La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 17 - 23 settembre

DIVAGAZIONI TEOLOGICHE 11 diodelledonne socialiste Talvolt a l 'art ista , innam ora to di un conce tto r.on sa e non può analizzare 1roppo le vari; ~ pressi oni di singoli dettagli ; e come al poe ta e concessa l'immagin e ardita e la par ola alata, così al pitt ore si deve indlulgere per le tinte troppo forti che completano \ 'assieme del quadro. A questa stre gua può essere apt rezzato qµe\ paragrafo del decalogo figurato che si pubblicò ne·1·u:tim.::- nume ro de\13. Difesa e:j in c1 i si dice: u Non av ra i altro Dio ali 'in fuori di me n cioè del Dio socialista. Ma bisognerebbe anzitu ito chiarire il signifi– cato della paro la Dio - ben inteso col D maiu– scolo. perchè colla consonante minusc o'a nel vocabolari o italiano non vi corrisp ond e. ~lcu n signifìc ato - ed allor a \"Direbb e dir e: tenere il socialism o in conto di null a! Cçl D ma iusco lo. qu esta paro la per addottata ed acqui sita consuetud ine. espri me un concetto e cioè. . Origin e pri ma del creato - Ente su– premo di cui ogni essere vivente è una part e infi nitesimal e - L egge immanente di arm onia che compendia in se il massimo della saoienza. della poten::a, de lla gius ti::ìa. dell a bonÌà. Dal nostr o prim o progenit or e. cioè da que l cugino deJl 'orang-uta ng (come ce !o spiegan o gli scienzia ti) sino a-d oggi , l'uo mo ha data in– numere \'oli forme alla divinità ; poic hè ne !~a sua ev oluzione se la è foggiata man mano a seconda della sua ignor:mza, della sua paur a, dei su oi bisogni o delle sue asp irazioni . I grandi creato ri di re ligioni. che scrsero nel \ olgere dei secol i, erano del!~ ment ì superiori e dei precur sc,ri , che. inrerp reta n:io le asp ira– zion.i latenti nei!e masse . sep per o riassu merle, sim etiz.zar!e e :=redi:a rle alle folle; ed i disce– poli divulg2r ono dap pr ima le pure dottrine del maestr o. in seg uito le cr istallizzar ono nei dog – mi èe lle ch ies e e de i culti, e più tardi. o pe r– chè svisate le c!ot ri ne, o perc h.è ques te erano sorpassare dai tempi, degeneraron o in canoni ed in p-rari ch e non più conformi ali 'idea info r– matrice . ma coordinat e ad interessi e mo nopoli di casta . Non è affar · m io. e neppure sarebbe il caso qui , di enumerare le svaria te fonne di divinità create per i bisogni de!! 'uomo. Il Dio o l'Ido lo fu sempre ciò che in quella data epoca rappre– sentava l 'ogger: o più desiderabi!"e per i! corpo , il punto più luminoso per lo spirito . In cen e gr c-t.e preistoriche . sco-p-erte in Fran– cia, si sono tro vati dei disegni , che datano dal– I 'epoca quaternaria , da quando cioè qua si tutta la Francia era anco ra per nove mesi del! ·ann o coperta dai ghiac~i. Quei disegni rapp res enta– vano re-nne , bis c•mi e pesc i : e gli scienzia1i di– cono che, vivendo quei popoli di caccia e di pe– sca, dove-van o anne ttere un simbolo religioso a qu elle figur e. Uscit i da!fa pr eistori a. in Egitto il fiume Nilo e.