La Difesa delle Lavoratrici - anno VI - n. 1 - 14 gennaio 19

Conto corrente colla Posta. =A"'a"'&"'o=V"'l -,,,N,,,' ,,· ,,',,,·==== == = ========,,,,,,======~L=tG=e"'n"'n"'a"'io= ••,~9,., · 1 ,;7,,,•==="""==;,.,,=============== ===== == ==="' ESC E L A 1.a E LA 3.' DOMENICA DEL .MESE • • ABBOiUUilEWTO 1 U n nu:r:n euo Ceo.11. 6 Arm o L 1.5 0 Semestre .. L. 0..80 REDAZ IONE ED A.',\MINISTRA ZIONE: 'dcli 50 copie . . L. 1.50 JOO copie .. L. li.- EST!i: .RQ IL DO~PIO La Direzione del P. S. i. e il movim ento femminile socialist a. ~ella sua ulti ma riunio ne. tenuta. a Roma fn1 .'fatale e Capo d'ann o. h, Dirczioce del Part.itD Socialista It aliano, dopo relazione cl:i Giffranni Bf.cci, 'ha approvato a unanimità i I seguente ordine del gio rno: ,, L 1 Dirèzione del Part ito. pr eso al to della '"·vem,t.a costituzio ne dell a Pederaziolrle fem– min~le Sùciali sta emiliana - romagnola sotto qti au~pici clel!'0 1ga1~izzazionr~iovani le del– la regione: con:- :tata.e.on sudcli~fazìon2 il forte im– pul~o che al movi mento fem,ninil e it alian o p1 oviene dall e &>zior1:i giova nili: consiglia i Gruppi femminili cl'lt alia ad unir si in Federazioni reçriona li o provinciali. tenendo 1,resent<'rhe i Gruppi femminili non ,ono che partì integrant i cle-l P.n,rt.ito socia– listai italiano . e che perciò clern1no avere nPi loro organ i cliretti,·i ed esecutivi un all ac– c·iamento perenne coi rap presentant i dell e i'-ezioni del Pa,·ti to : e in attesa ,u c:o,wocare i Gn,ppi fem– mmi li a Gongi'bSSOnazionale pel loro clefi· niti"o assetto statutari o. cl'a ccorclo co l Co– mitato dell 'Unione nazionale delle donne ~o– riali.ste : conferma all a Dir ezione clall·Avanti! la re,pon,abi li tà della compilazi one della Oi– l''·'fl drll •• Larr,rntrici . sicura che il giornale delle donne aprirà una rubr ica costante cle– ih·a tn ni fanciulli )). lonvegnoNàzioòale Socialìsta - Roma , / 8 febbraio 1917 li 18 febbraio p. " · si terrà a Roma un Loovegno '.':azionale socialista (in sostituzio– ne del Congresso) al quale parte ciper anno: 1 1 Tutti i membri dell a Direzione del Partito. 2 Tutti i deputali del Gruppo par la– ioontare . 3) Una rap presentallza della Gonfedera– z!rJne Generale del Lavoro. t l rappre.-entant i delle federazio,ni pro– Yincìali socialiste e in caso cli mancanza del– la Federaz;one, i rapprese~tant.i di quelle provincie che contino almeno cinque sezioni che si siano all 'uopo in te.se. 5 un rappresentante per ogni sezione <oeialista che conti almeno cento soci. 6 J fiduciari nominat i straordi nalia- ment,> dalla Direzj.one del Partito in ogni provinc ia. . . fJ giorno dopo del convegno nazionale s, ra<lur.eranno i direttori. amministratemi, rap . prnsentanli dei giorna li settim anali M l Par– tilo per discutere e preruJerc quelle dehbe_– razioni alle ciuali già altra rnlta s1 accenno su qul'ste ste,-e colonne. . Così il Partito sociali sta it.alianr1. a d,– spPtto di quanti lo rnrrebbe: o morto . passa in ra:.:,,.R-gna le sue for7,4) P rla p,;;emp10 di at– tii:itil fl rii rita. Per il doma ni ! Larorab ri e unminj c:idli· d'ogni Parti to! g,,gistrate a ,· 0 rhale nei rnsln .int.ellelli e tenet.,,presenti pc,r il domam poht,cr, 1 nom, dei denutati r·he nr,lle varie votazioni rii nue– ,t i 2io.rni alla Camn-a, o in altro mocJo for– mai~ se a"Sfnti , hn.nno pr,~so po~izior.e in favore ,Jclla pace: 40 .