Fiera Letteraria - Anno I - n. 21 - 29 agosto 1946

FIERA LETTERAR ANNO I . N. 21 ESCE IL GIOVEDÌ Direttore': G. B. Angioleui Dire:.ionf', ,lmmiuiit,a:i.Onft {' Pubb/iciui Piazza Madama, 8 • Telef. 50.919 BOMA SOMMARIO C. B. Angiole11.i: Utilità dei premi - Francesco De Sanctis: Lezioni inedite - ilvio Miche/i: Cara mamma - Antonio Ba/clini: Laboratorio - Jforce/lo Callian: La miseria (III) - Aldo Bi:zarri: G. B. Vico - Ennio De· Concini: Conclusione sui rapporti tra arte e pubblico P. P. Pasolini: Lettera dal Friu_li - Note e rassegne di V Ulivi, U. Morra, L. Colacicchi, V Ca/1,u-i, T. C11errini, F. Ceraci, ecc. ROMA. 29 AKOll0 1946 U A COPIA L. 20 Abbo11ame11ti: annuo L. 940 - aemcstralc L 490 - lrimC'llltrale L 250 • F...tero: annuo L 2000 - Avv~i economici: al rigo 1- 50 Pubbliciuì: al wm. L 20 fioo 11 500; L. 18 da 501 " 1000; L. 15 da 1001 a 3000 Utilità dei • premi tura nociv: con il loro moltiplicarl!li, Se si indire manifcetaz.io1ti 11a::.ùmali, per ripie. i>romiassero troppi ..crittori, .,arebbe come gare imece 1,u queU.e regionali. utili=ime fòie non se ne prc1ni:t~&e ne~uno. Perchè a mellerc in luce e ad i11corap-ginrc arti:,ti il premio dc,c a,crc unche un nito val.o- j non ancoro maturi per lo uro,e maggiori. re mornle: un vulorc di scehn rigoroso. e Que~tn 11011 è che un'affretrnta J>rOposla; Lezioni Con In fine dcll'obcuramcnto di italiani hanno ricominciato a non legcerc. Il libro 6CrvÌ, dunc1uc, n so ..1i1uire alla m no J>eg• gio la oouvcrsazione al calTè, ha pa:,eeggia– ta ml c0h0, il cinema, il tentro. Chi si ill,use, negli nnni ticorsi, su un rapitlo sol– Ie,•arsi del lono culturale in Itulia, deve oggi nmarnmcnlc ricrederbi, JI libro ita– liano non si vende. Sin.mo tornali ai tempi in cui di un volume di \Cr:-.: ai vende,•a. no dicci copie in un anno; e in cui una ti– ratura di 1luc111"la C11<'llll>lariJ>er un ro– manzo veniva con,;:idcrllla un succt.-sso edi– toriale. 111110111111a, sii i1aliani, in <1u:mto let– tori, ma.nleni;ono t1crenamen1c, im1>erturba– b\Jmentc l'ultimo llOsto fra i pol)()li delle nazioni ci,•ili; nè pare die fon:a umana val. ga a smuo, erli da quella trincea. Siumo troppo pcssirni~li? Cc lo auguria– mo, e nulJ11 d solleverebbe il t·uorc quun– to una srneotila. M:i la veritj è che da alcuni mesj gli editori sonu in crisi, e che )a posizione degli scrittori italiani diven– ta scm1>rc piìt difficile. Quella deali scrit– tori è l'unica « cateKoria » che 11:>npossa difendersi con lo fic:01>ero. Se i buoni scrit- 1ori che ci sono Ju noi suttllcs.&ero !!dcgno– samente di fìcrh ere, lo s1>ellncolo di, ente– rcbbe grottc&ro e pie1~0; chè nc .. ,uno se ne darebbe 1>er inleso; gli eclilor·. frstnn– li, si , olgcrebbero ai claS6ici o - i più avidi e s1>rogudicnti - ai libri ero1ici e 11cundalistiei; e i ]cuori non se ne uccor– gcrcbbero llCllJlure, i migliori rip egando be{lza troppo corruccio sui libri stranieri. Gli scr 11ori italiani non J>Oi. ... 