-a adc-1aro corr:e un Die-, al quale ogn i anno si sa cr ificavano _un certo numero delle più bel– le vergi ni onde propi ziarselo ; e le pr escelte do– \·eva no esser e fk re di dive nir e le S")0Se de ! Dio Nilo , cosi come era ogni buon par~iota , de– ve esse re fiero di morire per la patria . e di im– molarle i si.:oi figli. L 'uso di sgozza re delle raga zze pe r quel rito è passata ; ed il Nilo com inua ugua lme nte a fecond are ge nerosam ente le ,erre che attrav er– sa. E. pc.1Chè l'um anità e volve, vedremo tra non mo!to che le madri patri e sapranno orga- nizzarsi in modo da provvedere al be ne dei loro figli. se nza che mai più nu ovi mili oni di uomi – ni siano immo lati su l loro alta re. Mosè impose il culto de l Dio unico ed il suo decalogo med;anr e il terr ore , perchè quei po– poli nomad i non eran o ancora maturi per la do11rina di an:.ore pred icata più tardi da Cristo. Ma ora , dopo ven ti sec oli in cu i la parola di fra tellan za e di ugu aglianza fra gli uomin i fu predica ta al mondo dal gran de Nazareno , il tri ste spettac olo che ci danno tutt e qu es te l)a– zioni, sed icenti cris tiane, ci atte st a ancora che ali 'egoismo de!J'uomo non bastano dei buoni prece tti morali , ma necessitano delle cc,ndizioni econom iche tali che permettano davvero agli uomini di viv ere in pace e d'a frate lli. I tempi sono maturi per una nuova civil!à, e latent i nelle masse vi sono nuove aspirazioni. I Bebef, i Lassa li e, i Marx, i Jaurés. sono i pre– cur sori d ·un nu ovo Mess ia, che non sarà più un uomo , ma una collehivi tà satura di tutte le a ngoscie. e gli strazi del\ 'ogg i, e che instau– rerà il grande evento della frate :I-enza uma na. Con tutto ciò il socialismo, non può ancora per molte donn e sostituir e la divinità, poichè lo spirita di talune oltre che lottare per le vit– torie mate riali della classe , ha bisogno di ten– dersi verso qual'cosa d'ideale sempre più alto, ed al di !à delle conquiste terrene. R.~llegriamoci quindi o compagne che nel pr ogramma socialista. non vi siano art icoli ohe impongo no ! 'abiura delle proprie conv inzioQi religio se. Dedichiamoci a\l 'ed'uca zione del no– stro ;:ensiero ed al!a conoscenza de i nostri do– veri vers o noi stesse e verso la soc ietà ; diamo ognuna il nostro modesto contribu to alla con – quista di quelle riforme soc iali che avvic ine-– ranno il regn o de lla giu stizia. dell'amore. e del– la fratellan za umana. e ciasc un a a seconda del– le nostr e proprie inclinazioni teniam oci nella nos~ra intima coscienza il sentimento di quella diYinità che spesso consola ed incoraggia an– che nel cime nto e nella lotta contro !e ingiu– stizie sociali. Rosa Cenoni. Rispettosi del pensi ero di tutt e le compagne pu bbli chiamo volentieri questo scritto della no– stra Gen oni. che è una delle più attive ed in– faticabili donne e che alla causa socialista ha de– dicato davv ero tutt a se stessa. Rileviamo però urza grave contrad izione in questo artic olo. In esso si premette infatti che gli uomini usano divinizzare quello che. in fondo. è il risultat o del loro benessere materiale . E allora? Fatta questa constatazione non pare alfa compagna Gen cni che se ne debba conclu dere che, colla conquista del benessere materiale, mediante il socialismo, noi fin.fremo col cond urre dio dal cielo alla terra, coll'ab olire cioè la divinitil? ... CARTOLINA - RITRATTO DI CLARA ZETKIN Copie 1 • 10 '15 50 • 100 . L. 0.10 ~ : : ?:~ Compres~ I.espese • > 2.75 postali. • > 5.