Fiera Letteraria - Anno I - n. 26 - 3 ottobre 1946

FIERA LETTERAR .l N N O I • N. 26 ESCE IL GIOVEDÌ SOMMARJO ROMA · 3 Ottobre IUo UNA COPIA L. 20 Dirett<>re : G. B. Angioletti Direzione, Àmmini,tra::i.orie e Pubblicit<'i Piazza Madama, 8 • Telef. 50.919 no MA G. B. Angioletti: Scrittori del ventennio - Camillo Pelli.zzi: Ungaretti traduttore - S. d'Amico; Autobiografia - Marcello Gallia,,: La miseria (VlJI) - R. M. De Angelis: Poesie - Piero Bigongiari: L'illogicità della protesta - Libero Bigiaretti: Abbomum•nti: annuo L 940 • semestrale L 490 • trimNtrale L. 250 • &.tero: annuo L. 2000 - Auvi.si eco,wmici: al rigo L. 50 JJubblirità: al mm, L. 20 lino a 500; L. 18 Spedldoni ia •bboouaento 1-t■le (Gruppo 11) Alberto Savinio - Antonio Baldini: Gabriele Briganti - C<irloMorancli: Uno sto– rico al cinema - Note e mssegue di: A. Corpora, F. Bellonzi, D. De Pltoli, ecc. da 501 a 1000; L. 15 da 1001 a 2-000 Scrittori del • ventennio e letteratura popolare N F.CL1 t>l'Or.. i numeri abbiamo pubblicato :1r1ieoli ◄ hc ri-.1>ccchia:io idee e ten– Je117.e J)artirol11ri tlcl momento. Altri ne pubblicheremo, tenendo fede a un princi• pio già dn noi annuncialO; ma poichè più di una volta Einmo filati chiamati diretla• mente in causa, ci sin C()1hentito di e::.por– re nuche il nosLro parere. Ci ricl1i:11ninmo oggi ullo scritto di Gue– tano Trombatore pu.bblicato ne1 n. 24 del- 111 Fkra. Articolo Euggestivo neUa forma, eflìcnce, deciso, in cui il problema della lellcrnturu popolare veniva 1>0slo con ,in– goiare screu.ità di giudizio. Ma tnle sere– nità subiva 1econ<lo noi un mancamento dove il Trombatore parlava di « lincea Jet. lcratu.ra del '"entcnnio », e di cc culligrafi- 6.mo •• di « innocui ozi~. e insomma del tanto deprecalo distacco degli ..crittori dalla ,•ila. la felicità c5preStiva. unico (elici1it incor– .-utLibile. Per c1ueslo, arte popolare può essere 1,ohan10 nr1e r::t~erenarn, dis:in1e– rt:~~a1a, Jihcr::t: 1,e)l(I. Ebbene, perchè lanli rim1>roveri, "ggi, alla « le11c.rn :ura tic! ven1e1rnio »? Cli btrillori t'he ei vogliono mettere in un libro, bisognerà aspellarc almeno c111- qu:mt'anni ancora prima di vedere flO quel.la compiutezza e quel la durala erano i). lw;orie. Noi vorremmo che im•ec-e di ,criver tanti « manifesti :o e tante d.ichiarazioni gl"• neriche {ooo aUudiamo n Tron;Ontore, rh,– è anche un ottimo crilico « dimo:ilrini– vo »}, si riprendeSE:e a lavorare sui 1es1i. Sappiamo troppo bene quanto le recrimi– nazioni << tolal,i :e siano frutto Jj nuilumo. ri, di idee vagrui1 i, di desideri inquiel i, e stesso modo. Qu~tn che oo~· e. ic non b:irbarie? Arie popolare? Ma c111esla di oggi è i.empliecrnente bruttezza. Jl popolo non può ::tmarla (solranto gli inteJlettuali, e per ragioni che ~arebbe divertente indaga– Italiani e stranieri per la ricostruzione di Montecassino re, prediligono il brutto in arte). Al 1>0. L ,, 1•a(tO c11mplessQ di i.ni :ialiLe è in polo, dot>0 1u1to. finmo srnli più vicini c?rso per inte~ui/kure le opere ri«!.strul• noi del t( ,·enteruiio ». Noi che non ,·olc. 1 ~, 1 ;:r;'~~~~ :;,•::, 11 :°';u :~ ~~~:;;:;s_su:: 11; ,·amo lu-..iugarlo. nè eS1ltar\o; noi che, 11cr dimora dei mu,iaci e per i't ricovero senza fra!