<:oriulisli: Albertf'!l 1 \gT1il'i. Ba"iagJia, 8P«h] Br•ltrflmi. BPntini. 13rrnar<lini, Bor'.CO– ni./'JB;JDUl'di. Brun-?Jli. Car<>ti. C:as~llini, Ca– \·all ari, Carnl!Pra. C11ç!n0li.o. Cagr.oni, o.e Giovanni. Duw~ni. Craziade1, .,ra.m: )1affi?1~. ,\farang oni, \ lorgali. \f 1Jlltemarlm 1. \l asrnr, Mazzoni. \lndiglittni , :llu-a ttr , Pra_m1'.olrn1, Pescelli, Pure-i, Quaglino, Ronda01, Sam,, ~ir·heL Soglia, Torlllsrh ini. Trevrs, Turat, , Zibordi. . E . 6 sacioli<li inrfiprnd itli: F'érT 1 ·.nm·o, Ferri Giacomo, Badaloni, Lucri . \'ipna . 'ìa11- rlull i. 3 rodico/i inrlipenrlenti: Barbera, Chiara \ :c,lin. r.rrini. . 2 gi0liltiani: ~ro.;.;0 Cai:nr,_an. e Ro.,.'-1. 2 cM/n/ici: .ilwli,,h e '111~1,oli. MILANO - Via S. Damiano, 16 - MILANO ESTEAO U.. DOPPIO Osvaldo Cnocchi-Viani tl giomo 8 g'.nnaio, impr ovvisamente e serenamente, si è spento Osvaldo Gnocclu l'iani , la cui vi ta fu tutta ww battaglia per l'idea le. Nato i l 26 agosto 1837 a Osti.glifi, si lau– ,.,ò in legge a Pavia nel 1861., ma non eser– citò la prof ession e, r•s endosi ,u bi to rrettnto nell 'arringo giom alisti co. . . {)alla democrazia di quei tem7n passò tn seguilo nell e fil e socialis te, e fu il creotore e/elle Camere del Lavoro. Animo nobili.simo, int ell ett o supei•ior e, cuore generoso, il Partit o ha f atto call a sua morte una gravi ssima perdi ta. . La Difesa delle Lavoratr ici esprim e allo fomiq lio d ·,ll 'Estin to le proprie vi»i ssime ronr/oqlianze. Pensieri di Gnocchi-Viani Oh: quante conquiste d ·anime. fatte col te– ner alta la face radio sa delle Ideal ità e della fede in esse! quame usanze rifatte! quanti costumi corretti! Chi, per esempio, ha mai sentito dire che un internazionalista si sia piegato alla vieta e antipatica consuetud ine del duello? Ohi non ~.a la diserzion e dalle chiese per accorrere ad inscriversi nelle associazioni e nei circoli, <lond::! ;,artiva la parola del socialismo, accolta come una nuova religione? La donna, la donna del popol() specialmen te, come scossa ~a un_sonn~ secolare apriva finalmente al sorriso glt occh1 bagnati da tante lacrim e e l 'anima d~ tanti do lori percossa, udendo dal!a voce conv10ta ~ en– tu:.iastica dei nuovi apostoli la immancabile. fu tura promessa della Maternità rig enerata, rido nata aìle sue grandi funzioni sociali. esultan te nei suoi figli fatti belli di corpo, d'i struzione ~ di educazione Evidentemente I~ tr.am~ imb~sti;a daii; Jn~e.r~ nazionale non è completa in tutte le sue r,:iaru: ci sono lacun e da riempir e; ci sono emendament i da escogitare. Essa aprì le fonti di una n~ov.a giovinezza della società; ecco il suo vanto 1rrd'.– struttibi le. Ai venturi abbeverarsi alle sue font1. ramificarle in riga gnoli fecondatori , allargare I~ zona fertilizzata del social ismo. in guic:a che d: codesto nuovo lavoro si acquisti la cpscienz~ piena de!I.a sua ragion e d'essere, e c.he non si cqmmini ma:i a tentoni. giorno per ~1orno. ob- ==== ~):!