- Ordinazi oni ed importo a.Il' Amministrazione dell'Avanti ! Via S. Damiano, 16 - Milano . Alle compagne delle Sezioni femminili raccomandiamo vivamente l'abbon amento e la diffn sione del nostro giornale. Inviando L. 0.40 alla DIFESA (via S. Damiano 16, Milano) esse avranno diritto al giornala fino al 31 Dicembre 1917. ,\l'PENDICE LA GUERRA ROMANZO DI VSEVOLOD :":;t':'b..,l.kow, r,reso <la, <.iince.r,, tn·mrr· . all11n– g..-;·a il ~7JO luru!..-, r-ollfJ .-;ulle spalle. \\"cntzPI na p~ru;ierr,4".,. Vi erano li due r:t1.<laveri; uno d i ,.Jt.:-.1 .-..tatr1ra, una t,,·llU- g-uarrlia dr•J n.:;.,g-i– rnr:n.to <li f"inlandi:i., di 'fU..,lJa 1,f•lliL r·om:,::i ~ni...i..d io-Jla guardia ... l!e !Jf-nJ,'.ttr~ in qu,..sta. . hat– :..a;i"fifL la tnf:'ta drd 'tuoi 1101nird. Er~ fr•rito al ,·PaLrr- P rf-rtr, a\"P\":t. si, ffr•1 ,, mr,JtrJ i,rirn;r di rnl)JirP. La. soffr;renz.:-J ;:.çli rt\l";:\":J.. las<·iatr, sul •,i50 Lill ~pr-~ssione i11<..pirata, r,iena rii 7razi;1 I! di Jam.r-nt.o. ,.\\·~·a. ::di or;.dli dtiw•i, Jr• ma.ni in,...rri<· fa.tf: sul ff' :t.to . . ·\rt'~\:J prr-'-,1, d:1 <..i: qur-ll:1 r.1J<:;<.1. OJ)f1UJ"f ~Jif-l'fl\"Vi ù.flO dat:J.. i 1•r,H1Jmzrii 1 Jn og--ni modo n.rm r,rr;,n.>e:Lv:t JJf- IP1T<,n·, nr• dJ~~ri,sto. ma "''Jita.ntrJ ,111'ir1fi11it.;1 1,if-t:1 Jir-1· o :1PIJ'Vii•'-tr•n1.:L \ i;rorosa. 1,<·rtJuta ,n <..pH·I rnod r,. · han PJav,1iich ,>.;i pif'gi, .. 111 1110/10 ,., pr r•n tlPnrlo il l,Prretto d,P PJ";1 dr·ir10 :d 1·:u,t1, l<:ssr~ '-.llila. dsir•n.t.. ,, h:Jn Jnr<·nkr,w , dPJla "1•r 1;:1.. r-r,rnria,rn1ia ,,. ----'-Era un Uf'.l'an,,, l'i11fr·JiN• \Qr-P. E mi 1 :.t.ffi,zurai il 1,:-1•-ecr• 1Ji r1u<•ll'ur,rn1,, 1•11: ~uo n ·nlù uiJdo clw s,,ft"i;J.. nr•lle c:fr,ppr•. il \·j/. Ja;r;:do ~ 111 1,r-ndi, dPI b111Tc,nr-. jJ (J-1il'.ef1,. la <·apanni?tta biaw·a <·•,Il.~ piN:o!P irnr!osfr r,,!-sf•.. ,, Chi J 'a.s_ etta. laz~rn1? ... n pr-nsa.1 1 :alt.ro era: un fania<·{'i111J d<-l 1·,-z;:dinr-rilo <li \'c,Jiaia. La modP lo :1n?va. cf'r':Lrnenff! 1·1,lt<J aJl'irnp1·0\·\·i.~,J. mr:ntr·P correva _inf111"i:.t..lù :d– /'l=!+tr1N·o. T.r ,:1ll~ Jr, an"•::i r-olf1Jfo lrn zii or– i.· ,. il •t' •p";•f 'T r, 1~ ;;1•,<](J GARTSCHI N :.11,e1to u11 buco 11e1·0. Eta. rima.sto ros i cog li or:r:hi Sfndanca.t i, ma. più. !-!penti, la bocca soc– ddusn., il viso livido !· r-onvu lso rlrtl fu ror r. - Sono lihe ri, ù l"<L - disse J\·a11 P lr.L.toflil c.1 1 ·orne conc lus ione i• il g, a.n C(JngcdfJ qur-- SVJ, non hunn,., .più J.,isogno di nulla. Si \"OJV) i11dir-tm P i solduti si i,rass n o in di~fJi.t.dP r,er las<'ia r;çli il pa .. "SO, Ste belko w cd 1..