono a nessuna cla'-SC, perrhè hanno superato in loro 'iter-si le diffiC'ohl1 ? le pre~ &unzioni df'II<" orig:ini: r nel mNlcs1mo tem– po, nella loro a'-ipirazion<- all'univer.,ale, tutte le ,-Ja.,..,j <·0111prc11dono, di tulle scor– gono ]e , irtì1 <' gli errori, e di tutte .,r11tono conw propri" lf' '-ìoffer<-nzc (e piì1 raramente i piacc-ri). Gli intf:'llcttuali '-ODOpopolo c·osi come sono élitP; e il loro compito 11011 è quello di '-naturare i mrzzi espres~ivi pe1 rendrrL c;;ehia,i di primitive tra<lizioni, lwn- s.ì di aiutare il popolo ad uscire dalla sua tilcsea schiavitll. a liberarlo dalle ~upcl"bti– zioni, <lnll'inqu.ietudine generata dal biso– gno, dj convincerlo a :-:.uperar:-:.i, a vivere h· bero e, per quanto è possibile agli uomini, Iclice. AJ popolo può giovare, assai pil, di ogni tetro compianto ,di ognj esaltazione del– la bua proprja angoscia, J'cscmpio <li una &erC'na, fiduciosa dignità umana. Che cosa hanno dello, dal principio t.li questo secolo, gli jntcllclluali al popolo? Nulla di molto con1prcnsibilc, in vcril.a; e forse fu un bene, perché nelle loro parole non erano c-hc f,nvilimento e Ja negazione: il mondo è buio, la realt.1 è terribile, gli uomini sono votati alla pena. E può darsi che oggi gli iotel1cttuali scontino per primi l'accettazione pass.ivn di un irremissibile clolore, di un timor pa.ll.ico che può porta– re al clclilto più facile e piì.1 tcncbro~o: la soppressione morale della persona. Tant'è vero che si ha persino paura, oggi, di pro– nunciare Ja parola <eindividuo ». obile è il sogno cli redimere Ja e.ocictà, di soccorrere le moltitudini; ma sogno ri, mane, S<' non si comincia col redimere i &i11goli, se non si restituisce all'individuo ]a propria dignità. Compito elci politici è cli operarr per la fol1a, per i molti; mia l'arti"ila e il filosofo sono chiamati ad ope– rare per gli uomini, rivelando ad ognuno le naturali attitudini, infondendo ad ognu– no il coraf!,'.~O cli vivere, liberando ognuno dalla paura cli « cs'ìcre » e clall"oscuro sen– so lii colpa che porta con sè l'esistenza. La pcn,ona umana clC'vf' raggiungere la propria completezza spirituale, « coltivar:,i l) sccon• do il proprio genio, doè differenziarsi in una 1>artieolare responsabilità da portare. Ma se gli scrittori, i pensatori, i pocli si moGtrano invece spietati contro 1'individuo, sr- lo ignorano o lo nv'\'ili~cono, l'indi, icluo sari'1 fatalmente portalo a C'Crcare un'cffi– mr-ra difc~a annullandosi 11clln ma~sn; per– chè- i11 qna~to mac:.c:.a si sentirZ1 almeno c.!ml– lare. e Lro,·eri'1 forse H<'i suoi <e conduttori :o u11a gcnero'ìilù chr gli stessi p•leli gli h:111- 110 negata. ArC'adc prrò sovente che i « con– duttori » ,;,j lascino inebriare dalla pre'-en– za della ma~Qa esaltala nella sua stessa cer– teu.,a di e~i,.,tC'rc; r llllorn nc-ssuno pili li frrna r, ~<" pur volr-, ano una SOC'ieti1di UO"' mini liberi e ,·ora~p:io ... i, trovano piì1 a~evo– le imporre alla moltitudine una pronla e pn, ida ~ollornisi;;io1w <·h<' dia loro l'imma– p;in<' con<·r-cta del dominio. Vi i;ono JJarole che po~sono agire romc u11n. for-1:a della natura, come ~li uraµ:ani, ronrc le marce, e rh<' perciò vanno rombat• tutC' o almeno arginale-. Una cli queste f' ap– punto la parola ccmat.,a >l, E' h parola-ci– clone dei nostri tempi, ed ac<"'Cnde lr- fan– ta-,i<', travol~c ogni rnlmo pf'n~iero, pcrc·uo– lc le coscien1A". Noi vorremmo <·hc vrnisse 1limentirala. E' una parola JH'r noi infrlirc e mortifìcanf(• nel '-no diRe~no anti11nrn110, mrntrc in troppi allri suscitu idee corrolle, e.;ponc :dh1 tentazionr <1cllr ,·t>ri1l1ot•f'asio- 11:di, appar<•nti, del!