0110 di(c.n~ dcrsi. D01>0 n,cr ln,orato un unno intero per meuere insieme un buon libro, ne ri– ca, apo t:11110 da vi\'ere un mese. Oebbvno <tuindi for due O Ire nllri mestieri; e poi– ehè eono <1uasi sempre inadatli ai;li affari e al commercio, e tutto sommalo non J>OS– t>0no rrar guadagno se non dallo J>enna, ec– coli ad e~tenuarsi e av\']~rsi rM!II.: tradu– zioni, nel giornalismo « brillanle », nelle sceneggiature, c•cc. Nei casi pili fortunati &i dànno all'insegn:unento; 1:ei 1>iì1inJcJj. ci alla richiesta di sussidi. l\Ia in ogni mo– do è l'arte che ne soffre. L, socielù mo– derna, prelendendo che il la, oro intellet– tu11le vengo po'lto sullo <:les::-o 1>iano di c1ualsiasi altro hn oro, costringendo lo scril– tore e l'artista ad una produzione conti– mlii e inin1erro111pibile, op1>0nendo-.:. per mancanza di fo~tnsin e di intelligcnzJ 3d ogni form11 di meccanismo, comp'c uno dei suoi J)iÙ gn:1,·i alti di in;iustiz'a. To– gliendo all'artista In possib.lità di medita• re. di riposare, di contemplare, toglicndo– gU sopra11u110 la possibilità di 50(;tudine e di indipendenza spirituale e morale {im– portanti <1uanto l'\(ldipendcnza polilica}, e COhtringendolo ad irn1>iegnre la magg..ior ixarte dcll.:t ,ua giornata in altri lavori che richiedono 5pcrpcro di cner,;·u intellellua• le, <1ue:.1a sot·ie1{1 soffoca a 1>oco a 1>0co l'i,pirazione, inaridisce gli onimi, o li UO· 5pcra o Ii mortifica fino a rcnderlf inetti e mes.chinj, Quando si rimprovera ag)i scrit– tori italiani di cs<:cre troppo outobiogra. fici, 6i r:Cordi , he quehtO è il solo modo di rihcL1ar-11i,dj dift.ndcre la propria soli– tudine. La liric tà delb leueratura italiana d'oggi deriva nnrhe dalla impossibilità, per lo scrii:ore, di nd'crirc a una socielù chr. lo umilia o lo ig.norll. .Mollo si è scri110 contro i premi lett.crll– ri; ed è ('erto che un premio ou0 ett:.ere fotlle d' g:rm,~i incom e:ticnl.Ì. Ma onnai è 11nc.he la 60la for1una in cui J)O!;S0no 6pe– rare gli scrillori per trovare un &0]Jicvo nella dura condizione in cui si lro,ano. Per c 1 ue<:lo 11oi s·umo fovorc,oli ai premi. Chj stti\e, ha fallo recentemente parte di 1tna giuria, ed ha a, uto la lieta Eorpr~ di vod,ere il pubblieo mutato in foutorc e 1>r0• tc11ore delle arti: e s·a pure :i t>UainsaJ)u• ta. La genie rhc affollava j giardini di un grande albergo, H1 una spiag1ia drl Tirre– no, for ..e non ..aJ>e\a di co•uribuire con l'acqu·~1n dd l1i~lic1to d"ingresso alla CO· slituziorie ddlu somma ncce,;saria per il 1>remio. Se lo a,~ero saputo, forse molti non sarcblwro entrat'., tanto l'idea di ~p<'n– dere quulcoi:..a 1wr la cuhura di1,gu1,ta o sgo– menta parte d<"lla nostra borghesia. La gen– ie ,eniu là drntro per ballare., per bere, per pas!-nre uno beUa llOII~ d'ago ..to; e :n- di r rono-.(•imento s~lcnne. Gli _~cr_ill~riche li 1 1 im_por1ante è che ~, lro,,i il. mez.z.