-., lo sr:g11irnrnrJ. nwg iunti to~l'J da \\'eut7RI. Ecco Ka~a11ow questi ,ni d is~• av,· - ,,. \"iStrJ '! S1, J.>ir:tro Xif•ùbdr:\·ikh. J,; di,; \ j ~fotr• detto il (fllf-]Jo SJ1r-tlftf;ùlO? 111i dii~"" f:(J1 1 iLria. f1f'>n~osa. .\11:t ,forrH111da, di q1u•ll'ur,rno i: Lnlo f·tinivrJ mi i:sn1tii inv:i dr-rr·, im,prùv\"i~affH•nlf•, da 1111:1 ;:tntn f•Qll<·nt.. ,~ <fal df•sidr,rir, di din:!li qurdro – ..it di ";!radito. ffrJ r,r•11c...tirJ rt r111JJlf• <·O<;(', e• so;1ra.Lutli1 1·r•h f---,sj 111,n f-1'<.tflfJ ~j;i, pi11 r·:1n1P dft ,-:rnnonf>. C\,,n harir,,J 1ih1 lii--ogno di divi sa P di di~wi 1Jlinn. " nr•ssunr, li l<Jrt11n•1•;t 1,r,,· J"unlform<· d1,~ inrJr,~:irifJ . ."\<m ~<ni r, riii1 d1 i !--,,i,11.L.!i, dr•. tt1-i ir1f<•rirJJ"i diS !-ii r·<m v1,r,(• tn• 1ri:111f,. ~(}– w, .. dr•;:.di 11ornir1i, Cli f)('t·hi di \\'nifz1•/ <'!Jl,,-ro 1m Litnpo, dal– l:1 gna ~•,L1 µarli 1111 s 1 10110 r-ilf• rirnas,• c:.r,ffo. <·at,,. \.'<ilr:\"a ,.,.,.,,J l"i"pnndr·rrni lfHt :u1d1·,·:r li IJr:,· q1H!llt.1 •\"r,lta. si 'r:tll<·nn<•. \fi rarn1rdJia\ a Yi<'ino, a tJ:~t:1 bassa ,. d1Jpn !•,lii · Jr 1 1,i ,;1 ~i 111idi "<' "'f'1l7.:J ç,-11:-1f'<l:1rrni · (Romanzo dj V 1n G1LIO B ROCCHI - Milna o, li'r .lli Tr eves, Edito ri, 1917). Eccovi nel nu ovo libr o di Virgili o Bro cchi lo svolg ersi pia no e veritiero di una vita dolo– rosam e nte viss uta. Come nella realtà , essa ci offre una alternativa di gioie immen se , di pur e e- profonde bellezze e di lunghi peri odi nei quali, tutt i que sti element i super iori della esi– stenza um ana si sperdono , si dissolvono nella (non vorrei dire volgarità, perchè nulla è vol– gare nella vita se sapp iamo profo ndamente stu– diarl a) ma nel la consuetudine che è il tarlo ro– ditore dell'entus iasmo , dell 'ideale, del l 'amore stesso, primo artefice di quanto il mondo ha di più sublim e. Mitì. ques ta mire e ad un tempo forte e bella crea tura. appar is•ce ; 11 compos.'a in timida gra– zia )) e que ~t 'abit o p::ichico dà veste du 1ante l 'intera sua poco felice esi stenza. Vibrante al– la passione, che sa inspirarle I 'amantt!. trova in questa la forza per romperla col mar ito, ma l'anima sua bu ona e giusta si rivela nelle pa– role ohe dice a Marc ello quando questi colla brutalità de l maschio , le mette sotto gli occhi l'impo ssibil ità di ,appartenere a lui solo vivend,1 nell a casa maritale. <( lo non so se sia una colpa; forse, ma ti amer ei anche se fosse un delitto. Sono felice d'i non potere non amarti, ma non vorre i far sof– frir'e nessuno, nepp ure lui H . Neppure lui quel disgraziato marit o il qual e non ha per nulla mancato agli impegni pr esi verso la sua giova ne sposa, il quale , non aven– do nessuna colpa nel dramma che da anni gli alita intorno, lo sentiamo esasperato, lo trovia – mo scorte~e e rozz o, ma non poss iam o incol– parlo che di soverchia tolleranza e di una se– nile vigliacche.ria. Mitì è una donna eletta: la' direi un solco di arflore al princ ipio del quale trov iamo la madre per cui essa soffre , indugia , strazia l'anima propri a volendo risparmiarfe il dolore di sa.per– la legalmente divisa dai marit c, e alla es tremità opposta tro viamo 13 figlia Lucia na . La lettera in cui parla ali 'amant e della prossima mater– nità è commovente e ne riporto un breve pe– riodo che rivela lo scr ittore fine e pr ofondo. In ques ta dice: t( Tu ! 