-i e 5enu 6eCOndi ftnj, )o ;una• ~(!!u;~ill(~:~(Uce;/t::~:v ;~;:ns;~t~ ~~j;; come da quest.i passaggi ciclonici si lusci. I ,,nmo nei noslrt "olda1i, nei nostri conta• no svolge11tlo illi:iatire per risolvere i pro. no affascinare anche i migliori, tanto du dini, nei nostri operai, come in noj stee• blcmi relativi aU'apfJrovvigionamento ,lel– mdurli a comfonnljl; che ,:i giu;,;1i(ì'cuno. '-i: noi che lo a~rogJie,·mno nei no~lri l'oc<111ae dell"energia clc:trica. Co11ti111u1110 pure i /m·ori $/rada/i, ,1ece~# sori per (11 gig,allt'SCfl opern di ricostriaio. .. ~"'2:~11!1''1.:-~i'll"~..-...,-~-,--lf" I ne, s<,>cOmlo il pru15rnm11w, della BadUI. dot·c Pra e C4JIIIC ern. E a <1uesto scopo ai è costituito 1m Altv f'<ltro,wto di cui fcuu10 ,,arte i Cardinuli. Schu.srer, Ascolesi, alotti, Mercati, Vi lle1 1euve e Mi11d:e11ty, Primate d' U11glicri <i.rl' Jnd,è gli arciv,scovi di. 1'0· ro11to, Tole<.fo e Sydney. Il GraJ1 Maestro defl"Ordi.11e di .UoJ.ta, Principe Chigi Albcmi., presiede il Comi. ttllo fo1er11a.%ionaled'onore, di cui fanno /Wrle coJJ>icu.e perso11uiitù de/ mondu. ec. clcJiastico, mentre $i .stanno costituendi•, I C011 varie Sc:ioni, Comilnti Na:ionali ua cui uno i11 Italia, e/re è pre.s·iecluto Jo Mmu. Vmuwcci, Abbale cli San Pool.o. Un Comitato e/lettivo Centrale, c0-0rdintJ1or" ,ldl'llltività di t1tlti gli allri, aa..-ràsetle o Mo,uoetwi110, e 11e sart', PreJidcnle Mons. How e l'ice-1wc.sidet1te 1"011. Gi.1.1.seppeSpt1- t11ro. /11 tu/11 i pac.tti st1rà promosJa la r(lccollG cli ol/ert" per I.a ricostruzione ed • nomi d"1di oblutori sarrmno s('g11uli ili un album Non intendiamo riaprire una J>0lemic11 rul contenutismo ~ il formalis.mo. e nep– pure, IColll'e tt'me il T., n1>pcUnrci w1a voha di più ulht 111:H!rlÙ ed nu1onomin del. l'arte. L'orticolo del nostro colJaborulor~ fSi potrebbe t'iussmncre irti w111 richiesta oggi molto diffusa: uscire dalla teueratu– ra; ed è m tnle richie~rn che ,•ogliamo dapprimn boffcr111urci. Due 1•ittori premio.li u. Burano: Pio Semeghiui e_ Fiornvnnte Scibczzi * I reHuu1·i Jc.lla cuttedrule <li Larino. In Noi siamo convinti che simili invil.i 60· •'<> indizio tli unn passione letteraria per– fino eccessiva; liberarsi. dalla Je11eratura vuo~ dire lil,crnrsi dn un°0S6CSlifone, da una allucino~ioue, da un amore se1u·,n ECtunpo. Fuggire, buttarsi allu vita come ci tii bul• ta alla macchia .. Mo sono queé'te le illu~io– ni conliuele degli nnni ,mccessivi alle i;.roudi cnlastrofi, allorquondo si rimpro,•crn nl• farte, t•he era Slllla J>Crnoi come w1 Dio, di non a,•erci sahaci. 