<.' fra!oi.ifotte, delle men- Bianco zognr. L'uomo e<'a<lc-fatalmente nclt'l. mm:. s.a, e perde Ja (.acoltà pili spirituale i·he tOio gJi abbia concesso, la responsabilità. oi vorremmo che glj inlellcttuali d'Euro– pa, ricli,cnuti liberi. riclh•cnuli capaci cli speranza e- d'umore, fossero i primi a SQ-.!'"ti. luirc alla « m,assa >) gli « uomini :o. oi ,or– rcn.uno <"he g:li inlellelluali si propones:-ero ad esempio, per suscitare negli uomiui il 1,olo odio nobile, l"odio contro la menzo~na. t·ontro J'ingiustizia; e che a nessuno di 1o– ro imporlasse un'intelligenza chiusa, arida, egoistica, incapace di abbandoni e magari cli errori. In questa Europa ancora ollene– hrata clal predominio delle idee troppo sctn– plificale, sottratte ,d controllo della critica e alla reazione del scntin1cnto, una sola in– tC'ligcnzu do\'rebhe primeggiart: quella degli uomini Uberi, che si sentano garanti della libertà cli tutti gli alh"i uomini. Se sapranno accogliere Jc « idee generali » della libertit e della riabilitazione dell'iJuli– vidno, gli intcllclluali europei potrauno davvero la.sciar radere dalle loro spalJc il peso del pa~~uto. Il pa~hato è stato orrendo. Si è com__rnes.;;io n Europa un fratricidio moltiplicato per miliotti di esseri; e sollan– to oggi è po&ibile dire che tutti ha11no uc-– ciso. Tutti, in ogni paese. I maggiori colpe– voli bono :,Lati puniti; ma se si vuol sotli– lizzare, non ~i finiri1 mai più di punire, e si insinuerù la tenlazione di punire anche i punitori. Ognuno può soggiacere ai rimorsi, può 1>erfino crearsene cli chimerici, per questo terrore della colpa che ovunque si è diffuso. Ognuno può essere chiamato a ri– spondere delle parole di ieri; e domani po– Lrà esserlo per le parole di oggi; cosi fin che duri questo moralismo pedantesco e inc111i– si1oriale rhe ha preso il posto, in Europa, della crudeltù e t.lella violenza. L'individuo sC1gp:iacesempre allo spavento dj una mo– &tn1o~a macC'hina che lo inst"gue per O;!ni iJo,e, condoua cla burocrati, funzionari e polizie se;,.,·ete; e dove potrebbe rifugiarsi, se 'perfino gli artisti assumono il volto del f::1riE=ci? Chi ieri ha errato, se nell 'errorc non fu perseverante e perciò diabolico, se non ri• velò una natura fatalmente malvagia, ven– ga sottoposto alla prova della buona fede. E il perdonato sap(>ia che il perdono non si. gnifiea riconoscimento o lode del male com– piuto, 11(' creda di cc aver avuto ragione ». Quando o:rnuno si sarà reso conto del valore lneQtimabile della libertà, e per rima11ere libero sapri't sopportare i sacrifici e i di~agi di un certo disordine iniziale che la libcrt..:-a <'Omporta, e vedendo minacciata quella stcs-– sa libcrt~, snri1 pronto a difenderla a costo della vita, allora soltanto sarà possibile un'intesa senza r~sidui e senza sospetti, un'intesa cli uomini che pensano all'Europa. TI sogno di un'Europa guidata da un po– polo dominante sugli altri è fallito. Fallito pcrrhè doveva fallire, perchè la grandezza, la ,-i1alitù dei popoli europei non con'-entono d1e uno solo abbia lo scettro. La pos• sih;iità di un'Europa futura resta perc10 affidata a un equilibrio di nazioni indipen– denti~ cd è pos~ibile intravvedere un'allean– za europea, ne1Ja quale ogni popolo si rea• lizzi in lulln la propria cligni1ì1, come noi vorremmo che si realizzassero gli individui; e nrlla quale tulli i popoli insieme c;;appia– no difendersi con le armi felici della ••~– gez.7 .. 1 clalla lcntazione di ~arc~~iare con i continenti pii, rirrhi e sterminati, e tuttavia :,piritualm('nlc pili indigenti. .Ma per nprire la hlracla verso tale allcan– zn, voluta clni popoli più che dai governi, imp<'ritura r non OC'<'n~ionale, occorre an• zitutto supC'"ra rr il tra~ico odio reciproco che-, molto nl t.li lii delle recenti sciagur<', ha immcr~o l'Europa in tanto sangue e do· lor~. Tutti i popoli debbono sacrificare una

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