'ami in me come -una ignota i quan to tempo sarà necessario perch-è tu senta la tua anima aderire alla sua e balzarti ii cuore a!la sua voce? Invece io.. Dal suo r:-rimo guiz zo, io vivo con lei, la ve do, la co~ nosco, come se da tempo immemorabil e. di lil delltJ, mia nascita stessa l'adorassi! n La bontà di Miti, la sua pura .passione s 'im– pongono; il padre di Marcello l 'accoglie , come una figlia, la sorella dell'amante I "adora. la propria sorella ne protegge l 'amore illegale; ma tut·o questo non risparmia alla nostra ero i– na l'urto . la lott-a inevitabile (nella mcdern a so– cietà) der ivante , da una situa zione illegale. Quando la si direbbe giunta in porto. la pove– ret-ta, si avvede che su ll 'as pro cammino ha la– sciato la sa lu '.e Fisica e mora le... e se nte che non è più la donna che può aiutarlo e cammi– nargli al Fianco nel difficile camm ino della glo– ria, nella instab ile vita de l romanziere. nelle asp,re battaglie della lotta, p::ilìtica, nella giocon– dità ch e alli eta l 'uomo ancor gio vane al qu ale la vita sor ride nella sua pienezza. Qui comincia il calva rio dj entramb i : ella sente mutar si I '.imore in un affetto quasi pa– terno, egli lo nega , colla cos cienza di essere nel vero, sino al giorno in cui una florida inte!– ligen,te, e bella creatura. colla ded izione di se stessa ~ gJi dice e gli pro va il suo amore . Questa don na di alt i sensi non vuole che Mitì sappia e soffra e parte subito non lasc ian– do traccia di se , ma la ferita fatta nel cuor e - Si, Pasano w, a Yetc ru.g ion e, w no <legli uomini. . drg li uom ini morti. XXI. PHI.\I. \ l}l-;l,i, _\ IH TT ,\GLJ A. Abhia.mo a t.lravc r~a to i! Da.nub ia, sin1no ri– ma sti per alcu11i g ior ni \'icin o ;t Sistovo in at.t.Psa. ,dei tu rahi ; poi le tnr'pp.e si sono in tcr– )l.tl e nel paese . Ci hanno fatt o ci1m11tinnrc a !un.go , ut·u. da u na. ,ptLrte, orn. dall 'allra ; siam o sta.li fin o a Ti rnovo, presso Plewna, e intanto sono J)/1.ì– - :a.te b ·C' setti ma na senza c:he si "--ht ~Lvut o uo– ti1..in. d i ba tt ng lin.. Fiita hnl: ntr e-i l1an no mess i in u1ia d ivisio- 11e in(Jipcn df'ntr <·oll 'in cari to di fr rurnr c il grosso dell' ese rcik, turco. Jn un o sp-u.1.io di ~rtta. 11t.a ch ilninrt 1 i (•1•;tno dis-r,osti g--unr :rnta rnil a r uc;si. Dirnu ,zi a noi ,;i er o.no <·i1-ra < ·rnt.om il a. turchi; rrn 1, 14razi{' all a tattica. pr·udr ntr dr l nost ro c-orna ndanl f', dir per non r:-sporrc> i suoi s1,Jda t.i, si tenern ~ull rt dif rnsin1, fnvol' iti ner di pit'1 d:dln. no 11- <·11r1J11za dr,! P ksc ift tu rco. alJ/JiHm o pnl utn ad<•111rd,, rr la. nost rn m issionr; i111J"•dir ~ :1i 11,rf/Ji di tag-liarr i la , ili, NI a llonf:tnare da l D11nu!Jio il grossn d<·I 11<,8lro rr-.rr·<'ito. Dato il 11f.J8t l"I, ,,r-,jg-uo nu ,n<•ro in ro11fr o1llo dt·lla. ,·cista. 