~ di im- 1· e d . t e latuo il premio u cresce,a ». in un a,.n 0 pul,blican 0 buo111 libri t-ono ped1re lo s1>ettacolo assurdo cl venh o t.ren. Il 1 Quella sera un cnfTC o un paccbeuo di pochi; e ~e i prCJni fo-..:;ero in numero su-, ta tiurie t'he premiano ,enli o trcn!a li- I i,;igarettc C0:,lavnno più di un libro. Una pcriore a buoni libri, .,i <loHc.Lbcro pre- bri diH:i,nci. 1m!se.ntandoli tulli come (< il bo11i1~;lia di SJ>umante co:-tava quanto una mi:irc anche i mediocri, forse anche i cal- m·i,dior libro dcU'anno ». di FHANCESCO DE SAJVCTJS collezione ~n1ern di narrntivu moderna. l\la ti, i. D'altra J)arte è i11e,•itnbilc che v: sia- Un cnuto, c.morevolc intervento deUo (Co111i1111azio11c vedi 11umcri preccde111i) la genlc beveva, (uma,a, e ben di rado al no libri meritc,oli 11011premiu:i {come \'C Stato ne.I. tòcnso di con:.igliare, di vigi- VI Lez1"one <1ualcuno veniva in mente di comperare un ne sono st?I' <1u~-.t'u1mol, r~r~hi: l'.accon• lare. e non già di imi>0rre _ S.'lrcbbe augu- • libro, frn <1uclli CfJ)Otli su una bancarella. ll·ntarn 1 ~ 11~ 1 110 ~ 1 t.· buonu PJhtica, n.: buo• ral,ile. Ogni regobmen10, oan· costituzio- Avendo nelJ 11 lezione pn@sula discon,o del i\lohi, quei libri li guurdavano con una un amnum,lraz,on:. I ne di i::iuria dovN'bbero e-~ert' allentame.o- primo accidente del nome, in quehla pa&– i.pceie di ribrezzo o tli ronuni--erazione: poi Tre o <1ua11ropremi nazhmoli 1>0,-ono in te e~aminati da un a1>p0:-.itouHìcio, il <1ua- ~1:r;:~n~er!:rc;';~ .se;::{to (i:ci1~r~:;~;· i~~~ IOrtHI\uno a baUare. ,\ ritlerc. E b S uria un anno bast:ire, E biso~na che le g 'Urie I le avrebbe la focohà di conci! ure le di\'er- si aggirava &traccn e nutlinronic:1 Ira i ne l!"i:111~ compo!.~è do uomini di competenz_a :,e lcnd,•nze e di coordi-n.1ro armonicamen- ~~ 1::~~ 1 ;'(\):: 1 1 :;i~ ~~:~::-r~~o~~!ad~e}'!~oiln:~:: gri p'ui e gli esili oleandri. bl)Cc1fica; cosi t:ome occorre dtc, !,cr 1 1 I te le ,arie inlziat.i,,e. Noi simno per la 1:. ra indicano un ogi;cllo speciale; mn quan• l\la non importa. Il premio ci fu. Si p·re- loro numero r!Mrello, sia ns:.icurn1a ni pre• b;rtà. Ma f'i 50110 ancho modi uma.ni O do 1).1ssue1110dall'ind:viduo nlJa spec.ie ed miò un noslro raro l)Oeln. Si ·11cora3giò un 111' la ma ..... ima ri:o,0nanr.a nel P11e,:,,e. ·garbali i>er impedire che gl;. eccessi di en· :!s!eftri:iu::~~e~r i~; n3;:nr~~~;~ 1~ 1 e 0 ecoC,::: giov11ne rorna,{lziere. Duemila piccoli mece- Per qu~i,te ragioni. ,.arebbe bene d1e gli . . . . nati danzanti a,evai\0 re,.,, inron~ciamPntc 1 • I I' . . . . . ) 11 • d . tu:-.1a .. 1110 o lo spmto di emulazione possa- ::-i è c~pre:-.So il plurnlc in italiano. Ciò gi e~, i oca ,, i mu111c1p1,.' gru1 pe i ami- f no nuocere a quelle stesse persone che si è (allo modificando la finale del nomo. AJ. i; u~lizia alla lettcrnlura. c1 delle le11ere.' CCf"., rirJe1te.,ser11 a l~mb•' vorrebbero bcne(Ìrare. cuni grammatici han do111and11topure c<>me lkn vengano, dun<p10, i 11remi. M:1 si :,li:t pri111a lP bandire un roncorso; e dcsi,tcs- 1 si forma il :-.ingoiare; mn è que6ta una allenti a nou 1cnderli indfìcnci o ad.lirit- scro dai loro t-i11Jlllr lodevoli propoi,.ili di G. H. ANGIOLE'ITI ~:\~:'n! 01 ~•:~~~:•ret">OJ;: 1 èn!