1..·nrte, la le1ter:1lu• ra - imitnnJo il Cielo - hanno Jo.:.cia. to che gli uor11ini fSi scannassero a milio. n_j; e allora e.i vuole un'::trle divel\l.a, un:1 leuerntura densa di sicnificati, di ammo– nim,nti, di ta,olc della legge; un'arte che li.io o: vii a »; come ~e non fosse proprio la (e vita» In grande re,;;pons:ibile dt>i 11-0. stri errori e delle noslre &offercn..:e. Sono richii;sle umane, commoventi. Ma, <"i si consenrn di dirlo, fiOno anche ri. chic.sie "tca·ili. L'urte, la Je11cratura, sfug– gono a <1uei controlli, e fle non sanno Efuggirvi &i innervosis(ono, 6i fanno in– <1uietc, frettolose. Pcrchè l'::arle - lo ri• oonosce, con fas-tidio, nnebe Trombatore - isrnto ij'a,ccu):u rurono (e. isono) .soJ>rill· 1u1to nr1is1i, e come mli non f>ul,irono in– fluen7,c cs1eriori ~e uon in modo, oppunto, ~sleriorc. ti loro animo non si n1>rÌ olle luiinghe dell'ora, la loro esprcs::.ione non 1-i abbassò. :inzi, per liber11r:ii, toi fece sempre pili ahu, I-Mi fìcrissero l,i..bri "he non piacquero ai dom.ina1ori: e furono accusati (anche più di <1uanto non lo sia– no oggi ) d1 @. calligrafi~mo », di t-f'nrea aderenza nlla , irn, di disimcre'-~e fìoci:.ilc. li regime potè forse €trvir~ene, in fu.m:io– ne tJccoraliva, ma e~si, 11lmcno come t'lrli• tilÌ• non lo sen•irono. 1\on c'è un "olo libro di t'reazione in t·ui l'influcnz:1 e~1er• nn :1bLia i:wuto un'i1111lortunz11def'ii-iva. Qut>sli ~crillori, ~i diC'C, hn11110 a, uto 1or10 di dur tr<•l)l>Opeso nlJa lormu. t'('r noi, ,p1esto i: invece un 1;ru11 meri10. In un tempo di dilngantc bnrbnrie, e~si sai• ,111·0110 l'onore della noslr 11 )t'llcr111ura. Jn un IClllJ}O (li fnrilo11t•riu, di gro!'>l!olnni1ù. di merrnnlili81110 :1r1istieo, e«si rinunria– rono a.i successi e ,1i gund:.igni 1>er tenere ah<• il nome del loro Pae"e. C1 ~0110 dic- non è un fenon,eno toocinle. E' un fo110 ci, ,·enti libl'i, '-nilli in ,1uegli a1mi. ili individuale; e perciò trova H suo « con• rui unn nr.7,ione ci, ile e:i doHcbbe Ecn1i– tenuto » sohrmto 11cll:i i>ert1onali1à dell'.ir- re orgogliosa; e le la nrrnione non se n"è li<'· tisia che la produce. Dal modo di rea• cort:1, non è ~tara col1x1 JeglJ "cr11tori. gire dcJl'ar1ista agli av\'Cnimenti. dalla ,ua Tro111ba1or,-. cita tre 1tr:111diilalinni t!cL possibilità di co111J11uoversi, di soffrire, di I J'011o«n10, 1><:n·hènoi •i mnoia dalla vcr, esaltar!i o di dcprimen,i, di1>ende J'op('rn; l;OPHI :JI loro confronto: Foscolo, l.t>np:Jr• e non già dalle reazioni o dalle intima- di. l\lanzoni, <-. scrittori uni, en.ali e po1>0- ztoni collcaiH. che oggi. v::nno in un $f'il lari». \la dii più di noi vt>ncrò quei so, Jo111:111iin un senso oppo ... to. L arti. grandi? Chi li « rii.t'Ol>rÌ » e li addi1ò (',). fil.a non può "C&uire i~ J>crpetuo oscillare me Macbtri? E perchè furono grandi.? Ma dcUe passioni e delle convinzioni ~ciali. L'nrti'-ta s'i111med('simn tlel mondo qu11l"è nelle euc lcg~i immutnbili. 