1.ona d:1.. difrridrrP, non a,·f',•;nr11i <JlWSi i-ipo<.:.o. Atlr:1nr<..11..1nn10 1110Jti vi\111g-gi N•n·:w<lo ansicr.;:ur1r 11IP h:dtai;lia. Ogni l:ud.,o ,-i ,;j s1n:1rrhrt in (JIH•i J11og-hi. t;,rdo <11"-,c>rti rli-lJa Bulµ-ari ;,, in modo d1P nm1 <·i c.1nh:1\·n- 1111 /<• v,,tfov,1~{1ir• " ci r c·;uiit,do ~p<::s<.:.11 rli (li– \'id('J'P la 11ost1·:Ll'azionr <li dnc> gi,wni di ld– sr·otlJ,, ;1ffill(·hi• ('j 1,nsla ~<.:.P per c·inqnp e• aneli(' pi11. f JJi1'1 affamati ln!{lia·\'nno il grano 11011 i1n<·o1·:1. rnatum. lo battevano ~ullr tr!P drl11• lr•n<ln, lo faN•\·aHo r11orr-rP ron d<·llr mr-l<' r11•pr di Mar cello è profonda e qui non comp rendo il soliloqu io di ques t 'uom o inrellig en:e, il quale si ohiede se d 1 ebba a Mitl la confes sione del suo nuovo am ore . A pri ori sent:a n,o che il su o do:vere e il sa– crificio , col qua)e compenserà Mirì, della dedi– zione compl eta fatta di tutta la sua vita, sarà nello sforz ò continuo per se rbare a questa ] 'il– lus ione di qu el! 'amore pel qua le essa va mo– rendo. (< Bisogna ess er sereni per esser forti anch e per loro H si rip ete Marce llo pensando alla sua ca,ra ammalata e alla figlia lontana! Questo il tema del romanzo di Brocchi che si inizia con un dialogo vivace dandoc i molte volte con tocco sicuro il colore locale. Rese con ver ità pittorica la redazione del giornale , la ferriera , l'ambiente politico di Roma. Vivi coi lor o difetti e qualità , i personagg i che comple– tano il qua dro! Chi · non vuol bene a quel buon profe ssore dalla rude franchezza? Come non se ntir e inna– ta l'avversione pel cug ino esoso ed· affarista volga re? L 'onorevole Papadori artis 1a e CT•l!e– zion ista ad un tempo è una graz iosa macchietta e sa remmo liet i arrivando a Roma di trovare l·ui e il suo automobile pe r rinnovare lo poet ica gita alla chiesa di S. Saba. Rip ort ~ l'autoritratto di questo simpat ico de– puta to perchè è deliz.icso: 1< sono un vecchio che detesta i vecc hi : conser vatore che va d 'ac– cordo cogl i scavezzacolli, archeologo che adora la luce elettr ica e l'au tomob ile, specia lmente quand o porta una bella donna , chiacohieron e che non tace un minuto tra gli am ici e non riesce a dire due i:aro le al (a Cam era e per que – sto si è affezionato a te che parli come un Dio a'.la Camera e tra gli amici Stai zitto come un imbec ille 1)_ Potrei riportarne molti di brani bellissimi che danno una impres cione quasi anim-a-ta di persone e di cose; ma pur ammirando lo stu– dio sincero e fort e di cara tter i, di pass ioni e di amb ienti vorrei che immergendosi nella let– tura del vC'lume la lingua fosse una musica quasi perfetta che educan ·do i 'ore : chio me ttes– se in rilievo la be llezza, tutta la bellezza del nostro idioma. V::.-rrei un linguaggio forse più ricercato ma più puro e succi nto. Parmi che le be lle pagine di Vir.gjJio Brocch i, piene di poe sia e di sen tì– mento trover ebbero ar:cor meg lio la via del cuore pel tram~te musicale de l'armonic a lin– gua noStra. Vismara Pini. I rilralli ~i1ei marliri Rune in@rlolina L:1 Socielà Edftrice r< :! vanti! n ha .puhbl ica– to, 111 C[Lrtoline, ~ 1itr att i dell e sei mar1 .iri Ru ss e _B cned.ikmova - Brechsco vska - l!onoplian .