La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 8 - 1 maggio 1917

A,.,. o VI - N. 8 . PRIMO MAG GIO 1917. Cunw ,:orr<"11,.u colla Po1u1. • li ESCE LA 1." E LA s.• DOMENICA DEL .MESE ■ D ABBOIUUIJDIT01 Un mumero Cen~. 5 Anno . L 1,5D Semes, re .. L. O.BO REDAZ IONE ED AMMINISTRAZI ONE : 60 copie .. L. 1,50 100 copie .. L. 1,- • ESTE .c::1:0 IL POPl"'IO MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILANO ESTEAO IL DOPPIO H O~ff ft( fftA I ~ft((llft!~Rl O(HA RIV~llllrnff ( RIUA '!'" CATERINA BRECH SCOVS KA chiamata la l'lonna della rivoluzione russa. Abbì,imo già pubblicato nella Difesa la sua biografia. Fu una delle più attive e convinte propagandiste fra i contadini . Condannata nel J 878 ai lavori forza.ti , dopo aver scontata la sua pena negli anni 1898-1900 si died e al la– voro di ricostituzione del partito socialista ri– vo1u.zionari o, del quale divent ò pres to uno r!ei membri più influenti . Fu considerata estrem a– mente ;,ericolosa dal governo a causa dell 'asce n– dente che esrcirava su tutti quelli che l'avv i- ~navano. Nel 1906 fu arrestata e dopo due anni .di fortezza fu esiliata in Siberia. Tentò di f uggire nel I9 I3 ma fu arrestata . La rivolta proletaria di Pietrogrado la liberò insieme con e Itr i. BENEDI KMOVA . - Fu la compagna di Jfa ma eva e fucilata insieme con lei. Riproduciamo que sta bronzea lettera inviata dall a Benedikmo va a sua madre alla vigilia del suo sup pliLio: << ••• Vado alla morte gagliarda . Sulla mia co– scie nza non c 'è nulla. Adesso mi se nto forte, .cant-iamo con Nastia. ridiamo . E perchè dob– bia mo essere trist i "? La coscienza è pul ita. Ho il desi derio di vita, io non ho ancora viss uto, ma è lo stesso . La morte pre sto o tardi deve veni re .. « ... Mamm ina cara, gioia mia ..., mia cocco– la.. Vivi, mamma , prega .. mammi na cara .. ti scri verò graduatamente , fino al! 'ultimo mi– nuto .. perd ona, ;,-erdonami, mia amata. . Vivi per me !... Però è doloro so morire! Ma si, que– sta appena ti ricordo... Non ti scrivo più, per– chè ciò mi toglie la tranquillità .. Perdonami ! Ad<lio ! Sono venu ti i gendarmi col verdetto de– finitivo e i soldati. Pu ò darsi che subito io mo– rirò . Addio , mia cara, mia amata .. Calia n. Per la terza volta, Primo Maggio che splen- verde o al limite scuro del. bosco, le donne, dal- deva da anni su bandiere sventolanti, sulla mes- :e porte dell'isba , nel giorno della /e.sta, vedran- se gentile dei garofani rossi, su folle fes tanti no stacca.rsi ed avanzare una figura bruna che getta la sua _vocedi fraternità e di riscossa sulla- _ha vesti povere come le loro, ma ha le mani gigantesca orribile scena della guerra t fini ed il viso candido sotto i capelli lucenti. « Prol etari di tutto il mondo unitevi! )> Quel- Mangiò il loro pane duro, divise la dura vita li che negli anni passati i1sciuano dalle offici- de l contadino; ma nella capanna ella metteva ne, lasciavano i campi, salivano dalle miniere, come un 'atmosfera lumin osa ch'era diffusa for- come per dire: cc Ecco ·siamo pronti! 11 quelli se dalle sue parole, sante e ribelli. E la (( sem- che si riconoscevano fratelli, al color unico del- plificata )) che la giustiz ia dello czar tolse dalla la bandiera innalzata, all'unic o fiore scelto co- faccia della terra, dalla sua Jra ternità con gli me simbolo del foro ardimento, alla consape- umili e che viene a respirare la nuova prima- 11olezza di un solo diritto, alla speranza di un vera. solo riscatto ed alla fede in un nuovo avvenire; Forse i soldati, nei crepuscoli d'oro e di az- che nel giorno di Primo Maggio si salutavano zurro, mentre preparano i riposi o la guardia attraverso le front iere, chiamandosi et fratelli n, della notte, parlando di ciò che fu, nei giorni sono da anni dichiarati nemici e si stanno di appena trascorsi, di ciò che sarà nell'avve nire fronte. tentando di sterminarsi l'un l'altro. vicino, vedono delinearsi le figure di fanciulle, ?.rimo Maggio porta nel ven to col profumo ra- di giovani . Sono i. maestri, i vendicatori dei pilo a"gliultimi mughetti, alle prime rose, alle soldati fusti gati ed ·uccisi; sono i martiri, i pre- messe del fieno reciso, il lezzo dei cadaveri in- cursori dell'età nuova. I giovani hanno i·l volto sepolti, straziati che sembrano rimproverare ridente, le fanciulle hanno gli occhi pieni di agli uomini: u Vedete che cosa a11ete fatto dolcezza infantile e tutti hanno l'an ima che non di noi ? )) - trema nel dare la morte, e non perde la propria D9po tre anni la festa proletaria ha un luogo serenità quando è vicina a riceverla dalle mani in cui posarsi, un luogo in cui gli