11011 quale :,,i vorrebbe che fosse e non 1>uò e~sere. La consolazione llclln J)OCfìia bisogna cercarla ul Ji fuori del prcse111e. Ln co11- t>0lwionc della poesia è nella po~~ibilit:ì di re~islere alla follia delle nazioni, ai defoli dei J)Otcnti, nllc 111opie, :ili.e illu· ,inni, alle smonie, ni furori dei nfr,antro· pi e delle 111olti1udi11i. J..a con-olazio.-.:, deJla J>0e:-ia è nella t-aggeu:1 delle parolt> che non "ubi,cono "menti1e 1 neU"equili– brio, nelrordine. nel ritmo. E il popolo non chiede a)lro. Il po1,olo ama la mu· &icn: non lo dimentichino i teorici, gli intelleltuali, e prop:11tnndi~1i. 11 popolo, in nome del <1ual.cOfH::Ì1ut1i 1>nrl11110 e del la g·rnndezzn della loro ..arte è lo ~tilt>! E' 1,n fornrn ! L,:1 loM , it:1, -.iamo sinceri, non fu ~ernprc :1111111ire,ole. Lo loro « eocin– lit:ì » 11011 è :1ff:11to tla adJi1art>i o model• lo. Furono univc1·.èali 1>0rchè furono 111- dividuali; 1>crrhè furo110 soli. nel loro mondo; perchè fovoraro110. tenncemcnte, :1p1}assionau1111cnt~'.1*r -affinare l'esprcs– ~ione. per dare una duruln stilistica alle loro fant11Q1e, ui loro impeli jmmoginati– ,,i, ni loro vcn~ieri. Pcrchè, eì, furono letterati. E il 1>01>010 Ji nmò (ma lardi li amò, quando imparò n capirli) per la bel. lezi.a dei loro ,CT-.i, per In bellezza dellu loro J>rosa. Gli "crittori del « \CllLlC.nnio .e J.On Li ist>irnrono alla « boria quiritc~a » di Car– ,1ucci e lantom!!DO al ~ malefiro iocub::t· qual<" lulli si fanno i>a1roni, ama Verdi tore » D"Annunzio; ma i.i is1>irarono a e Rossini. &I ha ragione. e que1ota è la quei J\Iae1Slri. Non furono aridi, 11011furo. sua salute. Il pop~lo chiede agli nrli::.ti Ji no eirrili; furouo nnzi de\foti -.en°itori es«:c1e sollevato dnlla iua miseria, daJla <leUa ,erit:ì dei '-Cnlimcnli. La loro ane fu fatica di ogni giorno, dnlla diepernzionc, liacra? Chi 1>uÒdirlo, oggi? Chi può pro. dallo scoramento, non già allruverso una ,•arlo, e con quali ar~omcnti? Quel che ò rappresentozi<1ne incat1ivi1a del male di com1>iuto, definito, durC\'Olc, non è 111ai vi,•ere, 11111 aura, erso 1a bellez,;a. L'l mu· fiacco; t· Ae di 1111 poeta rimnngono tre ticn, Ju propor,:ione, _il colore. ln!iomma, o quauro po~ie, e di un µrocntore rena V a libri, in"-ieme con gli. angeli e le im cn, zioni, le cnnwagne e i mari, 1u11i cceomu– nnti in 11113"im1>3ti3 wnana. in una ~pe– ranza che ,•enivano Proprio dalla nOltra -ol ihuline e dulia nOtilra ,,orai.ionc. G. B. A,.,,c,oLErn .seguilo a 1,nuuuiue /Qlc11li. çe staJo /11w.t– me"1e dato il via ai la,:ori di. restouro alla O,uUicn Caucdrale ti; Lari110 la , 1uale, per fo sua velu.sta