- 11~!(01,a - Mamac1 ·a - Spiri don01:a - Raao– ;1nnli.01u1 .. . Ogni ?arto Hna conlie11e un 1ih-a.lto, ed a ha.neo d1 esso sono stampati i cenni biografi ci dell 'eroina. Le sei ea rtoline formano una .serie. Si pos– sono acqui sta re tanto a serie , qua nto se,pa ra – ln.ment e a scelta. Pre'-~i della serie com pl d a: ·1 $Crie (le 6 carto lin e) _ L. 0..1-0 3.60 8.25 10 (60 ca1·toli ne . 25 (150 50 (300 100 " (600 (compr ese " 15.– . )) 27.– le spe se posta li). A scelta: 1 cartolina 10 cartolin e 25 50 100 L. o, 10 0,70 " 1,50 )I 2,75 " 5.- Ord.ina :.ioni e<l imp drlo ltll'. 4mmi11.isira::.ione dell'H A 1;a11li! u, Via S. Dam ian.o, 1G . . lliL ano . l,o e nrnng ian1.rto quella di sg-us tosa puHi g-lia _...,pnz.:L ~,Lle, che li fa C"e-va amm a.lare. Così i b.:tttng lion i si as sott iglia\·an o anc he :;enza . ~osle ne re b,1tt.agli-e. Finalment e ne lla secon da quincl-icina di lu– glio la nost.ra . br ig ata, scorLtt3, da. a lcuni squn– <lrnn i di ca ,·all cri~i e da due ba tt eri e. entrò in un vil_lag-gio t.urt o, mezzo brucia t.o, a bband o– na to, m rov i11a. Ci ac·ra rnpa1mn o su una. mon – ta gna nll: t f' n. picrn. Il paese era aJ ha s,;:,o i1t fonclo al bi \'a llP, dOYC <.:.corr e\' a un pi(·c·olo ni – !--Cello. IJ11l'a ltr a pa rie dclin \'all:-lla c'eran o roec·e dr it te e ~<:osc-ese. l.ù, ~ccon do no i, ei-a110 Ì tu t·chi, d H} 10!"! l'iUSl·i\ affl o l)è rl, a V0llùl'è, nL 1n.:u1c111no eo:--i !-Ulla mon tagna scn1.a p....1ne. qu risi sf•nza acqua. r,r rc:!1è> bisog:nri, a n1ulnrla a r r n·u rc mo lto ili g-iì1 {t una sor,c,-cnt e ai piNli <fr lle 1occe. Er a\'a110 n.ffatto se pa ra ti d al r·r– sto dr ll 'rs C'ri!o , !-'enza HD.pere <fHf'l <·he ~a1 lJ– lw ac·cad ul o. A quindi ci c:hil omC'tri dinnm .i :1, no! dei C"is:1cch i stava no in ricog n:i ionr , 11111 nep pur c~.'->i vedeva.no i tu rch i 11 nos!ro di sta,·cRmc11to, bc 11Chs\ 110n 1iotc~s,, ."'-c·1►pl'i 1·r. il nemirn , prN 1t'cv a tut to !;• pr Pc:iu– zioni : nottr P g-iorno (''P1·a u na forlr ra tPnn di ,t\·an1 .1f1<;fi. rJ_at.L l'inr;.wa.g-li:~nzn. del terre110, f:~ linra <lt>lh' .. rnli11rllP <·ra. rnu lto lunga e ogni grnr no molle (·011qiai::rnir \·r nivuno irn 1/ cgate in uucsto ~cn i1.io o, i 80 ,, fn.t:r so insir-r n" . L a i11alti\'i1ò, la. fn.111(' continua P In. i11cert r n n. in – flu iYano gii1 !=;11/111or1tlr dr _zli nomi ni. 1.·a111!,11- la11za I i!.p11·µit:1'-a ,li m,1lat i. T u tti i giorn i \ i ..,i 1nnncla\·:u 1,> 11110.-i iuf1•r1ni. ron<.:.w1li rl nll.1 f<·hhrr- " d1dl, 1 di.llTN1. Og-11i ro111pa,'r}1;n er:t r i– rlc,Ua .il!rt 1r1ctl1 o ai <l!Jr INz i clel 1111mro nrir– JJl.ale: i ~:11lclai i ali hatJi:ti. drsitJr-ra\·n,110 lu sron– lrn .. \l11t<·no snr1•hhc statn m1n fine . (Cont inirn.). Ab b ona tevi all'Avanti I

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