~u~:t~ol~;:i i: 1,~~:: I L PREMIO VIAREGGIO 1 9 4 6 \ A Um,berto Saba per la poesia a Silvio Micheli per la . narrativa Di~mo q.ui La rcla7.Ìo~c ufl! cia.le s~ll'auc-, Narrale uomini la _ooa/ro •!oria. L"obbnndo– gnaz1onc del premio Vr<1rcgg10per 11 1946: no della sua cnnd1dntura e al- .lto accomp,a- Lo giuria de: premio Viaregg' to I)46, al- ~nato dall'unan1me augurio c.he m una pros– tmv~rao num:Tose e vivac'.a.s, i.me riuruoni : t.ma opero Savinio offra l 'occuione a quel 8voltesi nella prima metà. d'ngoslo a Roma uconoscimenlo che senza dubb'.o ;i!i com. ed a Viareggio, ha preso in esame uno pelc. lren1inn d1 libri. già &eelti Ira il megtlio di Analoghe considerazioni sono state fotte quanto è !lato pubblic.oto in Italia ~h ul~ per Pea. Il 9uo romanzo Lise.HG• è frn i più limi d~oictto m:!IÌ. pcr8p1cui dell'annata, affronta un tema di Qu~a prima selci1one ai è isphata, oltre caldo ~ntOt"esseumano e sociale, ma non rag. che ad un l".goroso crilerio estetico, anche giunge gli ccoellent1 risuitah d1 cui il Pca ,lll'opportunità di eac.ludere dalresamc le opere ~gnn!ate ol pubblico da altri premi, come ad cscmp':.o: l'Aga.tino di Alberto Mornv1a, il Cristo si ~ fermato ad Eboli di Carlo Levi, le Lcflerc CJll'cditore di Gianna Monz.ini. La ia'Juria si è subito impegnata in una .,!lenta diacuss,onc intorno al Golia di Giu– seppe Anlonio Borgese. testè apparAO in tro– duz.ione italiana. Non c"è dubbio che ai trat~ di un'opera insigne per mcrin letterari, po– litiCI e spi,ituali: in uno parola, di :.rn opera tale da rneri1are ~I più ampio riconoscimen. 10, Si è dovulo però considerare che il Go– lia risale ail'nnno 1937, che è stato se.ritto or'lginnhnente in lingua inglcac, che 1'aulore non ha riveduto In traduzione - come egli stesso a89crisce nella premeasa - talchè l'o– r~era non reca la dirctla impronta stilistica dello scrittore. Si tratta inoltre di un libro &flà 1rado110 neUe principoli ringuc del mon– do e che - per la 13enero11ità$lessa dcl– i" ,usunto. per la sua efficacia polilic:a e sto. rica - si è già imposto ni pubbli c'i vast1•– simi e li ha profondamente sco.si. Il ram. mar'1co ste590 della giuria nel dover esc.1•1- dere. per motivi puramente contingenti, 11 Golia dal premio Viareggio vuole anche suonore come un dirello appello a Giuseppe Antonio Borgese. affinchè torni fra gt'i ac.nt. tori italiani. Le successive discussioni •i sono ferma– ,.~ sulle seguenti opere: Uom:ni e no di E.