costru:ioiie presenta, nella imponente mole. varie le.,ioni a.ggrav•esi in <1uc.stiultimi tempi. la O,zsilica Cal• te<lrule di. Larino, vero gioiello d'arte go· tico-romantico, ;. /rn i mo11ume111i nOflil. mili pi,ì belli ,rtwliu. poi, 60hnno per la loro cloqucn1,a e la loro intenzionale generosità. L'arte dc,·e essere giudicata <la u11 punlo di vista cri• tico, 11utore per autore, libro per libro; appunto perchC, ripetiamo, è un fn110 in– dh·iduale; e perchè non bastuno vent'nn, ni di regime politico ad uccidere le nu• 1entiche personali1à artistiche. Mc a111me1tiamo pure che nel • venten– nio» si scrivess" « lroppo bene•· Oggi, UNGARETTI TRADUTTORf; in compemo. si scri,·e « :ro11po male J). I Non si è mni scrillo 1nn10 mal~; e, quel che più sorprende, lo i.cri,er male uon è sonetti di mai stnto quanto oggi lodato e upJ>ro– zo1to. Quc::.lo. J>er ,-011101106lro, vuol di10 disonorare le lelterc i1.a)ianc, gcllare al vento i nostri 1itoli di nobiltà. Certi li• bri d'oggi, sì, sono lcuernturu fiarca, fiac– chissima, pcrrhè totulmenlc inulilizznLilc, Chi può rileggere un'opern di qucsli gior. ni? Qunle esemJJio di s1ile &i può oggi offrire ai giovani? Di molti libri generai• meme loda1j rest11 soha1110 l'eco fioca di una vugn filao1ropia tuttn esteriore, tutln di maniera, incapace di ferma~i sullia J}U· gino. La relloricn del co111cnu10 dilaga, (li ,uol vedere l"unrnnit:ì nei falli, fìOltnnlo nei fatti, e non dentro le cose. E' ecom• 1>ar,o il '.)Xleo.aggio, fclice t'Onquina ro, mar.lica, è scnm1>a~a la C< vi!hil:ì ». imo• Elituibile retaggio dell'nr1is1n; e sono f;l'Omparfi la fantasia, il ritmo, il \'igorf' e-.pressivo affidato non alla ropia della reahù mn alla fìUa rielnbor:rzione i,oelit·u, e,,ocnti\'8. Uno schema '-tilis1ico <1ualsia– ::.i ba.sia per lutti; e 11111iscrivono nllo ore 18 presso i .Mercati Tr-0ia11ei si srnlgenì il processo delfo Banda della pemia TriJuB8n, Ungnt·elli, I\Joru,in e C. al Tribunale ( de 11 a 1 Fiera Letteraria l l pLLbblico romano è ammesso all'udienza e 1untato a partecipare all'ltcClLSlte olla difew. ,, Bi,bìgl/,ano i maleooli d~ro le qu,nte; • E' un violcm d"Jngres d;, Ungaretti, que– .to1 di lradurre poch" ,tranieri. Ungtlf'e/Ji è un /irt'co p,craonalissimo, e quando fa una cosa buono non può essere che dell'Unga rct.O •· Il (ibreito che al1b1amo sott'occhio, nella •ua Nola introduttioo, dice in un punto che , una tradu:-ione è aenipre il ri,u/t:afo d'un comprome,.so frd due spiri'ti • (;:,. 