== ====== ====== = = Non diventiamo nemiche del proletariato maschile. L'organizzazione dei metallu rgici ha giti fatto qualche cosa per la d01;i'.aoperaia , la 4uale, apparsa appena nella sua nuovà qua– lità cli metallurgica , di material e da sfrut – tare in alt.1·0ramo cli prod uzione, ha trova.lo l'appoggio, la difesa, un organismo forma.to e-on lunghe lotte e lunga fat.ioa, che si oc– cupa di lei e melte,a sua disposizione tutta l'esperi enza e tut.ii l mezzi in suo potere. La chiara esposizione contenuta r.ell 'arr-tà– colo dell a Federazione metallurgi ci. Mpor– t.ato sull a " Dif esa dell e Lavoratri ci », do– YeLt,c convinccrè le donne operaie di quale valido aiuLo possa, esse.re per loro l 'organ iz– zazione. Aumento di salari , minor asprezza cbi lavoro. ri conosciment.Qdella necessit à cli un t.rnllam ento mer.o duro aspro e meno mi– lìta1·c di quello a cui soggiacciono gili uomi– ni; lutto ciò è statq otten uto per le donne i n lievissimo spaz io di tempo , e senza ch'es– ,;e lo chiedesserodirettamente e avessaro pre– parnto a oo stes,e la forza per co·nqufsta.rlo•. 1mpulso cavall eresco, atto dì generosr,tit gentil e del foirt;, verso il debole? Slancio ,li bontà che potrebbe anche nor. rinno vaa·si" No, nienbe. o quasi , cji tut to questo. Il pro– leta'l'iato sa di non essere maschil e, nè fem: minil e, sa di essere uno, avvinto com'è da legami st.retti ssirrui in tulle le sue pa.iti, e qua,ndo uno dJe' suoi organismi sorge a di– fendere la categoria che si forma, l'elemento r:uovo che si presenba, quando il già formai.a LL=.ueuiliii~tte - . ' . 1- ---- smo rn fo1m az10ne, non compi e un atto di ge- bedendo, più che altr o. al caso, schillvi d'un ambiente non nostro. Studiare dell 'Ass ociazione madre l 'or igine , gli svolgimenti , gli insegnam enti , le deficienze. i vaticini i è opera salutar e di progresso, ,degna di chi v1uo'le sentire il giusto orgoglio di essere un sociali sta cosciente, non solo a parole , ma an– che nell e opere e negl i esempi della propria vita. Cosa strana! Siedono e perdurano al sommo degli Stati i caporioni appunto di un tale deplo– revole squili brio int ellettiuale ; e atl basso s 'agi– tano, pur troppo ancora nella impotenza, coloro ohe hanno l 'intu izio ne dei mezzi civili rispon– denti ai fini dell a civiltà. Che vuol dir ciò ? Vupl dire che è dal basso che sorgerà rag– giante , come un sole, e imperiosa , come una legge della Natura , la Ragione Ci vile che si so– sti tuirà alla bestiali tà della guerra. E chi è che alimenta nell e sue sane viscere cotesta redentrice Ragione Ci vile? Due classi sociali: il Proletariato e I.a Donna. Ma il prol etariato è ancor troppo div iso, e la donna è ancora !nntana da quella organizzazion e e da quella coscie nza che -.- sebbene ancora nel! 'in fanzia - albeggiano nell a classe la,vo– ratrice. E' solo di là, però, che ver rà alla luce del mondo il sole ohe snebb ierà i'~ cielo della Uma– nità dalla caligine sanguigna dell e guerr e. Il caJ)itolismo ho {all n Lo fJ11Pnr:t i l ca]Ji la– lisuio farà lo pace. e lo le(J(Je. 'E la verità. Our r1 le(J(JP, amara, verflà, indarno men tit e, indanw ronnle sollo i frstoni idealistici e le ror one di mPlo{orico alloro e le alt i'! sonori'! (ro si, piPnf' rti mw lo. ft ca])ilalinno più capi– lali stfro. cior: più im.r,iunc da Plemenli s7nlr i di coN1.llPrPsco e {Pnrlotesco mililorismo, la vìncr ... Unìr•rt lontano spemr ronsololrice, che il superbn vincilorP a .\·ua volta sarr ì vinto. sa– rà .fJUJ)f'rolo rlalt'anUiaonisla che esso rrf(I ,, m,trP di. sr.,: ii sorfotismo .. CLAUDIO TflEVES. ;v('{LP 71rPs1•11/i conrli::.ioni, nr, Govern o il q1wte .