– Ho V:uorini, Il libro del /orest1'ero d1 Libt-– ro de Libero, LiacUa di E.nrico Pea, 'f ulta la vita di A.lberto Savinio, Pidà contro pie. td di Guido Piovenc, Il oecchio con gli sti– vali di Vitaliano Brancali, Le due zitçlle d1 TommaAO Landolfi, Mio cugino Andrea di Ro~no Bilenchi Dal mio diario di S1b1lla Aleramo, Un an~o sull'altipiano di Emilio Lussu, Rancore cli Stefano Terra, Pone du. ro di. Silvio Micheli, Un brindi.; di Mario Luzi, Ferie di agc»lo di Ce.are Pavese. L'i. sola oppaasionala di Bonaventura Tecchi, Il Canzoniere di Umberto Saba, Fiori pari /iun di&pari dì Leonardo Sinisgalli, Il ve– ìicro di Antonio Barolini. La rosa dei candidati si è ben presto ri– stretla a libri eh.e rapprescntuno non solo aè s1cssi, 11\3 la malurltà di un'opera: Tutta !a c·la d1 Albe.rio Savinio, Li.etto di Enrico Pi:n, Il Canzoniere di Umberto Saba, non– chè al romanzo di Pone duro dì SilVlo Mi. cheli, che p~r l'acce&n possionc e la vee– mente a1tual11à di motivi fo ric.onosccre nel. lo 8CJ'ittorc pos sibilità non comuni. Snvinio, c.hc è indubbiamenle uno dea-li artl&li più eompl,eti che sieno oggi in Italia, 1,er ricchezza di fantasia, vivacità di stile e :nodernitB <h cultura, intensità morale e spi. 1itualc, non si presenla con il suo ultimo Ebro - uno breve rnceolta di novelle - con quel!a esauriente cornpiutezz.a che si ri• levava invece, per esempio, n,.J Niv,uio do/. cemarc, in A seolto il ttlo cuore, città o in ..., V UMBERTO SABA si era dilnostrato capocc, per esempio, ael Moacordino, nel .Seruitore del diavolo. ncUa Mmommano. Anche ad Enrico Pea b g:uria rivolge un l'ffeMuoso e !IOlidale augurio. Sono rimaSli pertanto in lizza un f1bro di poeeie: /I Canzoniere di Salx, e il rom1mzo d, un giovano vuueggino Pone duro di Silvio Micheli. Dala la lunga vacanza del premio Vjareggio e le tragiche c'ucost.anzc da cui essa è dif)CN, !a g,urio è venuta nel la determinazione di esprimere un giudizio in qualche modo ptinCTaffi.!co,c.he comprcu. dn la più voata apertura di esperienze e di opere. Ha quindi dedteo di assegnare per quest'anno un doppio premio: l'uno per la poesia, l'altro per lo narroriva. Il Canzoniere di Saba è un risultate pie. no complesao e compiutamente Sgnific,u'tvo di• un quaruntennio di felice lavoro di dtlÌ· slo. Tra I movimenti delln poesia Ha.liana, Sabo è staio sempre un iso!olo: ma OJgi con un lungo giro, percorsa la par-i.bc, ln del. l"ant'idannunz.ianesimo, !Cgli arriva a ricon– iungere-i al filone c,e.n1rile dolla nosCra lei tera.tura. Lo 1,,tupore, il cand'>:e, dei suoi versi giovanili e quel suo • gu'lrdare ed a– scoltare » ai serbano inlaltt attr,wcr.o In intensa avventura di una vit,;i che non s\ sotlrnc n nessun incontro, o nessuna pas. sione. La cap:icitò. di cantore, in lui ecce. zionale, si allea con un aens!> immedi 1to del. le cose. Il suo amore della , erltd si con. cre!a in un tono popo lo.re e narnlivo. n voi. te come d1 un diario altamente ispi:ato. La pienezza dc! •uo oanto si ara no nei n,cdi ddb nostro più autcnl'lca trndiziune cl,.asi– ca. Sabo è cotì nel tempo e fuori del tem. po: come tutti i ver'1 poeti_ Per lui vole, cd è raro ni noatri qJiorni, il binom 1 o ., pOC-lliae veritB ». La giurin ha qumdi assegnato il premio Vt0reggio 1946 di poesia (il rrim'.'I premio Viareg1tio dcll'italia rinnuv11tl') a Umberio Saba ~r i'opera li Canzoniere. Premt:\ndo il poeta la giuri., si Iuta an, he il rappre-senlante di Trieste da lui cirntata - fin da'1 giorni dell'irr~dcntismo - con J"affelto e la nos1al3'ia dell'ik.iiano. La sua arte leslimonia con voce di pu.