23); ma più oltre, e /orse con troppa umiilà, gclla ti} questo inci,o: • un lraduilore, il quale poi no11 è altro ,e non un mode,to g:oua– tore .. •• (p, 35). Ora, un modeslo glouatore non fa comprome.s.si ool ,uo testo; la aua poai::ione è ancillare per programma e per princip"o. Se l)Olt:ui /art: una 1/roncoturo (ma non p.ur più; oggi gli uomini si .11ron· cuno in altro modo) potrei agganciarla qU": Ungarettl è ,imano indcdao fra il comp,o. mcuo poetic o t: la glossa letteraria; non pr,i ,c.e,p ·ria.no , non aricora ungarell1ana, la sua tradu: :ione naviga ,p,euo fra due acque, pericolose entrambe. Guardale la melr;co, per e.tempio: • i miei sono regolari111mi set– tenari e no~nari o novenari e aetlcnari, oppure cndecu.si/labi e quinari, o quinari e endecasillabi. Mi lrot1aoo dooanli o un 1Jer– .o clic, i>olendone il più &lrettomcntc po,,:ti bile ri,pclfor il .senso, eor-rispondel)O a Cli• ca sedX:i ,ìllabe italiane • (p, 35). Non ,., co– ,a inlt:nda Ungorçt4! per • regolanuim1 •· Scelgo qua.sì d amo (Son. XXI X): • Tullo solo sono nel pianto sul m.io (reiet10 slDlo, È accuso il ciclo sordo con , m)ci vani [gridi. f. mi ripiego in mc e molcd1co il fato: Anelandomi s\rnile a chi più di mc ape.11 Ne ambi11eo le fattene e il numero (d"amic1 • Il primo L1Cr,o com-ineia oon un nooenano /ibero, non regolare, e /ini•ce con un ,et. lenario regolate; gli altri quaUro sono al• lrcltanfc coppie di .scltenat'il rcgolon·. Cli e,emPt si potrebbero ripetere a ogni ool. lor di pagina. Ungaretti avevo dunque in mente un cerio schema metrico italiano, ma poi non lo ha seguilo, e la sua t,adu::ione ,i può dire aia in verso libero. Se aocue adotta– to pienamente, per dir cos?, la disciplino d, quc•to liberld , ooremmo avuto forse un po' più di Ungaretti, e anche, in p-'il caai, una migliore exrcila:ione di poesia i a&ana; pcrcl1è ,peho quello schema gli rimane daoanti alla mente come un 1Jincolo es!C'r– no, un oalacolo in più, del quale, a conti falli, non •i vedeoa il bisogno. Vien Jatlo di pensare eh= bastaoa riprendere il Re.bo– ra e cercar di dargli quoi 1Jalori di poc,w Shakespeare di cui più oohe di/dia. E non è /orae lroP– po arbitrario affermare che al scnao del blnnk vene ingl.t:ac corri•pondono in me• d...4, acdici ,illabe italiane) Certo, di Jron. le ai i>er•i più cOnccllo,; e aggroV':sliati ac-– cade, anche a Ungaretti, di prender la c0r– -a- in Italiano e non /ermar,: 1 più (oedi lo fìn,e del .ondto citat o: • Che non' baratte• rei il mio .fato in q.ue/ momento neanche con un re•• che A di diciannoi>e sillabe, .,ebbene i/ feato, qui, foue molto piano); mo lo •teuo Ungaretti traduce a,sai bene. m1· acmbro, • The forward v;olet thus did I chide • (Son. XCIX) con: , Sgridai così la primaticcio oiolo •, endecasillabo noslra• no clie ha un pro/umo di remin:scen::e jf. lu•lr1' {non aono lranquillo, a dire il ocro, sull' equwo/en:4 Ira forwnrd e primnti.ccia; ma po,so sbagliarmi, e in ogni caso è un problema di ,cn,o, non clii. melro). Insomma, o libertà o mi&ura: o un libero poetare un• ga,etliano •u molivì di Shakespeare. o un arduo esercizio di traduzione il più pos~i bile esalta ed cnfro /orme precise. palluile

RkJQdWJsaXNoZXIy