<;iriru so.'ìse rti rliJ.;cnlf'r e. rti porre le qur>sli oni, rh e opponesse la fru,wsfl fìn de non reccvo ir; o, JU'(J{Jio. chi! uwo1·Pssf'. alla discus: sionr, col proposito nrtulln rli frnsfrflrla , di {orlo 7Jer fmrto , di r()n/raslarr> il successo de– oli acrorrli Pntr o i li7:1ili. ~li raaione,· qu_el Go– verno consumer e/J/Jr> il 1nu (Jronrle tradim ento r·he abbio rr>(Jislr o/ o la sforio e l' espiazione futuro non tra N,lf/ PrPl/bP .rnlln.nto le persone rli alru11i mini.~tri ! FILIPPO TURATI. nero,,a prot ezione, ma d'i dif esa per il nuovo che viene e per se stesso. Le donne non pos– .sor.o temere che, passala la. curio sit à d·e– st.at.a dal fatto inatteso, cessi l'ir.t.eressa– ment.o delle Ol'@anizzazioni maschili a lorn favore. Non possono temere di essere consi– dera,te est.ranieee moltO'meno nemi che. 'lo . purchè non vogJ.iano. Gli uomini . già addestmli aJle lolle, già consci, nella loro prurt e migliore. di quel de– termini smo eoonomicc che tra.sforma la vita so,ciale e,:J -inclil'ild 1 uale e che è gran paJr-te dei nost.1i senti menti e dell e nostre idea.– lit.à, considerano l' entra.La d'ell a donna nel lavoro industria le come una con.seguenzadel– la forza di es,o. Nel preser.te momento san– no che, senza la partenza degli uomini dalle case. .cenza l' oscuro martirio dell a miseria quotidia na det.erminala dall a g-uerr a, molte donne non si sarebbero decise mai a lasciare !'nssiste11zadei figli ed i qui eti lavori in cui generazioni di are le avevano pr ecedute. per il frastuono assordact.e, per la di scipli na e la r11vidczza t uUa masch-ile del laxoro nel– l'officina. :Ila le donne, dal canto loro , debbono vole,· com,vrenclere i gra,ndi pr oblemi social i ed i ,·incoli di solidari et.ù indi strult. ibil e esistenti fra di esse e i loro compa,,~ni di lavoro. Dch– bono non voler tliventar e r.emiche. Chi domandava loro di essere più donne. cioè più ri ,o lut amcnl.e contrar ie.aJia guerra. rifiutandosi cli prod urre ciò che l'alim enta, <lomandara l'impo \,sibil c. Una, due, dieci avrebbero potut o t.romr c la forza clii rifiu– tnr~l per un senso alt.i simo cli pielò e d i orrore. ma le alire, primaar.cora rli piegare all ' imposizione diretta, si sarebbero la,ciate tra scinare dal·bi sogno ed attrarre nella gran– de ~eia npr-rla aJla loro fatica. Le macchine non ancbbcrn afTcnna.t.o il loro dominio in lu tln l'inclu-:lria. se i primi chiama.Li a far le funzior:arc ':i fossero posti il ec1.r::o di cosden– za ,li molt i che mett,evano sul lastrico e co– slri ngevano all a fan1e ecL alla clispr ra zione. Jl fallo che neppul'c l'o,rnrr cli alimentare la. gurr·rn ha vin to ~ul clet.rrm ini.c:::mo economico e proprio in chi è pi ,, faci le a sentire l' orr o– rr {' a<l agi r·c per impul so del cuore, d~mo– ,;;l ra, una YO!la cli pi ù, che i .,,e.ntimcnLi non hanno ~.ran parie nella vit.a (lei mondo. 1la le clonnc r.on debbono es,ere la zavorra rl0lla vita operaia. Entrat ., in e<;.<;a. debbono \'ole,.vi Yivere con clignit.à. Sarebbero ,;prege– rol i s.r scci~l-ies:=::cro di vivere in una so 1 lit u– cline cli schiave orgogliose e sprezzanti. Il salario fisso, per es<;<',abit ua,te all a preca– rif'l,'L dei guadagni. è già orrt un beneficio; i loro lnvorucci rli magl1ia. rli ago. e flnche

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