-a e limpida poe,ia quel contributo alla leuernlur,:i, nazio. noie eh~ Trieslc e la Ve11ez:i1..1 G'1ulia hanno dato e continuano a dore - non ultima piova dt:lla loro i1ali,mità - con sc.rittori come Sc\pio Slataper, Carlo Michn.:-ls13dler, Italo Svevo, Silvio Benco. Vir.rilio G101u, Carlo e Ciani Stupjrich, P, A. Quarantotti Gambini. Il romanzo Pone duro di Silvi,, ~licheli appare un libro a11'1v-..!naente imp::Rn::ito con le sollcci1udini del nostro tempo. Alcuni epi– t>Odi, come quello deJrisoln po9SCggonu ~1 r'1tmo e l'emolività di una 1spirak1 ora nar. randi. Lo s1:lc rotlo, c.ontinunm:nle eccitato. lievitato da f.ermenti regional1, è come il gra. fico di un 1'11cco tempcramenio che sta tro– vando sè &tesso La sofferenza, ki pietà aono quelle fiorite dalla forma odierna dell'umano carità. Il li. hro del Michcl1 ri~M:e ad una potcnlc e cc,.. municativl""11mmedialezzn. A Pane duro la giuria ha quindi assegnalo il premio Vi1..1- rCJ"gio per la narrat'lva. Su segnnlo.zione di uno de·, giudici si è stabilito di inviare un telegramn1,1 d1 simpa– tia a E.rie Unklater autore del romanzo An. s:elo, soldalo ac11:plice, che desowe con spi. rito dt oomprcns\one il dramma dctl"ltalin in guerra. La giuria si dugurn che q•1ella più vasta giuria eh~ è 11pubblico sanzioni i 1·1. sultari dei suoi lavori riconc.sundo con lei la vita~tà dell'odierna lelteralura i1aliana, Lo relaz'1one porta le firme dei inembrj della KÌuria prcecnti, e cioè: Leonida Hcpo~ e: (presidente), G. B. Angiol~lli, Libero Bi– giarelt-i Giulio Cenci, Antonio Ciampi Al– berlo Colantuoni, Giacomo Uebcncde1ti, 1:.1. pidio ]eneo. Renzo Pezzoni, Carlo Sc::15'1, Hanno inviato il loro voto per il!òcritto: A n. Ionio Baldl'ni, Umberlo Caloa.o, A nlonio Greppi e Froncctteo Perri. Segreto.rio. l'avv. Domenico Liparo. Il Premio per il Viareggio 1947 La giur.a del premio Vifilegg.·o, riunitasi dopo la mani/eatozione lei/erario del 15 og> $lo, 110 riconfermato a •·10 presidente Leoni. dd Repaci, e ha stabilito dJ elci>nre o lire S00.000 :•importo del premio per il 1947. Sa– rar1no pre,e in eaome !e opere uscile dal Io ag0$I0 1946 al 30 giugno 1947: e le opere sics,e dooranno csacre presznlalc alla giu"·a. non oltre il 15 luglio 1947. Prouimomentc pubblicheremo il rego.'amcnlo COT1,olctodel Premio. mo dol vocabolario e dnllu lingua. nè dob– biamo formarlo. i\oi adu.nque porremo co– si la questione i dnto il sin~olnre. come grammaliralmenle ,si forma il plurale? Qui la lingua italiana è semplic:ssima, e e.i dà una holn rego):'1; generalissima, cioè che l'a femminile 1>rende e ul plu.rale e lo nitre ,oculi prendono i. Mn rrnrc nelJ'applica– z'one di <1ues1a regola nascono alcune dif– fif"oltù cli cui or 1>.,rlcremo. Si sa per rag-io– ne or1ogru