uomini rin- del boia. novali l'accolgono con gioia e con fede nuova e Aleggino aleggino gli spiriti dei martiri russi da cui essa può lanciare il suo grido: « Uni- sopra il loro popolo festante nel giorno di Pri- tevil )> « Unitevi poichè cessi il flagello, per le mo Maggio! Tutto ciò che oggi avPiene è anche ricostruzioni di domani per essere i padroni del opera loro. Tutto questo rosso non sventolereb- vostro destino! )) be dagli edifizi, non sarebbe sugli abiti degli Come sarà l'aspetto dell'immenso _ pae~µ:iJ!lillj_ e delle domie, - -11.on olezzerebbe sulle ·pervaso dalla primavera della terra e da quella tombe , se essi non avésse ro dato il loro vivido degli spiriti? Per quale nuova speranza si ani- sangue. Non brillerebbe in tanti occhi la gioia. ma l 'H isba 1i dove la madre attende il figlio, te- se essi non l'avessero accesa e qt.iesto impeto nuto ancora nella trincea e il padre pensa che di forza non scuoterebbe il popolo russo se non non vi saranno più « dimostrazioni punitive 1J vi avess ero trasfusa la loro giovinezza. s'egli chiederà la terra e la lib.ertà? Da quante Primo Maggio, che, col profumo rapito agli rocche conquistate al popolo sven toleranno le ultimi mughe tti. alle prime rose ed al fieno bandiere _-:, Di quanti fiori rosseggeranno le tom- falciato, reca, col vento, il lezzo dei cadaveri be ancora fresche dei caduti? insepolti, sorge ancora per noi in un'alba di Presenti alla grande festa io vedo gli spiriti speranza. di quelli che lasciarono la vita per il sogno che oggi si avvera. Le loro tombe sono nella lon- tana Siberia, sono nei vasti cimiteri delle car- ceri, senza un segno che le distingua, sono con- fuse con quelle del delinquent i comuni , ma gli spiriti aleggiano tra la folla che li sente . Forse, guardando sull'imm ensa distesa del SPIRfDO NO VA. - Uccise un governatore di provincia il quale, a capo di una spedizione punitiva, inferociva contro i contadni ribellatisi nel! 'autunno de l l 905 in segu ito al movimento delle città. Il suo caso divenne_ a suo tempo famoso perchè se ne occuparono lungament e i giorna li e la pubb lica opinione ali 'este ro. I birri che l 'avevano arr estata - un ufficiale dei cosacchi e un comm iss ario di ?Olizia - la sottomisero a tutte le umiliazion i possibili e infine volevano attentare al suo onore . Fu con– dannata a morte, poi la pena le (u commutata ai lavor i forzat i a vita. È liberata dal!'amnistia attua le. I birri furono a suo tempo giustiziati dai rivo luzionari. RAGOZINNIKOVA . - Fu impiccata nel 1907 a 20 anni per ave re ucciso il direttore di tutte le p-rigioni russe , Maximy sky, perchè ave– va ordin ato di sottoporre i condanna ti poli• tici ad un trattatment o feroce e umiliante con la applicazi one della pena corporale della fusti– gazion e. CEN SURA. KONOPLIANNIKOVA. - Maestra elemen– tare e pro;Jagandista socialista fra i contadini. Uccise il generale della guardia imperiale, Min, che dirigeva la repressione della sommossa di Mosca nel 1905 . Fu impiccata . NASTIA MAMAEVA. - Studentessa di me– dicina, si daiva alla propaganda fra i soldati e marinai d-i Kronsta dt. Dopo l'insurrezione del t 906 fu arrestata e ,fucilata insieme con altri propagandisti e marinai. Tutte le allieve dell 'I– stitut o di Medicina di Pietrogrado ogn i atìno scio;Jerano nel giorno della sua morte . Poco prima di morire la Mamaeva scriveva la seguen te lettera : (( Cari compagni! car i compagni , questa è la mia ultima lettera ... Io vi lascio, avendo fat• to così poco. questo lo se nto, per la nostra cau – sa. Avrei forse potuto fare di più per il part ito, sono condannata alla fucilazione . Ancora un giorno solo e non ci sarò più. Addio. Vi auguro di veder ciò che io non vedrò, il giorno della vittoria, il giorno della liber azione del popolo dal giogo della serv itù politica, quando sarà fi. nalment e conqui stata la Terra e la Libertà! (( lo prendevo una parte poco in1portant e nel lavoro del par tito: aiutavo a stampar e manife – sti, opuscoli e divulgarli fra gli 0;1erai, ecc. , Io ero solamente l'aiuto, molto modesto , dei compagni più esperti e capac i. E que sto suc– cedeva non perchè io temevo di prende re un lavoro più responsabi le, ma grazie alle mie qua – lità personali: in qua nto alle mie capacità in• tellettua li io sono uria persona media e poco pre – parata teoricamente. « •Adesso aspetto la morte. Io son felice di far dono della mia vita per la santa causa della libertà del popolo. lo feci poco, ma io volevo la– vorare . E forse mia la colpa se così poco potei fare? H Vostra Nastia ,i.

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