fica che ogni 1>11roladeve con~ ~ervarc il s.uo ~uono naturale. Ma 6icco– mo il ci e il gi unili colle vocali a o u e con le consonanti lmn,io un suono dur0, ed uniti con e ed i hanno suono dolco, avvenne d1c nella formazione del pl.uralc il suono rt:slavo alterato, e <1u.indi si J>ec– cn\'a contro la regola or1ografica sopradot– ta; per() s'cbbt> rico~ ali'!, come mena lettera. la quale un tn al 6001>0 di dolce in duro, e però da bm1ca si fece ba11che, e 11011 lllmce. Per contrar:o alcuae volte 6i de,·c fnr soa,•e il i,;;uono, e similJnenle per mnncanz:i di carallcre a1,posito s'ebbe ri– rorso nll 1 i mezza lcltcrn che rende molto il suono. cosi dn fornaie farernn /onwi e non for,1aii. Ne \'engono I" due se,tuenli re– J;Ole: I) ,,uando il t.uono è duro al sin• golare, al plurale ..,j aggiunge l'h mezza let– tera: 2) ,1u:mdo l'i è mez7,a lettera al plu– rale !li toglie. Ciò !lOSlo Jxts~iamo ora acl e<:aminare Ire nitre eccezioni, cioè i nomi rtcro1•li1i e irregolari, gli inv:1riabili OS&ia A pag. 3: LA l\HSERIA di Marcello Gallian. CARA MAMMA racconto di Silvio ~ticheli A pag. 5; Le conclusioni dell'inchiesta sui rapporti lra Arte e Pubblico. (Juell i chi! non mutano desinenza per mu– tar di numero. e i difc11ivi. quelJi che man– cano di :,~ngolnre e plurale. E incomincian– do dt1i nomi etcroeliti osserveremo che to– no 1nli 1>erdue ragioni: ]) J)cr la prevalen– za dell:i lingua parlnlA sulla 6Crilta. E ùi vero il , olgo cd i fanciulli 1>ronunziando lo J>arolo \'Cngono a 6mozz:icarle. Or sicco– me nt>lrorigine delle lingue, la lingua 11ar– l111:1 lii confonde con In ling ua scr:ua, vie– ne un ondeggiamento nel.la d~inenza dello parole, che dà origine ai nomi eterocliti, E di ciò nbb:amo la prova nel trecento. Co– si Dante disse como 1>er come. E questa t l:t ragione generale. La rag.ione speciale poi è che C6Se.DdoIn nostra lingua deriva– ta, \ i si trovano due elementi oppoeti, il primitivo ed il pro)lrio. Oa ciò viene f'he 1erte ,•ohe \'Ìnce l'elemento latino, così do 110,0 facc.iamo o) plurale uova, da staio staia. cd alla maniera dei neutri la1ini. Al– Ire volte restano cntrambo le voci. CObì aJ1cllo, , itcllo fanno in i ed ,1 al plurnle. Or:!,pcrò alcune di <111esteterminazioni 60- no andate in disu-o. Per es. le peccata, le rli::;:iuna, ccc. S: dc,e ancora badare cht" ul• cuni di c1ucs1i nomi eono di doppia usci- 1:1 i-olamcnte in certi 1,ignifico1i· e però non l!-Ì direbbe le memhrn <l'un periodo, lr ca– i;:t'll:t in ar:'a, le frulla delle mie fatiche. I nomi in\'ari:ibili po~..ono e~..cre pure ller do1>Jlia ro~one, t'ioè !lC.r desinenza ed ac– cen1i. Quindi nei nomi in i la desinenu singolare e /;;endo In stes,;a dcUa desinenza plurnlt". sono invariahih. Similmenle i no– mi in ie sono pure invariabili per nver rambialu la loro nnlita tcrminazio,u~ singo. lare, di i<1 in i.e. Per es. spcci~ scrio, bar– h..,ric. I monosillabi ed i nomi accentati &O•

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